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Autore: Helis Redien    17/03/2011    2 recensioni
La vita di Anelma è oscura e nel corso dei suoi anni cercherà di diventare Mangiamorte ma qualcosa l’ha fatta cambiare idea.
Grazie al supporto di Madama Rosmerta, riuscirà ad entrare tra gli insegnanti di Hogwarts ed è lì che conoscerà il professore di pozioni Severus Piton, come andrà a finire?
Quali nuovi misteri saranno svelati sulla vita della ragazza? Quali nuovi segreti verranno rivelati su Lord Voldemort e sui genitori di Anelma?
Per chi la segue e per chi la seguirà, vi informo che l'intera storia è in revisione, pertanto non sarà aggiornata. 18/02/2014
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Disclaimer: I personaggi della storia non sono di mia proprietà bensì di J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Il Personaggio principale di Anelma Laidhopeinen, i luoghi non inventati dall’autrice della saga di Harry Potter sono di mia proprietà e occorre il mio esplicito permesso per pubblicare, tradurre o citare parti della mia creazione altrove. Le citazioni dai libri di Eelis Laidhopeinen sono mie e di nessun altro come ogni singola parola qui presente, citazioni non mie verranno accreditate al rispettivo autore alla fine del capitolo che le contiene. Per un altro utilizzo di queste mie citazioni serve il mio scritto ed esplicito permesso. Opera non scritta a scopo di lucro o altro.

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Eccomi qui! Dopo mesi di lavoro per far si che tutti i pezzi combaciassero durante tutto l’arco della storia, sono riuscita a completare il settimo capitolo. Non fermatevi alla lettura di quest’ultimo aggiornamento vi assicuro che il bello deve ancora venire. Si prospetta un capitolo cupo e vi svelerò alcuni segreti importanti della vita di Anelma e di Lord Voldemort.

Vi auguro una buona lettura sperando di non deludervi mai.

Incanta

Severus Piton era seduto sulla sua poltrona in pelle nera leggendo un libro sulle maledizioni oscure, vedeva le parole ma il suo cervello era affollato da pensieri molto diversi da quelli suscitati dal libro. Seccato chiuse il libro violentemente e pensò a tutte quelle domande che voleva fare ad Anelma. Si alzò e prese un calice, lo riempì di brandy e lo fissò facendo roteare il liquido al suo interno. Era immerso in pensieri che nemmeno lui sapeva definire, le sue labbra volevano dire tante cose alla sua assistente ma da quando l’aveva conosciuta l’aveva puramente ignorata o scappava dalle conversazioni con lei.
Ora mi dica, se non è troppo codardo per farlo, ha intenzione di continuare a trattarmi in questo modo?
Codardo, codardo, codardo, lui non era codardo! Strinse più forte il bicchiere rompendolo. Una scia di brandy scivolava lungo la sua mano assieme ad una lunga scia di sangue creata dal vetro infranto.
-Dannazione!- esclamò buttando a terra il vetro frantumato guardandosi il palmo della mano e stringendo poi il pugno. Severus fece una smorfia di dolore e si diresse allo scaffale delle pozioni per curarsi ma si accontentò di un fazzoletto di stoffa da legarsi alla mano. Si accomodò alla sedia davanti la scrivania e continuò a pensare ad Anelma, sicuramente dopo la scena successa poco tempo prima non le avrebbe rivolto la parola e quindi decise di aspettare quando fosse stata disposta a parlagli ancora. Non aveva intenzione di passare per codardo o per qualsiasi altra cosa.
-Dannazione!- esclamò di nuovo. Andò verso una libreria colma di vecchi libri e fogli di pergamena ricoperti di polvere e iniziò a leggere foglio per foglio i suoi vecchi appunti. Sfogliò titoli e titoli da “Il Marchio Oscuro” a “Morsmordre”, da “Sectusempra” a “Le Maledizioni Senza Perdono” e finalmente trovò quello che cercava.


