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Autore: Diomache    24/01/2006    3 recensioni
Lei. Dolce, solare, irascibile, maledettamente testarda. E poi c'è lui. Bellissimo, scapestrato, intrigante.
"Rose sente un piccolo nodo allo stomaco e per la prima volta percepisce un disagio con Sean, vorrebbe sentirsi ancora gli occhi di quel tipo addosso, le sue parole, i suoi sguardi, il suo sorriso.
Tom continua a fissarla. E per la prima volta, in vita sua, vorrebbe restare ancora a litigare con lei, a poter godere dei suoi occhi, del suo sorriso arrabbiato.
Rose abbassa gli occhi e si gira, continuando a camminare con Sean.
Tom infila il casco e mette in moto.
Era iniziato un giorno come tanti altri.
Ma né lui, né lei, ora, lo pensavano più."
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<<Negli stessi fiumi scorriamo e non scorriamo, siamo e non siamo

Ciao a tutti,

eccomi di nuovo con l’aggiornamento che, come al solito, è giunto in ritardo.. ma su, non storcete il naso, per farmi perdonare ho allungato il capitolo.. ;-)

come al solito ringrazio di cuore tutti coloro che stanno seguendo la mia storia e ringrazio tutti quelli che continueranno a seguirla, magari anche commentando!

 

Ciao Aly,

grazie.. sono contenta che la mia scelta sia stata condivisa… grazie ancora per i complimenti, come promesso, ecco l’ottavo!!

Un bacio!!

 

Ciao Damynex,

in effetti quello precedente era un capitolo davvero pazzo.. e non hai ancora letto questo.. ;-) ti ringrazio tanto per i complimenti, davvero, non sai quanto mi fanno piacere, Grazie!!

Un bacio!!!

 

Ciao Franca,

grazie mille per tutti i complimenti che mi fai ogni volta, sono contenta che la mia fic ti piaccia, grazie!!!!

Un bacio!!!

 

Buona Lettura,

Diomache.

 

PROFUMO DI MENTA.

 

 

 

CAPITOLO VIII: TU, CHE SEI DIVERSO.

 

 

“Amor ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte che, come vedi, ancor non m’abbandona.” Dante Alighieri. Canto V, l’Inferno.

 

“ti prego…” sussurra la voce, flebilmente. È una voce di donna, ma sembra lontana, snaturata.

“chi sei..?” domanda Tom, con ansia, preoccupazione. “che vuoi da me…”

“ti prego… aiutami…”riprende quella voce. Il ragazzo si volta da parte a parte per cercare di capire da chi possa provenire quella voce, ma niente, intorno a lui c’è solo il buio.

È solo, con la voce.

Inizia a sentire inquietudine, tormento, ed urla, più forte: “CHI SEI? IN CHE MODO POSSO AIUTARTI???”

“salvami…  Tom!!!!! Io non ho colpa in tutto questo, ti prego, salvami!!!!”

Poi giunge alle sue orecchie uno sparo assordante, che sembra percuoterlo in tutta la sua persona.

Ora vede qualcosa: è un’ombra e si trova davanti a lui. Il ragazzo ne percepisce solamente i contorni e sono quelli di una ragazza.

Anche se non riesce a riconoscerla, anche se rimane come un’ombra trasparente, percepisce che la ragazza gli porge la sua mano. Tom la prende ma nell’istante stesso in cui lo fa, vede che la mano della donna è completamente sporca di sangue…

 

È ancora notte fonda quando Tom si sveglia di soprassalto, alzandosi velocemente con il busto dal letto. Ansimante, si mette una mano sugli occhi, cercando di ricacciare nell’oblio dei ricordi quelle immagini maledette. Di nuovo, di nuovo, di nuovo.  Di nuovo quest’ incubo.

Di nuovo la voce della ragazza che gli chiede aiuto e lui incapace di aiutarla. E quella sensazione di angoscia, di impotenza…e per finire l’immagine sfocata della giovane che gli protende la sua mano insanguinata… È sudato e, benché non lo voglia ammettere nemmeno a se stesso, è impaurito dalla ricomparsa improvvisa di quel sogno. “due notti in una settimana…” sussurra e, scostate le coperte, si siede sul letto. Ormai non sa tenere il conto di quante notti ha rivisto quelle immagini, in tutto il mese di dicembre. E ogni volta finisce sempre allo stesso modo, senza nemmeno la macabra possibilità di scorgere il volto della donna che gli chiede aiuto. Un vero tormento.

La sveglia suona improvvisamente, interrompendo i suoi pensieri. Tom accende l’abajoue, poi volge lo sguardo verso la sua sveglia e, con un fare annoiato, la spegne. I suoi occhi si soffermano sul portafoto accanto ad essa: ritrae lui e Rose che sorridono, abbracciati.

L’ha scattata dal cellulare circa due giorni fa, a Central Park.

La vista della ragazza lo fa sorridere e gli dona un po’ di sollievo. Ah, Rose… improvvisamente gli vengono in testa tutte le loro disavventure, le loro risate. Di colpo, la tristezza, l’angoscia di poco prima sembrano svanire lentamente di fronte ai loro ricordi. Si rende perfettamente conto della luce che la ragazza ha portato nella sua vita…

Sospirando, si alza in piedi e sbadiglia rumorosamente: le due. Si dirige verso le tende di seta della propria camera e con un gesto imperioso le distanzia lasciando entrare quella poca luce lunare che filtra tra le nuvole di quel cielo notturno.

Si dirige verso l’armadio, lo apre ed estrae un paio di pantaloni neri e altri indumenti dello stesso colore. Si veste velocemente e con una certa metodicità. Per concludere la sua mise nera, indossa un giubbotto di pelle e gli occhiali da sole, nonostante sia notte fonda.

Apre l’altra anta dell’armadio, poi sposta tutti i vestiti che sono appesi da una parte, fino a non avere nessuno ostacolo visivo tra se e la conclusione del mobile.

Nonostante la stanza sia illuminata solamente dalla debole luce di una lampadina, gli occhi felini del ragazzo notano perfettamente  la piccola fessura ricavata sul legno del mobile.

