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Autore: Val2910    21/03/2011    6 recensioni
Ace ormai è morto da due anni (o almeno dovrebbe esserlo).
Nami, pronta per rincontrare i compagni, parte per il suo viaggio verso l’arcipelago Shabaody.
Se questa fosse una storia normale, la rossa riuscirebbe ad arrivare sana e salva all’arcipelago, raggiungere i suoi compagni e prepararsi ad affrontare nuove avventure.
E considerando che non ha la più pallida idea del fatto che Ace è ancora vivo, potrebbe anche incontrarlo e superarlo senza farci caso.
Ma prendendo in considerazione le bolle volanti e cadenti, colpi bassi, favole dove i protagonisti sono dei gran fighi, un sentimento innato per la pizza e l’ossessione per il colore arancione... allora direi che questa non è una storia normale.
E quindi che Nami avrà molto da fare prima di raggiungere i Mugiwara...
[AceXNami] Prima fanfic a capitoli che scrivo, mi piacerebbe sapere che ne pensate. Buona lettura!
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Portuguese D. Ace
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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A.S.= Come sapete, i "post scriptum" vanno scritti alla fine di qualcosa, propio perchè significano "scritto dopo". Allora io, volendo scrivere qualcosa prima e fare un smacco a chiunque abbia inventato la cosa del post scriptum, ho utilizzato le mie doti di classicista (ma quali doti: non so una parola di latino! T.T) per scrivere un "Ante Scriptum", ossia uno "scritto prima" :D (ok, ora so che sono andata -.-)
Questa storia avrà momenti dove cercherò di essere seria e momenti dove farò ridere (a meno che le mie battute non facciano così schifo da farmi fare brutte figure), proprio la prima parte di questo capitolo è seria, invece la seconda dovrebbe fare ridere (e ripeto: dovrebbe).
Perchè ve lo sto dicendo?
Perchè vi devo proprio avvisare del fatto che certe venature demenziali e prive di ogni logica sono fonte di una mente instabile e potenzialmente pericolosa.
La mia.
Detto ciò, spero che questo come avviso possa bastare e vi auguro una buona lettura ^^

 

Il peso di una scelta

 