Anelma non aveva più rivolto la parola a Piton. La ragazza però voleva costruire un dialogo con lui, qualcosa di pacifico. Aprì la porta per dirigersi verso la sala grandee subito la porta dell’ufficio del professor Piton si aprì e ne uscì il professore. I due si guardarono intensamente per qualche secondo instaurando un silenzio colmo di negatività. Anelma non aveva nessuna intenzione di salutarlo e sembrava che l'intenzione fosse reciproca. Quasi contemporaneamente si diressero verso la sala grande, camminarono fianco a fianco senza rivolgersi la parola salendo le scale che portavano dai sotterranei al grande corridoio d’entrata. Anelma si bloccò di colpo. Tutto intorno a lei si muoveva come una nave fantasma trasportata dalle acque di un mare veemente; Anelma si aggrappò al corrimano della scala tentando di rimanere più che poteva in equilibrio, scivolò e si inginocchiò sulle scale aspettando che tutto attorno a se si fermasse. Guardò in alto per cercare Piton ma ne scorsi solo i contorni sfocati poiché tutto ciò che vedeva appariva irriconoscibile. Cercò di chiamarlo ma non sentiva la sua voce e non era sicura che anche il professore la sentisse, riprovò a urlare con tutto il suo fiato -SEVERUS!- ma le sembrava di urlare sott’acqua. Ad un tratto le sembrò di non riuscire più a respirare, come se l’aria si fosse appesantita. L’ombra di Piton si stava avvicinando velocemente a lei per soccorrerla, prese con le mani la vita della ragazza facendola distendere sul grande scalino di marmo bianco sorreggendole la testa. Anelma si sentì ancora più spaesata; cercò con la mano un punto d’appoggio e lo trovò afferrando e stringendo con forza la mano del professore. –Aiuto- sussurrò ma la sua voce non riemergeva dal silenzio. Piton con una mano le chiuse gli occhi, la prese in braccio e la portò nel suo ufficio distendendola sul letto. Velocemente andò a prendere dallo scaffale degli ingredienti il necessario per la pozione, prese una boccetta che conteneva un liquido color sangue e la guardò, unì i tre componenti creando una pozione color cremisi e si avvicinò alla ragazza, le sorresse il capo e le fece bere piano la pozione. Anelma si sentiva bruciare dentro, come se le avesse dato da bere fiamme, il professore la bloccò per non farla muovere troppo. Anelma afferrò la manica di Severus con forza e la tirò, non sapeva se in quel momento stava urlando ma la cosa che sentiva dentro di sè la stava sciogliendo. Stava soffrendo e sentire il braccio di Piton che la spingeva verso il basso le faceva mancare il respiro. Severus le aprì gli occhi, da blu si erano tinti di un giallo con sfumature di nero che incorniciavano le pupille. Fece scendere una goccia della pozione su entrambi gli occhi. Le bruciavano; voleva chiuderli, voleva un po’ di sollievo ma Piton la costrinse a tenerli aperti. Le scesero delle rosse lacrime e gli occhi le si riempirono di sangue. Dopo lunghissimi istanti Piton le lasciò le palpebre ma le tenne le braccia in modo che non andasse a strofinarsi gli occhi. Anelma li chiuse con forza e tutto il sangue di cui erano riempiti scese velocemente. Tutta d’un tratto la ragazza si fermò, respirava velocemente cercando di riprendere fiato. Aprì gli occhi, tutto era tornato normale, i suoi occhi erano tornati blu e Piton la osservava tenendole le braccia. -Perché?- sussurrò a malapena la ragazza –Dormi- disse gentilmente Piton e a quelle parole Anelma chiuse gli occhi e si addormentò.

***


“Avemors è una fattura creata dall’Oscuro per trovare gli individui sfuggiti alle prove per divenire servitori: coloro che si sono presi gioco di lui e che continuano a farlo scappando dalla morte. Essa li raggiungerà per mano di un Mangiamorte o della maledizione stessa, è solo questione di tempo.
Cos’è l’ “Avemors”?
E’ una maledizione i cui sintomi si manifestano quando un soggetto prova un'emozione collegata in qualche modo al Signore Oscuro (ira, crudeltà, vendetta, etc…). Successivamente al soggetto si coloreranno gli occhi di rosso e dopo poche ore inizierà un deteriorarsi fisico del soggetto stesso le cui modalità variano da persona a persona[…]
Non esiste una cura. I tempi che precedono la morte sono lunghi e dolorosi e ciò non si può arrestare in nessun modo.[…]”