Le dita di Tom, senza la minima fatica, si introducono in questa fessura e aprono velocemente la piccola apertura. Lo sportelletto che si è aperto dà luce ad una piccola tastiera elettronica composta solamente da numeri. Concentrato, Thomas esegue la combinazione, poi richiude il piccolo sportelletto di legno, sistema di nuovo i suoi vestiti nel modo più naturale possibile e chiude l’armadio. Ora, frettolosamente, scosta il tappeto da un lato della stanza, rivelando la parte del parquet che nascondeva. Alcuni secondi dopo, la parte del parquet, che era ricoperta dal costosissimo tappeto persiano, si abbassa velocemente di qualche centimetro rispetto al resto del pavimento. Su questa superficie compare di nuovo un’altra tastiera numerica che richiede un altro codice. Tom si inginocchia e compone questa nuova combinazione.

La parte del parquet si divide in due e, come le porte di un ascensore, queste due ante si aprono velocemente mettendo in luce il piccolo tesoro del ragazzo: un set completo di armi e oggetti annessi per rapine e furti. Molte delle armi presenti sono nuove nuove: sono parte della partita di armi che Tom ha ingannevolmente  promesso a Jarod.

Si concede il lusso di prendere gli attrezzi più nuovi e le armi più belle per questa sera. Presi gli oggetti che gli interessano, li ripone velocemente nei propri posti parte addosso, parte in una piccola valigia. Preciso come un orologio svizzero fa richiudere il piccolo deposito e ,dopo alcuni secondi di attesa, ricompare il normalissimo parquet di tutti i giorni. Tom riposiziona il tappeto persiano sopra quella che sembra un’innocente porzione di pavimento.

Le angosce del sogno sono completamente sparite, ora si sente attivo, energico. 

Grintoso ed emozionato, attraversa la stanza ed accende il cellulare, proprio come un ragazzo che aspetta la chiamata dell’innamorata con la quale ha un appuntamento. E difatti la chiamata, o meglio lo squillo, gli arriva poco dopo, ma non è l’innamorata: è il tedesco. E non è nemmeno un messaggio d’amore:  è il segnale che tutti sono pronti.

Leggermente agitato ( come sempre, prima di una sortita importante), si precipita fuori dall’abitazione facendo attenzione a non fare il benché minimo rumore e, una volta giunto all’esterno, sale sulla moto e la accende.

In effetti, lui deve andare ad un appuntamento.

Sì, ma con una banca.

 

“ed ora passiamo alle notizie di cronaca nera. È stata rapinata la Central Bank di New York, al centro della città. Il furto è accaduto questa notte tra le tre e quattro. I ladri si sono infiltrati nel circuito della banca riuscendo a disattivare le telecamere di sorveglianza ed hanno portato via quasi cinquecentomila dollari. Gli inquirenti sospettano che si sia trattato di un gruppo numeroso e ben organizzato ma purtroppo la polizia non ha ancora nulla in mano per avere qualche indiziato..”  annuncia la giornalista della BBC, alla televisione.

“che razza di mondo…” sussurra Emily mentre si porta alla bocca un biscotto integrale.

Rose fa il suo ingresso in cucina vestita di tutto punto e, almeno dall’aspetto, sembra di ottimo umore. Tra le braccia regge la nipotina che, anche quella mattina, è venuta a trovarla sotto le coperte e a svegliarla; benché abbia solamente 3 anni, è piuttosto sveglia Novaly..

“ehi, buongiorno!” la saluta Emily con un sorriso. “piccola di mamma! Sei andata dalla zia pure questa mattina…?”

“zia.. pterra.. zia pterra..!” ribatte Novaly scoppiando a ridere. La madre incurva la fronte e Rose spiega, un po’ annoiata. “non fa altro che ridere e ripetere ‘zia pterra’ da quando mi ha visto mentre cadevo…” prendendo la figlia tra le braccia, anche Emily non può fare a meno di ridere. “ehe.. ho una figlia sveglia io!”

“che è successo??” domanda Rose concentrando i suoi occhi verdi verso la televisione. Emily alza le spalle e risponde: “mah.. ogni giorno ne succede una! Questa notte hanno rapinato la Central Bank ..”

“cazzo!- esclama.- e chi è stato?- Emily la guarda con uno sguardo molto palese. – ok, era una domanda scema. Naturalmente gli inquirenti non hanno niente tra le mani bla bla bla e resterà tutto impunito, insomma.”

“come al solito. Tanto più che questa banda di ladri è particolarmente abile e numerosa. Sarà difficile scovarli soprattutto perché pare che debbano per forza essere giovani date le difficoltà fisiche per entrare… sembra che un uomo di mezza età non possa avere un’abilità corporea come quella che invece hanno dimostrato…”

Un’idea assale la ragazza. *e se…* pensa inorridita riguardo la possibilità che a commettere un furto del genere siano stati proprio Tom &CO.. ma no, non può essere. Tom non è un ladro professionista, è un piccolo delinquente, niente di più…* ma si.- pensa poi,- sono proprio una stupida se penso che possa essere stato lui… non è un professionista, lui...* eppure il dubbio c’è.

La sorella maggiore, vedendola così immersa nei suoi pensieri, la riscuote: “ehi, tutto ok?”

“eh? Ah si.. no è che pensavo…”

“ma dove devi andare questa mattina che ti sei vestita di tutto punto?” domanda addentando una fetta biscottata. La ragazza è vestita con un paio di pantaloni scuri e un golfino rosa sopra una camicia bianca. “veramente non è niente di speciale..- replica la giovane legando i capelli in una coda di cavallo.-  comunque vado in facoltà.” risponde lei, abbandonando i suoi assurdi ragionamenti mentali.

“in facoltà il ventisette dicembre??? Non mi dire che ci sono le lezioni perché non ci credo…”

“no, in effetti devo andare a vedere il risultato di un esame. Sono sicura che sono usciti.”

“ah.. e come credi che sia andato?” chiede la donna alzandosi dalla sedia ed iniziando a sparecchiare la tavola.

“bah, secondo me benissimo. Tra il 28  e il 30.”

“caspita, brava! Allora vai, dai, che dopo festeggiamo”

“veramente penso che festeggerò con Tom..” urla la ragazza avviandosi all’uscita. “allora ci vediamo dopo, ok??” urla inserendo la chiave e uscendo dall’appartamento.

Proprio mentre entra in auto, sente il cellulare suonare: è un messaggio.

