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Autore: ladymisteria    04/04/2011    1 recensioni
L'ultimo anno dei famosi Malandrini, tra nuovi amori, incredibili peripezie e vecchi nemici sempre in agguato...
Questa fanfiction è stata riveduta, ampliata, corretta e riscritta a seguito dell'imperdonabilmente lungo periodo di abbandono da parte della sua autrice.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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«Sapete? Ero fermamente convinto che parlare a Regulus, rivelandogli le nostre intenzioni, sarebbe stata una totale perdita di tempo. Invece devo ricredermi. Le cose stanno seriamente andando come volevamo...» ammise Sirius, aprendo la Mappa del Malandrino sul tavolo coperto di pergamene.

Dopo la chiacchierata avuta con James, infatti, Regulus era andato immediatamente da Silente - raccontaogli ogni cosa: della decisione dei suoi genitori di farlo unire alle fila di Voldemort, dell'incontro a tarda notte nell'aula di Babbanologia, del suo totale disprezzo all'idea di acconsentire al volere di un folle come il Mago Oscuro... E Silente - così come aveva fatto con Sirius, Tonks e Lidia diversi giorni prima - gli aveva assicurato ch'è non avrebbe in alcun modo avvisato i suoi genitori, e l'aveva poi messo al corrente delle misure che intendeva adottare per salvaguardare la sua sicurezza all'interno del castello. 

Ora, quasi due mesi dopo la sua iniziazione come Mangiamorte, le molte ore trascorse in punizione e la quasi totale incapacità di muoversi senza essere seguito - sempre per puro caso - da uno dei professori, o persino dallo stesso Moody, avevano fatto sì che Regulus fosse tenuto a debita distanza dai suoi "compagni notturni". Un vero successo, per i Malandrini.

«Oh, avanti! Quando mai uno dei nostri piani è fallito, Felpato?» esclamò James allegro.

Remus emise uno sbuffo.

«Un paio di volte c'è mancato davvero poco...» borbottò.

James gli rivolse un'occhiata torva.

«Era una domanda retorica, Lunastorta! Quello che conta è che non è mai successo» puntualizzò.

«C'è sempre una prima volta...».

Sirius emise un verso esasperato.

«Perché devi essere sempre così fatalista, Remus?».

Il licantropo scrollò le spalle. 

«Non è essere fatalisti, è considerare ogni possibilità. Non dico che il nostro piano per tenere tuo fratello lontano dai guai sia destinato a fallire, dico soltanto che sarebbe meglio... rafforzare un po' la situazione» precisò, fissando i due amici con serietà. «Non dobbiamo cullarci in un senso di falsa sicurezza, ma assicurarci che le cose continuino ad andare bene come ora».

Estrasse dalla tasca un foglio di pergamena sgualcito.

«Immagino, James, che Sirius ti abbia informato delle mie idee per domani... Ci basta concentrarle sui compagni di Regulus. E, seppur in modo minore, anche su di lui. Giusto per non destare sospetti» disse, passandolo all'amico.

«Le tue...? Oh, sì! Felpato ne aveva accennato nella lettera in cui mi raccontava del tuo... Rencontre amoureuse» ricordò James, prendendo il foglio.

Una volta lettolo rapidamente, l'Animagus guardò l'amico con rinnovato rispetto - e con gli occhi che brillavano di malizia.

«Devo ammettere, Monsieur Lunastorta, che lei non cessa mai di stupirmi» disse, esibendosi in un inchino ammirato.  

Sirius ridacchiò.

«Ti avevo avvertito, James: il nostro Remus è un ragazzo nuovo...».

James si unì alla risata.

«Un ragazzo nuovo davvero. Ricordami di ricompensare Tonks nel modo che lei riterrà più adatto, Felpato. Se lo è decisamente meritato».

Sirius fece scherzosamente il saluto militare, per poi concentrarsi a sua volta sulle pergamene fitte di scritte davanti a lui.

«Immagino che essendo questo l'ultimo 1° aprile che vedremo da studenti sia d'obbligo fare qualcosa per lasciare il nostro segno indelebile su questa scuola...» mormorò pensieroso.

«Qualche idea di come fare?» chiese Remus.

«Una, in realtà. Propongo di prolungare la giornata di domani per tutta la settimana. Onestamente non so scegliere tra tutte le magnifiche idee scritte qui, quindi perché non realizzarle tutte?».

Il ghigno di James si estese a dismisura.

«Oh, Sir... Tu sai veramente come far felice un ragazzo...».