Il Marchio Oscuro pulsava sul braccio; sperava che non fosse per lui, lo sperava ardentemente. Era la prima volta che incontrava una persona che fosse riuscita a fuggire al Signore Oscuro e in quel momento non sapeva come comportarsi o come si sarebbero comportati i Mangiamorte. La ragazza era distesa sul letto ancora con l’antidoto in corpo. Non aveva mai sperimentato la pozione prima d’ora e aveva creduto di non dover mai sperimentarla, l’aveva creata solo per divertimento e la sua straordinaria dote in pozioni l’aveva portato ad una conclusione. D'altronde la maledizione era una tortura parecchio peggiore della Cruciatus, Avemors ti tortura lentamente fino a che non perisci. La pozione da lui creata poteva solo rallentare la morte ma non fermarla. Voldemort doveva essere sicuro che la vittima morisse per mano sua o d’altro. Nemmeno lui, Severus Piton, mangiamorte, sapeva cosa comportasse questa maledizione, conosceva solamente una piccola parte dei suoi segreti: si manifestava quando la persona interessata provava un sentimento legato al Signore Oscuro. Forse, Anelma, aveva provato rabbia, ira o vendetta verso di lui.
Una persona non può controllare le emozioni ed è proprio su questo che il Signore oscuro si basava.
L’unica cosa positiva, per la ragazza, era il fatto che la maledizione degenerava gradualmente. Non sapeva esattamente quanto tempo mancava ad Anelma ma sicuramente non era poco, le aspettavano lunghi mesi di attesa e di dolore; Piton decise di riprendere in mano l’antidoto e di perfezionarlo come meglio poteva.
La ragazza si mosse nel sonno. Ad un certo punto qualcuno bussò alla porta ma non era un suono che si poteva ricollegare ad una mano in un pugno chiuso, bensì era un rumore che sembrava provenire da un oggetto metallico. Piton si alzò e lentamente andò verso la porta chiudendo quella della camera da letto. Erano le due del mattino. Severus Piton sapeva chi si trovava nel corridoio e sapeva cosa voleva.

Aprì la porta e si trovò davanti un uomo alto con i capelli lunghi biondi legati da una treccia trattenuta da un elegante fiocco nero di velluto. Aveva uno sguardo glaciale, i suoi occhi azzurri chiarissimi apparivano come due schegge di giaccio e le sue labbra fine disegnavano un leggero ghigno su un volto attraversato da uno sguardo agghiacciante. Era vestito con soprabito signorile drappeggiato di un nobile verde scuro abbottonato ordinatamente. Al di sotto si scorgeva il doppio colletto di una lussuosa camicia in damasco bordeaux con eleganti e raffinate decorazioni di un verde pacato. Un lungo mantello nero gli copriva le spalle e due enormi e intricati serpenti d’argento erano fissati sul petto come spille.
Severus sapeva il perché il Signore Oscuro aveva mandato proprio lui, Lucius Malfoy. Lui era un abile mentitore, riusciva ad intrufolarsi ovunque senza destare sospetti e con l’aiuto del suo denaro riusciva a persuadere anche una persona mai corrotta prima. Ciò che ora si chiedeva era: come aveva fatto ad entrare?

-Il Signore Oscuro mi ha incaricato di consegnarti questa lettera. Inoltre si assicura che tu…- ghignò –...la apra di fronte a me-. Gli porse la lettera e Piton la aprì strappando il rosso sigillo di cera che raffigurava il marchio oscuro.

“Uccidila” recitava e un sussurro si levò dalla carta ripetendo la stessa parola.

Lucius ghignò

-Non poteva dirti altro Severus. Sai gli auror sono ormai dappertutto e voleva assicurarsi che arrivasse intatta… quando si tratta di “Avemors” non c’è da scherzare-

-Non credevo ci fossero stati altri casi di Avemors-

-Ci sono stati solo due casi in passato e i mangiamorte non sono riusciti a trovarli subito e quindi il Signore Oscuro vuole che l’omicidio sia … come dire… perfetto-

La lettera iniziò a bruciare accartocciandosi in un piccolo mucchio di cenere.