Con un sorriso tenero dipinto in volto, nota che è Tom . il messaggio dice: ‘pasticcino, ti sei svegliata? La notte mi ha portato consiglio: ho in mente una sorpresa per capodanno… non vedo l’ora di dirtela.. a dopo…’

Alla fine non c’è né uno scontato t.v.b., né un patetico t.a.t.

E Rose gliene è infinitamente grata: non sopporta queste cose.

Con l’animo pieno di agitazione e contentezza, mette in moto.

 

L’uomo aspira il fumo dalla sigaretta e lo soffia via formando una nuvola grigia di fumo che si dissolve subito dopo nell’aria. Con il telecomando, spegne l’apparecchio televisivo, non appena il servizio sulla rapina della banca si conclude. “questa volta hai sbagliato, mio caro ragazzo..” sussurra la sua voce roca mentre i suoi occhi color miele si fissano sull’altro uomo che si trova ad un lato della stanza. Questo si trova in un atteggiamento di dignità, come un sott’ufficiale si comporterebbe con un superiore. L’aspetto distinto che tenta di assumere l’uomo e che lo fa tanto somigliare ad un poliziotto, tuttavia, è completamente smontato dall’enorme cicatrice  che devasta la sua guancia destra. Sì, proprio Sfregio.

La voce di Jarod, rauca e penetrante, torna a risuonare tra le pareti della stanza. “cos’è che ti aveva detto, il galletto, un po’ di tempo fa?”

Sfregio deglutisce e riferisce con reverenza: “le cose stanno così: Thomas  ha detto che non avrebbe accettato alcuna partita di roba. Ha espresso l’intenzione di concordare il tutto solamente con te. Fra quattro mesi.”

Jarod scoppia a ridere e Sfregio, anche se all’inizio non sapeva bene cosa fare, dopo qualche istante scoppia a ridere pure lui. Il volto di Jarod diventa improvvisamente serio e Sfregio si ritrova a ridere da solo. “oh io.. mi scusi.” Balbetta abbassando lo sguardo. È indicibile dire quanti noti criminali abbiamo abbassato il loro sguardo verso terra dopo aver incrociato gli ammalianti occhi color miele di Jarod. Lui, che con i suoi trentaquattro anni di età è capace di governare e dirigere uno dei gruppi criminali più numerosi e temuti di tutta New York. Nessuno si metterebbe contro di lui.

Già, nessuno che non sia Tom. Un passato oscuro e turbolento lega il nostro Thomas al noto criminale. Un passato che Tom stesso ha sempre cercato di dimenticare ma che, anche senza volerlo, riemerge continuamente. Jarod in persona era stato il suo maestro. Un ragazzo più grande che gli aveva insegnato per filo e per segno tutti i trucchetti del mestiere fino a far diventare  Tom, alla sola età di diciotto anni, un criminale provetto secondo solo a Jarod stesso per abilità, e furbizia.

Finché il loro sodalizio non si era incrinato. E si era incrinato con il peggiore dei modi.

Tom aveva solo diciannove anni quando venne a sapere che Jarod da ben due anni faceva lo usuraio con Michael, il suo migliore amico. La famiglia di Michael, infatti, non era mai stata benestante ma negli ultimi tempi, a causa di Jarod, era piombata nel lastrico. Ormai, venne a sapere, non potevano più pagare nulla perché, dopo la morte della madre di Michael, il padre aveva iniziato a bere e aveva perso il lavoro. Solo Michael, con furti occasionali, poteva restituire la somma ma man mano che il tempo passava  gli interessi si accumulavano; nemmeno lavorando tutta la vita per lui Michael avrebbe potuto restituirgli tutto.

Tom, infuriato, ne andò a parlare direttamente con Jarod in persona. Fra i due nacque un diverbio molto acceso ma Jarod sapeva bene come giocare le proprie carte. Chiese a Tom di scegliere, lo mise davanti ad un bivio: la vita del suo amico, o la sua partecipazione alla brigata.

Se Tom avesse scelto di lasciare il suo importante ruolo di “vice” in quell’organizzazione criminale, Michael sarebbe rimasto in vita e non solo: gli sarebbe stato condonato tutto il debito.

Tom non ebbe esitazioni: lasciò Jarod per la vita del suo migliore amico.

Ma da quel giorno i rapporti fra i due non erano mai stati di pacifica indifferenza o di compatibilità.

Jarod teneva d’occhio Tom e Tom teneva d’occhio Jarod. Come due felini che si studiano a lungo, controllandosi attentamente l’un con l’altro prima di attaccare, perché entrambi sanno che lo scontro sarà inevitabile, così Tom e Jarod non smettono di seguire l’uno le mosse dell’altro.

Ma tutto ciò è destinato a durare davvero per poco.

Tom ha volutamente ingannato Jarod promettendogli armi  nuove, mai usate.

E poi lo sfida con un colpo magistrale ove, Jarod sa, gli sono necessariamente servite le armi nuove.

“hai proprio voluto sfidarmi, eh, ragazzino?” sussurra l’uomo. Ormai non possono esistere più mezzi termini, non più. Tom ha fatto la prima mossa, una mossa davvero troppo azzardata.

“questo è l’inizio di una partita, Sfregio.- annuncia l’uomo alzandosi dalla sua poltrona.- un’avvincente partita a scacchi. Immagina che Tom abbia fatto la prima mossa, ora tocca a noi.”

Sfregio annuisce. “dimmi quello che dobbiamo fare, Jarod.”

“oh, non è necessario essere frettolosi.- dice l’uomo aspirando il fumo dal suo sigaro. – vedi, a me non piace giocare agli scacchi, ma se c’è da giocare sai benissimo che non mi tirerei mai indietro. Tuttavia amo le partite brevi, veloci, quelle che si vincono in poche mosse. Ritengo che in un paio di mosse la partita con Tom possa essere vinta e voglio studiare bene la mia azione perché sia decisiva.” Si muove verso la finestra e si mette a fissare il cielo pomeridiano. “per ora voglio che tua sia la sua ombra. Voglio sapere tutto della sua vita, più di quello che sappiamo già.

Tutto, Sfregio, tutto. Ricorda che solo studiando bene il nemico scopriremo il suo punto debole.

E ogni uomo ne ha uno.”

 

“Bocciata!!!! Io, bocciata!!!! Io???? Capisci, Hudson, sono stata bocciata!!!” urla Rose all’interno della sua vettura picchiettando con le dita sul volante, arrabbiata all’ennesima potenza.

