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Autore: Hedley    07/03/2011    1 recensioni
Avete mai immaginato i quattro fratelli Jonas cresciuti e alle prese con una scatenata comitiva di adorabili bimbi di tutte le età?
“Oh avanti non piangere Principessa!” Joseph raccolse la bambina bionda fra le braccia e prese a cullarla con dolcezza.
“Angel tornerà presto, te lo prometto!”
“Acche io voglio andare a scuola!Acche io!”
Si lamentò piagnucolando la piccola Chiara agitando la testolina bionda. I codini chiari dondolarono di qua e di qua.
1. Joe, Nick e la piccola Chiara
2. Frankie e Zachary
3. Kevin,Danielle,Nicholas, Joseph e una mandria di pesti
4. Kevin e Isabelle
5. Nicholas e le gemelle Abby&Destiny
6. Joseph,Xander & Danielle
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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I come Inseparabili

 (Frankie e Zachary)

 

“è oggi è oggi!”

Il piccolo Zachary si arrampicò sulla ringhiera delle scale e si lasciò scivolare dolcemente fingendo di volare.

“è domenica!è domenica!” esclamò il bambino balzando a terra e prendendo a correre per l’atrio, i calzoncini che rimbalzavano sulle ginocchia minuscole.

“Papà è domenica!” raggiunse la cucina e si arrampicò fra le braccia del padre che sghignazzò divertito stringendolo a sé.

“Sei pronto per la nostra giornata Campione?” domandò Frankie scompigliandogli i capelli e osservando il visetto del figlio riempirsi di gioia.

La domenica era sempre stato il loro giorno.

Niente lavoro la domenica.

Niente interviste, niente concerti.

Solo Papà e Zack.

“Prontissimo!” il bambino esultò spalancando le braccia e scompigliando con energia i capelli del padre che scoppiò a ridere.

“E allora via!Veloci come il vento!” Frankie raccolse il cestino da pic-nick che Daphne,su moglie, aveva preparato con cura e si precipitò in macchina reggendo Zachary sulle spalle.

“Uhm che me ne faccio di questo sacco di patate?”

Domandò afferrando il bambino per le braccia e le gambe, spalancando la portiera posteriore con il fianco.

Zachary sghignazzò lottando con il padre per sfuggire alla sua presa.

Lassiami!Lassiami!” si dimenò fra le risa sgusciando via alla presa di Frankie e arrampicandosi sul sedile anteriore.

Pronti… Via!” il padre agganciò la cintura di sicurezza al piccolo e mise in moto;destinazione: oceano.

In realtà era poco più che un laghetto la meta a cui erano diretti, ma Zachary che era così minuscolo, aveva sempre considerato quel posto un autentico oceano.

“Siamo arrivati!”

Il piccolo balzò giù dalla vettura prima ancora che Frankie avesse il tempo di sganciarsi la cintura.

 Zachary era fatto così; era una saetta, non un bambino. Si muoveva sempre in maniera troppo rapida e nessuno in famiglia aveva i riflessi abbastanza pronti al punto da riuscire a prevedere le sue azioni.

Era uno spirito libero, un bimbetto dall’aria furba e combina guai, una specie di Frankie in miniatura.

Zachary era anche un gran pasticcione, ma di una cosa suo padre era certo: con quella piccola peste non ci si annoiava mai.

Perché per lui era semplicemente l’ometto più sveglio e brillante sulla faccia della terra.

 “Papà papà vediamo se corri più veloce di me?”

Ridacchiando, il piccolo rosso prese a correre lungo l’erba umida di rugiada rincorso da un divertito Frankie che tratteneva a stento il passo: era davvero un cucciolo di gazzella.

“Adesso ti prendo mascalzone!”

Il padre spiccò un salto e afferrò Zachary per i fianchi sollevandolo con facilità.

Il bimbo tentò di liberarsi dalla presa ridacchiando.

“Papà non ci vede più!”  

Esclamò afferrandogli il berretto e tirandolo verso il basso, offuscando la vista dell’uomo.

“Piccola peste malefica!” Frankie scoppiò a ridere allontanando le manine del suo bimbo e afferrandolo per le ginocchia lasciandolo ondeggiare a testa in giù.

“Ti arrendi?” domandò mentre Zack tentava di tirarsi su scalciando a più non posso.

“No!”

Strillò il bambino sventolando le braccia per toccare l’erba. Non appena le manine sfiorarono la superficie umida si diede la spinta e sfuggì alla presa del padre ruzzolando a terra.

“Zack!” Frankie si inginocchiò preoccupato, un accenno di sorriso ancora visibile sulle sue labbra.

“Campione, ti sei fatto male?”

 

Zack rimase immobile nell’erba con gli occhi chiusi, le braccia spalancate.

Fingeva di dormire,ma purtroppo il sorrisetto che spiccava tra le  lentiggini lo tradiva.

“Uh e così ti sei addormentato eh?”

Commentò Frankie arruffandogli i capelli rossi e prendendo posto accanto a lui.

“Beh allora non ti dispiacerà se mi accomodo accanto a te.” 

Stette al suo gioco e si sdraiò accanto al figlioletto.

Le dita intrecciate dietro la nuca, gli occhi socchiusi per ripararsi dalla luce del sole. Un mezzo sorriso di soddisfazione dipinto in viso.

