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Autore: Loveless    03/04/2011    0 recensioni
"Questo è ciò che sono
Un escapista, cercatore del paradiso..."

Prima dell'inizio della battaglia per la fine del mondo, durante il suo corso e dopo il suo epilogo, Seishirou Sakurazuka racconta tutto ciò che è rimasto in ombra.
I ricordi all'epoca di Tokyo Babylon, il legame che lo unisce a Subaru e a Fuuma, la sua "normalità", il suo desiderio...
E, forse, chi realmente lui sia.
Genere: Dark, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hokuto Sumeragi, Fuuma Monou, Seishiro Sakurazuka, Setsuka Sakurazuka, Subaru Sumeragi
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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"Tearing off the mask of man
The Tower my sole guide
This is who I am
Escapist, paradise seeker
Farewell now time to fly
Out of sight, out of time, away from all lies"



Io e Subaru ci lecchiamo le ferite a vicenda, in questi ultimi giorni. Sono troppe perché sia possibile contarle con precisione, perciò ci limitiamo a scoprirle e a ricucirle il meglio possibile. Le sue ultime vestigia di rabbia e di odio si cicatrizzano superficialmente; ma non mi concede di vedere se all’interno siano guarite del tutto. Credo che non lo faranno mai. Parliamo di Tsubaki-sama, ma anche di Hokuto-chan. Posso distintamente vedere il colpo al cuore di Subaru, quando comincio a parlare di lei, ma nessuna lacrima. Forse è possibile pensare al passato come qualcosa non più di malato, ma di sereno. Forse era questo che Hokuto avrebbe voluto per il suo adorato gemello: dei ricordi purificati dal rancore e dal tempo trascorso.
- Non posso tornare da Kamui, - mi dice Subaru, un pomeriggio. Ricambio lo sguardo. So che si riferisce al Kamui dei Ten no Ryu. So che soffre molto per questo abbandono, ma preferisce lasciare lui piuttosto che lasciare me. Ancora non sono riuscito a comprendere bene la reale portata dei sentimenti di quest’uomo.
- Non puoi – ripeto io.
- Non sono più un Ten no Ryu. Non ho più interesse a combattere – riprende lui, dopo qualche secondo di silenzio.
- Subaru-kun, nessuno dei due ha mai avuto interesse a combattere la guerra. Noi volevamo solo la nostra battaglia. Immagino che Kamui lo sapesse bene quanto lo sa il nostro Kamui.
- Lo sa.
La domanda rimane nell’aria. Io sono il Sakura, ormai, e so che Tsubaki-sama non mentiva. Nella testa c’è un martellio incessante che chiede di rompere le mie difese e di liberarmi per sempre. Lo respingo ogni volta, ma sono troppo debole. Senza un Sakurazukamori, non potrò resistere a lungo. So che cosa devo fare.
Kamui non è sorpreso, nel vedermi arrivare senza Subaru. Ci siamo visti poche volte, per non più di qualche minuto, in questi giorni. Lo trovo da solo, nella sala vuota, seduto sul suo trono improvvisato con la Shrinken appoggiata ai suoi piedi. Il tempo sta per scadere anche per lui.
- Seishirou-san. Come ti senti?
Riesco ad abbozzare un sorriso. La domanda è più disinteressata di quanto voglia farmi credere.
- Vivo.
- E’ già qualcosa. Perchè sei qui?
Rimango in piedi davanti a lui per tutta la durata del nostro colloquio. Lui ascolta senza perdere una parola.
- Lo sai che lo farò, - dice, quando ho finito di parlare, - Ma Subaru-kun diventerà un Chi no Ryu al tuo posto. Questa è una delle conseguenze.
- La più prevedibile.
- Già. E tu? Sei capace anche di vedere che cosa succederà in seguito?
- E’ una prerogativa che lascio al Sognatore. L’unico futuro che mi preoccupo di prevedere è quello di Subaru. Ed il mio.
Kamui sorride apertamente.
- Spero davvero, - dice, - che essere il Sakura non ti impedisca di tornare a parlare con me, Seishirou-san. Il tuo successore non è così interessante.
- Ovviamente no, Kamui. Sai dove abito.
- Se non è adesso… Fra un paio di giorni, allora.
- Fra un paio di giorni, - confermo. Mi avvio verso la porta. Prima di uscire, mi volto verso Kamui.
- Ti ringrazio.
Lui riesce a superare lo stupore abbastanza da rispondere con un mezzo inchino.

