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Autore: Ossequi_Monet    11/03/2011    4 recensioni
Questa è la storia di Ossequi Monet , una vampira dell’epoca della rivoluzione francese che arriva a Forks.
Naturalmente incontrerà i Cullen e si innamorerà di qualcuno…
Spero di avervi incuriosito, mi raccomando i commentini sono gradiiti e anche le critiche. Besitos!!
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao.. * me timida scrive questa introduzione * scusatemi del ritardo! Scusatemi tanto! Questo capitolo non è neanche betato … ma non è colpa della mia fantastica beta eh! Siamo entrambe impegnatissime
La scuola entrambe, la musica da parte mia, gli esami da parte sua, impicci e ca**i vari. Ringrazio chi continua a leggere anche con questi ritardi.
In più sono stata anche male! Ma ho visto che ha compito quasi tutti.. e voi vi siete ammalate? Spero di no, ma quest’anno è stato tragico fin dall’inizio.
Spero che continuiate a leggere =/)
Baci!

 
Capitolo 17
Ossequi Monet
Non mi avrebbe fermato nessuno.

 

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Avevo visto la strada nella mente di Carlisle e Edward così arrivai senza problemi a destinazione.
 
Appena varcai il cancello mi arrivarono voci mentali conosciute e anche di nuove. Aspettavano me. Voci cristalline che erano ben nascoste nelle loro teste, cariche di preoccupazioni ma venivano ben mascherate da sorrisi e risatine argentine.
 
Mi colpì molto la discussione che stavano avendo Carlisle con Eleazar nello studio del secondo.
 
Stavano parlando di me e Gioele ma appena sentirono il motore della mia auto si interruppero e uscirono in salone. A stento riuscivano a trattenere i pensieri data la loro intensità ma riuscivo a captare solo frasi sconnesse.
 
C’erano tutti tranne Jasper e Alice. Alice distava da me pochi chilometri, sarebbe arrivata a momenti. Suppongo che Jasper sia ripartito per prendere la moto.
 
Parcheggiai fuori il viale e scesi. Mi aspettavano tutti in veranda. Era una casa grande e spettacolare come quella a Forks.
 

  • Salve- pronunciai appena mi avvicinai alla scalinata. Dei cordiali sorrisi erano dipinti sui loro volti. Sentivo le persone che non conoscevo studiarmi. Io le conoscevo già come le mie tasche avendo letto di loro nei pensieri dei Cullen.
 
  • Piacere, io sono Tanya e questa è la mia famiglia – Appena finì la frase Edward- che se ne era stato dentro a studiare i pensieri di Carlisle e Eleazar- mi abbracciò di slancio e mi diede un leggero bacio sulle labbra. Sentii Tanya ribollire di rabbia. Dai suoi pensieri capii che aveva un interesse particolare per Edward, supposizione che vennero poi confermate dai pensieri di Edward. Già tempo fa avevo sentito dire di una specie di relazione tra i due ma Edward non aveva mai collaborato molto. Tania restava una succube e come tutti quei vampiri appartenenti alla specie vogliono ottenere la persona che vogliono, e non si arrendono finché non la ottengono.
 
  • Come mai hai tardato?- Era pura preoccupazione in tono in cui Edward mi parlò. Cercava con gli occhi una risposta spogliandomi con lo sguardo e intanto perlustrava la mia mente, ma non avrebbe trovato nulla. Ultimamente il mio potere era aumentato e riuscivo a nascondere i miei pensieri come se nulla fosse.
 
In quel momento arrivò anche Alice, Edward sondò la sua mente e trovò la spiegazione, naturalmente avevamo fatto tardi per i bagagli. Ero riuscita a nasconderli per bene.
 
Carmen, la compagna di Eleazar abbracciò il folletto e gli diede il  benvenuto in spagnolo. Era la sua lingua natale.
 
Avevo ancora lo sguardo di Tanya addosso, cercava di fulminarmi con gli occhi. Se aveva in mente di presentare la sua famiglia non ci riuscì. Sbuffò e se ne andò. Carmen assunse un espressione preoccupata ma si riprese subito, conosceva il carattere della vampira.
 

  • Perdonala, è un po’ suscettibile – Sorrisi a Carmen che si stava avvicinando a me. Mi mise una mano dietro la spalla facendomi staccare da Edward, che con un sorriso tirato si scostò leggermente
 
 

  • Io sono Carmen, e loro sono … - E finendo con un ampio sorriso lasciò la parola alle due vampire davanti a me. Carmen aveva il potere di attaccarti il sorriso. Aveva una bocca carnosa rossa come il fuego.
 
  • Piacere io sono Irina, ma penso tu lo sappia già , Eleazar ci ha detto che hai lo stesso potere di Edward – Era molto bella, aveva dei capelli biondi che le scendevano morbidi dietro alle spalle.
 
In quel momento mi colpirono i pensieri di Eleazar che era rimasto dentro a … studiarmi. Si mi stava studiando. Il suo potere era di riconoscere i poteri, e anche se non poteva leggere nel pensiero incominciarono a fluire in lui delle conoscenze sul mio potere che neanche io sapevo. Era come un aura in completa evoluzione, quando “vide” che i miei poteri aumentavano sempre di più si accigliò facendomi preoccupare.
A ridestarmi dai miei pensieri fu la vampira di nome Kate.
 