Non c’è mai stata una notte dove un pirata di Barbabianca fosse così agitato per un suo compagno, ma quella occasione era pressoché giustificabile. Le strade erano ormai deserte, completamente vuote e buie.
I due uomini passeggiavano sotto i flebili raggi della luna, a passo svelto. Era da un po’ che andavano avanti e indietro: uno doveva partire, e caricava su un’imbarcazione la roba che gli sarebbe servita per il suo viaggio. L’altro lo seguiva, ma soltanto fargli cambiare idea.
Il moro salì su un peschereccio ormeggiato lì vicino e iniziò a posare tutto quello che teneva caricato sulle spalle nelle casse robuste di legno. Il biondo gli si avvicinò ancora di più: -Perché non ne vuoi proprio sapere di cambiare idea?-
-Sta' zitto, Marco-
-Sul serio! Non mi hai dato retta dal primo momento che ti ho detto che la tua è una cretinata assurda! E tu, ancora, non provi a sentire le mie ragioni!-
Il moro incrociò le braccia: -E quali sarebbero le tue ragioni?-
Il comandante della prima flotta aprì la bocca per rispondere, ma da essa uscì solo un silenzio poco convinto. -Dammi un attimo: ci devo ancora pensare...-
Il ventenne alzò gli occhi al cielo e tornò alla sua occupazione.
Marco si girò verso Vista e Jaws, lanciando un sguardo come per dire “Datemi una mano, per l’amor del cielo!”.
Entrambi rimasero muti, con le schiene appoggiate sul muro di pietra fredda, i loro volti lasciavano trasparire una sensazione di rassegnazione che avrebbe fatto rinunciare la propria causa a chiunque l’avesse vista. Il comandante della prima flotta era l’unico a essere immune da quello sguardo, e pareva non voler cambiare opinione. Anche se non riusciva comunque a fare un granché.
-Dovresti provare a metterti nei panni di lui!-
A quel richiamo il moro si voltò verso Marco.
-In fondo... anche tu ti sei preoccupato quando ha rischiato di morire, no?-
-Marco, è diverso...-
-Cosa ci sarebbe di diverso esattamente?-
Il ventenne prese un profondo respiro, cominciando a far passare milioni di pensieri attorno ad un'unica persona.
-Tanto per incominciare, è troppo piccolo...-
-Anche tu sei stato piccolo!- replicò il biondo –Ma nessuno ti ha mai fatto qualcosa di simile!-
-E poi è ancora troppo debole!-
-Valeva lo stesso per te!-
-Si, ma io avevo un Rogia!-
-E lui aveva un Paramisha. Io dico che se lo farai davvero diventeresti un tantino... come dire? Crudele!-
Il moro gli lanciò un’occhiata gelida da lasciar sentire, a chi ricambiasse lo sguardo, dei gelidi cubetti di ghiaccio scivolare lungo la schiena. Il comandante della prima flotta, ancora una volta, si rivelò esserne immune.
-E credo che anche Satch e il babbo l’avrebbero pensata come me-
Jaws e Vista, rimasti impassibili per tutto il corso della discussione dei due pirati, diedero i primi segni di vita sgranando gli occhi, impallidendosi in viso.
Il ventenne s’irrigidì, lasciando cadere le cose che teneva in mano dentro la cassa. Dopo aver ripreso coscienza guardò torvo il compagno. Non aveva ancora cambiato idea. Segno che teneva a convincerlo.
Peccato che i suoi sforzi sarebbero stati vani.
-Senti...- continuò il biondo -... siccome sono tuo amico, se sei proprio deciso, la smetterò di cercare di farti cambiare idea. Ma proprio per lo stesso motivo vorrei che ci pensassi su per un altro po’-
Il moro posò gli occhi sull’interlocutore, prendendo quasi in considerazione quella proposta. In fondo anche lui non era troppo convinto.
-Sto per salpare, credo che tu debba scendere-
Quelle parole gli uscirono dalla bocca senza che lo volesse, strappando tutte le possibilità di tornare indietro.
Marco scese dal peschereccio. Era l’ultimo che non si era ancora rassegnato, e se aveva ceduto significava che non c’era davvero più niente da fare.
L’uomo partì. Albeggiava.
-Mi domando, se sai cosa stai facendo … - si chiese il biondo, mentre guardava l’imbarcazione allontanarsi sulla linea dell’orizzonte.
-... Ace-



Passati due anni dopo il messaggio di Rufy ai suoi compagni riguardo al loro incontro, tutti incominciano a partire verso l’Arcipelago Shabaody. Ma per ora prenderemo in considerazione solo uno si questi.
Le colline si lasciavano accarezzare dalla brezza mattutina, accompagnata dai raggi del sole che le cullavano con caldo tepore.
La rossa era distesa sull’erba, con una gamba leggermente flessa e l’altra stesa, una mano sull’addome e l’altra messa a mo’ di cuscino dietro la nuca.
Era pronta per uscire. Si era allenata, sicura di poter sconfiggere qualsiasi ostacolo le si fosse posto davanti.
Chissà se i suoi compagni di viaggio si sarebbero accorti che, per la prima volta, si era lasciata crescere i capelli.
Per quanto si sentisse pronta, aveva sempre quel pensiero che le vagava per la testa.
Aveva preparato un piano per l’occasione.
Scappare da Watheria non sarebbe stato facile, specialmente sapendo che la scienza dell’isola doveva rimanere un segreto al resto del mondo.
L’unico modo per raggiungere i suoi amici, quindi, era l’evasione.
Non ci voleva molto: bastava prendere uno di quei veicoli-bolla attentamente fabbricati, e poi poteva andare.
Ma aveva bisogno di un complice, e non aveva nessuno a cui chiedere un favore simile, tranne a lui.
Nami si mise in piedi e cominciò ad avanzare mogia verso la casa del vecchio nonnino pazzo.
Sapeva di non avere speranze, chiedendogli un favore simile. Dopotutto l’aveva ospitata e sopportata duramente per due anni a malavoglia, per quale motivo avrebbe dovuto aiutarla?
Prese un sospiro e continuò la sua camminata verso il patibolo d’esecuzione.
 
