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Autore: Ratchel Vitani    24/03/2011    2 recensioni
2072. Hai i tipici capelli rossi dei Weasley e gli occhi grigi dei Malfoy. Cloe Malfoy lavora per la Gazzetta del Profeta e ha realizzato il suo più grande desiderio: scoprire l’identità di Talim Evans, una strega scomparsa misteriosamente nel 2030 all’età di 50 anni. Ad aiutarla, sulla sfondo di questa storia, ci saranno tutti gli amici di Talim, che hanno vissuto momenti incancellabili con lei.
Prime di tutti, Cassandra ed Elizabeth Lestrange, le gemelle dagli occhi bicolore, figlie della Morte in persona. Così simili eppure così diverse fin dalla più tenera età.
Hattie Darcy , la tenera ragazzina innocente che viveva con la madre ignara di chi fosse il padre, ma con un grande cuore e con tanta voglia di scoprire la verità.
Blaise Zabini, un grande amico di gioventù di Talim, scampato per miracolo alla morte che ha abbracciato tutti i suoi più fedeli compagni dopo la scuola.
Ebrill Lerner, la bambina che Talim incontrò per caso mentre tornava a rivisitare l’orfanotrofio in cui era vissuta molti anni prima.
Harry Potter, colui che ha cercato di salvare Talim trovandosi a fare i conti con la testardaggine della ragazza.
Ron Weasley ed Hermione Granger, ormai coppia felice, tornano a fare i conti con i loro tristi ricordi.
Colpi di scena e una storia che vi lascerà senza fiato!
Prego gente, confondetevi le idee! E per maggiori informazioni sull'infanzia di Talim, leggete "Diario di Talim Evans: anni 1986-1990".
Genere: Azione, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tutto su Talim Evans'
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ebrill lerner

Ebrill Lerner, presentazione

2060.

L’anno dopo essere uscita da Hogwarts andai alla ricerca dell’orfanotrofio dove Talim aveva passato l’infanzia.  Lo trovai senza difficoltà, come mi aveva predetto Cassandra.

Si trovava fra due alti palazzi, imponenti e moderni. Quello che stavo cercando io era un edificio vecchio e abbandonato. Era più che altro ciò che restava dell’orfanotrofio.  La descrizione corrispondeva a quella della mia professoressa: le finestre erano sbarrate con assi di legno e i vetri erano tutti rotti. La porta era stata sfondata e giaceva a terra.  Mi avvicinai e vidi sul muro scrostato una targa arrugginita che diceva: “ Orfanotrofio di J. Smith”. Si, era quello.

Notai che sulla porta era stato affisso un foglio, ormai ingiallito per tutti gli anni passati lì. C’era la foto di un bambino paffuto, Peter O’Keefe. Scomparso il 21 luglio 1988.  

“ L’orfanotrofio dei bambini scomparsi” mi risuonarono nella mente le parole di Cassandra.  Decisi di entrare e passai sopra la porta.  All’interno c’era odore di muffa e le pareti che la circondavano erano verdognole.  C’erano delle scale sulla destra, una stanza sulla sinistra e di fronte a me il corridoio. Avanzai. Sulle pareti c’erano dei chiodi. Forse un tempo erano stati appesi dei quadri ma qualcuno li aveva rubati. Quello era ormai un posto dimenticato da dio.

Girovagai un po’ per l’edificio. La cucina era vuota, il frigorifero era stato spostato dal muro e quando lo aprii non trovai nulla. Era ovvio, non c’era corrente. Ma gli armadietti e i mobili erano pieni di biscotti e altre cibarie. Ero perplessa. Viveva qualcuno lì?

All’improvviso qualcuno mi toccò una spalla. Spaventata lanciai un grido e finii con la schiena contro il muro.  Davanti a me c’era una ragazzina, avrà avuto più o meno dieci anni.  Aveva la carnagione chiara. I capelli scuri e mossi le incorniciavano il viso infantile. Due grandi occhi azzurri mi guardavano sorpresi.

- Ciao! Chi sei? – mi chiesi con voce infantile.

- Cloe – sussurrai – Tu chi sei? Sei vera? Sei un fantasma? Perché non ti ho sentita entrare?-.

Lei sorrise a trentadue denti – Sono Lydia. E sono vera, senti! –.  Allungò una mano e mi tocco il braccio, tirandomi un pizzicotto.

- Vedi? – mi chiese. Annuii.

- Non dovrei farlo, ma io so teletrasportarmi – sussurrò come se mi stese confidando un segreto.

Sbattei le palpebre. – Sei una strega? – domandai.

Lei fece di si con le testa. – Come la mia mamma, la mia nonna e il mio bisnonno!- fece orgogliosa.

- Comunque, che ci fai qui?- mi domandò aprendo un armadietto e prendendo una scatola di biscotti.

- Sto cercando una persona – risposi – una certa Kitty –.

Lydia si bloccò mentre morsicava un biscotto e si girò a guardarmi.

- Kitty? – ripeté.

-Si! La conosci? – le chiesi speranzosa.

Lydia non rispose. Mise a posto la scatola di dolciumi e uscì dalla cucina.  Non mi rimaneva che seguirla. La ragazzina tornò all’ingresso e girò a sinistra, verso le scale. Arrivata in cima la sentì parlare con qualcuno.  Dalla stanza più vicina uscì una donna alta, con i capelli e gli occhi scuri.

- Chi è? – chiese subito con voce gelida.

Io mi bloccai. – Sono Cloe Malfoy. Sto cercando una persona. Forse voi potreste aiutarmi. – tentai.

Quella mi squadrò per interno, con aria si superiorità.  Vidi alla poca luce che c’era il suo viso. Avrà avuto più o meno cinquant’anni, come i miei genitori.

- Malfoy – pronunciò ad alta voce con disgusto.

Cominciava a darmi sui nervi. Voleva forse insultare la mia famiglia?  Una voce da dentro la stanza chiamò la donna sul pianerottolo e le disse di farmi entrare.  Nella camera c’era un letto e una signora anziana vi era sdraiata. Lydia sedeva sul letto con lei. Dovevano essere nonna e nipote. Avevano gli stessi occhi.

- Ho sentito Malfoy, giusto?- mi chiese la signora.

- Si, sono Cloe Malfoy e sto cercando una donna di nome Kitty –.

Lydia guardò la nonna che rimase un attimo in silenzio.  Gli occhi della donna si riempirono di lacrime e mi sentii a disagio.

- Era mia madre – sussurrò – Io sono Ebrill, sua figlia -.

Per un momento mi pentii di essermi intrufolati li, in quell’edificio che era la casa di qualcuno.

- Lydia andiamo – fece la donna dietro di me.

- No, voglio rimanere qui – ribatté la bambina.

La madre senza altre parole se ne andò.

- Mi dispiace avervi disturbato, se volete me vado subito…- arretrai verso l’uscita.

- No, Cloe, stai pure. Spiegami, se posso esserti d’aiuto, perché vuoi sapere di mia madre? -.

Così le spiegai di Talim e di Kitty che l’aveva conosciuta e io avevo bisogno di sapere tutto ciò che sapeva. Ma Kitty era morta anni prima, come scoprii.

- Mia madre però mi ha raccontato diverse storie, quando ero piccola – disse – e io stessa conobbi Talim-.

I miei occhi si illuminarono.

- Siediti, e ti racconterò tutto ciò che so –mi invitò Ebrill.

   
 
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