Disclaimer:
I
personaggi
della storia non sono di mia proprietà bensì di
J.K. Rowling e a chi ne detiene
i diritti. Il Personaggio principale di Anelma Laidhopeinen, i luoghi
non
inventati dall’autrice della saga di Harry Potter sono di mia
proprietà e
occorre il mio esplicito permesso per pubblicare, tradurre o citare
parti della
mia creazione altrove. Le citazioni dai libri di Eelis Laidhopeinen
sono mie e
di nessun altro come ogni singola parola qui presente, citazioni non
mie
verranno accreditate al rispettivo autore alla fine del capitolo che le
contiene. Per un altro utilizzo di queste mie citazioni serve il mio
scritto ed
esplicito permesso. Opera non scritta a scopo di lucro o altro.
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rights reserved Incanta
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Eccomi
qui! Dopo mesi di lavoro per far si che tutti
i pezzi combaciassero durante tutto l’arco della storia, sono
riuscita a
completare il settimo capitolo. Non fermatevi alla lettura di
quest’ultimo
aggiornamento vi assicuro che il bello deve ancora venire. Si prospetta
un
capitolo cupo e vi svelerò alcuni segreti importanti della
vita di Anelma e di
Lord Voldemort.
Vi
auguro una buona lettura sperando di non
deludervi mai.
Incanta
Severus
Piton
era seduto sulla sua poltrona in pelle nera leggendo un libro sulle
maledizioni
oscure, vedeva le parole ma il suo cervello era affollato da pensieri
molto
diversi da quelli suscitati dal libro. Seccato chiuse il libro
violentemente e
pensò a tutte quelle domande che voleva fare ad Anelma. Si
alzò e prese un
calice, lo riempì di brandy e lo fissò facendo
roteare il liquido al suo
interno. Era immerso in pensieri che nemmeno lui sapeva definire, le
sue labbra
volevano dire tante cose alla sua assistente ma da quando
l’aveva conosciuta
l’aveva puramente ignorata o scappava dalle conversazioni con
lei.
Ora
mi dica, se non è troppo codardo per farlo, ha
intenzione di continuare a trattarmi in questo modo?
Codardo, codardo, codardo,
lui non era codardo! Strinse più forte il
bicchiere
rompendolo. Una scia di brandy scivolava lungo la sua mano assieme ad
una lunga
scia di sangue creata dal vetro infranto.
-Dannazione!-
esclamò buttando a terra il vetro frantumato guardandosi il
palmo della mano e
stringendo poi il pugno. Severus fece una smorfia di dolore e si
diresse allo
scaffale delle pozioni per curarsi ma si accontentò di un
fazzoletto di stoffa
da legarsi alla mano. Si accomodò alla sedia davanti la
scrivania e continuò a
pensare ad Anelma, sicuramente dopo la scena successa poco tempo prima
non le
avrebbe rivolto la parola e quindi decise di aspettare quando fosse
stata
disposta a parlagli ancora. Non aveva intenzione di passare per codardo
o per
qualsiasi altra cosa.
-Dannazione!-
esclamò di nuovo. Andò verso una libreria colma
di vecchi libri e fogli di
pergamena ricoperti di polvere e iniziò a leggere foglio per
foglio i suoi
vecchi appunti. Sfogliò titoli e titoli da “Il
Marchio Oscuro” a “Morsmordre”,
da “Sectusempra” a “Le Maledizioni Senza
Perdono” e finalmente trovò quello che
cercava.
