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Autore: Me91    05/03/2011    0 recensioni
Il fascino della mente umana è insuperabile: essa è in grado di distorcere la realtà plasmandola a suo piacimento, in una maniera tale da far credere che ciò che proviamo, ciò che vediamo e che sentiamo, sia vero. Tanto che, alla fine, non possiamo più distinguere il vero dal sogno. E soprattutto come possiamo farlo, se ci accorgiamo che il sogno è più rassicurante e meraviglioso della realtà?
Primo posto nel contest "Schizofrenici a piacimento" di miseichan
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa storia si è classificata al Primo posto nel contest "Schizofrenici a piacimento" di miseichan, di cui vi lascio il link: Schizofrenici a piacimento
Spero che vi piaccia, buona lettura! :)

La follia più sublime

 
 
Capitolo 1
 
Il sole splende in quel limpido cielo primaverile.
Il vento, dolce e delicato, sospinge in aria petali rosa, rossi e gialli; si tengono per mano in un girotondo danzante.
E i suoi folti capelli riccioluti ruotano e ballano al vento, mentre il suo sguardo azzurro si perde intanto verso il mare.
Com’è bello il mare... l’acqua calma, appena increspata, accarezza la spiaggia candida, con un’amorevolezza simile a quella di un padre con la sua bambina tra le braccia.
Il ragazzo è incantato da tanta bellezza e tutto ciò non fa altro che incrementare il suo dolore, la sua malinconia così imprecisa, indefinita, che infine lo spinge a decidersi e alzarsi lentamente in piedi.
Chissà come sarà morire in una così bella giornata...
Pensa semplicemente, sospirando.
Oscilla un attimo, ritrovandosi poco stabile sulle tegole rosse del tetto, poi abbassa gli occhi, solo un secondo, giusto per osservare il giardino situato tre piani sotto di lui; li rialza subito dopo, attratto e incantato da quello stormo di uccelli che è appena giunto per danzare con i petali e le nuvole.
Fa vagare la mente, trovandosi a seguire quella danza con loro, leggero, spensierato; allunga lentamente una gamba, lasciando il piede sospeso nel vuoto, e chiude gli occhi, con un’aria pacata in viso, pronto a portare in avanti il peso per poi lasciarsi cadere nel vuoto e, forse, arrivare a volare davvero.
«Ehi! Ehi! Aspetta!»
Barcollando, sorpreso, si sbilancia indietro e finisce seduto sulle tegole con un tonfo, per poi sporgersi dal tetto per guardare giù.
Là sotto c’è una ragazza. È stata lei ad urlare di fermarsi e ora sta agitando le braccia, saltellando sul posto.
«Ma che fai? Sei impazzito?» esclama, allarmata «Dai, vieni giù da lì!»
Il ragazzo sbatte più volte le palpebre, confuso.
La giovane ha dei capelli rossicci, scuri, e una pelle chiara e lievemente puntellata di lentiggini, per quanto riesce a scorgere da lassù. Indossa un vestitino leggero, blu, che mette in risalto la sua bella chioma. Lei è bella. E lui, nonostante non l’abbia mai vista prima, si sente come attratto; si sente quasi al sicuro.
È questa strana sensazione che lo convince.
«Ar... arrivo» balbetta, grattandosi un attimo il capo.
Mentre inizia a gattonare fino la piccola finestra posta tra le tegole, scorge con la coda dell’occhio la ragazza portarsi una mano sul petto per trarre un sospiro, rassicurata.
«Che ti è saltato in testa?!» proferisce lei, avanzando verso il ragazzo appena uscito in giardino «Volevi davvero buttarti?»
Lui si ferma e lancia uno sguardo in alto, verso il tetto.
«Io... io credo di sì» commenta, un po’ stordito, tornando lentamente a guardare lei.
La ragazza scuote il capo, dicendo:
«Fortuna che passavo da queste parti e ti ho visto! Ma perché lo volevi fare, eh?»
Il ragazzo rimane un istante in silenzio, poi risponde sinceramente:
«Non lo so»
La giovane storce le labbra, squadrandolo da capo a piedi.
«Certo che sei un tipo strano, tu...» in quel momento allunga una mano verso di lui per presentarsi «Beh, comunque sia, la tua salvatrice si chiama Marie. Molto piacere»
Lui rimane un attimo spiazzato, poi va a stringerle la mano, dicendo:
«Io sono Louis»
La ragazza rimane come pensierosa.
«Louis...» mormora, quasi sorpresa, però poi si riprende subito:
«È un bel nome»
«Grazie» arrossisce il giovane.
Marie gli sorride.
«Dovresti usare un po’ più la testa, Louis» commenta, portandosi le mani ai fianchi «Sarebbe un peccato che un bel ragazzo come te morisse in questo modo orribile»
Louis si sente arrossire ancor di più.
«Me lo ricorderò...»
Lei sospira e dice:
«Adesso devo andare...» fa un paio di passi indietro, indicando con il capo il cancello aperto del giardino.
Lui annuisce in silenzio.
Marie gli fa un cenno con la mano e si volta.
«Marie...» la chiama, colto da uno strano impulso.
Lei gira il capo per guardarlo.
«Vorrei rivederti» ammette spontaneamente, mettendo da parte la timidezza.
Marie rimane sorpresa, con le labbra lievemente dischiuse. Si ritrova a fare cenno di sì con la testa, e mormora:
«Volentieri...»
«Allora a presto?» fa lui, speranzoso.
Lei gli concede un altro piccolo sorriso.
«A presto».
E se ne va.
Mentre scompare dietro l’angolo, Louis è attratto da un guizzo nero, simile ad una coda sottile di un gatto, che segue la ragazza.
Non vi dà peso e rientra in casa.
 
