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Autore: KuroiNamida_    16/03/2011    6 recensioni
Questa è una storia KRISBIAN!
Clair e Kristen si conoscono a Vancouver durante le riprese di Twilight. Non è facile amare una ragazza quando si è sotto a mille occhi pronti a giudicarti. La pressione dei media, la voglia di amare, la paura continua di essere giudicate. Non è facile amare una ragazza, soprattutto se questa se ne va lasciandoti solo una lettera d'addio.
Una storia che vede Kristen Stewart sotto un'altra luce, sotto un altro tipo d'amore che è pur sempre amore.
L'omofobia è ignoranza.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Kristen Stewart, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap8
«Come stai oggi?» chiese Clair distendendosi vicino al coinquilino sotto le coperte
«Non dovevo bere tutti quei shottini...» dichiarò Jeffrey coprendosi il volto con le mani.
Clair si sistemò vicino al petto del ragazzo in cerca di un contatto umano.
Neanche la notte appena trascorsa con Kimberly le era sembrata umana, anzi. Si era trasformata in un mostro, in una persona che non era lei, invadendosi di un terrore che la portava ad evitare di specchiarsi, per la quasi totale convinzione di trovare il suo riflesso mutato. Tutta la sua vita, da quando aveva lasciato Los Angeles, era stata tutto tranne umana. Nessuno la voleva caricare di lavoro più del necessario, ma Clair accettava di prendersi incarichi che la impegnassero giorni interi, che le togliessero il sonno, pur di non fermarsi un attimo e...pensare. Quanto poteva andare avanti così? Un'altro mese? Forse un'altro anno, ma non di più. Aveva bisogno di aiuto altrimenti sarebbe impazzita.
«Per fortuna che è domenica...» Jeffrey parlava poco. Nonostante la sua semi incoscienza aveva sentito le urla di Kimberly e la porta sbattere e trarre le somme non gli era stato difficile. Ma lei aveva bisogni di parlare, ora più che mai.
«Jef...»rantolò
«Starò in silenzio giuro, ho un mal di testa colossale e mi da fastidio la mia stessa voce...»
«No....io....devo raccontarti una cosa» lo interruppe.
Si raccontare era il termine adatto. La storia con Kristen, seppur vissuta in modo spesso sofferto, era la storia d'amore più bella che avesse mai vissuto. Ok aveva ventiquattro anni, ma lo sapeva con certezza. «A Los Angeles avevo una ragazza, bellissima. Altezza media, corporatura esile, lunghi capelli castani, occhi verdi e lentigini sulla pelle chiara» si fermò per godere appieno del ricordo della ragazza «Lei fa un lavoro che la tiene costantemente sotto i riflettori, così abbiamo sempre vissuto la nostra relazione clandestinamente»
«Per quanto?» chiese serio Jefrey
«Tre lunghissimi e fottutissimi anni...i migliori della mia vita» finì la frase con voce strozzata. L'amico tacque, aspettando che la ragazza si riprendesse «lei è molto conosciuta e se fosse venuto fuori che è lesbica sarebbe stata la fine...Così accettai di accontentarmi di fugaci giornate con lei nel mio appartamento, o di raggiungerla negli hotels dove alloggiava»
«Povera cucciola...eri la sua...» Clair lo interruppe prima che potesse finite. Kristen non era quel genere di ragazza che Clair conosceva fin troppo bene.
«No Jef...Lei mi amava, e dico mi amava perché dopo quello che le ho fatto mi odierà, ma credo che sia meglio così, meglio l'odio che l'amore...sarebbe meglio l'indifferenza poiché l'odio è comunque un sentimento, e io non mi merito di occupare ancora un posto nella sua mente e nel suo cuore» Jeffrey annuì. Forse poteva capire la sofferenza di Clair, in fin dei conti era reduce da una serata di sconfitta e umiliazione, ma a conti fatti non si era ancora innamorato. Non aveva provato quell'amore che ti azzera per poi ricomporti a suo piacimento, più incasinato di prima, ma di una felicità indescrivibile. Non aveva trovato quella persona per cui vivi, con la quale ti sembra di vivere pienamente solo quando stai con lei, e quando è assente, brami quel momento come aria per i polmoni. Non aveva trovato il suo "Kristen".
«Sai come l'ho scaricata?» chiese con le lacrime ormai sgorganti e un singhiozzo in gola
«No come?» sospirò pieno di tristezza Jeffrey, non sopportava vederla così.
«Una lettera!» sussurrò Clair scoppiando in un pianto pieno di tutta lo sofferenza repressa in quei mesi. Si strinse all'amico che l'accolse tra le sue braccia accarezzandole la testa «Una fottutissima lettere in uno schifo di appartamento vuoto!» singhiozzò più forte «L'ho abbandonata!» e il pianto continuò straziante.