Quando lo racconto a Subaru, lui ascolta con la stessa attenzione con cui mi ha ascoltato Kamui. Non risponde a parole, ma fa solo un cenno impercettibile di assenso. Non è la cosa migliore per entrambi, ma è ciò che siamo costretti a fare, e lo sappiamo.
Si addormenta con la testa nell’incavo della mia spalla. Io rimango sveglio, come ho fatto da quando sono diventato Sakura, a guardare il soffitto e a non pensare a niente.

Per i primi tempi l’oscurità è insopportabile. Dopo che siamo tornati nel mio appartamento, passo quasi tutto il mio tempo seduto in salotto, ad aspettare che Subaru ritorni. Ogni volta che mi alzo dalla poltrona, mi sembra di essere risucchiato in un nulla di cui non ho memoria. Le pareti di casa mia sono più lontane che mai, e mi ritorvo ad urtare spigoli ed angoli senza ricordarmi dove si trovino. All’inizio, almeno. Mi ricordo l’iniziale fatica, dopo aver perso l’occhio, nel vedere le cose con le giuste proporzioni e a misurare la distanza e la profondità. Ora sto sondando il buio, ed è infinitamente più difficile, fino a quando i sensi che mi rimangono non cominciano a funzionare per rimediare a ciò che la vista ha perso.
L’unico rimpianto che ho è quello di non poter vedere Subaru con il mio occhio al posto di quello che Kamui gli ha tolto.

Dopo la prima volta, Subaru torna nel nostro appartamento e si siede vicino a me. Quando allungo una mano a toccargli il viso, a tentoni, non sento le guance umide. Lui tocca le mie dita con la mano ancora sporca di sangue.
- Non so se provo qualcosa – dice.
- Non è necessario. Non lo conoscevi.
- Tu che cosa hai provato?
- Quando ho ucciso mia madre?
- Sì.
- Assolutamente niente.
Lui rimane in silenzio per un po’.
- Allora posso riuscirci anche io, - dice alla fine, - senza provare tristezza.