Giunto in camera, Louis va a sedersi alla scrivania accanto la finestra, mentre alle sue spalle si sentono un gemito assonnato e un fruscio di coperte.
Il ragazzo alza gli occhi verso lo specchio ovale posto di fronte a lui, proprio all’altezza del suo viso, e sospira, rivolto all’altro:
«Alla buon’ora, André»
Dallo specchio vede André tirarsi su a sedere sul letto, sbadigliare e stiracchiarsi per bene.
«Ma che ore sono?» borbotta il ragazzo, passandosi stancamente una mano tra i capelli scuri e ricci.
Louis storce le labbra e risponde:
«Le undici»
«Che cosa?!» esclama André, scansando di colpo le coperte e iniziando a frugare tra un mucchio di vestiti posati su una sedia «E perché diavolo non mi hai svegliato prima?! Tra poco torna mamma e se mi trova ancora così mi romperà le palle tutto il giorno! Se questa sera non mi fa uscire ti uccido, Louis!»
Louis ha intanto puntato lo sguardo fuori e ha appoggiato il mento al palmo di una mano, vagando tra i profili delle case in lontananza. Ignora completamente André, intento ad infilarsi i pantaloni in piedi, saltellante, con in bocca un calzino ed in mano l’altro.
«Lo sai che devi svegliarmi alla mattina, Louis! Invece di pensare solo per te, dannazione!» sbotta ancora il ragazzo, infilandosi la maglia.
Non ottenendo risposta, André si ferma e si volta a guardare l’altro, sbottando:
«Ehi, ma mi senti? Sto parlando con te!»
Louis rimane un attimo senza dire niente, poi mormora, pensieroso:
«Ci ho provato di nuovo»
André alza le sopracciglia.
«Hai provato di nuovo a buttarti di sotto?!»
Louis annuisce lentamente con il capo.
André si fa duro.
«Louis, guardarmi» gli ordina.
Questi sospira brevemente poi volta lo sguardo verso lo specchio, in cui si riflette la sua immagine e quella di André, dai suoi stessi capelli ricci, gli stessi occhi azzurri e gli stessi tratti del viso. Però, al contrario di lui, André è serio, forse arrabbiato. Anzi, sicuramente arrabbiato.
«Louis, dannazione, ne abbiamo parlato fino alla nausea» esordisce il suo gemello, stringendo i pugni con rabbia «Devi piantarla con queste tue manie suicida, hai capito? Smettila di fare l’idiota»
«André, tu non capisci...»
«Infatti! Non capisco che diamine ti passa in testa ogni volta!» esclama, esasperato «Mi dici che ne sarà di me se tu ti ammazzassi? Me lo dici?»
Louis storce le labbra, a disagio.
«Promettimi che non lo farai più» dice André seriamente.
Dopo un attimo di esitazione, il fratello annuisce con il capo, lentamente.
«Voglio che tu lo dica ad alta voce» insiste André, senza distogliere lo sguardo.
«Te lo prometto» cede Louis, affondando poi il volto tra le mani e chiudendo stancamente gli occhi.
«Bene» sentenzia il gemello, finendo di vestirsi, poi esce dalla stanza senza aggiungere altro.
 
