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Autore: Sumiya Sakamoto    07/03/2011    4 recensioni
Era l’agenda di Russia. Stava toccando l’agenda di Ivan. La stava leggendo! Il cervello cominciò a mandare segnali di allarme, ma i muscoli non si degnavano di ubbidire e gli occhi non riuscivano a staccarsi da quella scrittura pulita ma infantile. Così, aveva cominciato a leggere la lista di cose da fare di Ivan di quella settimana.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci al secondo capitolo della raccolta. Spero vi piaccia. Buona lettura.

 

 

 

Lista delle cose da fare della settimana di Francia:

- Andare a trovare Angleterre.

- Baciare Angleterre almeno una volta questa settimana.

- Comprare molte rose.

- Mandare un mazzo di rose ad Angleterre.

- Mandarglielo di nuovo perché sarà rispedito indietro.

- Uscire con Gilbert per trovare il regalo di compleanno ad Antonio.

- Uscire con Antonio per trovare il regalo di compleanno a Gilbert.

- Declinare l’invito di Antonio di partecipare alla “battaglia dei pomodori”.

- Amare. Sempre.

- Insegnare ad amare.

- Chiamare Polonia.

- Scoprire se Italia ha combinato guai durante l’ultima settimana.

- Andare a trovare Seychelles.

- Comprare prima un regalo da portare a Seychelles.

- Farsi venire in mente un regalo da comprare a Seychelles.

- Se non trovo un regalo per Seychelles ci andrò con il mio amore.

- Ignorare l’ultima nota, trovare un accidentaccio di regalo da comprare a Seychelles!

- Andare a cena da Gilbert e sorbirsi anche Ludwig.

- Abbracciare più persone possibili.

- Comprare nuovo balsamo per i capelli.

- Comprare di nuovo rose che entro la prima metà della settimana saranno finite.

- Non farsi trovare in casa da America.

- Fare lo stesso con Russia.

- Cantare una serenata sotto la finestra di Angleterre.

- Schivare i piatti lanciati da Angleterre, segno del suo amore.

- Comprare altro vino e offrirlo ad Angleterre, con sicuri ottimi esiti.

 

 

 

What the hell?!” sbraitò Inghilterra, fuori di sé “Ma che diavolo di impegni ha quel maledetto vinofilo pervertito?!” In un gesto di stizza lanciò sul tavolo il quadernetto azzurro, decorato con delle rose rosse. Sbuffò, irritato. Come si permetteva di… inserirlo nelle sue note?! Non sapeva nemmeno lui perché la cosa gli dava fastidio, dato che in quasi tutte le annotazioni, il francese si proponeva di fare qualcosa di carino per lui, prevedendo anche le reazioni che l’inglese avrebbe avuto. Guardò l’agenda con odio, mentre proprio in quel momento Francis entrava in soggiorno con la maglia che qualche giorno prima il britannico si era dimenticato a casa sua. Non gli ci volle che qualche secondo per comprendere l’accaduto, spostando lo sguardo da un Inghilterra col broncio, all’agendina gettata sul tavolo accanto a lui. Non riuscì a trattenere un sorriso divertito. Non gli dava fastidio il fatto che l’altro avesse letto i suoi appunti, anzi, gli faceva piacere, dato che involontariamente Arthur aveva mostrato di interessarsi minimamente a ciò che l’altro faceva. Che prova d’amore!

“Ecco il tuo maglione.” gli disse, porgendogli l’indumento e continuando a osservarlo con curiosità. L’altro glielo strappò dalle mani in un gesto brusco, senza nemmeno ringraziare. Si fermò di botto, portò il vestito al naso e strillò “Sa di rose! L’hai anche lavato!” come se fosse un’accusa. Il francese si limitò a sorridere più dolcemente di prima e a passargli una mano fra i corti capelli biondi “Così ti ricorderai di me quando lo indosserai…” mormorò. Arthur a quel gesto divenne bordeaux e si scansò dalle carezze. “Beh… io… devo andare ora…” borbottò impacciato, tentando di sembrare burbero e arrabbiato. Si voltò e si diresse verso la porta il più velocemente possibile.

“Vuoi forse un’altra scusa per venirmi a trovare?” sentì l’accento francese dell’altro richiamarlo. Si girò, confuso e vide che Francis teneva in mano la sua giacca “Se vuoi puoi far finta di dimenticare anche questa…” lo prese in giro dolcemente il francese. Inghilterra sbuffò seccato, sentendo il viso andare a fuoco. Si avvicinò a passi rapidi verso Francia e allungò una mano per prendere l’indumento. In quel preciso istante, Francis spostò il braccio che teneva la giacca all’indietro e contemporaneamente fece un passo in direzione dell’inglese, che andò a scontrarsi con le labbra su quelle del francese. Non seppe per quanto tempo durò il bacio, ma quando realizzò che effettivamente si stavano baciando, le labbra morbide della Francia si staccarono da quelle sottili dell’Inghilterra, lasciandolo confuso e interdetto. Gli occhi azzurri del francese osservarono divertiti quelli verde scuro dell’inglese, che cercava ancora di riordinare le idee. Francis gli porse la giacca, che l’altro prese quasi senza accorgersene. Quando finalmente Arthur tornò cosciente, cominciò a spolmonarsi in una serie di improperi in inglese contro la Francia, che per tutta risposta sorrise tristemente, constatando che l’altro era tornato in sé. Senza neanche salutare, l’inglese lasciò l’abitazione sbattendosi la porta alle spalle.

Di nuovo solo, Francis tornò al tavolo dove c’era ancora la sua agendina. La raccolse e la osservò per un attimo, prima di aprirla e procurarsi una penna. Con un sorriso e con immensa soddisfazione, tracciò una linea sottile a barrare la frase Baciare Angleterre almeno una volta questa settimana.

 

  
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