[*]

Remus Lupin, Disilluso, si concesse un breve istante per osservare la Metamorfomagus che camminava davanti a lui - ben attento, comunque, a mantenere ognuno dei suoi sensi all'erta per individuare velocemente ogni possibile segnale di pericolo.

Di solito era contrario a chiedere a Tonks di modificare - anche solo leggermente - il proprio aspetto, così come lo era in merito al coinvolgerla nelle malefatte dei Malandrini; ma James era stato categorico: in quella particolare occasione avevano l'assoluta necessità di avvalersi di tutto l'aiuto possibile. E così, dopo una veloce intrusione da parte di Sirius nella lavanderia, la brillante - seppur sbadata - Tassorosso era stata magistralmente sostituita da un'anonima Serpeverde al primo anno.

Grazie al suo travestimento - e alla parola d'ordine rivelata da Regulus - Tonks avrebbe potuto facilmente introdursi nella sala comune dei Serpeverde e "fare da palo" mentre Remus portava a compimento la propria parte nel piano in tutta tranquillità, senza il timore di essere sorpreso da uno studente in preda all'insonnia.

«Supremazia» sussurrò Tonks, lanciando una fugace occhiata nervosa ai due cobra di pietra messi a guardia dell'ingresso alla sala comune dei Serpeverde - che non riconoscendo in lei un intruso non si mossero.

Sospirando di sollievo, la coppia superò il muro - già scivolato di lato - ed entrò. Dovevano fare in fretta. 

[*]

Diversi piani più su, Sirius Black - accuratamente celato sotto le sembianze di Felpato - raggiunse la Sala Grande con la bacchetta ben stretta tra i denti e le orecchie tese a cogliere il minimo movimento.

Con cautela, il grosso cane nero sbirciò all'interno della sala, trovandola - come si aspettava - completamente deserta.

Soddisfatto, Sirius abbandonò la propria forma animale e pose un Incantesimo di Disillusione su di sé per evitare di incappare in spiacevoli sorprese durante il proprio operato.

Già pregustando allegramente la prospettiva di farsi una sonora risata la mattina successiva, l'Animagus si infilò sotto la lunga tavolata a cui ogni giorno si sedevano gli appartenenti alla Casa Serpeverde.

Riacquistato un minimo di concentrazione, poi, si mise al lavoro. Aveva poco tempo a disposizione.

[*]

Libero - grazie al suo distintivo di Caposcuola - di girovagare indisturbato per il castello anche a quell'ora tarda, James Potter trasportava una pesante borsa - opportunamente occultata da un incantesimo - verso una destinazione ben precisa: il corridoio che ogni mattina consentiva ai Serpeverde di raggiungere la Sala Grande.

Una volta raggiunta la propria meta, l'Animagus si guardò intorno per accertarsi che nessuno fosse nei paraggi; ma a parte uno o due quadri intenti a russare sonoramente, nulla si muoveva.

Per nulla intenzionato a correre rischi inutili, James decise comunque di seguire l'esempio degli amici e di Disilludersi. Normalmente avrebbe fatto ricorso al suo inseparabile mantello dell'invisibilità, ma in quel particolare frangente si sarebbe rivelato più un ostacolo che un alleato. Quanto stava per fare necessitava della più completa libertà di movimento, e della massima attenzione. Una sola cosa fuori posto - anche la più piccola - e tutto sarebbe andato a rotoli.

Sollevò l'incantesimo che celava la sua borsa e si rimboccò le maniche.

«All’opera, Ramoso».

[*]

Era quasi l’alba quando i tre ragazzi si ritrovarono nella sicurezza del loro dormitorio.

«Com'è andata, Felpato?» s'informò James, rimettendo la borsa - ormai vuota - all'interno del proprio baule.

«Tutto secondo i piani, come sempre» rispose Sirius, lanciando la bacchetta sul comodino. «Tu che mi dici, Lunastorta? Qualche problema?».

«Nessuno» replicò Remus, sedendosi sul letto.

James annuì soddisfatto.

«Tutto liscio come l'olio anche per me. Abbiamo un buon alibi?».

Sirius ghignò.

«Tutti i nostri compagni, oltre a Nick-Quasi-Senza-Testa, sanno che ci siamo rinchiusi nel nostro dormitorio subito dopo cena a causa di un tremendo mal di stomaco collettivo - conseguenza di una sfida a chi riusciva a mangiare più muffin di zucca» snocciolò.

James sospirò melodrammatico.

«Non molto lusinghiero, ma inattaccabile».

Prese la propria bacchetta, la agitò, e una bottiglia di Whisky Incendiario comparve davanti a loro insieme a tre bicchieri.

