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Autore: Veruska Marija    08/03/2011    4 recensioni
Si dice che per capire davvero l’importanza di una persona, bisogna prima perderla. Io credo invece che l’importanza di una persona si comprenda davvero quando la si rivede a distanza di tempo. Nana Osaki
[Sequel di Tomorrow]
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I love you'
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Questa storia è puramente inventata, le azioni e le parole dei personaggi non li rappresentano e spero di non offenderli in nessun modo.
 
Ciao ragazze! Eccomi tornata con il sequel di Tomorrow. Questa volta non sarà dal punto di vista dei personaggi ma è raccontato da un narratore esterno. Buona lettura! :)
 
Four Eyes
1. Biglietti
 
Stava fissando allo specchio il riflesso del suo volto. Tutti le dicevano che il suo nasino perfetto era identico a quello del padre. Si mise a intrecciare i capelli biondo cenere attorno all’indice della mano sinistra e sospirò chiudendo gli occhi verdi.
Non l’aveva mai incontrato di persona, sua madre le aveva detto che poco dopo la sua nascita avevano litigato e avevano perso tutti i contatti.
I suoi occhi tornarono a fissare quella foto. L’unica prova che avesse, oltre al cognome, di essere davvero la figlia di Tom Kaulitz, il chitarrista dannatamente sexy e donnaiolo dei Tokio Hotel. Era stata scattata da Bill in ospedale il giorno in cui era nata. Il 15 maggio 2011.
 
Appoggiò la foto sul ripiano sotto lo specchio e in mano le rimase solo un altro foglio. Era rettangolare, diviso in tre parti e di un colore che non le piaceva per niente, giallo. Però per lei quel pezzetto di carta era importantissimo. Portava le scritte “Tokio Hotel – 15 maggio 2026 – Bercy, Parigi – 21:30”. Sarebbe stata la prima volta che li vedeva dal vivo, nonostante tutti quegli anni passati il loro successo non era diminuito anzi, avevano continuato ad entrare nel cuore delle ragazzine per poi non uscirci più e adesso mamme e figlie condividevano la stessa passione. La passione di Britney non era stata trasmessa dalla madre, a Silvia piacevano ancora ma dopo essersi lasciata con Tom aveva solo continuato a comprare i loro cd e ascoltarne le canzoni, non si era legata alla band perché il chitarrista era suo padre, no, a Britney piacevano davvero e si sentiva come una qualsiasi altra ragazzina. Il suo sogno era semplicemente quello di poterli ascoltare live, cantare con loro e magari incontrarli e ricevere un autografo e una foto, sperando nel più profondo che suo padre la riconoscesse e che non la lasciasse mia più.
In una settimana quel sogno si sarebbe realizzato, il concerto era proprio il giorno del suo compleanno e sua madre aveva acconsentito a portarla dall’Italia fino a Parigi.
 
Chiuse la valigia e andò a posarla vicino alla porta perché la madre la caricasse in macchina. Salirono nella BMW 330 cabrio nera e partirono, nell’abitacolo regnava il silenzio. Dopo cinque minuti Silvia accostò e scese dalla macchina.
-Ciao Erika! Sali pure, carico io la tua valigia.
Erika era la migliore amica di Britney, erano inseparabili sin dall’asilo, la ragazza aveva i capelli neri e lisci, gli occhi castani, era molto bella, alta e magra al punto giusto.
-Brit!
La biondina si voltò verso i sedili posteriori per salutare l’amica e abbracciarla.
-Erika! Oddio sono super agitata non vedo l’ora!
-Anche io! Ma… sei agitata solo per il concerto o anche perché vedrai lui?
Un sorriso un po’ triste si fece spazio nel volto di Britney:
-Beh tanto lui non mi vedrà neanche. Non credo riusciremo ad arrivare in prima fila.
-Ed è qui che ti sbagli tesoro!
La seconda ragazza rovistò nella borsa e si mise a sventolare quello che aveva preso.
-Ho vinto il meet! E ci posso portare un’amica!
La macchina si riempì di urletti isterici di felicità ma quando Silvia tornò in macchina, dopo aver rassicurato i genitori di Erika, tornò il silenzio.
-Potete continuare a parlare, lo sapete.
-Erika ha vinto due ehm, non so come si chiamano, biglietti, pass, per il meet.
-Incontrerai Tom…
Le parole le morirono di bocca, però in volto le comparve un sorriso sincero, era giusto che sua figlia vedesse suo padre anche se in quello strano modo.
Per tutto il resto del tragitto fino all’aeroporto Silvia non parlò più, ascoltò le chiacchiere delle due ragazzine e sperò che Tom non ferisse sua figlia non riconoscendola. Britney era forte e diceva sempre che sapeva che se il padre l’avesse vista in quel modo con un’amica l’avrebbe presa per una ragazzina qualsiasi, Britney, però, era anche molto sensibile infondo e non essere riconosciuta da chi le aveva donato la vita, l’avrebbe ferita di sicuro.
 
Le tre presero i biglietti dell’aereo, imbarcarono i bagagli, passarono tutti i controlli e quando la voce degli altoparlanti chiamò il loro volo, s’imbarcarono. L’aereo decollò e anche il cuore di Britney prese il volo con le mille emozioni che non riusciva a controllare. Era eccitata e felice ma aveva anche paura. Fissò le nuvole fuori dall’oblò e avrebbe voluto poter buttarsi sopra, rilassarsi e sognare una vita diversa. Una vita felice, in mezzo alle comodità, con un padre e una madre affettuosi e che si amavano. Si abbandonò a quei pensieri idilliaci e si addormentò per davvero.
A svegliarla fu l’amica quando furono atterrate, scesero a terra, superarono per la seconda volta i controlli, presero i bagagli e salirono su un taxi che le avrebbe portate all’albergo.
Arrivate presero subito le chiavi delle due camere e salirono, Britney ed Erika avevano la 311 mentre Silvia la 313. Britney osservò la 311 nei minimi particolari: l’armadio si trovava subito all’entrata in un rientro della parete e in quella opposta si trovava la porta del piccolo bagno con la tazza, il lavandino, un piccolo ripiano in marmo bianco e la doccia. C’era un letto matrimoniale con un copriletto verde, ai lati si trovavano due comodini in legno chiaro ciascuno con un cassetto e sotto uno spazio aperto. Giusto davanti c’era una scrivania con un piccolo sgabello e uno specchio, affianco c’era anche una poltrona. Britney aprì le tende gialle e verdi e fu felice di vedere che la stanza aveva anche un piccolo terrazzino dove si trovavano l’altra poltrona e un tavolino basso. Uscì e ammirò il panorama, si vedeva anche la Tour Eiffel, non era poi così lontana.
Svuotarono le valigie nell’armadio e verso le due scesero per il pranzo. Mangiarono con calma programmando la settimana, scegliendo quali luoghi avrebbero visitato. Avevano tutto il tempo a loro disposizione dato che avendo vinto il meet&greet non avrebbero dovuto fare la coda e subito dopo si sarebbero precipitate in prima fila.
 
Continua.
 
Questo è il primo capitolo, che ne pensate? Spero vi sia piaciuto e che continuerete a seguirmi. :)
 
Un bacio
giady_crazy_ ♥

   
 
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