L’ultima volta che vedo Kamui è qualche settimana dopo lo scambio. Subaru losaluta e si eclissa nello studio, per farci parlare in pace. Ha superato la gelosia iniziale. Credo che sia arrivato a provare una sorta di rispetto per Kamui.
- Si sta comportando bene, - commenta Kamui, quando sente la porta chiudersi, - Sembra un bravo Sakurazukamori.
- Lo è.
- Kanoe è morta.
- Subaru me l’ha raccontato. Sei stato tu?
- No.
Anche se non ho più occhi per poterlo vedere, in un breve lampo di lucidità cromatica riesco a vederlo, seduto davanti a me, con gli occhi dorati e segnati dal suo destino ineluttabile. E’ qualcosa che mi capita da qualche giorno a questa parte. Il Sakura non ha bisogno di vedere, mi sono detto, prima di passare il mio potere a Subaru attraverso l’occhio che mi rimaneva, ma mi sembra di stare riacquistando la vista, anche se per brevi secondi. Quando sarà passato un po’ di tempo, sarò capace di vedere attraverso queste palpebre vuote?
- Il giorno si sta avvicinando, - dice Kamui, - Volevo dirti che, quando sarà il momento, avrò bisogno del Sakurazukamori.
- E’ per una speranza, Kamui?
- Speranza?
- Subaru conosce bene l’altro Kamui. Speri che gli faccia capire il suo desiderio prima della fine?
Sento il sorriso nella sua voce.
- Una stupida, infantile speranza. Sì.
- Ed il tuo desiderio?
- C’è sempre tempo per le illusioni, Seishirou-san. Lo sai.
- Posso immaginarlo. Ed immagino che non verrai più qui.
- No.
Ho pensato spesso all’ultima volta in cui avremmo potuto parlare. Se tornerà, lo farà dopo il giorno del giudizio. Se sarà ancora vivo. Se anche io e Subaru saremo ancora vivi. Penso a tutto il tempo che abbiamo passato assieme, e mi ritrovo a sorridere. Ripenso a ciò che mi ha detto Yuuko. Sì, Fuuma è mio fratello, in questo universo e nel prossimo.
- Spero che non ci lasceremo andare a discorsi smielati.
- Non siamo davvero i tipi per farlo, - ride lui, - Ma sono venuto qui per ringraziarti. Tutto questo tempo sarebbe stato noioso, senza di te.
- Mi dispiacerebbe sentire che sei morto. Regolati di conseguenza.
Sento la sua risata soffocata, prima che mi tocchi la mano e me la stringa leggermente.
- Addio, Seishirou –san. Solo io conosco il mio destino.
Quando se ne va, tento di dimenticarmi dell’oppressione nella zona del cuore, dove spinge qualcosa che assomiglia al dolore fisico, ma è molto più impalpabile. Subaru, dopo qualche minuto, viene a raggiungermi davanti alla finestra. Sento il calore oltre il vetro, e mi ricordo della luce. Sento la presenza solida di Subaru accanto alla mia, magnetica e confortante. Il mio Sakurazukamori, il mio Subaru.
La città di Tokyo, una volta ronzante e pulsante di persone, di neon, di traffico, ora è muta.








