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Autore: Jekkun    15/03/2011    3 recensioni
Dicono che una storia d'amore debba nascere solo quando c'è una grande storia da raccontare dietro il primo incontro. E quando dovremo raccontarla ai nostri amici, tu dirai "La prima volta che l'ho visto mi stava puntando un coltello contro" e loro scoppieranno a ridere, pensando che tu stia scherzando.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Awwwh. Dopo tutto il tempo che ci ho messo vi sarete aspettati un primo capitolo con pulcini e contropulcini (?) E INVECE NOOO! *canta* 8D Lo so, mi picchierete, ci ho messo anni a scrivere codesta cacca, ma cercate di capirmi, la scuola, i compiti, lo studio, e...okay, no. Sono una sfaticata, lo ammetto D: una sfaticata che sta cominciando a comprendere il vuoto apocalittico che c'è tra l'immaginarsi una scena e buttarla giù, lol. Hauevah, da adesso intendo aggiornare settimanalmente. *e da qualche parte del mondo, un francese random -si, un francese ò_ò - scoppiò a ridere e rise fino a crepare* ...tsk. Oh, beh, ci vediamo nei ringraziamentinih! °W°7



{ Capitolo primo ~



{s o n g}

Musica.
Serve a tante cose, la musica.
Serve a rilassarsi, a distrarsi, a stare soli con noi stessi.
La musica riempie quel vuoto avvolto come un velo attorno al silenzio, ci permette di lasciar correre via i pensieri, di soffiarvi sopra piano ed osservarli mentre si spengono.
E poi, la musica serve a ricordare.
I luoghi, le persone, i momenti. Rimangono bloccati, marchiati a caldo sulla melodia che stiamo ascoltando, sigillati perchè non possano più scappare; ascolto dopo ascolto si riprovano le stesse emozioni, si rivedono le storie passate, come se fossimo davanti ad una tela le cui sfumature si fanno più limpide ad ogni nota. La musica ha il potere di riaccompagnarci indietro, di farci vedere da lontano attimi che - forse perchè lo desideravamo, forse no - abbiamo dimenticato.
Era questo il motivo per cui Antonio stava cancellando la sua canzone preferita dall'I-pod, visto che ormai ascoltarla era diventato impossibile.
Non che avesse smesso di piacergli, sia chiaro. Semplicemente, l'ultima volta che aveva deciso di ascoltarla, suo malgrado, si trovava in un dannatissimo vicolo a rischiare la pelle grazie ad un fottutissimo scippatore.
Con un fondoschiena niente male, certo...ma restava comunque un fottutissimo scippatore, no?
Ecco. Ogni nota di quella canzone ora gli incuneava nello stomaco un senso di nausea, una strana inquietudine gli si insinuava addosso, come un fantasma silenzioso. Sentiva ancora il freddo del coltello premuto contro la sua gola, nel punto in cui troneggiava una piccola cicatrice color amaranto.
« Ehi, Tò, sei ancora tra noi? »
Un ragazzo dalla corporatura non troppo robusta, ma nemmeno esile, dai capelli chiarissimi, stava sventolando una mano davanti al volto dello spagnolo, ridendo a crepapelle.
Aveva gli occhi di un rosso intenso, innaturale, a contrastare con il sorriso giocoso che gli illuminava il volto.
« Lascia stare, starà ancora pensando all'altro giorno. »
Questa volta a parlare, con un marcato accento francese, fu un un giovane alto e slanciato, di quelli che si vedono sulle copertine delle riviste di moda con addosso soltanto un paio di boxer e lo sguardo ammiccante. Aveva grandi occhi azzurri, intensi come frammenti di cielo, capelli morbidi e luminosi del colore del grano ed una barbetta sottile ad incorniciare il volto.
« Non pensa più praticamente ad altro...Ma almeno il ladro era carino? »
Alla domanda del biondino, Antonio spalancò gli occhi in un modo che chiunque avrebbe giudicato impossibile per un essere umano, diventando di un colore rosso acceso che contrastava con l'olivastro della sua pelle. Ma insomma, cosa diavolo gli veniva in mente? Era stato derubato e aveva rischiato di restarci secco, e quell'idiota di un francese si preoccupava di quello?
Beh, d'altronde non avrebbe potuto dare una risposta negativ-Ma a cosa stava pensando, anche lui?!
Lo spagnolo aveva appena cominciato a borbottare frasi senza senso sfregandosi le mani contro i capelli, ridendo nervosamente, balbettando e tentando di replicare in maniera sensata, ma fortunatamente non ce ne fu bisogno: le danze erano appena iniziate.

