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Autore: Josie    26/02/2011    1 recensioni
Una storia di quelle tristi. Lui, la droga; lei, l'amore.
Una storia di quelle che ci speri sempre che finiscano bene.
Una storia che alla fine non è nient'altro che la verità.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente si decise a tornare a vivere. 
Le sue amiche la convinsero ad uscire, ma diciamo che lei comunque voleva uscire. Era troppo tempo che non sentiva il profumo di Dann, che non lo sentiva cantare.
Vedere quei suoi occhi di sfuggita a scuola non le bastava, non dopo che aveva passato interi pomeriggi a fissarli ed accudirli.
 
E così uscì.
 
Si divertì come faceva prima. E rise, rise tutta la sera. Una risata che scaricava tutte le domande senza risposta. Le faceva uscire e le uccideva mentre galleggiavano in aria, illuse. Le assassinava per vivere, si nutriva del loro sangue. Un'immagine cruda, ma vera.
 
In spiaggia aveva sentito Dann ridere. Sapeva che era lui. Fece un grande atto di coraggio: non seguì il filo di Arianna della sua risata, che l'avrebbe sicuramente portata a Dann. Rimase immobile dov'era, con i piedi affondati nella notturna sabbia ghiacciata. Nel mezzo di un silenzio scoppiò a ridere di gusto, però. Rise insieme a Dann, però, come avevano sempre fatto. Dopo quella prima risata non smise più per tutta la sera, però. Le sue amiche si chiesero cosa le fosse preso, però.
Era uscita con l'intento di vederlo, ma a pochi passi da lui preferì immaginarselo. Non trovò lui, trovò molto di meglio: la sua felicità. La sua e quella di Dann mischiarsi insieme come sempre, ancora una volta. Nascere lontane ed unirsi nello stesso istante. Questa è perfezione.
 
Sentire Dann ridere la convinse che stava bene, e che era una stupida. Non avrebbe dovuto preoccuparsi per lui, lui che non aveva più bisogno di lei. 
Lei cominciava a capire quanto bisogno aveva di lui, del suo Dann dagli occhi color dell'inifinito.
Basta, doveva chiuderlo fuori. Basta pensare a qanto ancora avrebbe potuto aiutarlo. A quanto avrebbe voluto farlo.
 
Lo cancellò dalle sue priorità.
Una cosa incora le ingombrava la mente, le impediva di andare avanti: lei continuava a non capire. Continuava ad ipotizzare ed ipotizzare, senza mai intuire la verità. Cos'era successo a Dann? Continuava un'inutile azione di logoramento interiore. 
Era come in una strada sbarrata da insicurezze e buio. Si era seduta davanti all'enorme masso che ostruiva il passaggio e lo fissava, lo trapassava con lo sguardo, chiedendosi mille perchè. Di tornare indietro non se ne parlava proprio. Doveva escogitare un piano, doveva ragionare e capire come fare per proseguire. Ragionare e capire.
Ma ormai aveva intrapreso la strada della leggera felicità. Quella che anche se sai instabile, speri sempre possa durare un'eternità. Non è una completa felicità, è un limbo tra la serenità e la gioia. Tra il dolore e il pianto. E' l'attimo esatto dopo un bacio, quando hai gli occhi chiusi e tutti i pensieri che ti ronzano nella testa. E' quando ti senti morire, ma anche vivere, perché soffri e ti accorgi di quanto sia vera una lacrima, una vita. E visse settimane di questa leggera felicità, immersa nella sua vita. Con il profumo di Dann nei vestiti, ma il suo futuro davanti agli occhi.
 
Sperava solo che lo avesse aiutato davvero. Che fosse riuscita a migliorarlo almeno un po'. Almeno da poterlo sentir pronunciare il suo nome con un velo di riconoscenza. Almeno quel poco che avrebbe impedito a Dann di dimenticarla.
   
 
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