Note finali: Ed ecco la parola fine a questa storia durata 100 pagine, 18 capitoli e che si trascina fin dal lontanissimo 2008. Adesso sono le 11 e 34 del mattino, e probabilmente posterò questo capitolo nel pomeriggio, ma ho messo la parola fine soltanto due minuti fa. Mi sento un po’ triste. Cosa assolutamente normale, vero?
Allora. Facendo un bilancio definitivo… Beh, io a questa storia mi sono affezionata, malgrado i suoi spaventosi difetti. Quando l’ho cominciata a scrivere avevo diciotto anni – solo un anno più di Fuuma! Da non credere! – ed ora ne ho ventuno. Non sembra, ma pochi anni ti aiutano a capire molte cose sulla cosiddetta età adulta. Affermazioni che, a diciotto anni, mi parevano sensate se pensate da una persona di trentaquattro, adesso mi fanno sorridere per la loro ingenuità. Povero Seishirou, non ti ho reso proprio giustizia! Negli ultimi capitoli ho provato a riscattarmi un po’, anche attraverso uno stile un po’ diverso rispetto a quello che usavo all’inizio, ma ciò non toglie che quelli iniziali siano un po’ troppo… Adolescenziali? Non adolescenziali adolescenziali, eh, a scrivere bimbominkiate non ci sono ancora arrivata – e se il cielo vuole, non ci arriverò mai – ma mi rendo conto che forse avrei dovuto aspettare ad essere un po’ più grandicella prima di cercare di immedesimarmi nel Sakurazukamori. Ma ormai la frittata è fatta, che altro posso fare? Mea culpaaaaa. *parte il Dies irae*
Vi avviso però di una cosa: ho intenzione di rivedere la storia e di toegliere questi errori. Ogni volta che aggiornerò uno dei capitoli incriminati, potrete vederlo nel mio profilo autore. Quando avrò tempo e voglia, ovviamente, visto che la storia l’ho finita e l’università incalza, ma lo farò. Senza contare che devo dare la precedenza a storie come Angels of blood, visto che è da anni che prende polvere, poveraccia.
Avrei voluto dedicare parte di queste note ai personaggi di questa storia, ma temo che finirei per diventare noiosa, perciò la ometterò. Spero però che gli OC che ho inserito non siano stati insopportabili o altro. Lo so, lo so, in una storia come quella di X, che ha un macello di personaggi principali, che bisogno c’era di inserirne di nuovi? Se le Clamp ci avessero detto qualcosa di più sulla parte tecnica del lavoro da Sakurazukamori, mi sarei evitata parecchia fatica – e parecchie scemate, temo XD
Però… Però il personaggio del Sakura andava inserito, nella mia storia. Rompipalle, vendicativo e quello che volete, però andava inserito, altrimenti le cose non si muovevano e Subaru e Seishirou andavano a finire direttamente sul Raimbow Bridge senza passare da altre parti. Quindi, grazie Sakura-sama per aver fatto il danno! ;P Il nome “Tsubaki”, che effettivamente vuol dire camelia, - Setsuka, non prendertela con me, okay? – l’ho preso bellamente in prestito da Soul Eater, dove è il nome di uno dei personaggi principali. Quello di Kaede, povera donna, l’ho preso da un romanzo sul Giappone che ho letto eoni fa, mi pare che si chiamasse “La leggenda di Otori” o qualcosa di simile. Non mi era piaciuto granchè, come romanzo, ma il nome mi è rimasto in mente. Chissà perché.
Ora, per coloro che si sono sempre chiesti a quali astruse canzoni appartenessero i versi all’inizio di ogni capitolo, eccovi accontentati, uno per uno, nell’ordine in cui li ho usati!
Frozen, Within Temptation (capitolo 1 e 2); Devil & The Deep Dark Ocean, Nightwish (capitolo 3 e 7); Higher than hope, Nightwish; Liberi fatali, Nobuo Uematsu; Circe’s Palace, T.S Eliot; Wish I had an angel, Nightwish; Yuuzai, The Boom (dalla Tokyo Babylon 2 Image Soundtrack); Astral Romance, Nightwish; Swanheart, Nightwish; 7 Days to the Wolves, Nightwish; Caged, Within Temptation; Red light in my eyes – part 1, Children of Bodom; Behind these hazel eyes, Kelly Clarkson; Forever yours, Nightwish; Lullaby, Billy Joel; The escapist, Nightwish.
Ed eccoci ai ringraziamenti. Ringrazio chi ha commento i capitoli della storia, e quei pochi coraggiosi che hanno avuto l’ardire di commentarli uno per uno: quindi Maki-chan, twinkle, Nanaly, Lyndis, LibbyRed19, yoko_kage13, Fuuma, rita88 e li_l. Ringrazio chi l’ha messa tra i preferiti: Fu chan, LibbyRed19, Lyndis, Nanaly ,Sakura Sakurazukamori. Grazie a chi l’ha messa tra le storie da ricordare: LadyKokatorimon. Grazie a chi l’ha messa tra le seguite: Alouette D Claire, harinezumi, Il_Genio_del_Male, Jael, TheMadQueen___ e Rosina87. E grazie, naturalmente, a tutti quelli che hanno letto e mi hanno mandato al diavolo, a quelli che hanno letto e non mi hanno augurato di finire carbonizzata o in altri modi, a quelli che hanno letto ed hanno subito chiuso la storia e a quelli che hanno letto e che hanno pensato che in fondo la storia non era così male. (L’ordine di ringraziamento è puramente casuale, eh!). Visto che Escapist è la più letta, la più preferita e la più seguita fra le mie storie, un mega ringraziamento è dovuto a tutti. Se avessi visto che la cosa non interessava a nessuno, avrei finito questa long fiction molto prima. Perciò, grazie di cuore.

Loveless

  
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