“ma com’è possibile che sei stata bocciata? Avevi detto che…”

“è stata una delusione atroce!!- ribatte la ragazza sistemandosi l’auricolare del telefono cellulare.- in tutti gli esami, Hud, ho preso mai un voto più basso di ventotto?? No, te la do io la risposta, no!!! Ed ora sono stata bocciata!!! Oh Hudson…”

“su su non farla tanto tragica…” cerca di tranquillizzarla telefonicamente l’amica anche se sa per esperienza personale che certe sconfitte bruciano davvero. 

“Oh Hud, ma perché non mi capisci??” dice iniziando ad innervosirsi davvero: è rimasta completamente bloccata nel traffico. Pur continuando ad ascoltare la ragazza, inizia a martellare incessantemente le dita sul volante della sua vecchissima auto, mentre aspetta che quel cretino in testa a quella coda enorme di auto si accorga che è comparso il verde. “allora, cosa diavolo aspetta??” urla all’interno nella sua vettura.

“che cosa??” chiede Hudson dall’altro capo del telefono.

“non essere scema, non dicevo a te! Ma guarda questo che roba… è una cosa incredibile!” continua a gridare, questa volta, premendo pesantemente la mano sul clacson. Come una gazzella nella savana che inizia a correre e tutte le altre gazzelle iniziano a correre con lei, subito si scatena un concerto di clacson.

“Rose ma va tutto bene? Non è che ne stai combinando una delle tue?? Guarda che…”

“adesso ci penso io..” sussurra la ragazza. Con una serie di manovre azzardate da ritiro immediato della patente e del mezzo, Rose riesce a districarsi nel traffico, e con un’altra manovra più azzardata delle altre, cerca di rimettersi sulla via principale.  “oh, finalmente.”

“Hud, dicevi??” in contemporanea preme pesantemente la mano sul clacson, ad un tizio che si era dimostrato appena un po’ incerto in uno stop. “che razza di imbranato..” sussurra suonando di nuovo.

“Rose, io direi che è proprio ora scossa che tu ritorni a casa,  non sei d’accordo con me??” dice l’amica con  voce soft e delicata,cercando di convincere Rose a parcheggiare ad un lato della strada e tornare in autobus o in taxi. Purtroppo per lei, le è capitato un paio di volte di trovarsi in auto con Rose quando è così arrabbiata.. sono esperienze che segnano perché non appena scendi dall’auto ringrazi mille volte mille Dio, per essere ancora viva.

Come dire che non ha è mai visto la morte così vicina…

“avanti..- continua Hudson.- cosa sarà mai un esame toppato? E poi il professore ha grandissima stima di te, lo sai benissimo!!”

“mm, non credo che sarà dello stesso parere da oggi in poi..” sussurra Rose svoltando.

“come? E in che senso?- domanda la ragazza, poi intuisce.-  hai fatto una piazzata.”

“certo, Hudson, che ho fatto una piazzata!!- urla.- ah, ma tu non sia perché sono stata bocciata!! Perché un tizio del cazzo, che stava accanto a me, mi ha copiato paro paro il compito!! Il professore naturalmente ci ha bocciati tutti e due!!! Sveglio, eh? Non gli ci è arrivato per niente che un tizio che prende tutti 18 e improvvisamente fa un compito da 30 ha per forza copiato!! No, ha i dubbi, lui!”

“Dai Rose, non generalizzare.. lui nei suoi panni di prof ha fatto quello che è giusto!!”

“coossaaa??” urla svoltando, ma in quel frangente di secondo, non nota un ragazzo sulla trentina che sta attraversando…Subito pianta il piede sul freno e l’auto si ferma, ad un centimetro dalle gambe di lui. Il ragazzo, un giovane alto, moro e veramente affascinante, si volta subito verso di lei fissandola con i suoi grandi occhi neri.

Rose non può fare a meno di fissarlo essa stessa, mentre ansima, spaventata lei per prima.

 “pronto, Rose, ci sei??” domanda incessantemente la ragazza, allarmata dalla brusca frenata che ha sentito, “Rose??”

ma la ragazza è come paralizzata, immobile, con le mani che ancora stringono il volante e i suoi occhi verdi che non smettono di lasciare quelli neri ed abissali del pedone. Finalmente recupera un po’ di autocontrollo e distoglie lo sguardo dal ragazzo che, invece, continua a fissarla. Dopo il primo attimo di smarrimento, la ragazza rialza lo sguardo e si accorge che il bel ragazzo moro la sta ancora fissando. Poi, fortunatamente, il giovane continua ad attraversare, distogliendo i suoi occhi da lei. Rose lo segue con lo sguardo; avrebbe voluto scusarsi ma quello sguardo così magnetico, inquietante quasi, le aveva come serrato la gola. Perché l’aveva fissata in quel modo?

“ROOOSSEE!!!!!!” urla Hudson al telefono,  così forte che la ragazza sobbalza letteralmente sul sedile, battendo, tra l’altro, il capo contro la volta dell’auto. “Hudson, ma cosa cazzo urli????????” ribatte riprendendo a guidare.

“Oh, finalmente rispondi! Mi stavo preoccupando, non rispondevi più!!!”

“ho quasi investito una persona…” risponde lei, poi toglie l’auricolare e lo appoggia sul cruscotto dell’auto. Hudson a volte  è troppo prevedibile: di lì a pochi secondi ,infatti,l’amica inizia ad urlare in una maniera così ossessa che Rose capisce benissimo quello che dice nonostante l’auricolare del telefono sia distante da lei. Si complimenta con se stessa per averlo tolto in tempo, prima che le urla della sua amica le spappolassero il timpano.

Finalmente la loro conversazione si conclude e in maniera decisamente più soft.

“cerca di arrivare a casa sana e salva!!” le raccomanda  l’amica.

“ci proverò.” Risponde statica, lei.

“e.. dimmi un po’.. con Tom?”

“va tutto bene. Avrei dovuto chiamarlo, dopo pranzo, ma ero così furibonda che rischiavo di litigare pure con lui. Questa mattina si è fatto sentire lui con un sms.. mi ha detto che ha in mente una sorpresa per Capodanno..”

“wow, beata te… vi vedete questa sera?”

“sì, adesso ci vediamo da Diana..”