-Mi auguro che compirai il tuo dovere- ghignò di nuovo Malfoy.

Piton lo guardò senza dire una parola, Lucius iniziò a passeggiare per la stanza osservandone ogni dettaglio.

-Sarà fatto...- rispose insicuro Severus.

-Non ti vedo molto convinto, Severus- osservò l'altro mago.

-Non sono un codardo- disse Piton sfacciato

Malfoy sorrise

-Ora vado, è stato un piacere rivederti Severus- detto questo gli voltò le spalle e se ne andò.

Piton si accomodò sulla poltrona nera e iniziò a pensare, non voleva essere lui quel mangiamorte, non voleva ucciderla.

***

Anelma aprì gli occhi di scatto e subito un forte mal di testa la colpì facendoglieli chiudere di nuovo.

Si mise a sedere ed iniziò a guardarsi in giro, una fioca luce di candela illuminava una piccola parte della camera da letto.

-Sei sveglia vedo- disse una voce.

Lei si spaventò ma riconobbe subito la figura.

-Professore io…-

-chiamami Severus- dicendo così si alzò dall’oscurità e si avvicinò alla ragazza sedendosi sul letto

-come ti senti?-

-Abbastanza bene, grazie- rispose gentilmente

-Hai passato tre giorni a letto con febbre molto alta e non accennavi a svegliarti-

-Ho dormito per tre giorni?- chiese stupita

Lui annuì

-Sei stato sempre vicino a me? Non hai mai dormito?-

-Non preoccuparti per me, ho dormito sulla poltrona e per adesso dormire è l'ultima delle mie preoccupazioni- disse un po’ seccato

-Non potevi portarmi in infermeria?

-Anelma, ci sono cose che pochi maghi conoscono e quel che ti è accaduto è una di quelle. Se ti avessi portato da Madama Chips sarebbe impazzita cercando una soluzione che in realtà non esiste-

-Cosa mi è successo?-

-Ne riparleremo all’alba, ora ti consiglio di riposare. Fra poche ore conoscerai la risposta a molte delle domande che ti sei posta finora-

-Severus, io… non so come ringraziarti-

-Riposati-

-Aspetta-

Anelma staccò una collana che portava al collo. Il ciondolo rappresentava il simbolo dell’aria con incastonati tre smeraldi.

-Tieni, voglio che la custodisca tu-

-Perché?-

-Io… non so cosa mi sia successo ma tu mi hai salvata e io… questo non lo dimenticherò mai. Vorrei che accettassi questa collana, non voglio che la indossi e nemmeno che la porti con te, voglio solo che tu la tenga al sicuro-

Lui la prese.

-Non sai nemmeno cosa ti sia accaduto e non sai nemmeno chi sono io-

-Non importa chi sei tu, il tuo gesto non è un atto che si addice ad una persona malvagia-

Lui si guardò l’avambraccio sinistro coperto dalla manica.

-Non posso accettarlo, mi dispiace. Non sono la persona che tu credi che io sia- dicendo così le rimise la collana sulla mano e si alzò.

-Ora dormi- disse gentilmente con voce affranta

Lei guardò la collana e la strinse.

-Buonanotte- disse Anelma appoggiando la collana sul comodino.



Era seduta su una roccia a fissare le calde e lucenti acque davanti a lei. Quel rumore, quell’atmosfera e quel luogo la rilassavano. Sulla cresta dell’acqua galleggiava qualcosa di luminoso e ne fu attratta. Si avvicinò lentamente in riva e quel piccolo bagliore si approssimava sempre più a lei. Riconobbe subito quell’oggetto: era la sua collana che fino a poco prima portava al collo. Com’era possibile?
Si sfiorò il collo e in effetti non c’era più. Quell’oggetto aveva un valore immenso per lei e tentò in tutti i modi di afferrarla senza riuscirci, ogni volta che la mano sfiorava il ciondolo la sua mano lo attraversava come se il destino avesse deciso di lasciarla a naufragare in calme e leggere acque per sempre.