Il vecchio aprì di colpo la porta della sua abitazione, ma le ginocchia vecchie (e molto probabilmente ammuffite) non ressero la sua velocità, facendolo cadere a terra. Dopo aver staccato la faccia dal pavimento come una ventosa attaccata al vetro, si mise in piedi per raggiungere la ragazza più avara e combinaguai che avesse mai conosciuto. Cominciò a scrutare in lontananza, finchè il suo sguardo non cadde sull’unica figura femminile presente, che si dirigeva giù di corda verso di lui.
-Fermaaaaaa... -
 L’uomo si mise a correre, finché non fece un quadruplo salto mortale, accompagnato da una doppia piroetta a destra con un'inclinazione di 33 gradi e 22 primi, da fare invidia ai trapezisti del circo, cadendo una seconda volta a terra.
La ventenne alzò gli occhi al cielo, per poi avvicinarsi: non riusciva a credere che la vecchiaia potesse fare certi effetti.
–Te l’avevo detto che con l’arteriosclerosi non potevi correre!- aggiunse ironicamente.
Lo scienziato si lasciò aiutare a rimettere in piedi dalla ragazza. Poi scostò il terriccio che aveva sporcato la lunga toga azzurra. Mantenne il fiatone pesante lungo tutto il discorso: -Anf, lo so ormai, anf, anf, che hai deciso di andare…-
La ragazza sospirò, poi rispose bruscamente a quell’affermazione: - E che pensi di fare? Di fermarmi? Che t’immaginavi? Che sarei rimasta qui per sempre?-
-Affatto, ... ma buona fortuna!-
Il vecchio fece un sorriso.
La ragazza, invece, lo guardò storto: che quell’individuo era strano già lo sapeva, ma non si poteva nemmeno immaginare che potesse arrivare a tanto.
-... e mi raccomando di stare attenta al nuovo mondo: ci sono dei tipi davvero forti!- continuò lui.
-Grazie, ma... perché?-
-L’ho detto: perché sono molto forti! E non esiteranno a fare del male a una ragazza... -
-No, non dicevo questo, perché mi auguri BUONA FORTUNA? Te ne sono grata, ma...-
Lo scienziato sorrise, e questo bastò a fermare il discorso della navigatrice.
- Allordunque, ci sono alcune cose che vorrei dirti:
1: Tu puoi capire BENISSIMO che io ti abbia aiutato, considerando che ero sotto minaccia di morte da parte tua, e che, con tutto il rispetto per vostra signoria, imitate benissimo la faccia della strega malefica... -
-2: Ho sentito il tuo discorso, quello che hai fatto sul tuo capitano, il giorno che sei arrivata qua, e che lo volevi aiutare. Ti sei persino messa a piangere per lui! E se occupa uno spazio nelle tue lacrime, certamente occupa anche uno spazio nel tuo cuore.
Voglio che se sei così convita a seguirlo lo insegua ad ogni costo, persino in capo il mondo, e che non te ne penta mai, proprio perché è una scelta di quelle che non vanno mai cambiate! Non fare come me che sono rimasto a poltrire su quest’isola-ammuffita-volante! Credimi se ti dico che ben più di una volta mi sono pentito della mia valutazione! Vai, e vivi la tua avventura, con i tuoi amici-
La ragazza rimase commossa. Infondo, doveva ammettere che quel tipo se la cavava con gli addii.
-Gra... grazie!-
- 3: ... - Continuò il vecchio -Ti auguro buona fortuna, perché voglio proprio vedere come farai a scappare dall’isola senza il consenso dei  maghi più potenti. Questo è tutto... -