“ma non avevi detto che la sua famiglia non sa nulla e quindi…”

“certo ma noi abbiamo un modo tutto nostro di vederci..” le due si salutano e la ragazza ripone a posto l’auricolare, proprio mentre sta parcheggiando. E quest’azione le costa un ‘piccolo contatto’ con una macchina rossa dietro di lei.  “orca miseria, oggi tutte a me, eh?????” si lamenta uscendo e guardando l’auto leggermente ammaccata. “magari non se ne accorge..” dice ad alta voce, poi, però rientra nell’auto, afferra un post-it  e una penna. Ci scrive qualcosa su poi lo appiccica sul vetro della macchina, incastrandolo con il tergicristallo.

Magari il proprietario dell’auto non avrebbe gradito quella piccola ammaccatura, ma il suo foglietto con su scritto “mi scusi, pagherò i danni” seguito dal suo numero di cellulare, quello sicuramente sì.

 

 

“attenta..- sussurra Rose indicando l’errore nel calcolo.- guarda un po’ qui se va tutto bene?”

“ah no, è vero..” esclama la ragazzina picchiandosi leggermente il capo; la lezione riprende.

Né Diana né altri in casa sanno di lei e Tom e sarebbe meglio che continuasse ad essere così. Se ciò arrivasse alle orecchie di Nick, probabilmente la licenzierebbe pensando che Tom la tiene lì solo per farsela, detto in termini concreti. E Rose non vuole assolutamente perdere quel posto.

Però, sapere di trovarsi sotto lo stesso tetto e di non potersi scambiare nemmeno un bacetto, è un’idea disarmante per entrambi i ragazzi.

A mali estremi, estremi rimedi. Ed estremi sotterfugi.

Come fanno?

Stranamente, quando Rose arriva a casa Bishop, Tom non è mai in casa.

Lui arriva, puntualissimo, alle sette precise. Ma non entra in casa o, almeno, non lo fa passando per l’ingresso principale. Alla stessa ora, inspiegabilmente, a Rose esce così tanta pipì che deve interrompere la lezione. E l’ora è talmente precisa che quel giorno Diana guarda l’orologio e stupita le ricorda: “ma Rose.. sono le sette..”

“si.. abbiamo ancora un’oretta, poi se vuoi, possiamo fare un gioco insieme..”

“no, dico, sono le sette. La pipì?”

La bocca di Rose si apre per lo stupore e ridendo si alza in piedi. “si, hai ragione.. la pipì..” dice imbarazzata e divertita mentre si dirige in bagno. Incrocia per il corridoio la peruviana che la osserva mentre si dirige verso quella stanza. 

Grams le si avvicina e la donna commenta: “puntuale come un orologio svizzero…”; l’uomo annuisce.

Rose entra e non appena la porta del bagno si richiude alle sue spalle, sente due braccia forti stringerla da dietro. Scoppia a ridere, ma la mano di una persona che conosce fin troppo bene, le serra le labbra per evitare che qualcuno senta simili schiamazzi.  “shh” le intima il ragazzo con fare suadente mentre le sue labbra accarezzano leggermente la guancia della giovane. La libera con delicatezza e subito la donna si gira per guardarlo negli occhi, le sue mani che ancora la abbracciano. “mi sei mancato tanto..” dice lei baciandolo con passione e slancio. Tom risponde al bacio e quando devono staccarsi le mormora: “tu di più..”

Rose ride di nuovo e questa volta Tom con lei.

Grams e la peruviana si avvicinano alla porta del bagno.

La peruviana appoggia l’orecchio alla porta, dicendo sconvolta.-: “hai sentito?? sta parlando con qualcuno..”

“che sia schizofrenica?” propone Grams con aria seria. La peruviana sbuffa a quell’idiozia.

Grams se la prende: “hai altre idee?? –dice seccato.- chi potrebbe..”

La peruviana gli fa segno di tacere: “la signorina Sandecker è entrata in bagno e la porta si è chiusa. Ma qualcuno potrebbe essere entrato prima..”

“ma lei sarebbe uscita vedendo che c’era qualcuno!! Chi potrebbe accettare di dividere il bagno con qualcuno mentre si fa la pipì!!!!”

La donna sbuffa e alza gli occhi al cielo: “ho motivo di credere che qualcuno, in questa casa, ami tali spettacoli…”

Grams alza le sopracciglia, stupito, e i due continuano ad osservare la porta del bagno.

Rose e Tom si staccano, le loro labbra sembrano infuocate, almeno quanto i loro corpi.

“allora, pasticcino, come è andata la giornata?”

“mm, non me ne parlare!!! Sono così nervosa che prenderei a pugni qualcuno!!”

“e che ti è successo?”

“ti metterò a parte dei dettagli successivamente, per ora ti basti sapere che ho litigato con un professore, quasi preso sotto un pedone e abbozzato una macchina..”

Tom ride e, accarezzandole i capelli, afferma: “be, allora credo che dovremo cambiare i nostri piani.- all’espressione interrogativa della giovane risponde dicendo- avevo un programmino romanticissimo per questa sera, ma forse è meglio che me lo conservi per quando sei.. diciamo.. più mansueta…”

“e.. allora che progetti hai per questa sera??”

“ho il piano B.. una cosa che prima avevo scartato ma ora la sto riprendendo in considerazione.. perché ti assicuro che potrai scatenarti quanto vuoi.. anzi, devi scatenarti.. “

“mm.. mi piace..- sorride lei.- che cos’è?”

“una sorpresa..- risponde lui.- tu vestiti sportiva e mangia poco a cena. Ti passo a prendere alle otto e mezza…”

“va bene…”sussurra lei, eccitata dal fascino incredibile che il ragazzo e le sorprese, hanno su di lei. 

Diana controlla l’orologio: questa pipì è ogni giorno più lunga!

Il ragazzo le accarezza i capelli. “forse è meglio che tu vada.. quindici minuti per un po’ di pipì mi sembra eccessivo..” Rose sorride maliziosa, accarezzando il viso dai lineamenti perfetti dell’amato.

 “lo so, lo so.- lo rassicura lei con un casto bacio sul collo.- ci vediamo dopo..” Rose sorride candidamente ed esce dal bagno.

Tom inspira ed espira due o tre volte, poi apre la porta-finestra del bagno ed esce.