  • Piacere, io sono Kate, benvenuta in casa- E mi sorrise, anche lei era molto bella, aveva dei capelli biondo arancio che facevano spiccare il colore dei suoi occhi, testimoni della nostra comune dieta.
 
Sentimmo in rumore di un oggetto di vetro spaccarsi al piano di sopra. Era Tanya che stava sfogando i suoi istinti omicidi su di me. A parte io e Edward che conoscevamo la causa del rumore gli altri rivolsero lo sguardo verso il piano superiore.
 
Edward sbuffò e dopo aver fatto un cenno a Carmen andò sopra.
 
Carmen mi esortò ad entrare. Carlisle mi sorrise, ma con un sorriso tirato e preoccupato. Le sue preoccupazioni erano rivolte a Gioele che leggendo la sua mente scoprii a dormire in una stanza.
 

  • Piacere, sono Eleazar, sei la benvenuta nella casa. Potremo parlare un attimo nel mio studio?- Come se i vampiri nella stanza accanto non avrebbero sentito con l’ostacolo di un muro. Lessi i suoi pensieri, dietro gli avvenimenti sui miei nuovi poteri c’erano strabilianti collegamenti con Gioele. Mi accorsi che riuscivo a leggere non solo i suoi pensieri correnti e attuali ma anche ciò che aveva pensato in passato e messo in una parte lontana nella mente.
Nello stesso momento ne venne a conoscenza anche lui avvertendo la mia aura cambiare si preoccupò ancora di più.
 
Aprii la bocca involontariamente scossa da pensieri continui.
C’era una leggenda, che narrava di un ragazzo discendente da un unione di una mazza vampira ed un mago …
 
Gioele era il figlio di quella medesima unione …
 
Il ragazzo avrebbe acquistato poteri inimmaginabili quando avrebbe trovato la sua anima gemella.
 
Dal nostro incontro i nostri poteri erano cambiai molto …
 
La mente di un vampiro era spartita in una parte razionale e una istintiva . Queste due metà mi si erano accavallate, non riuscivo a capire più niente, non sentivo nessun pensiero ma scrutavo avidamente la mente di Eleazar che stava incominciando a preoccuparsi.
 
Poi due cose successero così velocemente che non capivo neanche quello che facevo. L’istinto stava risvegliando in me solo la belva.
Sentii il rompersi di un vetro e dopo pochi secondi la gola incominciò a bruciarmi.
 
Ma non era quel bruciore che si risolveva con una fuga e dell’aria fresca … quella sete andava soddisfatta.
 
Ossequi mi abbandonò, si risvegliò in me il demone assetato di sangue.
 
Ruggii come una tigre e esponendo i canini mi diressi a d una velocità assurda di sopra.
 
Sentii un urlo di una voce femminile chiamare il mio nome. Io dovevo trovare la mia preda. L’odore del sangue mi bruciava le narici e mi infuocava le vene. Incominciai a salire le scale pregustando la soddisfazione di quel dolce e caldo liquido che mi avrebbe appagata. Arrivai al piano superiore e la vidi … la mia preda.
 
Appena mi vide dimostrò confusione, io a differenza avevo le idee chiarissime. Indietreggiò e capii che il sangue usciva dalla pianta dei suoi piedi, si era tagliato con dei vetri. Mi leccai le labbra con la lingua e la passai sui canini che scintillavano pronti.
 
Appena scattai la mia visuale si puntò solamente sulla preda. Persi la visuale e mi accorsi di ritrovarmi schiacciata per terra con un vampiro biondo sopra di me che mi bloccava.
 
Sentivo nella mia mente come delle punture ma non capivo da dove provenissero, non mi importava niente sarei anche potuta morire ma dovevo soddisfare la sete che mi divorava.
 
Mi immobilizzai e il vampiro sorpreso tentò di allentare la presa ma appena lo fece una piccola vampira mora urlo di nuovo:

  • No Jaspeeeeer!- E appena il vampiro si girò per guardare la vampira urlante io lo sbalzai addosso al muro che si sgretolò.
 
  • Fermatela!- Non mi avrebbe fermato nessuno.. io dovevo soddisfare la sete. Schizzai attraverso le persone che mi si paravano davanti. Altri vampiri si erano posti davanti alla mia preda. Illusi.. non mi avrebbe fermato nessuno.
 
Non sapevo come ma l’istinto mi disse di alzare una mano in loro direzione. Volevo sbalzarli tutti e in corrispondenza del mio pensiero finirono tutti per l’aria. Non mi avrebbe fermato nessuno. La mia preda era lì inerme. Mi avvicinai felina e lo vidi piangere mentre si attaccava al muro, Sentivo l’odore della sua paura farmi impazzire. La gola mi si incendiò quando feci un altro passo. Sentii una mano dietro la mia nuca e dopo un dolore allo stomaco. Qualcuno mi aveva piantato un pugno nel ventre mentre un altro mi reggeva.
 
