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Autore: paffywolf    01/04/2011    4 recensioni
Come sarebbe potuta finire la storia tra Rachel e Jesse? E cosa è successo a lui dopo la vittoria alle Regionali dello scorso anno?
Io l'ho immaginata così...
[La trama non tiene conto degli eventi successivi alla puntata 2x16]
[St. Berry pairing - cenni Sam/Quinn]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessie St. James, Rachel Berry | Coppie: Jessie/Rachel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1. Phonecall
 

«E adesso, su richiesta di un nostro radioascoltatore, trasmettiamo una canzone che sicuramente ha accompagnato tante, tantissime storie d'amore. E' "Hello" di Lionel Richie. Enjoy!»
 

Sdraiata sul letto, chiusi gli occhi e iniziai a cantare con un mezzo sorriso in volto. Un'ondata di ricordi: sorrisi felici, baci e parole dolci sussurrate all'orecchio; e soprattutto canzoni, infinite canzoni cantate insieme.

Prima ancora di accorgermene, le lacrime che tentavo disperatamente di trattenere fuoriuscirono senza ritegno. E in quel momento ringraziai il cielo di essere in camera mia, senza nessuno al quale dover giustificare quella improvvisa crisi di pianto. Alzai ancora di più il volume della radio: i vicini si sarebbero di nuovo lamentati, ma a me non importava. Avrei fatto qualunque cosa pur di coprire i singhiozzi.

Il cellulare iniziò a vibrare sul comodino. Senza neanche leggere chi stesse chiamando, tirai su col naso e risposi:

"Qui Rachel."

"Non credevo avresti risposto." Riconobbi all'istante la sua voce.

Le lacrime iniziarono a scendere ancora più copiosamente, ricoprendo di piccole macchie il cuscino che stringevo al petto.

"Cosa vuoi?" cercai di balbettare, la voce rotta dai singhiozzi.

"Niente. Solo sapere come stai..." disse lui, la voce carica di apprensione.

"Sto benone, non lo senti da te? Non senti la mia voce carica di gioia?" gridai, in preda all'isteria.

"Shhh, calmati. Non urlare in questo modo. Sai che non fa bene alle tue corde vocali." disse lui, tentando di sdrammatizzare.

«'Cause I wonder where you are, and I wonder what you do... » intonava la radio.

Tentai di sciogliermi dall'assurda posizione rannicchiata in cui mi trovavo, di abbassare il volume della radio, di sbattere il telefono in faccia a Jesse. Ma il dolore mi aveva paralizzata e senza alcun motivo iniziai a cantare quegli stessi versi che mesi prima avevamo intonato insieme, seduti l'uno accanto all'altra in un negozio di musica.

"Are you somewhere feeling lonely? Or is someone loving you?" intonai io meccanicamente.

"Lionel Richie? " chiese lui.

"Non sono riuscita a cambiare stazione radio in tempo. E adesso eccomi qui, a piangere come una stupida e ad ascoltare le tue fandonie." dissi, tentando di trattenere i singhiozzi.

"Scusami, avrei fatto meglio a non chiamarti. Ma ascoltavo la radio anch'io e quando ho sentito la canzone non ho potuto fare a meno di comporre il tuo numero. Mi dispiace di averti sconvolta in questo modo, dico davvero." sussurrò mestamente. Sembrava sincero. Ma una persona come lui poteva davvero esserlo?

Every now and then I get a little bit lonely and you’re never coming around.” intonò lui. Total Eclipse of the Heart, un'altra canzone cantata insieme.

“Every now and then I get a little bit tired of listening to the sound of my tears.” gli risposi io, mentre sul mio volto compariva un involontario sorriso. Inspirai profondamente mentre asciugavo le ultime lacrime che mi solcavano le guance.

“Anche io sono stanco di sentire il suono delle tue lacrime, Rachel. E mi dispiace di esserne stato la causa. ”

“Perché dovrei crederti? Dopo tutto quello che mi hai fatto, dopo tutto il dolore che mi hai causato come puoi anche solo pensare che io possa credere a ciò che dici?” ribattei io, glaciale.

“Voglio vederti un'ultima volta. Poi sparirò definitivamente dalla tua vita, se questo è ciò che vuoi. Ma ti prego, lascia che venga da te.”

“Quando?” chiesi io, senza riflettere sulle conseguenze che quella domanda avrebbe provocato. Vedere Jesse? Ero forse diventata masochista?

“Anche subito, se vuoi. Sono tornato a casa dai miei in questi giorni, approfittando del break di primavera. Posso essere da te in pochi minuti, dipende da te...” La voce di Jesse si era ridotta ormai quasi a un farfuglio sussurrato con un sibilo di voce. Dove era finito il ragazzo che mi aveva spezzato il cuore, spavaldo e sicuro di sé? Iniziai a attorcigliare le ciocche dei capelli attorno alle dita, cercando un modo per uscire fuori dalla fossa in cui mi ero sotterrata. 3 metri sottoterra, per la precisione.

“Vieni ora.” dissi rapidamente, poi chiusi il telefono. In che razza di situazione mi ero cacciata?

Continua...

   
 
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