La peruviana e Grams osservano la ragazza uscire dal bagno; atteso qualche secondo, entrano con aria circospetta nel bagno. La donna, insospettita dal fatto che la ragazza non abbia tirato l’acqua,  controlla il wc e quasi costernata, osserva: “ma non ha fatto nulla!!!”

“ormai possiamo essere sicuri che si incontra con qualcuno” dice Grams in tono grave. “il giardiniere!” propone.

La peruviana storce il naso: “è un bell’uomo ma la signorina è molto più giovane..”

“sarà di sicuro Oliver ,allora.. quel muratore ancora deve finire il proprio lavoro e..”

“ma per favore! Quel vecchiaccio! No, deve essere qualcuno bello e giovane come lei altrimenti…” La porta di casa si apre e sbatte con forza. “sono a casa.” la voce di qualcuno a loro molto noto.

La peruviana e Grams si scambiano un’occhiata perspicace e molto eloquente: Tom!

 

“ma dove mi stai portando?”

Domanda Rose a bordo della moto nera di Tom che continua a sfrecciare velocemente per le strade di New York. Tom sorride e si fa vago: “in un bel posto..”

La ragazza si stringe al corpo del ragazzo. Come promesso, si è vestita molto sportiva e a cena ha mangiato poco più di un’insalata e un po’ di frutta. La sua coda di cavallo castana è agitata dal vento mentre la ragazza è coperta da un pesante piumino rosa, sotto il quale è vestita con una tuta nera. Nota che anche Tom è vestito in maniera sportiva… la sua mente inizia ad elaborare una infinita possibilità di ipotesi, tutte congetture mentali che si infrangono non appena la grande moto  si arresta di fronte al palazzotto dello sport e i due ragazzi smontano. Gli occhi verdi ed estremamente curiosi della giovane si fissano sull’edificio. “allora?” domanda. “ti prego, dimmi qualcosa…”

Tom si toglie il casco e con la sua solita espressione bastarda, domanda: “sai giocare a basket?”

Entrano nel grande edificio in cui rimbomba il rumore di palleggi effettuati da alcuni ragazzi.

“ehi ragà..- inizia Tom per attirare la loro attenzione.- ho trovato il quinto giocatore!!!!”

In due minuti Rose si trova addosso gli occhi del trio che sta palleggiando con il pallone da pallacanestro. Il più carino dei tre le rivolge subito la parola in una maniera che definire cordialmente sarebbe davvero una battuta: “che???? E quella saprebbe giocare a basket, ma fammi ridere, dì Tom, fa parte del premo, eh? insieme ai cinquecento dollari che si becca  la squadra vincente c’è pure lei..???”

Dice tirando il pallone da basket verso la ragazza che, però, sotto lo stupore generale, lo stoppa in maniera lucida e professionale.

Tom fa per dire qualcosa ma la ragazza lo ferma subito, posando la propria mano sull’avambraccio del ragazzo, quindi appoggia il pallone a terra. Sorride cordialmente come se Harry le avesse fatto un complimento e si avvicina a lui con un sorriso gentile. Arrivata ad un passo dal ragazzo (che la osserva con una certa aria di superiorità) , però, il suo sorriso luminoso si spegne di botto e, quasi in contemporanea, la sua mano destra scatta verso la guancia di Harry, in un poderoso schiaffo che lo fa voltare dall’altra parte.

Tom soffoca una risata.

Harry si volta immediatamente, arrabbiato e sorpreso da quel gesto inaspettato.

“puttana lo dici a..”

“ma io non vi ho ancora presentati!- si intromette elegantemente Tom, affiancando i due.- Rose, loro sono Harry, Michael e Dawson. Raga, lei è la mia ragazza, Rose.”

Harry si muove subito per scusarmi, ma Rose (con un sorriso vero, stavolta) lo interrompe dicendo dolcemente. “dai non fa niente. Scusami tu per… a volte me la prendo troppo per tutto..”

“azzo, Tom!” si intromette Michael un ragazzo alto dall’aspetto buffo e dalla chioma riccia “ti sei trovato una gran bella ragazza…”

Dawson avvicinandosi, sottolinea la sua approvazione con un fischio. “senza dubbio.”

“sì, adesso non riempitemi di complimenti perché temete di fare la stessa fine di Harry, però!”

il quintetto scoppia a ridere allegramente, cancellando il piccolo momento di disagio creatosi.

“davvero tu sai giocare a basket?” domanda Dawson appoggiandosi con il gomito alla spalla della giovane. Tom non gradisce affatto la sua vicinanza e lo fa capire all’amico con un’occhiata molto eloquente: Dawson recepisce e si allontana leggermente.

“io vado matta per lo sport in generale e, sinceramente, ci sono poche attività che non so fare…”risponde Rose, candidamente, sotto lo sguardo di quei ragazzi che la osservano come se  fosse un’apparizione celestiale.

“contro chi giochiamo?” domanda.

In quell’istante la porta del palazzetto si spalanca ed iniziano ad entrare un sacco di ragazzi dall’aspetto non propriamente innocuo. *che ceffi..- pensa la ragazza sorridendo. – se Emily mi vedesse qui con loro, le prenderebbe un infarto..* in effetti, i ragazzi sopraggiunti sembrano davvero appartenere ad un clan di delinquenza. *vergognati, Rose.- si rimprovera.- non si giudica mai dall’ aspetto!* ma subito dopo, in seguito ad un’altra occhiata, riflette sul fatto che, comunque, non sono agnellini ed angioletti. Anzi.

Uno di questi scapestrati, pieno di orecchini e tatuaggi, si avvicina a Tom con fare confidenziale e gli dà una pacca sulle spalle. *e ti pareva che non lo conosceva, lui..*  pensa, irritata… chi sa quanti tipi così conosce il suo ragazzo.. I due chiacchierano animatamente tra di loro e pattuiscono sul premio del vincitore: come aveva anticipato Harry, è di 500 dollari.

Alcune ragazze appartenenti al gruppo appena entrato si avvicinano a Rose, osservandola come se fosse un esemplare raro di una specie in estinzione: la specie delle ragazze senza tatuaggi invasivi e senza orecchini sparsi per il viso. La specie delle ragazze con i capelli che non sono tinti totalmente e gli occhi che non sono colorati dalle lenti. Una specie davvero rara, in effetti.

“ehi… e te chi sei?” chiede una di loro con i capelli corti, sparati in aria e dal colore blu intenso.

“Rose, piacere.”

