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Autore: ElizabethAudi    24/03/2011    2 recensioni
SOSPENSIONE MOMENTANEA, oltretutto è in fase di correzione.
Affannavo. L’ossigeno di riserva dei polmoni era quasi completamente terminato e l’uomo dietro di me camminava lentamente, ma sembrava sempre più vicino, mentre io non procedevo quasi per nulla.
«Ahahaha, credi di riuscire a sfuggirmi?! Dopo che tuo padre ha ucciso molti di noi Shinsengumi, credi che ti lasceremmo vivere?!»
[Hakuouki ~ E' presente un nuovo personaggio.]
Genere: Azione, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Kimi no Kioku {薄桜鬼} Capitolo Due!
 
Sophie! Non vado più dai miei parenti! Ah, che sollievo!
«Che bella notizia Yuki! Mi sono annoiata, anche se sono passati solo due giorni, a dir la verità!»
Perché non andiamo da qualche parte? In questo periodo dovrebbe esserci il Gion Matsuri a Kyoto! Io non l’ho mai visto! Perché non andiamo lì, ci fittiamo una casetta, e ci rimaniamo? E’ una città molto rilassante e naturale!
«Nemmeno io ci sono mai andata. Uhm, sarebbe un idea! Allora preparo una borsa, le cose di Tucson, e partiamo domani mattina con il primo treno per Kyoto, può andare?»
All’arrembaggio di Kyoto!
 
E come avevamo detto, il giorno dopo eravamo sul primo treno diretto a Kyoto.

Quello delle sei e mezza.

Quello per cui mi ero dovuta svegliare alle cinque meno un quarto di notte.

Sbadigliai, seguita da Yuki e Tucson.
«Forse non era proprio necessario prendere il primo treno, sai.» Disse lei, carezzando i peli sulla collottola del cane.
«Non posso che essere più d’accordo.» Concordai, stiracchiando le braccia «Quanto pensi che ci impiegheremo per arrivare, suppergiù?»
«Mah, due orette. Non lo so.» Rispose,  accoccolandosi meglio sulla poltrona, per riposare.
Sospirai, e mi misi comoda anche io. Il tempo per riprendere un po’ di sonno c’era.
 
Oramai noi Shinsengumi non serviamo più a niente. E questa è tutta colpa tua.”
“Tutto cambia, Harada. Tutto finisce. Anche la vostra stirpe era destinata a esaurirsi.”
Non dire sciocchezze! Chi sterminerà secondo te gli Oni, adesso?! Oh, giusto. Voi Bakumatsu siete degli Oni!
“Questo è un altro discorso, Nagikura, inutile alterarsi. Gli Oni che non rispetteranno le leggi, saranno distrutti. Non li creeremo certo come facevate voi!”
Come ti premetti …
Calmo Nagikura!
“Tenete a mente che agli Oni ci penseremo noi. Voi pensate a voi e alle vostre risse di potere umane.”
Gonshiro…”
“Non vi sto tradendo, Koudou. Sto difendendo la mia famiglia.”
 
 Tucson abbaiava e Yuki mi stava scuotendo, mi resi conto poco dopo. Stropicciai gli occhi. Gonshiro? Era il nome di mio padre! Che cosa erano quei sogni?!
«Ehi Sophie, sveglia! Siamo arrivate!» Ripeteva preoccupata dal fatto che non mi risvegliavo.
Mi scossi, cercando di sgomberare la mente, e scendiamo dal treno velocemente, prima di rischiare di ritornare a Tokyo.
«Stavi facendo un incubo, in treno?» Chiese Yuki, mentre ammirava il paesaggio.
«Niente di preoccupante. Oh, guarda che case tradizionali! Quanta natura!» Risposi, ammaliata dalla bellissima aria che tirava in quella bellissima cittadina del Giappone.
Decidiamo come prima cosa, quella di cercarci un posto dove dormire che, soprattutto, accettava la presenza di Tucson. Chiedemmo un po’ in giro, ma tutti ci guardavano con aria disorientata, come se fossimo venuti da un altro pianeta. Qualcuno parlava sottovoce e appena ci giravamo per guardarli, ci fissavano e ammutolivano.
«Ahahahah, non abbiate paura! Fanno così perché non vi hanno mai visto da queste parti!» Affermò divertito qualcuno alla nostra sinistra, facendoci sobbalzare.
«Oltretutto, anche i vestiti sono inusuali!» Disse un altro, spuntandoci dal fianco destro.
Tucson ringhiò dalla sorpresa, e i due si tirarono leggermente indietro.
«Anche il cane non è il più diffuso!» Disse il primo, ridendo.
«Scusate l’impertinenza, ma … voi chi siete?» Chiesi seria, notando che anche loro indossavano particolari tuniche azzurre/bianche.
«Nagikura Shinpachi!» Rispose il primo.
«Harada Sannosuke!» Rispose il secondo.
Sembravano quasi mettersi in posa, quei due. Mostrando come meglio potevano i loro muscoli.
Sospirai. Dovevano essere della stessa razza di quel ragazzo incontrato qualche giorno tempo prima, come si chiamava … Okita?
«Noi siamo Sophie Bethbourg e Yukita Hagatsumi.» Disse Yuki, giusto per educazione. Ma era molto seria anche lei. E data la pericolosità del nostro quartiere, era anche attendibile aspettarsi timore nei loro confronti.
«Non siate così rigide! Non vogliamo mica mangiarvi!» Disse Harada, sorridendo meglio che poteva.
«Infatti! Perché tutta questa tensione? Siamo così brutti?!» Si lamentò Nagikura.
Sorrido, pur non volendo, sembravano anche degli idioti, oltre che maniaci appena usciti da un istituto di manicomio. Ma gli occhi erano sinceri, e anche Tucson si rilassò.
«Tanto qui c’è Tucson che vi potrebbe sbranare in un secondo!» Affermò Yuki, espansiva come al solito.
«Che razza è?» Chiese il tipo con la benda, abbassandosi per guardarlo meglio.
«Un cane lupo cecoslovacco. Qui è una razza che non si trova!» Risposi io, controllando che lui se ne stesse buono a cuccia.
«Io questa razza non l’ho mai sentita nominare, invece!» Affermò il codino, ammirandolo «Certo che sembra proprio un lupo!»
«Scusate se cambio discorso, ma sapete un posto dove possiamo alloggiare? Che accettano cani di grossa taglia, ovviamente.» Chiese Yuki, passandosi una mano fra i capelli. Io fissavo il tipo con il codino, che anche lui mi fissava con sguardo curioso e profondo.
«Non credo sia facile. Qui appartamenti che possono funzionare come alberghi non ne esistono. Facciamo che vi accompagniamo a cercane uno?» Disse Nagikura, tirando in su il petto.
Yuki rise e annuì. Io sorrisi, ancora persa negli occhi di Harada, che sorrideva leggermente provocatorio.
Ma io riuscivo bene a tenere quello sguardo.
Forse essere andati a Kyoto era stata davvero una cattiva idea.
Girammo a lungo, parlando del più del meno, e ci mostrarono la città in tutta la sua bellezza.
«Guarda lì, quel ristorante è attraente!» Yuki indicò un ristorante da cui, effettivamente, usciva del profumo veramente ottimo.
«Perché non andiamo allora? Per questa volta, saremo gentleman e offrirà Nagikura!» Affermò Harada, indicando Nagikura, sorridendo.
«Ehi!» Si lamentò lui, provocando una risata comune.
 