Anelma non aveva
più rivolto la parola a Piton. La ragazza però
voleva costruire un dialogo con
lui, qualcosa di pacifico. Aprì la porta per dirigersi verso
la sala grandee
subito la porta dell’ufficio del professor Piton si
aprì e ne uscì il
professore. I due si guardarono intensamente per qualche secondo
instaurando un
silenzio colmo di negatività. Anelma non aveva nessuna
intenzione di salutarlo
e sembrava che l'intenzione fosse reciproca. Quasi contemporaneamente
si
diressero verso la sala grande, camminarono fianco a fianco senza
rivolgersi la
parola salendo le scale che portavano dai sotterranei al grande
corridoio
d’entrata. Anelma si bloccò di colpo. Tutto
intorno a lei si muoveva come una
nave fantasma trasportata dalle acque di un mare veemente; Anelma si
aggrappò
al corrimano della scala tentando di rimanere più che poteva
in equilibrio,
scivolò e si inginocchiò sulle scale aspettando
che tutto attorno a se si
fermasse. Guardò in alto per cercare Piton ma ne scorsi solo
i contorni sfocati
poiché tutto ciò che vedeva appariva
irriconoscibile. Cercò di chiamarlo ma non
sentiva la sua voce e non era sicura che anche il professore la
sentisse,
riprovò a urlare con tutto il suo fiato -SEVERUS!- ma le
sembrava di urlare
sott’acqua. Ad un tratto le sembrò di non riuscire
più a respirare, come se
l’aria si fosse appesantita. L’ombra di Piton si
stava avvicinando velocemente
a lei per soccorrerla, prese con le mani la vita della ragazza
facendola
distendere sul grande scalino di marmo bianco sorreggendole la testa.
Anelma si
sentì ancora più spaesata; cercò con
la mano un punto d’appoggio e lo trovò
afferrando e stringendo con forza la mano del professore.
–Aiuto- sussurrò ma
la sua voce non riemergeva dal silenzio. Piton con una mano le chiuse
gli
occhi, la prese in braccio e la portò nel suo ufficio
distendendola sul letto.
Velocemente andò a prendere dallo scaffale degli ingredienti
il necessario per
la pozione, prese una boccetta che conteneva un liquido color sangue e
la
guardò, unì i tre componenti creando una pozione
color cremisi e si avvicinò
alla ragazza, le sorresse il capo e le fece bere piano la pozione.
Anelma si
sentiva bruciare dentro, come se le avesse dato da bere fiamme, il
professore
la bloccò per non farla muovere troppo. Anelma
afferrò la manica di Severus con
forza e la tirò, non sapeva se in quel momento stava urlando
ma la cosa che
sentiva dentro di sè la stava sciogliendo. Stava soffrendo e
sentire il braccio
di Piton che la spingeva verso il basso le faceva mancare il respiro.
Severus
le aprì gli occhi, da blu si erano tinti di un giallo con
sfumature di nero che
incorniciavano le pupille. Fece scendere una goccia della pozione su
entrambi
gli occhi. Le bruciavano; voleva chiuderli, voleva un po’ di
sollievo ma Piton
la costrinse a tenerli aperti. Le scesero delle rosse lacrime e gli
occhi le si
riempirono di sangue. Dopo lunghissimi istanti Piton le
lasciò le palpebre ma
le tenne le braccia in modo che non andasse a strofinarsi gli occhi.
Anelma li
chiuse con forza e tutto il sangue di cui erano riempiti scese
velocemente.
Tutta d’un tratto la ragazza si fermò, respirava
velocemente cercando di
riprendere fiato. Aprì gli occhi, tutto era tornato normale,
i suoi occhi erano
tornati blu e Piton la osservava tenendole le braccia.
-Perché?- sussurrò a
malapena la ragazza –Dormi- disse gentilmente Piton e a
quelle parole Anelma
chiuse gli occhi e si addormentò.
***
“Avemors
è una fattura creata dall’Oscuro per
trovare gli individui sfuggiti alle prove per divenire servitori:
coloro che si
sono presi gioco di lui e che continuano a farlo scappando dalla morte.
Essa li
raggiungerà per mano di un Mangiamorte o della maledizione
stessa, è solo
questione di tempo.
Cos’è
l’ “Avemors”?
E’
una maledizione i cui sintomi si manifestano
quando un soggetto prova un'emozione collegata in qualche modo al
Signore
Oscuro (ira, crudeltà, vendetta, etc…).
Successivamente al soggetto si
coloreranno gli occhi di rosso e dopo
poche ore inizierà un deteriorarsi fisico del soggetto stesso le cui
modalità variano da persona a
persona[…]
Non esiste una cura. I tempi che precedono la morte
sono lunghi e dolorosi e ciò non si può arrestare
in nessun modo.[…]”
Il Marchio
Oscuro
pulsava sul braccio; sperava che non fosse per lui, lo sperava
ardentemente.