“chi ti sbatte?” domanda un’altra avvicinandosi a Rose. Il sorriso della ragazza si spegne subito. “prego?” chiede, augurandosi di aver capito male.

“chi ti sbatte?- ripete quella.- chi ti porta a letto??” a Rose iniziano a formicolare le mani ma fa appello al suo autocontrollo.. al suo famosissimo autocontrollo. “il mio ragazzo è Tom.” Risponde.

“diamine…- commenta un’altra.- m’hanno detto che ci sa fare…”

“sì, infatti un giorno mi sa che ci vo a letto pure io..” concorda quella dai capelli blu.

“carine, non so se avete capito..- si intromette la giovane, iniziando ad innervosirsi.- ma Tom sta con me.” conclude puntando il pollice verso se stessa.

“e allora?- domanda un’altra appena arrivata. – e per quanto poi?”

“già per quanto?- ripete una- le storie di Tom non durano più di un mese…Tom gioca con tutte, adesso sta giocando con te. Quando si stancherà del tuo..- si sofferma un attimo ad osservare il fisico ben proporzionato e slanciato di Rose.- corpicino… ti lascerà, è normale…”

“non è vero.- si oppone Rose con sicurezza.- io e Tom ci amiamo..”

“tze!- risponde una con i capelli color arancio.- Tom e l’amore non vanno d’accordo..”

“già, sono su due binari diversi! Tesoro…- dice prendendo Rose sottobraccio.- guardati intorno.. ti sembra che Tom sia il tuo principe azzurro?? Queste sono le sue amicizie, questo è l’ambiente che frequenta…non farti troppe illusioni, io lo dico per te. Molte c’hanno sofferto davvero tanto.”

“già.- commenta quella con i capelli blu.- Tom è il classico bastardo di cui non bisogna innamorarsi..”

“Ehi Rose!” il diretto interessato arriva proprio in quel momento, sottraendo la propria ragazza da quel turbine di cattivi pensieri ed dubbi atroci. “Rose, tutto bene?” La ragazza solleva il viso da terra e sorride debolmente. *e se avessero ragione…?* pensa. Tuttavia scaccia immediatamente quei cattivi pensieri: i loro baci, le loro effusioni.. non può essere tutto finalizzato a portarsela a letto.. non può essere.. non deve essere…

“Rose parlo a te, ci sei????”

“sì… si, dimmi..” risponde lei, scacciando definitivamente quelle congetture dalla propria mente.

“và a cambiarti, giochiamo contro di loro..” Tom indica un gruppetto di cinque ragazzi alti come colossi.

“mm.- commenta lei.- mi sembra di trovarmi sul seti di ‘Speace Jeam’ solo che noi non abbiamo Michael Jordan..” Tom scoppia a ridere poi, senza alcun preavviso, le prende il viso tra le mani e le bacia affettuosamente le labbra. “sono contento che tu sia qui..” sussurra.

“non mi hai dato molta scelta, mi pare..” risponde lei, ironica. “ma hai avuto una bella idea.. giocare a basket mi rilasserà..”

“ben detto!! ti voglio grintosa ed arrabbiata!!” A Rose, quella sera, non mancano certo motivi per essere grintosa e soprattutto per essere arrabbiata. Tom lo afferra subito e, scherzando, dice. “magari più che grintosa che arrabbiata..”

 

Le due squadre sono schierate e l’arbitro è un tizio sulla cinquantina che sembra davvero non entrarci nulla né con un gruppo né con un altro. Osservandolo, Rose nota che sembra quasi un tizio comune, normale. Tom sorride lanciando un’occhiata all’arbitro e poi a Rose. Sa che la ragazza è pervasa da un forte istinto moralista e , ripensandoci, ha fatto proprio bene a non svelarle che l’arbitro è un vero arbitro del mestiere che, non avendo voluto accettare inizialmente, era stato rapito e minacciato con un coltello alla gola. No, Rose non avrebbe capito.

La ragazza si aggiusta i lacci delle sue scarpe da tennis mentre il suo cuore, come sempre prima di ogni competizione, inizia ad accelerare. È vestita con una maglietta a giro manica grigia e i pantaloni neri che le arrivano più o meno al polpaccio; Tom le aveva assicurato che il locale sarebbe stato ultrariscaldato. In effetti dentro il palazzetto è davvero molto caldo e anche gli altri componenti delle due squadre sono vestiti con abiti leggeri, per lo più magliette a maniche corte e pantaloni che nemmeno arrivano alle ginocchia. Intanto che aspetta il fischio iniziale, Rose si fa parecchie domande:come hanno fatto a noleggiare il palazzetto,per esempio, a trovare un arbitro… ma dato uno sguardo al pubblico che sta sulle tribune e ai loro avversari, si convince che è molto meglio non saperle affatto, certe risposte.

Ripensa agli avvertimenti che le hanno dato Tom, Dawson, Harry e Michael. Il loro, non è il basket che si vede in tv, che si studia nei manuali di ed. fisica o che si applica come sport. Giocano a basket, ma non ci sono falli, ammonizioni. Sono ammessi spintoni, sgambetti, pugni.

*speriamo bene…* pensa la giovane.

Finalmente il fischio iniziale: la partita comincia.

L’abilità di Tom, c’è da dirlo, non ha eguali;  sembra proprio un ghepardo  che sfreccia da  una parte e l’altra del campo cimentandosi in palleggi, tiri, stoppate e canestri così perfetti e professionali, da far venire i brividi. Ma anche gli altri se la cavano bene, soprattutto quelli della squadra avversaria. Rose, tra quella bolgia di malfamati,  è proprio  simile ad  un angelo finito per caso all’inferno; un angelo, comunque, che in ogni caso si dà da fare. La sincronia e l’empatia tra lei e Tom è percettibile in maniera straordinaria. In qualsiasi punto del campo si trovino, i loro sguardi riescono sempre a trovarsi e a capirsi al volo e, dato che non ci sono schemi né playmaker, né guardie, né pivot , né ali, a fare la differenza è proprio quel capirsi al volo, quell’ anticipare le mosse dell’altro.

La partita è nettamente a favore di Tom &Co e questo sta iniziando ad innervosire parecchio gli avversari che iniziano ad adoperare molta più violenza nel loro gioco.