La ragazza rimase con la bocca spalancata immobile. Dopo qualche secondo di paralisi, incominciò a voltarsi lentamente verso di lui. Quando fu abbastanza vicino, la ragazza chinò cautamente la testa verso il vecchio. Infine gli chiese con un tono più garbato possibile:
-IDIOTA DI UN MAGO MERLINO DEI MIEI STIVALI!!! STAI DICENDO CHE FRA MENO DI QUALCHE ORA LI AVRO’ ALLE CALCAGNA?-
-Solo... meno... di qualche... ora? Mi aspettavo una previsione più accurata da te, ragazzina- aggiunse il vecchio, sistemandosi sul viso paffuto gli occhialini rotondi.
-Ma che...? - Questo fu tutto ciò che riuscì a dire Nami, prima di sentire dei suoni: pareva una mandria, ma la ragazza escluse subito questa ipotesi. Non c’erano pascoli sull’isola.
Finché non collegò gli eventi: subito si prese il vecchino sottobraccio, come se fosse un libro. Un libro molto vecchio. Iniziò a correre cercando di raggiungere la prima bolla che trovava. Sempre se ne trovava una.
-TU MI HAI DISTRATTA PER DARE IL TEMPO A LORO DI CATTURARMI??-
-Ma sono stati piuttosto PERSUASIVI! Mi hanno minacciato! Stavo rischiando troppo!-
-Ah, si? E che ti hanno detto?- domandò sbigottita la rossa.
-Egregio compagno, potresti cortesemente trattenere quella signorina per un breve lasso di tempo?-
-E QUESTO SAREBBE PERSUASIVO!?!?-
Una volta trovato il mezzo di trasporto che cercava butto lì il vecchietto, che, come risposta, si mise a rotolare sull’erba come un figlio dei fiori. Non appena fu abbastanza vicina alla bolla trasparente si buttò energicamente sopra di essa, riuscendo ad attraversare la parete bolla: a primo impatto flessibile, ma dura. Da lì azionò quello che sarebbe stato il motore, le bastò abbassare un leva e il veicolo cominciò a partire velocemente.
Nami lo direzionò verso l’uscita: quando aveva organizzato il piano aveva calcolato che la distanza, una volta preso la bolla, non sarebbe stata molto grande.
Eppure, perché ora che doveva scappare le sembrava così lontana?
La ragazza correva velocemente nell’aria a bordo della sfera trasparente, ma per sua grande sfortuna non era l’unica ad avere quell’insolito mezzo di trasporto.
–Prendiamola!- gridarono gli inseguitori.
“Ma, fra tutte quelle isole volanti che ci sono, proprio da quella abitata dai vecchietti arzilli dovevo scappare?” pensò la navigatrice.
Più i secondi passavano,
 Più il veicolo sembrava lento...
Più i vecchietti sembravano veloci...
Più l’idea di uscire si stava allontanando...
Un anziano piuttosto agile puntò il suo bastone da passeggio verso l’alto, e solo a quel puntò gridò: -LIGHNING!-  
Immediatamente, la bolla contenente la ragazza divenne bersaglio di numerosi fulmini. La giovane aguzzò la vista: ancora due - tre metri e sarebbe stata fuori.  Improvvisamente la sfera fu scossa, quasi costrinse Nami ad uscirne fuori. I vecchi continuarono a correre, ma ormai, la donna, era fuori dall’Isola .

Vediamo un po': questo, come avrete capito, non è altro che il "prologo" della mia storia. Mi dispiace che la prima parte sia stata un tantino noiosa e spero che almeno la fuga di Nami vi sia sembrata un po' più interessante. Spero che siate riuscito a leggerlo fino in fondo, più precisamente a questa annotazione. So che è un po' presto ma vorrei sapere le vostre prime impressioni...
  
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