{d a n c e}

La festa era iniziata a quell'ora del tramonto in cui il sole sembra volersi sciogliere, amalgamandosi tra le onde del mediterraneo. Così era iniziata, ed era continuata finchè quell'immenso incendio nel cielo non si era spento tra le braccia dell'oceano, per lasciare spazio alle pallide lacrime luminose che tanto banalmente chiamiamo stelle.
Maschere, colori, costumi sgargianti. Riempivano la piazza, si muovevano a tempo di musica, ridevano: il carnevale era appena iniziato e tutti erano ansiosi di festeggiare.
Ben presto la maggior parte delle maschere si era riunita in un cerchio, pronta per iniziare le danze tradizionali.
I personaggi si muovevano tutti insieme, tra gli schiocchi delle fruste degli arlecchini, il tintinnare dei sonagli, il vorticare dei fiori e dei nastri colorati, le urla e le risa, facendo da cornice alle due figure al centro.
La sposa, che teneva con le mani leggermente alzato un abito bianco in stile novecentesco e, con un braccio teso elegantemente verso di lei, lo sposo.
Volteggiavano l'uno intorno all'altra, seguendo il suono ritmico delle fruste, con i volti nascosti da due splendide maschere, sotto lo sguardo incantato degli spettatori.
Si muovevano, in sincronia perfetta, accompagnati dalla luce di un tramonto che sembrava voler illuminare soltanto loro, in un oceano di colori e musica.

{m a s k}

Al termine delle danze, i tre ragazzi decisero di andare a conglaturarsi personalmente con i ballerini, così si fecero strada in mezzo alla folla, scusandosi quando urtavano qualcuno.
Ed eccoli, i due "sposi", finalmente con i volti scoperti. La ragazza era molto giovane, non più di sedici, diciassette anni. Lo sguardo luminoso era a tratti nascosto dai capelli ondulati, color oro; stava ridendo di gusto.
Al contrario lo sposo sembrava essere di cattivissimo umore: non faceva che sbuffare e teneva gli occhi puntati contro-
...un secondo.
Lo spagnolo se n'era accorto subito, anche se ormai il cielo si era rabbuiato: quegli occhi li aveva già visti.
Più precisamente tre giorni prima, in un vicolo, mentre ascoltava la sua canzone preferita.
Mentre gli veniva puntato un coltello contro.
« Tu...! »

{r u n}

« Porca puttana! »
L'italiano si rese conto della situazione e, dopo aver urlato una serie di bestemmie in dialetto stretto si rituffò nella confusione delle danze e corse via, mescolandosi come un'ombra tra coriandoli e stelle filanti.
« Espera! »
Antonio si rese conto di essersi messo a urlare solo quando si sentì piantati addosso gli occhi della folla. Senza pensarci due volte si lanciò all'inseguimento, abbandonando i due amici a chiedersi il perchè di quel suo scatto. Continuò a correre, anche se non sapeva che direzione avesse preso il ragazzo, anche se il buonsenso gli diceva di fermarsi e lasciar perdere.
Le sue gambe si muovevano da sole, gli occhi vagavano da una parte all'altra della piazza alla ricerca di quella figura alta, esile e slanciata, con un caschetto castano arricchito da qualche ciocca rossa.

Rivoleva la sua roba, nient'altro.
Rivoleva la sua macchina fotografica, anche se ne aveva già comprata una nuova.
Rivoleva i suoi occhiali da sole, anche se ne aveva altri due paia.
Rivoleva la sua roba, era l'unico motivo.

E no, quegli occhi color ambra non centravano assolutamente nulla.


~~~


 

Lo so, questo capitolo è mooolto deludente, e conoscendomi lo saranno anche quelli a venire maaaa...D: Andiamo, già è tanto che sono arrivata alla fine del primo, inesorabilmente breve e che puzza di cacca capitolo! Beh, su, sono ancora agli inizi u_u
Ringrazio infinitamente un certo Russia-san, che mi ha portato a vedere la Lachera e mi ha dato l'ispirèscion per l'idea del carnevale. E' una festa del nord italia, ma mi piaceva troppo per non scriverci su qualcosa, quindi...D: Okay, ora la storia non ha più nemmeno un'ambientazione precisa T_T *muor*
-Il tuo cervello non ha un'ambientazione precisa, ma mica ci lamentiamo 8D _Nd_coscienza malvagia della Jekku, che ora verrà brutalmente mutilata.
Un altro grazie immenso va alla mia Francia, che è sempre pronta ad urlarmi dietro insulti e bestemmie se sto tanto senza scrivere, ed al mio Spagna, che -mi secca da morire ammetterlo- è davvero d'ispirazione D: e poi senza i suoi scleri mi sarei già sfasciata il cranio prendendo a testate un muro random ♥
Hauevah, passiamo alle risposte delle recensionih! °W° (notare che l'angolino autrice è più lungo della fic. Che vergognaaa D: )

Chibi_:
Sono felice di averti incuriosito *-*  Davvero, penso che belgio compaia troppo poco spesso nelle fic D: Si, beh, la amoh infinitamenteh u_u" Spero anche di riuscire ad inglobare (?) nella fic anche Felì al più presto <3 Grazie mille per aver recensito, spero che continuerai a seguire la storia anche se fa caga! Chù ~

Ritsuka96:
ARGH, una stalker! °A° *fugg*
No, aspetta...ma...oddio! *_* *gongola finchè non muore* Non hai idea di quanto mi sia esaltata a leggere la tua recensione, donnah. Cioè, grazieh! *sorrisone ebete*
Davvero, sono contentissima che il trailer-prologo-coso ti sia piaciuto! Spero che la somma ed altissima Teh (??) gradisca anche il primo capitolo u_u

 

   
 
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