«Signori, vorrei fare un brindisi in onore della "Settimana Malandrina". Che sia di esempio ed ispirazione per le future generazioni di magici malfattori» proclamò, riempiendo fino all'orlo i bicchieri e passandone uno ciascuno agli amici.

«Alla Settimana Malandrina!» ripeterono in coro Sirius e Remus.  

Vari brindisi più tardi, nel dormitorio non rimasero che una bottiglia vuota e tre ragazzi profondamente addormentati.

[*]

Il mattino successivo ogni occupante del castello si convinse del fatto che il tempo si fosse riavvolto su se stesso, trasportando nuovamente ogni cosa a fine gennaio. Di nuovo, infatti, le mura di Hogwarts vennero scosse dal suono di molte grida fuse in un solo urlo di orrore misto a rabbia.   

E mentre tutti i presenti in Sala Grande per la colazione si guardavano l'un l'altro confusi, tre Grifondoro cercavano in tutti i modi di celare i loro sorrisetti divertiti dietro le pagine dell'edizione del mattino della Gazzetta del Profeta.

«Buon 1° aprile, colleghi malfattori» sussurrò Sirius a James e Remus, allontanando il proprio porridge e preparandosi all'arrivo dei compagni Serpeverde.

L'attesa, fortunatamente per lui, non fu troppo lunga. Solamente dieci minuti più tardi, infatti, un primo gruppo di studenti varcò le grandi porte della sala, scatenando l'ilarità generale: quasi tutti avevano infatti braccia e testa saldamente incollati al proprio cuscino - cosa che aveva impedito loro di indossare la divisa prima di uscire dal dormitorio. Diversi Tassorosso arrivarono persino a mettersi a piangere dal troppo ridere, quando videro l’adorabile pigiama con cui Alecto Carrow dormiva: un completo simile ad una vecchia tuta nera babbana, ma con grossi draghetti azzurri ricamati sopra.

Furiosa, la ragazza strillò in preda all'ira, muovendo il cuscino a destra e a sinistra in modo convulso per cercare di individuare chi stesse ridendo di lei - gesto che ebbe come unico risultato quello di far aumentare esponenzialmente le risa. Non che il fratello potesse essere meno appariscente...

«Chi l’avrebbe mai detto che il possente capitano dei Serpeverde dormisse con il suo affezionato unicorno di peluche!» strillò una ragazza Corvonero del terzo anno, attirando l’attenzione di tutti sul corpulento Amycus - che tentava invano di nascondere se stesso e il proprio animale di pezza.

Ma non fu che l'inizio. Dopo che gli sfortunati Serpeverde riuscirono - non con poche difficoltà - a sedersi al proprio tavolo, infatti, un possente gruppo di loro compagni superò le alte porte di quercia, ognuno sotto il chiaro effetto di una o più pozioni differenti: c’era chi mostrava un aspetto per metà giovane e per metà anziano; chi aveva perduto improvvisamente tutti i capelli, solamente per vederseli spuntare dalle orecchie e dal naso; ragazze con il viso incartapecorito e i capelli dal colore talmente acceso da far invidia persino a Tonks e alla sua chioma arancione fosforescente... Sembrava quasi che quel secondo gruppo fosse finito disgraziatamente tra le grinfie di un Pozionista pazzo. Persino i professori, seduti al loro tavolo in fondo alla sala, faticavano a trattenere le risa davanti ad un simile spettacolo.

Ormai certo che tutti i loro compagni avessero preso posto, Sirius si esibì in un ghigno di pura malizia. James e Remus avevano mostrato i risultati del loro lavoro... Ora era il suo turno.

Ben attento che nessuno tra quelli che sedevano vicini a lui notasse i suoi movimenti, quindi, l'Animagus estrasse la bacchetta e la puntò all'inizio del tavolo dei Serpeverde.

Nessuno, inizialmente, fece caso al cattivo odore provocato dallo scoppio di una Caccabomba. Ma ben presto - quando una reazione a catena di proporzioni epiche causò l’esplosione in rapida successione di ogni singola Caccabomba posizionata sotto la lunga tavolata - fu impossibile, persino per i fantasmi, ignorare il tremendo fetore.

«Ehi, Piton! Esiste una cosa chiamata doccia, sai?» gridò James Potter tappandosi il naso.

E mentre i Grifondoro accompagnavano le parole del loro compagno con un autentico boato di approvazione, il Serpeverde non poté fare altro che lanciare al ragazzo uno sguardo puro veleno, maledicendolo mentalmente per la propria testa pelata - sulla quale riluceva la chiara luce del mattino.

   
 
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