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Autore: BurningParadise    24/03/2011    0 recensioni
Presi il mio drink dal tavolo, feci segno ai ragazzi che erano con me che sarei uscita a prendere un po’ d’aria e mi avviai velocemente verso l’ingresso, ostacolata dalla calca di corpi che si muovevano al ritmo di una musica che non riuscivo a sopportare. Barcollavo lievemente, forse a causa della quantità di alcool che avevo in corpo e della stanchezza accumulata durante la giornata.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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2. Siren


Alzai gli occhi e vidi un ragazzo dai capelli mori, leggermente mossi in piedi davanti a me.
“Posso?” con un gesto deciso della mano indicò il tratto libero della panchina.
“Certamente” gli sorrisi e gli feci un po’ di spazio anche se effettivamente era già più che sufficiente. Indossava una maglietta nera dei Ramones con sopra una giacca anch’essa scura e un paio di jeans. A occhio e croce gli avrei dato circa 25 anni, non era molto alto ma decisamente affascinante per i miei canoni. Tra l’altro avevo da sempre un debole per i ragazzi più grandi di me.
“Serata pessima?” domandò sorridendo.
“No, anzi, tutt’altro…ma non sono una grande amante di questi ambienti” movendo il dito indice leggermente in circolo indicai il locale alle nostre spalle, “…preferisco locali diversi.” Mi portai di nuovo la mano in grembo intrecciandola con le dita dell’altra che sorreggeva il cocktail e sorrisi a mia volta notando per la prima volta le piccole fossette che gli si formavano ai lati della bocca quando sorrideva.
“Nemmeno io in effetti, però a volte ci si adegua..” rispose.
Mi sentivo i suoi occhi addosso, di solito mi infastidivano certi sguardi ma stavolta no, era diverso.
“Già..” lasciai cadere il discorso e mi ricordai in quel momento del mio drink, o perlomeno di ciò che ne rimaneva, infatti mi accorsi  che il bicchiere era praticamente vuoto, anche se non ricordavo quando me lo ero scolata. Ne bevvi l’ultimo sorso e lanciai il bicchiere di plastica tentando di centrare il cestino. Ci riuscii ed esultai “Ahah, sì!”.
“Bella mira!” ridacchiò il ragazzo, e continuò: “Comunque piacere! Mi chiamo Marco!”.
“Piacere mio, Alice!” gli porsi la mano pensando che me la stringesse e invece se la portò vicino alle labbra facendo un leggero baciamano. Ne rimasi sorpresa e i fumi dell’alcool mi impedirono di mascherare il leggero imbarazzo.
“Fa sempre questo effetto” sorrise di nuovo, e improvvisamente mi sembrò di averlo già visto.
“Sai che ora che ci penso, mi sei familiare, sì insomma, mi sembra di averti già visto..”
“Di solito sono gli uomini a usare queste scuse per attaccare discorso” rise.
Risi di riflesso: “Ma no davvero, mi sei familiare, in questo momento forse farei fatica a riconoscere anche mia sorella, se ne avessi una, ma davvero io ti ho già visto da qualche parte..”
Rise di nuovo, con quella risata cristallina che correva leggera formicolando sulla mia pelle come una lieve corrente elettrica.
Sentii improvvisamente delle urla provenire dalla mia destra, mi voltai di scatto e vidi un’auto sfrecciare sulla strada vicina dai cui finestrini abbassati provenivano urla e musica ad alto volume.
“Ascolti musica metal, non è vero?” la domanda mi incuriosì molto, soprattutto per il modo in cui era stata posta. Mi voltai di nuovo verso di lui e piegai un po’ la testa di lato.
“Beh sì, metal e rock principalmente, da cosa l’hai capito?”.
“Quando ti sei voltata, ho visto il tatuaggio che hai dietro la spalla, il simbolo degli Avenged Sevenfold.”
“Ah giusto, il deathbat! Li ascolti anche tu? Sono abbastanza rincoglionita, a volte l’alcool mi fa questi scherzi” ridacchiai, leggermente imbarazzata per la figuretta che avevo appena fatto.
“Se ascolti loro, non credo che tu mi conosca.” Aveva eluso la mia domanda ma poco importava, non capivo cosa centrava la musica che ascoltavo con lui.
Lo guardai di sbieco cercando di cogliere eventuali segnali che mi sarebbero potuti tornare utili ma le mie capacità di concentrazione e riflessione erano ai minimi storici.
Lo sentii canticchiare una melodia che ero certa di conoscere.
“Her chant a hot desire, she adds fuel to the fire, by now i have no self possession…
Sentivo la melodia come qualcosa di mio e dopo poco ne ricordai le parole.
“Outside a pure attraction, inside a cruel intention..” canticchiavo sulla sua voce, “she’s worse than anybody else..”

Come to me, follow me.
[Siren]
 

  
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