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Autore: Izumi V    08/03/2011    3 recensioni
Ad un tratto, facendo scorrere nuovamente lo sguardo su di loro, notò qualcosa che la prima volta le era sfuggita.
Più indietro, nascosto alla vista dal resto dei compagni, qualcuno sembrava seguire i suoi occhi.
E finalmente, si incontrarono.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Nami | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nuovi arrivi
 

 
 
1593. Italia, Venezia.
Una giovane ragazza si apprestava a cominciare una nuova giornata, nella sua villa vicino al centro della città. La fanciulla in questione si chiamava Nami, aveva 19 anni ed era prossima a un matrimonio che non voleva.
Non aveva genitori, ma viveva con la sorella Nojiko, più grande di lei di 5 anni. Un anno prima, c’era anche la donna che le aveva prese con sé quando erano ancora in fasce, Bellmer. La donna che aveva fatto loro da madre e che le aveva lasciate a causa di una terribile malattia.
 
Nami fu svegliata da una domestica, la sua più cara confidente, Bibi. Quest’ultima entrò silenziosamente in camera, aprì le tende della grande finestra che dava sul canale e le si avvicinò scotendola appena. Come ogni mattina, Nami salutò il nuovo giorno con un sorriso, socchiudendo gli occhi alla luce del sole che inondava la stanza. Ma le bastarono pochi secondi per rendersi conto di chi e dove fosse: guardò negli occhi Bibi e cominciò a piangere a dirotto.
“B-Bibi… io non voglio!!” esclamò tra i singhiozzi.
 
Ormai era un mese che andava avanti così, e la situazione peggiorava man mano che la fatidica data si avvicinava.
Il matrimonio era fissato per il 15 maggio.
Era già il 29 aprile.
Tra due settimane si sarebbe sposata con un uomo orribile, vecchio, troppo ricco per essere umano, egoista e antipatico. Un certo Absalom.
“Signorina Nami, vi prego, non piangete ancora lacrime amare… Dovete accettare con serenità questa situazione, ringraziare la vostra matrigna perché vi ha trovato un uomo ricco capace di mantenervi. È stato il suo regalo di addio. Lo sapete che lei ha sempre fatto tutto il possibile per voi, dovete esserle grata e…”
“…e rinunciare a tutti i miei sogni?!?” Nami aveva alzato la voce, tanto che Bibi si scostò un poco, chiedendo scusa a un fil di voce, imbarazzata.
“Scusami, Bibi. Non volevo. È che non voglio dover dire addio così presto alla mia vita… più la data del matrimonio si avvicina, più mi sento debole e priva di forze. La vita mi abbandona, insieme alla mia libertà…”
 
Bibi avrebbe dovuto immaginarselo, Nami era sempre stata una ragazza fuori dagli schemi. Certo, una signorina ammodo, quando serviva, ma si vedeva che tutto quello non faceva per lei. Lei sognava una vita di avventure, pericoli, uomini misteriosi e affascinanti che la conducevano con sé in mille peripezie. Si sarebbe volentieri unita al circo ambulante che ogni tanto passava per Venezia, una volta all’anno in primavera, quando il sole cominciava a illuminare la città con maggior calore, e la vita sembrava ricominciare con le grida dei bambini nella piazza.
 
Una volta, a 15 anni, ci aveva provato davvero. Fu un caso che sua sorella passasse davanti alla carovana proprio nel momento in cui una chioma rossiccia si nascondeva dentro una cassapanca. Riconoscendola, Nojiko pensò subito alla sua sorellina, tanto che si gettò sulla cassa al fine di recuperarla. Il suo istinto non la tradì: vi trovò Nami, corrucciata, che la fissava arrabbiata.
 
Nami era una così. Non sognava certo un matrimonio a 19 anni, con un uomo detestabile cui importava solo il denaro.
Bibi capiva il suo dolore, ma avrebbe dovuto accettarlo, perché non aveva scelta.
 
