Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: cassiemk    28/02/2011    1 recensioni
“Che dovrebbe significare?” la mia voce era spezzata, confusa, sorpresa. Perché dovevo farmi sconvolgere la vita in quel modo? No, assolutamente no. Non mi sarei lasciata coinvolgere da un qualsiasi pazzo idiota mi capitasse davanti. Sentivo le guance in fiamme, colorate di scarlatto. I suoi occhi erano fissi su di me. Da quando aveva aperto bocca a quando l’aveva chiusa non aveva minimamente smesso di guardarmi. Anche se a testa bassa, riuscivo a percepire l’intensità di quello sguardo smeraldo. In quel momento pensai di tirargli qualcosa in testa, ma presto mi resi conto che ne ero già dentro fino al collo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Ah ah ah" fu l'unica cosa che riuscì effettivamente a dire. Ah certo, preceduta da una spinta
con una forza pari a quella di un'acciuga. Ma pur sempre una spinta. Il ragazzo con quei penetranti
occhi verdi si era rivelato un pazzo senza precedenti. Andare a vivere con lui? Ma siamo impazziti?
"So che può sembrare strano" aveva detto scatenando in me più di un semplice istinto assassino.
"Strano? Un gatto a tre zampre è strano, tu sei fuori di testa!" Avevo urlato senza nemmeno rendermi
conto che avevo cominciato a fare avanti indietro per tutto il suo ufficio. Doveva essere ricco, eppure tanto,
per lavorare in un posto del genere. All'ultimo piano di un palazzo che sembrava uscito da un film di James Bond,
era moderno e completamente verniciato di bianco. Bianco allo stato puro, era privo di qualsiasi imperfezione.
Mi diede istintivamente fastidio come se tutto quel bianco mi accecasse. Una lunga scrivania, con sopra
pile di fogli in disordine e penne raccolte in un porta oggetti verde. C'era una lampada che scendeva ad illuminare 
un tavolo di legno, sopra il quale c'erano dei fiori blu.
"Non hai molti soldi, giusto?" Interruppe in questo modo quel mio personale monologo interiore. Cosa ne
sapeva della mia situazione economica? Quello, era un tasto dolente sotto più aspetti.
Non navigavamo nell'oro, anzi in quel periodo navigavamo in un mare di bollette non pagate
e pranzi già confezionati. Sapevo benissimo che i soldi erano quello che mi mancavano. Ma che diavolo
c'entrava con questo? "E allora?" gli urlai arrabbiata in faccia. Non riuscivo a stare ferma e continuavo
a muovere avanti e indietro. Non lo sopportavo! Accidenti, perchè si faceva così gli affari miei?
"E inoltre non hai un buon rapporto con i tuoi genitori, tutt'altro." Disse sedendosi su una poltrona rossa,
 con le braccia incrociate intorno al petto. Si era tolto la giacca nera, e la camicia bianca gli aderiva leggermente,
mostrando così un fisico scolpito.
Mi fermai per un istante e socchiusi le palpebre. Ero stanca di quel tizio e di lì a poco, lo avrei decisamente mandato
in quel bel posticino, a cui tutti è stato permesso almeno una volta nella vita un soggiorno completo.
Non avevo voglia di discutere, la stanchezza di quel giorno e tutto lo stress ricavatone, mi avevano
resa totalmente scorbutica, intendo più di quanto non fossi normalmente.
Provai a fare un bel respiro profondo e a calmarmi. "Ok, va bene. Mettiamo caso che sia tutto come dici tu..." dissi tentando
di fingere un tono calmo, ma ciò che ne uscì era più simile ad un tono acuto ed acido.
"Cosa vuoi che faccia? Che dica addio ai miei genitori e venga ad abitare con un tizio di cui non so niente?" sbottai nervosamente.
D'altro canto, lui sembrava rilassato e tranquillo come se mi avesse appena invitato a giocare
una partita a carte e non a trasferirmi da lui.
"Allora, ti dirò tutto quello che vuoi sapere. In questo modo non ci saranno problemi, no?" Fece un sorrisetto compiaciuto.
Da parte mia, non potevo fare altro che innervosirmi sempre di più. Davvero non capiva il punto della situazione?
"Allora su!" dissi più per accondiscendere alla sua follia, che perchè ne avessi veramente voglia. "Dimmi tutto quello
che ci dovrebbe essere da sapere su di te. Ad esempio, chiedi a chiunque ti raccolga delle chiavi, di venire a vivere
con te?" Il mio tono sarcastico era più che evidente. La sua risposta mi lasciò sbigottita.
"No, non a tutti!" disse cordialmente. "Bene, dopo ciò, mi chiamo Daniel Lemaire. Ho 25 anni e sono il capo di questo
ufficio. Mi sono diplomato con il massimo dei voti e sono uno dei più giovani dirigenti che ci siano." Disse compiaciuto.
Da parte mia, non potevo capire tanto orgoglio. "E allora, ti ci ha messo il tuo papà a lavorare in questo bel posto?
Oppure hai leccato il culo a qualcun'altro?" dissi con tutta l'acidità possibile e con un finto sorriso sulle
labbra. Per quanto lui si sforzasse ad essere gentile, mi dava sempre di più sui nervi. "Incredibile, come siamo
divertenti!" Disse, alzandosi in piedi. "Ma comunque, capisco. Tutti sarebbero così sorpresi a tale proposta." Annuì
a se stesso. "Bene, ora che ti ho detto tutto, puoi prendere una decisione no?" disse poi. "perfetto, non verrò mai a vivere con te!"
Dissi tutto d'un fiato. "Non devi decidere subito" proseguì lui tutt'altro che contento della mia risposta.
"L'hai detto tu!" Mi stavo comportando come una bambina, ma che ci potevo fare?
"Che ne dici di fare una prova?" Esordì lui. "E glielo dici tu ai miei genitori?" Incrociai le braccia intorno al petto.
"Certamente." Lo guardai male. Davvero era così stupido? A prenderlo in giro, non c'era nemmeno gusto.
"Senti, ti sembra normale?" Sussurai poi. Ero davvero seria e se mi avesse dato una sua tipica risposta, lo avrei
picchiato. "No." Alzai gli occhi. Era decisamente alto e mi sovrastava facilmente.
"Se lo sai anche tu, allora potevi risparmiartelo" dissi guardandolo storto. "Voglio vivere con te." Disse serio.
Non aveva nessun sorriso disegnato sulle labbra. Solo occhi che mi fissavano con serietà.
"Perfavore, una prova non costa nulla, no? Parlerò con i tuoi genitori, vedrai capiranno che sono
una brava persona e non avranno nulla da ridire a riguardo." Disse fieramente. "A dire il vero, ho già
parlato con tua madre, ma oggi tornerò da lei per un ulteriore conferma." In pratica mia madre mi
metteva alla mercè di questo pazzo scatenato? "Ok ok! Non c'è bisogno di nessuna conferma! Verrò ad
abitare da te!" Dissi arrabiata. Mia madre gli aveva detto che per le andava bene. Che cazzo di madre
era? "Ne sono davvero felice." Disse sorridendo e scompigliandomi i capelli gentilmente.
Questo in poche parole è come mi sono ritrovata a vivere con questo pazzo!

Note: questo capitolo è stata una faticaccia! Ma va bene, l'importante è che è uscito.
Ringrazio chi segue la storia e ovviamente se recinsite mi farete un grande favore, almeno so che ne pensate!
Saluti ; )

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: cassiemk