Era la prima volta che incontrava una persona che fosse riuscita a
fuggire al
Signore Oscuro e in quel momento non sapeva come comportarsi o come si
sarebbero comportati i Mangiamorte. La ragazza era distesa sul letto
ancora con
l’antidoto in corpo. Non aveva mai sperimentato la pozione
prima d’ora e aveva
creduto di non dover mai sperimentarla, l’aveva creata solo
per divertimento e
la sua straordinaria dote in pozioni l’aveva portato ad una
conclusione.
D'altronde la maledizione era una tortura parecchio peggiore della
Cruciatus,
Avemors ti tortura lentamente fino
a che
non perisci. La pozione da lui creata poteva solo rallentare la morte
ma non
fermarla. Voldemort doveva essere sicuro che la vittima morisse per
mano sua o
d’altro. Nemmeno lui, Severus Piton, mangiamorte, sapeva cosa
comportasse
questa maledizione, conosceva solamente una piccola parte dei suoi
segreti: si
manifestava quando la persona interessata provava un sentimento legato
al
Signore Oscuro. Forse, Anelma, aveva provato rabbia, ira o vendetta
verso di
lui.
Una persona non
può controllare le emozioni ed è proprio su
questo che il Signore oscuro si
basava.
L’unica cosa
positiva, per la ragazza, era il fatto che la maledizione degenerava
gradualmente. Non sapeva esattamente quanto tempo mancava ad Anelma ma
sicuramente non era poco, le aspettavano lunghi mesi di attesa e di
dolore;
Piton decise di riprendere in mano l’antidoto e di
perfezionarlo come meglio poteva.
La ragazza si
mosse nel sonno. Ad un certo punto qualcuno bussò alla porta
ma non era un
suono che si poteva ricollegare ad una mano in un pugno chiuso,
bensì era un
rumore che sembrava provenire da un oggetto metallico. Piton si
alzò e
lentamente andò verso la porta chiudendo quella della camera
da letto. Erano le
due del mattino. Severus Piton sapeva chi si trovava nel corridoio e
sapeva
cosa voleva.
Aprì
la porta e
si trovò davanti un uomo alto con i capelli lunghi biondi
legati da una treccia
trattenuta da un elegante fiocco nero di velluto. Aveva uno sguardo
glaciale, i
suoi occhi azzurri chiarissimi apparivano come due schegge di giaccio e
le sue
labbra fine disegnavano un leggero ghigno su un volto attraversato da
uno
sguardo agghiacciante. Era vestito con soprabito signorile drappeggiato
di un
nobile verde scuro abbottonato ordinatamente. Al di sotto si scorgeva
il doppio
colletto di una lussuosa camicia in damasco bordeaux con eleganti e
raffinate
decorazioni di un verde pacato. Un lungo mantello nero gli copriva le
spalle e
due enormi e intricati serpenti d’argento erano fissati sul
petto come spille.
Severus sapeva
il perché il Signore Oscuro aveva mandato proprio lui,
Lucius Malfoy. Lui era
un abile mentitore, riusciva ad intrufolarsi ovunque senza destare
sospetti e
con l’aiuto del suo denaro riusciva a persuadere anche una
persona mai corrotta
prima. Ciò che ora si chiedeva era: come aveva fatto ad
entrare?
-Il
Signore
Oscuro mi ha incaricato di consegnarti questa lettera. Inoltre si
assicura che
tu…- ghignò –...la apra di fronte a
me-. Gli porse la lettera e Piton la aprì
strappando il rosso sigillo di cera che raffigurava il marchio oscuro.
“Uccidila”
recitava e un sussurro si levò dalla
carta ripetendo la stessa parola.
Lucius
ghignò
-Non
poteva
dirti altro Severus. Sai gli auror sono ormai dappertutto e voleva
assicurarsi
che arrivasse intatta… quando si tratta di
“Avemors” non c’è da scherzare-
-Non
credevo ci
fossero stati altri casi di Avemors-
-Ci
sono stati
solo due casi in passato e i mangiamorte non sono riusciti a trovarli
subito e
quindi il Signore Oscuro vuole che l’omicidio sia
… come dire… perfetto-
La
lettera
iniziò a bruciare accartocciandosi in un piccolo mucchio di
cenere.
-Mi
auguro che
compirai il tuo dovere- ghignò di nuovo Malfoy.
Piton
lo guardò
senza dire una parola, Lucius iniziò a passeggiare per la
stanza osservandone
ogni dettaglio.
