A l p
h a b e t .
Ogni volta che cercava di affrontare il
discorso, in un modo o nell’altro Artù riusciva sempre a trovare una scusa per scappare. Suo padre che voleva
discutere con lui di piani di battaglia, alcuni cavalieri avevano bisogno di
addestramento extra, faccende da sbrigare in città. Una volta gli aveva persino
detto che doveva aiutare lo stalliere a strigliare i cavalli. Lui!
Non era stupido,
l’aveva capito subito, dalla prima volta che era fuggito, che piuttosto che
affrontare il discorso avrebbe fatto di tutto.
Ma era una cosa
di cui dovevano parlare. Merlino non poteva più fare finta di niente; l’aveva
visto. Ormai conosceva il suo segreto. A niente era servito giurargli che non
avrebbe mai detto niente a nessuno,
in fondo, chi meglio di lui sapeva mantenerne uno?
E di questo il
Principe ne era a conoscenza. Ma niente, non ne voleva sapere.
Eppure lui
voleva solo sapere perché aveva visto Artù ricamare un fazzoletto con
tanta cura!
«È colpa di
quella strega! Colpa di una dannata scommessa, ecco cosa.»
Note:
Lo so, lo so. Sono in ritardo. Ancora una
volta, mi do fastidio da sola.
Avevo detto
sabato o domenica certo, ma di due settimane fa però! Solo che non mi convinceva
la fine di questo capitolo, e ho provato a sistemarlo. Con scarsi risultati
come avete visto (-.-)
MA! Ho grandissime
idee per la lettera S, o per la U, quindi non temete, i capitoli decenti
arriveranno presto!
Ahahah.
In ogni caso,
consigli e critiche sono come sempre bene accetti!
Grazie a chi a
letto e commentato gli scorsi capitoli.