Anelma si svegliò.
La ragazza tentò di aprire gli occhi ma la luce dell’alba era troppo forte.Riuscì con fatica a riconoscere una sagoma in controluce davanti a lei.

-Severus- sussurrò

-Mi dispiace svegliarti ma dobbiamo parlare- fece Piton.

-Si… - disse cercando di alzarsi.

Barcollò un po’ ma poi tranquillamente ritrovò l’equilibrio.

-Sarebbe bene parlarne nell’ufficio di Silente-

-Non c’è problema- deto questo si diressero verso l'ufficio del preside; Anelma ne approfittò per rinfrescarsi il viso.

-Buongiorno Anelma... Severus- Sorrise il preside appena furono entrati.

-Buongiorno Preside-

-Anelma devo chiederti una cosa- disse il preside giocherellando con una grande sfera dorata

Piton lo osservava tentando di capire di che oggetto si trattasse

-mi dica preside- disse Anelma.

-Quando sei nata?- chiese sorridendo.

Anelma lo guardò, perché mai voleva saperlo?

-il 29 dicembre preside, centra qualcosa con ciò che mi è successo?-

-No Anelma,non preoccuparti. Hai mai sentito parlare di Avemors?-

-Avemors? No, preside- disse scuotendo leggermente la testa.

-Severus ti spiegherà tutto ciò che devi sapere- disse serio.

-Avemors è una maledizione i cui effetti sono molto dolorosi, in un certo senso si può classificare come peggiore della maledizione cruciatus. Non è una maledizione conosciuta a tutti i maghi poiché fù Lord Voldemort a crearla e solo un ristretto numero di persone la conosce- si bloccò qualche secondo guardando la ragazza che lo ascoltava impassibile.

Il suo sguardo si spostò su Silente che stava attentamente prestando attenzione al suo discorso.

Continuò

-Tutti sappiamo che scappare dall’Oscuro è impossibile, eppure creò un incantesimo in grado di rintracciare coloro che ce l’avessero fatta. La Maledizione si manifesta quando l’individuo in fuga prova un’emozione collegata al Signore Oscuro ovvero ira, crudeltà, vendetta o qualsiasi altra emozione negativa- Lui si fermò.

-Mi segui?- chiese calmo all’assistente.

-Si, Severus, Ma cosa centra con me?-

-Ci sto arrivando- disse ricominciando il discorso.

-Gli occhi della persona si tingono si rosso, avvertendo così i Mangiamorte o l’Oscuro stesso. Quando la vittima viene rintracciata, per quest’ultima inizia una vera e propria tortura. La testa comincerà a girare, le orecchie non udiranno più e gli occhi inizieranno a lacrimare sangue. Questa tortura peggiorerà ad ogni Luna Piena finché non sopraggiungerà la morte per mano dei Mangiamorte o dell’Avemors stessa -

Anelma aveva capito, era quello che le era successo a lei e loro sapevano la verità.

La morte, era quello che l’aspettava in futuro.

-Non esistono cure- il tono di Piton si fece più grave –Si può solo rallentare l'avanzare della morte-

Anelma indietreggiò seguita dagli sguardi dei due presenti.

Strinse forte i pugni.

-I-io non… io l’ho fatto per vendicare i miei genitori, io non volevo diventare come loro… - disse con un nodo alla gola.

Nessuno parlò.

Silente e Piton la guardavano.

Si inginocchiò a terra.

-Io non voglio morire- sussurrò con voce tremante.

Piton si avvicinò a lei appoggiandole una mano sulla spalla.

-…non voglio…- sussurrò trattenendosi nello sfogarsi.

Piton si inginocchiò davanti a lei tentando di confortarla ma prima che riuscisse a proferire parola la ragazza si gettò tra le sue braccia squilibrandolo. Lei lo abbracciò forte, in quel momento aveva bisogno solo di quello.

-Perdonami- sussurrò Anelma trattenendo a fatica le lacrime.

“Perdonami tu, Anelma”

Spero che il capitolo sia di vostro gradimento, in compenso ormai state scoprendo molto sulla storia e su cosa i personaggi dovranno affrontare.

Grazie per aver letto il capitolo e grazie per aver seguito Anelma fino a qui.

A presto

Incanta

   
 
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