-Sarà
fatto...-
rispose insicuro Severus.
-Non
ti vedo
molto convinto, Severus- osservò l'altro mago.
-Non
sono un
codardo- disse Piton sfacciato
Malfoy
sorrise
-Ora
vado, è
stato un piacere rivederti Severus- detto questo gli voltò
le spalle e se ne
andò.
Piton
si
accomodò sulla poltrona nera e iniziò a pensare,
non voleva essere lui quel
mangiamorte, non voleva ucciderla.
***
Anelma
aprì gli
occhi di scatto e subito un forte mal di testa la colpì
facendoglieli chiudere
di nuovo.
Si
mise a sedere
ed iniziò a guardarsi in giro, una fioca luce di candela
illuminava una piccola
parte della camera da letto.
-Sei
sveglia
vedo- disse una voce.
Lei
si spaventò
ma riconobbe subito la figura.
-Professore
io…-
-chiamami
Severus- dicendo così si alzò
dall’oscurità e si avvicinò alla
ragazza
sedendosi sul letto
-come
ti senti?-
-Abbastanza
bene, grazie- rispose gentilmente
-Hai
passato tre
giorni a letto con febbre molto alta e non accennavi a svegliarti-
-Ho
dormito per
tre giorni?- chiese stupita
Lui
annuì
-Sei
stato
sempre vicino a me? Non hai mai dormito?-
-Non
preoccuparti per me, ho dormito sulla poltrona e per adesso dormire
è l'ultima
delle mie preoccupazioni- disse un po’ seccato
-Non
potevi
portarmi in infermeria?
-Anelma,
ci sono
cose che pochi maghi conoscono e quel che ti è accaduto
è una di quelle. Se ti
avessi portato da Madama Chips sarebbe impazzita cercando una soluzione
che in
realtà non esiste-
-Cosa
mi è
successo?-
-Ne
riparleremo
all’alba, ora ti consiglio di riposare. Fra poche ore
conoscerai la risposta a
molte delle domande che ti sei posta finora-
-Severus,
io…
non so come ringraziarti-
-Riposati-
-Aspetta-
Anelma
staccò
una collana che portava al collo. Il ciondolo rappresentava il simbolo
dell’aria con incastonati tre smeraldi.
-Tieni,
voglio
che la custodisca tu-
-Perché?-
-Io…
non so cosa
mi sia successo ma tu mi hai salvata e io… questo non lo
dimenticherò mai.
Vorrei che accettassi questa collana, non voglio che la indossi e
nemmeno che
la porti con te, voglio solo che tu la tenga al sicuro-
Lui
la prese.
-Non
sai nemmeno
cosa ti sia accaduto e non sai nemmeno chi sono io-
-Non
importa chi
sei tu, il tuo gesto non è un atto che si addice ad una
persona malvagia-
Lui
si guardò
l’avambraccio sinistro coperto dalla manica.
-Non
posso
accettarlo, mi dispiace. Non sono la persona che tu credi che io sia-
dicendo
così le rimise la collana sulla mano e si alzò.
-Ora
dormi-
disse gentilmente con voce affranta
Lei
guardò la
collana e la strinse.
-Buonanotte-
disse Anelma appoggiando la collana sul comodino.
Era
seduta su una roccia a fissare le calde e
lucenti acque davanti a lei. Quel rumore, quell’atmosfera e
quel luogo la
rilassavano. Sulla cresta dell’acqua galleggiava qualcosa di
luminoso e ne fu
attratta. Si avvicinò lentamente in riva e quel piccolo
bagliore si
approssimava sempre più a lei. Riconobbe subito
quell’oggetto: era la sua
collana che fino a poco prima portava al collo. Com’era
possibile?
Si sfiorò il collo e in effetti non c’era
più.
Quell’oggetto aveva un valore immenso per lei e
tentò in tutti i modi di
afferrarla senza riuscirci, ogni volta che la mano sfiorava il ciondolo
la sua
mano lo attraversava come se il destino avesse deciso di lasciarla a
naufragare
in calme e leggere acque per sempre.
Anelma si
svegliò.
La ragazza tentò
di aprire gli occhi ma la luce dell’alba era troppo
forte.Riuscì con fatica a
riconoscere una sagoma in controluce davanti a lei.
