Ebrill Lerner,
presentazione
2060.
L’anno dopo essere
uscita da Hogwarts andai alla ricerca dell’orfanotrofio dove Talim aveva
passato l’infanzia. Lo trovai senza
difficoltà, come mi aveva predetto Cassandra.
Si trovava fra due alti
palazzi, imponenti e moderni. Quello che stavo cercando io era un edificio
vecchio e abbandonato. Era più che altro ciò che restava dell’orfanotrofio. La descrizione
corrispondeva a quella della mia professoressa: le finestre erano sbarrate con
assi di legno e i vetri erano tutti rotti. La porta era stata sfondata e
giaceva a terra. Mi avvicinai e vidi sul
muro scrostato una targa arrugginita che diceva: “ Orfanotrofio di J. Smith”.
Si, era quello.
Notai che sulla porta
era stato affisso un foglio, ormai ingiallito per tutti gli anni passati lì.
C’era la foto di un bambino paffuto, Peter O’Keefe. Scomparso il 21 luglio
1988.
“ L’orfanotrofio dei
bambini scomparsi” mi risuonarono nella mente le parole di Cassandra. Decisi di entrare e
passai sopra la porta. All’interno c’era odore
di muffa e le pareti che la circondavano erano verdognole. C’erano delle scale
sulla destra, una stanza sulla sinistra e di fronte a me il corridoio. Avanzai. Sulle pareti
c’erano dei chiodi. Forse un tempo erano stati appesi dei quadri ma qualcuno li
aveva rubati. Quello era ormai un posto dimenticato da dio.
Girovagai un po’ per
l’edificio. La cucina era vuota, il frigorifero era stato spostato dal muro e
quando lo aprii non trovai nulla. Era ovvio, non c’era corrente. Ma gli armadietti e i
mobili erano pieni di biscotti e altre cibarie. Ero perplessa. Viveva qualcuno
lì?
All’improvviso qualcuno
mi toccò una spalla. Spaventata lanciai un grido e finii con la schiena contro
il muro. Davanti a me c’era una
ragazzina, avrà avuto più o meno dieci anni. Aveva la carnagione
chiara. I capelli scuri e mossi le incorniciavano il viso infantile. Due grandi
occhi azzurri mi guardavano sorpresi.
- Ciao! Chi sei? – mi
chiesi con voce infantile.
- Cloe – sussurrai – Tu
chi sei? Sei vera? Sei un fantasma? Perché non ti ho sentita entrare?-.
Lei sorrise a trentadue
denti – Sono Lydia. E sono vera, senti! –. Allungò una mano e mi
tocco il braccio, tirandomi un pizzicotto.
- Vedi? – mi chiese.
Annuii.
- Non dovrei farlo, ma
io so teletrasportarmi – sussurrò come se mi stese confidando un segreto.
Sbattei le palpebre. –
Sei una strega? – domandai.
Lei fece di si con le
testa. – Come la mia mamma, la mia nonna e il mio bisnonno!- fece orgogliosa.
- Comunque, che ci fai
qui?- mi domandò aprendo un armadietto e prendendo una scatola di biscotti.
- Sto cercando una
persona – risposi – una certa Kitty –.
Lydia si bloccò mentre
morsicava un biscotto e si girò a guardarmi.
- Kitty? – ripeté.
-Si! La conosci? – le
chiesi speranzosa.
Lydia non rispose. Mise
a posto la scatola di dolciumi e uscì dalla cucina. Non mi rimaneva che
seguirla. La ragazzina tornò
all’ingresso e girò a sinistra, verso le scale. Arrivata in cima la sentì
parlare con qualcuno. Dalla stanza più vicina
uscì una donna alta, con i capelli e gli occhi scuri.
- Chi è? – chiese
subito con voce gelida.
Io mi bloccai. – Sono
Cloe Malfoy. Sto cercando una persona. Forse voi potreste aiutarmi. – tentai.
Quella mi squadrò per
interno, con aria si superiorità. Vidi alla poca luce che
c’era il suo viso. Avrà avuto più o meno cinquant’anni, come i miei genitori.
- Malfoy – pronunciò ad
alta voce con disgusto.
Cominciava a darmi sui
nervi. Voleva forse insultare la mia famiglia? Una voce da dentro la
stanza chiamò la donna sul pianerottolo e le disse di farmi entrare. Nella camera c’era un
letto e una signora anziana vi era sdraiata. Lydia sedeva sul letto con lei.
Dovevano essere nonna e nipote. Avevano gli stessi occhi.
- Ho sentito Malfoy,
giusto?- mi chiese la signora.
- Si, sono Cloe Malfoy
e sto cercando una donna di nome Kitty –.
Lydia guardò la nonna
che rimase un attimo in silenzio. Gli occhi della donna si
riempirono di lacrime e mi sentii a disagio.
- Era mia madre –
sussurrò – Io sono Ebrill, sua figlia -.
Per un momento mi
pentii di essermi intrufolati li, in quell’edificio che era la casa di
qualcuno.
- Lydia andiamo – fece
la donna dietro di me.
- No, voglio rimanere
qui – ribatté la bambina.
La madre senza altre
parole se ne andò.
- Mi dispiace avervi
disturbato, se volete me vado subito…- arretrai verso l’uscita.
- No, Cloe, stai pure.
Spiegami, se posso esserti d’aiuto, perché vuoi sapere di mia madre? -.
Così le spiegai di
Talim e di Kitty che l’aveva conosciuta e io avevo bisogno di sapere tutto ciò
che sapeva. Ma Kitty era morta anni prima, come scoprii.
- Mia madre però mi ha
raccontato diverse storie, quando ero piccola – disse – e io stessa conobbi Talim-.
I miei occhi si illuminarono.
- Siediti, e ti racconterò
tutto ciò che so –mi invitò Ebrill.