L’erba era umida e odorava di terriccio, ma né a Zachary, a Frankie importava.

Per un padre e un figlio, nulla ha importanza se non le risate dell’altro. I giochi, le coccole rubate, le corse.

Per un padre e un figlio che trascorrono una giornata assieme, tutto il resto cala in secondo piano.

Improvvisamente manine piccole si mossero con agilità sul torace di Frankie inducendolo ad avvertire il solletico.

Sorrise, e ancora con gli occhi chiusi, serrò le sue mani attorno ai fianchi del figlioletto e lo sollevò per aria.

Zachary strillò fra il divertito e il sorpreso, sgambettando divertito.

“Pensavi di fregarmi eh?”

Il padre lo fece roteare ancora per qualche secondo, ascoltando la risata del suo piccolo, così pura, così limpida. Così contagiosa.

“Hai vinto papà!Hai vinto!”

Si arrese il bambino scalciando con forza, sferzando l’aria con le piccole Converse.

Il padre lo depositò nuovamente a terra.

Zachary gli tirò un pugnetto sul braccio con aria imbronciata.

Frankie si girò su un lato e rimase immobile per qualche istante,piacevolmente compiaciuto nell’osservare il visetto vispo del suo piccolo terremoto.

“Che cosa c’è? Fai l’offeso perché ho vinto io?”

Domandò dolcemente arruffandogli i capelli color fiamma.

Zachary scosse il capo con forza incrociando le braccia al petto e voltandosi dall’altra parte.

Frankie ridacchiò fra sé, divertito dalla reazione del piccolo Zack.

Intorpidito dai tiepidi raggi del sole, si depositò il cappello sugli occhi e decise di sonnecchiare un pochetto, le dita incrociate dietro la nuca.

Non impiegò molto ad avvertire un dolce peso depositarsi sul suo torace e due braccia ossute allacciarsi al suo collo.

“Passata la rabbia?”

Domandò con un sorriso da sotto il cappello.

Zachary glielo levò e gli sorrise, il visetto colmo di vivacità e birbantaggine: un sorriso adorabile.

“Papà.” Mormorò appoggiando la testolina rossa sul suo petto.

Io e te siamo una bella squadra vero?” domandò ascoltando il respiro lieve del padre.

L’uomo sorrise fra sé, accarezzando la testolina del bimbo accoccolato sul suo torace.

“La migliore, Campione.” Lo rassicurò mentre le braccia di Zachary lo stringevano con più tenerezza.

“E staremo sempre assieme vero?” domandò ancora il figlio sollevando il musetto birichino e concedendo una smorfia buffa al padre che gli sfiorò il nasino con tenerezza.

“Sempre Zachary.” Confermò guardando il suo bambino negli occhi ed avvertendo una piacevole stretta al cuore.

Perché Zachary era il suo meraviglioso ometto, ma il legame che li univa era qualcosa di ben più stretto rispetto al solido rapporto che unisce padre e figlio.

Perché Zachary e Frankie erano anche amici, oltre che a essere un padre e un figlio.

O meglio, erano fratelli.

Come fratelli.

 “Papà?”

Il piccolo sollevò ancora una volta lo sguardo e guardò dritto negli occhi il padre con espressione confusa.

“Come si dice quando un papà e un bambino si vogliono bene più più più di tutto e non si lasceranno mai e poi mai?”

Nuovamente il volto di Frankie venne illuminato dalla magia di un sorriso.

Sorrisero gli occhi di un figlio.

Sorrise il cuore di un padre.

“Inseparabili Zachary.”

Annunciò con tenerezza avvolgendo in un abbraccio il piccolo monello.

“Si dice inseparabili.”

Zachary annuì lasciandosi stringere e depositando la testolina sul petto del padre,ancora una volta.

Io e te siamo inseparabili papà.”

Annunciò Zack mentre il sole si insinuava tiepido fra le fronde degli alberi,riflettendo la sua luce su quelle figurine circondate dal prato.

Hai ragione amore mio.”

Frankie depositò un bacio sulla testolina rossa del suo figlio minore e sorrise.

Un sorriso colmo di complicità e di orgoglio.

E ricordi lontani, appartenuti a un piccolo Frankie ormai cresciuto vorticarono con una delicata dolcezza nei meandri della sua mente riportandolo al passato.

Un passato per certi versi così simile al futuro.

Perché Frankie lo sapeva, e ora anche Zachary ne era sicuro, che c’era una concetto chiave trascritto nei loro geni.

In quelli della famiglia Jonas.

Era una parola

“Inseparabili.”

Nota dell’autrice.

E sono di nuovo qui.

Questa volta con preferito fra i quattro Jonas (Frankie) ed il suo piccolo ometto terremoto: Zachary.

Questo frammento è uno dei miei preferiti, perché adoro il tipo di legame che lega questi due: il genere di legame che lega i papà giovani ai loro piccoli “campioni”; quando si è molto di più che padre e figlio. Si è amici, si è fratelli.

 

Zach e Frankie sono così.

 

Spero che vi sia piaciuto anche questo frammento. E ringrazio le 5 splendide persone che hanno commentato il precedente capitolo (Vi adoro *______*). Corro a ringraziarvi tramite il “rispondi alla recensione).

 

Un abbraccio grande (anche da parte di Zachary)

 

Laura

 

   
 
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