"Words like violence...break the silence..."
Kristen osservava il paesaggio scorrere fuori dal finestrino, assorbita totalmente dalla musica che l' MP3 riversava nelle sue orecchie. "Come crashing in...into my little world" Mise le mani nelle tasche della felpa e percepì il fruscio del foglio di carta ormai letto fino a consumarlo. "Una parte di me sarà per sempre tua", questa frase le balenava nella testa da mesi. Cosa significava? Che, ammettendo  avesse voluto, non si sarebbe mai dimenticata di Clair? Oppure che le sarebbe sempre appartenuta? Ma chi apparteneva a chi? La verità era che entrambe si appartenevano, e la loro lontananza non comportava nulla, solo dolore. Forse Kristen stava impazzendo. A quel pensiero la ragazza sorrise "Painful to me...pierce right through me"
«Kris è da un'ora che ti parlo e mi stai snobbando!» esordì Dakota strappandole le cuffiette
«Scusa, cosa stavi dicendo?»
«Nulla, solo che appena arriviamo a Los Angeles ci comunicheranno le date della premier» si avvicinò all'amica abbandonando la testa sulla magra spalla e sbuffando
«Dakota...sei felice?» Non sapeva esattamente il motivo per cui aveva posto quella domanda, ma l'idea che una sua amica potesse essere felice avrebbe potuto consolarla un po'. Con Nikky non parlava quasi più, da quando l'aveva respinta dopo il concerto di Jackson.
«Kris, cos'hai ultimamente?» rispose seria
«Io...non lo so. Forse sono un po' stanca per via di tutte queste trasferte» la biondina fissò l'amica negli occhi «Cosa c'è?»
«Non dirmi cazzate» l'ammonì Dakota
Kristen sospirò e, con tutto il coraggio che aveva in corpo, porse il foglio stropicciato all'amica
«Leggi, leggi tutto fino alla fine»
La biondina iniziò a leggere mentre l'amica osservava attentamente la sua espressione, per cogliere ogni minimo segno che poteva sancire la fine della loro amicizia. Non pretendeva che Dakota capisse, volva solo finirla di nascondersi dalla sua migliore amica.
Silenziosamente Dakota ripiegò la lettera come se fosse la cosa più preziosa del mondo, come se stesse maneggiando un'antica pergamena ritrovata all'interno di qualche piramide, come se stesse maneggiando il cuore della sua amica
«Ok...» prese un sospiro
«Scusa» disse Kristen con un filo di voce
«Si ok, ti perdono perché ti sei innamorata e hai dovuto nascondere questo amore agli altri e anche a te, e perché hai sofferto...» prese le mani dell'amica tra le sue «...Kris, mai chiedere scusa per queste cose! Al massimo potrei ammonirti per non avermelo detto prima, ma non ammonirti perché sei gay! Dio! Viviamo nel ventunesimo secolo!» Kristen si lasciò ad un sorriso morbido che da molto tempo non abitava il suo volto
«Grazie»
«Posso chiederti una cosa?»
«Certo!»
«Hai mai...Cioè mi hai mai trovato...carina?» Kristen divenne rossa e si passò una mano tra i capelli corti
“Koty...sei...scusa ma sei piccolina, cioè sei matura e tutto ma hai sedici anni...»
«Ok era per sapere...Non vorrei mai che mi saltassi addosso!» fece una faccia tra lo schifato e il preoccupato, ma subito dopo iniziò a ridere prendendo in giro l'espressione allibita dell'amica, che la seguì subito dopo nella risata capendo lo scherzo
«Si Koty attenta! Potrei scoparti con il mio dildo rosa di gomma!» e le risate continuarono.


Clair si era calmata tra le braccia di Jeffrey. Erano avvolti nel silenzio totale per la prima volta.
«Come si chiama?» chiese il ragazzo
«No...non posso...» Clari sentiva gli occhi bruciare e i muscoli stanchi. Era sfinita.
«Si, fidati»
«E' un'attrice...»
«Posso indovinare se vuoi, ma comporterebbe un mio sproloquio lungo ore ed ore, con tutte le considerazioni pro e contro per ogni attrice che possa sembrarmi anche lontanamente gay, e non so quanto tu possa...»
«Quando fai così sei fastidioso» lo interruppe ridacchiando
«Lo so...» sorrise il ragazzo
«Ma ti voglio bene anche per questo»
«Anche io te ne voglio, sai che non ti farei mai del male» il silenzio avvolse nuovamente i due ragazzi abbracciati nel letto
«Kris...» ma si fermò, ancora silenzio «Kristen»
«Stewart?» chiese conferma
«Si» confermò ogni sospetto
«Ora capisco perché eri scappata...scusa se avessi saputo non avrei sforzato le cose» Clair si alzò prendendo il volto di Jeffrey tra le mani
«Non è colpa tua, tu non potevi sapere...ma promettimi...» la domanda era implicita, non doveva farne parola ad anima viva, e Clair sapeva che poteva fidarsi.
«Promesso» le baciò la fronte sperando che un giorno l'avrebbe perdonato.


___________________
Non ho molto da dire in realtà. Solo che Kristen non sta soffrndo come soffre Clair, perché quest'ultima ha anche il senso di colpa che la opprime.
Un bacio KN
   
 
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