-Severus-
sussurrò
-Mi
dispiace svegliarti
ma dobbiamo parlare- fece Piton.
-Si…
- disse
cercando di alzarsi.
Barcollò
un po’
ma poi tranquillamente ritrovò l’equilibrio.
-Sarebbe
bene
parlarne nell’ufficio di Silente-
-Non
c’è
problema- deto questo si diressero verso l'ufficio del preside; Anelma
ne
approfittò per rinfrescarsi il viso.
-Buongiorno
Anelma... Severus- Sorrise il preside appena furono entrati.
-Buongiorno
Preside-
-Anelma
devo
chiederti una cosa- disse il preside giocherellando con una grande
sfera dorata
Piton
lo
osservava tentando di capire di che oggetto si trattasse
-mi
dica
preside- disse Anelma.
-Quando
sei
nata?- chiese sorridendo.
Anelma
lo
guardò, perché mai voleva saperlo?
-il
29 dicembre
preside, centra qualcosa con ciò che mi è
successo?-
-No
Anelma,non
preoccuparti. Hai mai sentito parlare di Avemors?-
-Avemors?
No,
preside- disse scuotendo leggermente la testa.
-Severus
ti
spiegherà tutto ciò che devi sapere- disse serio.
-Avemors
è una
maledizione i cui effetti sono molto dolorosi, in un certo senso si
può
classificare come peggiore della maledizione cruciatus. Non
è una maledizione
conosciuta a tutti i maghi poiché fù Lord
Voldemort a crearla e solo un
ristretto numero di persone la conosce- si bloccò qualche
secondo guardando la
ragazza che lo ascoltava impassibile.
Il
suo sguardo
si spostò su Silente che stava attentamente prestando
attenzione al suo
discorso.
Continuò
-Tutti
sappiamo
che scappare dall’Oscuro è impossibile, eppure
creò un incantesimo in grado di
rintracciare coloro che ce l’avessero fatta. La Maledizione
si manifesta quando
l’individuo in fuga prova un’emozione collegata al
Signore Oscuro ovvero ira,
crudeltà, vendetta o qualsiasi altra emozione negativa- Lui
si fermò.
-Mi
segui?-
chiese calmo all’assistente.
-Si,
Severus, Ma
cosa centra con me?-
-Ci
sto
arrivando- disse ricominciando il discorso.
-Gli
occhi della
persona si tingono si rosso, avvertendo così i Mangiamorte o
l’Oscuro stesso.
Quando la vittima viene rintracciata, per quest’ultima inizia
una vera e
propria tortura. La testa comincerà a girare, le orecchie
non udiranno più e
gli occhi inizieranno a lacrimare sangue. Questa tortura
peggiorerà ad ogni
Luna Piena finché non sopraggiungerà la morte per
mano dei Mangiamorte o
dell’Avemors stessa -
Anelma
aveva
capito, era quello che le era successo a lei e loro sapevano la
verità.
La
morte, era
quello che l’aspettava in futuro.
-Non
esistono
cure- il tono di Piton si fece più grave –Si
può solo rallentare l'avanzare
della morte-
Anelma
indietreggiò seguita dagli sguardi dei due presenti.
Strinse
forte i
pugni.
-I-io
non… io
l’ho fatto per vendicare i miei genitori, io non volevo
diventare come loro… -
disse con un nodo alla gola.
Nessuno
parlò.
Silente
e Piton
la guardavano.
Si
inginocchiò a
terra.
-Io
non voglio
morire- sussurrò con voce tremante.
Piton
si
avvicinò a lei appoggiandole una mano sulla spalla.
-…non
voglio…-
sussurrò trattenendosi nello sfogarsi.
Piton
si
inginocchiò davanti a lei tentando di confortarla ma prima
che riuscisse a
proferire parola la ragazza si gettò tra le sue braccia
squilibrandolo. Lei lo
abbracciò forte, in quel momento aveva bisogno solo di
quello.
-Perdonami-
sussurrò Anelma trattenendo a
fatica le
lacrime.
“Perdonami
tu, Anelma”
Spero
che il capitolo sia di vostro gradimento, in compenso ormai state
scoprendo molto sulla storia e su cosa i personaggi dovranno affrontare.
Grazie
per aver letto il capitolo e grazie per aver seguito Anelma fino a qui.
A
presto
Incanta