Rose riceve elegantemente un lancio da parte di Dawson , rubando il pallone all’avversario, proprio sotto il suo naso. Quello, infastidito, le si avventa contro con una spallata che la fa cadere a terra.

La giovane non fa neanche in tempo a rendersi conto di trovarsi a terra che, appena rialzati gli occhi, vede Tom , incazzato come una bestia, che urla contro il ragazzo che aveva avuto l’ardire di alzare un dito contro la sua ragazza. Se il primo pensiero di Rose è “vai, Tom, spaccagli la faccia!!” subito dopo il suo buon senso viene a galla e, rialzatasi, si mette tra i due. “ehi, Tom dai..-  sorride al ragazzo con quel sorriso che, da solo, sarebbe capace di far sospirare chiunque.- non è il caso, non mi sono fatta niente, davvero..”

Tom si acquieta quasi subito e annuisce, dopo averle regalato un bacio in fronte.

La Lucia della situazione che calma un Renzo facile all’ira.

Sì, ma se al personaggio Manzoniano servivano promesse, lacrime e preghiere per convincere il focoso ragazzo a non uccidere don Rodrigo, a Rose, per tenere sotto controllo gli impulsi omicidi dell’amato, basta solamente un sorriso. Come Elena che, nonostante abbia fatto sputare sangue a Menelao e famiglia per ben 10 anni, alla fine riesce a non farsi uccidere semplicemente slacciandosi il vestito..

Tutta questione di fascino, forse.

Molti canestri dopo, la partita termina e, com’era annunciato, i vincitori sono proprio Tom e l’allegra brigata.

“IUU!” urla la ragazza saltando tra le braccia dell’innamorato. Il quintetto si scambia abbracci e complimenti sotto gli occhi invidiosi e incavolati degli altri, comprese le smorfiose piantagrane.

Incassato il premio (anche Rose prende la sua parte, ovviamente) il gruppetto si congeda e, dopo essersi cambiati e coperti, i cinque ragazzi si ritrovano proprio all’entrata del palazzetto ove c’è un gran viavai di motorini, moto ed auto che partono sollevando un mare di polvere.

“sei stata mitica, Rose.- si complimenta Michael.- giochi veramente bene..”

“grazie, ma la verità è che siete tutti davvero molto bravi…”sorride la giovane, stringendosi a Tom, in groppa alla moto nera e rabbrividendo per lo sbalzo di temperatura tra dentro e fuori.

“ok, raga, allora alla prossima, ok?” si congeda Tom e, dopo una marea di saluti, la loro moto parte per la volta di una destinazione sconosciuta. “ti sei divertita?” le chiede Tom mentre guida.

“moltissimo.- risponde lei.- ora mi sento meglio.” Il ragazzo sorride, contento di aver saputo trovare quello che bisognava a Rose, questa sera.

I due giungono nei pressi di casa Sandecker, ma la moto di Tom non prosegue verso l’abitazione di Rose, bensì devia verso un piccolo parco che entrambi conoscono e chiamano con il nome di “Parco dei Diamanti.” Rose corruga la fronte vedendo quella novità, ma non dice nulla. Il suo ragazzo ha sempre il potere di stupirla, qualsiasi cosa faccia..

La moto si arresta e i due giovani smontano. “perché mi hai portato qui??” domanda la giovane sospirando.

“perché devo dirti la sorpresa del nostro capodanno, no?” sussurra Tom, sapendo benissimo, il bastardo, di accenderla all’ennesima potenza, con tutti questi misteri.

Mano nella mano, i due giovani si addentrano nel piccolissimo ritaglio di verde del quartiere e, su iniziativa di Rose, si siedono su una panchina. “allora???” domanda la giovane, tutta emozionata.

Per un attimo, e non sa bene perché le vengano in mente questi pensieri proprio ora, le tornano in testa le parole di quelle streghe. Il suo sorriso si spegne leggermente ed osserva Tom, che sta cercando qualcosa nel suo borsone, con occhi diversi, che si sforzano di essere i più oggettivi possibile.

*Tom ma mi ami davvero??? Oh, ti prego non puoi prendermi in giro… * pensa e viene risvegliata da quell’oblio di tristezza solo dalle parole dello stesso ragazzo che, avvicinatosi a lei, le sussurra:

“voglio che l’anno che sta per iniziare sia il più bello della mia vita.. quindi, perché non iniziarlo nel migliore dei modi?- Rose, anche se un po’ intristita dai suoi dubbi, pende letteralmente dalle sue labbra.- chiudi gli occhi.”

Emozionata, la ragazza obbedisce.

Tom ne approfitta per baciarla qualche istante poi, raccomandandole di nuovo di non aprire le palpebre, le mette qualcosa in mano. “aprili, ora.”

Gli occhi verdi di Rose si spalancano quasi subito e si trovano vicinissimi a quelli azzurri del suo ragazzo. Dopo qualche attimo, abbassa lo sguardo per vedere cosa ha in mano.

Non può crederci.

“UN BIGLIETTO AEREO DI ANDATA PER… PARIGI????” urla la ragazza alzandosi in pedi, al colmo della felicità.

“una settimana a Parigi.- spiega il ragazzo.- io e te.. a Parigi.. che ne pensi??”

Rose si maledice per tutti i suoi orridi dubbi.. quale ragazzo le proporrebbe una cosa del genere se non spinto dall’amore??? Urla di gioia e subito vola tra le braccia dell’amato, stringendolo con tutta la passione e la foga di cui è capace. Tom contraccambia l’abbraccio con slancio.

“Ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo!!- dice Rose a raffica, continuando a stringerlo forte. – sarà l’inizio di anno più bello della mia vita!!!” conclude staccandosi da lui per poterlo osservare negli occhi.

“ho avuto una bella idea, allora..” sussurra Tom ad un passo dalle sue labbra.

La giovane non trova altro modo di rispondergli se non baciandolo appassionatamente. Dopo una buona dose di effusioni, baci, carezze, i due ragazzi rimangono ad osservarsi, muti, entrambi persi l’uno  nello sguardo dell’altra. È Tom ad interrompere quel silenzio carico di complicità e lo fa mentre le accarezza i capelli, con uno sguardo così dolce che farebbe sciogliere il polo nord.

“ti amo, pasticcino…”

Rose sorride e, anche se non vorrebbe, una lacrima di gioia scivola via dai suoi bei occhi verdi.

 

 

Fine ottavo capitolo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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