“Oh come è tardi, presto Nami, alzatevi! Oggi arrivano il vestito, la carrozza, i cavalli e i nuovi garzoni che aiutino nei preparativi al matrimonio… non c’è tempo da perdere, avete tanto da fare!” esclamò Bibi, concedendo alla ragazza qualche piacevole distrazione. Infatti, il viso di Nami si accese di un dolce sorriso. Non glielo aveva mai detto, ma apprezzava davvero tutto quello che Bibi faceva per lei. Era la sua più cara amica, e sapere che era destinata a un futuro di servitù la faceva soffrire tremendamente. Era molto bella, e se solo fosse nata in una famiglia un po’ più ricca, non sarebbe stato difficile per lei trovare un marito splendido, che l’amasse e l’accudisse come meritava.
In fondo, avevano molto in comune.
 
Nami si cambiò e mise uno dei suoi abiti preferiti. Forse non era molto corretto e appropriato, ma le piaceva fare bella figura anche coi garzoni… se capitava, si divertita a civettare un po’ con loro.
L’unico passatempo che le rimaneva, per fingere con se stessa di avere ancora un briciolo di libertà.
 
Scese nel salone, dove Nojiko l’aspettava con impazienza.
“Sbrigati! Ci aspettano da ben dieci minuti!”
E che sarà mai…
 
Uscirono insieme sul retro della casa, nell’ampio cortile a cui si accedeva tramite un colossale cancello su una delle vie secondarie della città. Se c’era una cosa che Nami apprezzava veramente della sua villa, troppo piena di inutili fronzoli e cianfrusaglie, era proprio il cortile. Quando voleva nascondersi da occhi indiscreti, era lì che andava. Celata dagli alberi disseminati nel prato, poteva fare qualunque cosa.
 
Mantenendo un’aria di superiorità che per nulla le si addiceva, ma che la divertiva molto, Nami si avvicinò con la sorella alla massa di gente confusionaria che le attendeva: un paio di mercanti, che portavano la carrozza, cinque stallieri e il loro padrone, che si occupavano dei cavalli, e infine sei giovani dall’espressione rude e vestiti miseramente. “Devono essere i garzoni…” pensò Nami, sentendosi una stretta al cuore alla loro vista.
 
Andando contro ogni regola della buona educazione, ma sempre mantenendo una certa distanza, la rossa li guardò negli occhi uno a uno, senza intimorirsi. Sguardi vacui, spenti, risposero al suo. Nessuna luce, nessun lampo di vita. Solo muta rassegnazione.
 
Ma…
 
Ad un tratto, facendo scorrere nuovamente lo sguardo su di loro, notò qualcosa che la prima volta le era sfuggita.
Più indietro, nascosto alla vista dal resto dei compagni, qualcuno sembrava seguire i suoi occhi.
E finalmente, si incontrarono.
Per un momento, Nami parve essersi persa. I suoi grandi occhi nocciola in un paio di occhi neri e profondi, che la fissavano intensamente. Erano vivi, pronti, vivaci. Erano gli occhi di chi ne aveva passate tante, ma ancora non ne era stufo.
Quel semplice contatto sembrò ridare alla ragazza la gioia e i desideri di un tempo. Questa si alzò in punta di piedi, decisa a individuare il volto di quell’uomo.
 
Ma proprio in quel momento, sua sorella Nojiko le si piazzò davanti, mani sui fianchi: “Nami! Sveglia! Ti piace o no la carrozza?!”
Lei si riscosse solo un po’, rivolgendo il viso in direzione di Nojiko e dei due commercianti che la osservavano perplessi.
“Mmmh? Certo, va benissimo…”
 
 
 
 
 
 
Eccomi!!!!! Mamma mia non vedevo l’ora di tornare a scrivere, ma la scuola mi uccide!!
Mmmmh… chissaràmmai quel giovane dagli occhi neri e profondi?
E cosa combinerà la nostra Nami?
Heheheheheh….
 
Per Kodomo: Tesoro!!!! Come promesso, sono tornata!! Abbi fede, questa fic non ti deluderà…. *__*
 
 
Ps. Piccolo NB per tutti quelli che hanno letto la fic a capitoli “La vacanza più bella”
Nell’ultimo capitolo Nami e Zoro vanno in moto senza casco e poi pensano “Chissenefrega”. Ovviamente, voglio specificare che io non lo approvo per niente, ed è una cosa che nella vita reale non si dovrebbe mai fare. Ho utilizzato questo espediente solo a scopi narrativi, quindi chiedo scusa a chiunque possa essersi (a ragione) indignato per averlo letto.
 
Detto ciò, al prossimo capitolo!! 
  
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