Dopo qualche ora, all’apparenza sembrava che ci conoscevamo da sempre!
Dopo aver pranzato, ci portarono un altro po’ in giro, lasciando che li trascinassimo in su e in giù senza lamentarsi, scherzando sui nostri modi particolarmente volgari, di città, e ci proposero di seguirli a casa loro.
 
Ci ritrovammo davanti un edificio enorme, che sembrava interamente costruito di legno.
«Wow!» Mi scappò un suono sorpreso, e i due ragazzi ne risero soddisfatti.
«Cavolo! Questa più che casa la chiamerei reggia! Siete della famiglia dell’imperatore?» Scherzai io, cercando di non mostrare i brividi di adrenalina che mi percorrevano tutto il corpo. La voglia di curiosare qua e là era enorme.
Tucson abbaiò.
Poi rimase in silenzio.
Poi riprese ad abbaiare con vigore.
«Che succede?» Chiese preoccupato Harada, mentre io mi chinai per controllare cosa avesse Tucson.
«Calmati bellezza, che è successo?» Gli sussurrai, cercando di capire a cosa stesse puntando.
Seguii il percorso della sua vista e intravidi una figura piegata a metà in un angolo dell’edificio più piccolo.
«Che cos..?» Indicai il punto. Harada e Shinosuke sembrarono spaventarsi.
«Ehm, scusate. Il mio turno è finito e devo andare a fare rapporto, ci vediamo più tardi.» Disse Shinosuke, con un tono piuttosto preoccupato e teso.
«Ehi, venite con me, si sta facendo sera, fra poco incomincerà la festa.» Harada invece rimase sicuro di sé, facendoci strada verso qualche altra via di Kyoto, intento a trascorrere con noi il resto di serata.
Tuttavia, in quel momento, Tucson scattò e il guinzaglio mi sfuggì dalle mani.
«Dove diamine vai, Tuc! Torna subito qui!» urlai, lanciandomi nella rincorsa.
«No, non andare …»  urlò Harada, ma oramai non potevo più fermarmi.
Lo sapevo che quell’azione non sarebbe servita a nulla, tuttavia fu un impulso che non riuscii a domare.
 
«Ehi, guarda un po’ chi si rivede.» Okita  sorrise, inginocchiato, mentre Tucson gli leccava il volto.
Che diamine stava facendo? Tucson non era così socievole da leccare un tizio che aveva visto solo una volta! Né tantomeno di correre da lui!  
Mi batté il cuore e mi sentii bruciare le guance, quando lo rincontrai quegli occhi così profondi che mi avevano sorpreso in quel curioso avvenimento.
Tuttavia, sembrava così poco in forma …
Poi mi resi conto di chi cosa era appena successo, di essere corsa qui senza permesso e di che cattiva figura avessi fatto. Mi piegai in un goffo inchino, chiedendo più volte scusa.
Lui ne rise, ma la risata era molto debole e la voce meno decisa dell’ultima volta.
«Sciocca.» E mi carezzò la testa, scompigliandomi i capelli.
 
Forse l’idea di andare a Kyoto non era stata poi così cattiva.

 
Bakumatsu Genmu Note dell’autrice!
 … due parole, che schifo.
No ragazzi che delusione, non riesco a scrivere una ff decente!
Non riesco a continuarle!
Le idee mi vengono e passano come una tempesta! E oltretutto guardate un po’ che squallore.
Avrei voluto scriverla meglio questa fic. Avevo così tante idee in mente, e un’ispirazione enorme!
E ora niente. Non riesco a far uscire una frase decente e corretta.
La scuola mi sta lentamente prosciugando tutta.
Vediamo come andrà avanti.
Ringrazio tutti i lettori, chi ha commentato e chi ha aspettato questa storia.
Spero di continuarla e di riprendere la mano. L’ultima cosa che voglio è deludervi. ;___;
   
 
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