Incominciai a ridere istericamente, volevano forse farmi male? Vidi la preoccupazione farsi largo nei loro volti.
 

  • Ossequi? Ossequi?- Sentivo che mi scuotevano le spalle e chiamavano il nome di una donna. Smisi di ridere, basta avevo perso abbastanza tempo. Chiusi gli occhi e sorridendo dissi una parola con un sorriso leggero  che mi si fece largo dal mio subconscio.
 
  • Dolore – con voce smielata pronunciai quelle sei lettere e chi mi tratteneva finì inarcato a terra mentre si reggeva la testa. Delle donne strillarono. Non sapevo neanche io quello che facevo ma mi stava facendo raggiungere il mio intento. Avrei ucciso tutti e avrei bevuto fino  a l’ultima goccia di quel sangue che aveva il profumo più invitante che avessi mai sentito.
 
Spostai di nuovo la mia visuale sulla preda. Non era scappata. Stava in piedi, tranquillo mentre sul suo volto scorrevano lacrime.
 

  • Fermi tutti – Un vampiro aveva finalmente fermato tutti quei stupidi tentativi di arrestarmi. Avevano capito che contro di me non c’è nulla. Io sono la morte.
 
  • Ma lo ucciderà!-  e certo, mica volevo giocarci.
 
  • Ho detto fermatevi- E dopo uno scambio di cenni tra loro di sfuggita ripresi a guardare interessata la mia preda. Era ancora in piedi ad aspettare il dolce soffio della morte.
 
Con uno scatto repentino gli fui vicino  e lui sussultò. Di solito le prede scappavano.. non mi voleva far giocare … che cattivo, andava punito.
 
Gli sorrisi maliziosamente, lui non si spaventò alla mostra dei miei canini ma si dipinse sul suo volto un espressione si delusione. Deluso per cosa? Non mi importava tanto stava per morire.
 
Fece un ultimo passo indietro tagliandosi ancora di più con i vetri sparsi per terra. La mia gola si infiammò ancora di più. Ero arrivata al limite, era la sua ora. Stava per suonare e io avrei diretto l’orchestra.
 
Pov Edward.
 
Mentre litigavo con Tania lei buttò un vaso fuori dalla stanza e fece svegliare Gioele che dormiva nella stanza accanto. Stavo controllando anche i pensieri di Ossequi, in quel momento stava apprendendo la notizia.
 
L’ingiusta notizia che lei era destinata a stare con quel ragazzo spuntato dal nulla. Stranamente non provavo il dolore che avrei provato un tempo ma solo un senso di leggera pesantezza in fondo al petto.
 
Le mie riflessioni vennero interrotte da l’odore di sangue fresco che aleggiò nell’aria. L’unico a potersi tagliare era Gioele. Ma non mi faceva tanto effetto, l’odore del suo sangue era poco invitante e mischiato con il dolce profumo di vampiro.
 
Non capii più nulla, i pensieri di Ossequi erano spariti. Non c’era più lei in compagnia di mio padre e Eleazar di sotto … c’era un demone.
Non sentivo più la mente della mia adorata e amata vampira ma una belva assetata di sangue. Uscii dalla stanza e trovai Gioele che cercava di camminare  evitando i vetri. Neanche in una frazione di secondo si materializzò Ossequi, o quello che era diventata alla fine del corridoio.
 

  • Non è più lei!- urlai per avvertire gli altri che c’era la possibilità che gli facesse del male.
Ma cosa stava succedendo? Con l’arrivo di questo Gioele la nostra vita era mutata  in un guaio continuo. Stavo sprofondando in un vortice senza ritorno. Avevo perso la donna che amavo. Neanche nella caccia riusciva a cambiare il suo modo di pensare. Dovevo intervenire, fare qualcosa, cercare di difendere Gioele ma non ci riuscii. Mi impedii di caprie cosa stava succedendo. Guardai con disprezzo la sciai di sangue che stava per terra che non attirava i nostri sensi. Ma per Ossequi era nettare divino.
 
Aprii la stanza accanto e me ne andai mentre sentivo vari pensieri.
 
Ossequi stava attaccando, stava facendo del male a i miei fratelli, avevano scoperto che aveva lo stesso potere di Jane, Stava per uccidere Gioele … tutto mi passò davanti superficialmente. Come se non fosse nulla … ma in fin dei conti, quella non era la mia Ossequi.
 
Non riconosceva neanche noi che le siamo stati accanto, c’era solo la sete di  sangue nella sua mente. Tutto così superficiale … Sarebbe morto un innocente e forse tutta la mia famiglia. Volevo morire anche io.
 
Continua…

 
Ringrazio:
 
ellesse la mia geniaccia che mi parla in dialetto *_* Grazie per continuare a recensire ;) E posta anche te! ^^
 ayumi_L che mi beta, mi sopporta e mi è amica! Grazie d’esistere! <3
MaryLouise la mia sciasciona che mi ha fatto la copertina, mi recensisce e mi scrive originali fantastiche :)
   
 
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