«Sono a casa!» annuncia la donna, chiudendosi la porta alle spalle e iniziando a slacciarsi il cappotto.
Un grugnito di risposta giunge dalla cucina a fianco l’entrata.
La donna sospira, posa il cappotto all’attaccapanni e si avvia in cucina, dirigendo lo sguardo al riccioluto ragazzo intento a mangiare voracemente un pacco di patatine su una sedia di fronte la tv.
«André?» fa lei, storcendo mestamente le labbra.
«E chi altri?» sbotta lui, senza nemmeno staccare gli occhi dallo schermo su cui scorrono le immagini caotiche di una partita di basket.
Sua madre scuote un istante il capo e si avvicina ai fornelli, iniziando a tirare fuori pentole e padelle.
«Ti passerà l’appetito se ti abbuffi in quel modo» commenta senza enfasi, dando le spalle al ragazzo mentre si mette a preparare il pranzo.
«Lo dici tu»  risponde seccamente André, finendo in quel momento il sacchetto, arrotolandolo e lanciandolo sul tavolo distrattamente.
«Louis dov’è?» chiede a quel punto la donna affettando una zucchina.
«Boh, in camera» André alza le spalle, noncurante.
In quel momento la sua squadra riesce ad ottenere il canestro vincente; il ragazzo balza in piedi con un urlo euforico.
«Verrà a pranzo?» lo interroga ancora la madre, ignorando i festeggiamenti del figlio.
«E che cazzo so! Tra l’altro non m’importa» esclama André, improvvisando un balletto per celebrare quella vittoria.
Sua madre gli lancia uno sguardo pensieroso e decide di non aggiungere altro.
 
«Sta sera la festa sarà una bomba!» André si lascia cadere supino sul letto, portandosi poi le mani dietro la testa e fissando il soffitto.
«Ci saranno tutti i miei amici: non posso mancare!» aggiunge, annuendo convinto con il capo.
Louis, rannicchiato sul suo letto, evita di voltarsi verso il fratello, preferendo continuare a fissare il muro accanto a sé.
«Dov’è che la fanno?» mormora senza entusiasmo, seguendo con lo sguardo una piccola crepa sulla parete.
«Al paese vicino, ovviamente» André gli lancia uno sguardo «È lì che stanno i miei amici, mica sono come te che preferisci accontentarti di quelle mezze seghe che abbiamo qua»
«Guarda che non sono così male» sospira Louis «Non capisco che cosa ti hanno fatto»
«Sono degli stupidi secchioni, ecco cosa!» taglia corto il gemello, voltandosi dalla parte apposta all’altro, abbracciando il cuscino e mettendosi a dormire.
Louis allora si mette seduto sul letto, cingendosi le gambe con le braccia.
Il volto di Marie torna dolcemente a irradiare la sua mente.
Ha una voglia matta di rivederla!


Continua...


Ringrazio in anticipo chi ha letto e vedrò di aggiornare al più presto, in circa un paio di giorni.
Alla prossima! ;)
  
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