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Autore: Andy14    04/04/2011    6 recensioni
Prese l’elastico e si legò i capelli, lasciando cadere la coda alle sue spalle. Guardò di nuovo l’orologio. Le 5:10. Sbuffò ancora, decidendo che fosse meglio riprovare a dormire. Tuttavia, ogni volta che chiudeva gli occhi le stesse scene gli annebbiavano la mente. La valigia di Shan distrutta, e tutti i suoi vestiti sparsi. Il tremolio che aveva scosso le sue dita, quando aveva tirato fuori le bacchette dalla scatola. Il tono quasi non curante quando gli aveva chiesto “mi vuoi sposare?”. Il bacio che ne era seguito.
- SEGUITO DI HAPPY B-DAY TOMO E HAPPY B-DAY SHANNON-
Genere: Erotico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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NOTE INIZIALI: Allora, salve a tutti! Chi mi conosce, sa che io non scrivo mai delle note iniziali nelle mie Oneshot, ma questa volta era davvero necessario. Innanzi tutto, vorrei ringraziare tutte le persone che hanno commentato le due Shot precedenti a questa, i vostri commenti sono sempre stupendi. Poi, vi metto i link alle due Shot in questione, per chi non le avesse lette. Happy B-Day, TomoHappy B-Day, Shannon.
Poi, volevo rendervi partecipi della Shot che ho scritto in collaborazione con RuikaLShinoda, più che altro lei l'ha scritta in collaborazione con me xD il grosso del lavoro l'ha fatto lei xD la Shot è ...End of Beginning.....  Fate anche un salto nel suo profilo, visto che è in postaggio il seguito di questa shot :) ora, ho detto tutto o vi lascio leggere in pace xD scusate ma la storia non è betata... chiedo venia xD

Bacchette Shannon


It Was Just A Dream

 

Ora posso baciare la sposa.


Tomo aprì gli occhi di scatto, togliendosi i capelli dalla fronte sudata. Scostò le coperte, sentendo l’aria ancora pungente d’inizio Marzo sfiorargli la pelle accaldata. Pian, piano riprese coscienza di quello che lo circondava. Si allungò verso il comodino, afferrando il cellulare. 04:23. 9 Marzo 2011. era un sogno, si disse fra sé e sé ricadendo indietro sul materasso. Gli era sembrato così reale, così… vivo. Si coprì gli occhi con un braccio, sospirando stancamente. Poco dopo decise di alzarsi, stufo di restare sdraiato. Andò in bagno, fronteggiandosi con la sua copia riflessa nello specchio. 

I capelli erano scompigliati e potevano quasi sembrare steppa. La barba incolta, nonostante l’avesse sistemata solo la mattina precedente. Gli occhi stanchi, vuoti e privati del barlume di speranza che Tomo era sicuro avessero anche se celati dalle palpebre chiuse, mentre viveva quel sogno. Si diede mentalmente dell’idiota, e con un gesto secco distolse lo sguardo dalle specchio. Si vuotò la vescica, tornando in stanza. si sedette nuovamente sul materasso, posando lo sguardo sulla scatola che faceva bella mostra di se appoggiata sul tavolo. Il regalo per Shannon, le bacchette che portavano inciso sopra di loro il nome del batterista. Voleva chiedere a Jared di fare il pacchetto, come nel suo sogno. Eppure Tomo era certo di sentire ancora il leggero dolore causato dalla testata data alla rete del letto di Shannon. Si toccò la parte lesa e, forse per suggestione, sentì un leggero rigonfiamento sotto le dita.

Prese l’elastico e si legò i capelli, lasciando cadere la coda alle sue spalle. Guardò di nuovo l’orologio. Le 5:10. Sbuffò ancora, decidendo che fosse meglio riprovare a dormire. Tuttavia, ogni volta che chiudeva gli occhi le stesse scene gli annebbiavano la mente. La valigia di Shan distrutta, e tutti i suoi vestiti sparsi. Il tremolio che aveva scosso le sue dita, quando aveva tirato fuori le bacchette dalla scatola. Il tono quasi non curante quando gli aveva chiesto “mi vuoi sposare?”. Il bacio che ne era seguito. Basta, decise Tomo, era troppo. Si alzò, prendendo la scatola dal tavolo ed uscendo dalla sua stanza. Attraversò a piedi nudi il corridoio, fermandosi davanti alla stanza del batterista. Batté due colpi alla porta, convinto che sarebbero stati sufficienti a far destare l’altro dal sonno. Infatti, dopo pochi minuti, la porta di aprì. Shannon si stropicciò gli occhi imbottiti di sonno, cercando di metterlo a fuoco al meglio.

-Tomo?- chiese –Che succede?-

-Auguri- gli rispose il croato, allungando il braccio di fronte a lui e porgendogli la scatola. Shan aggrottò le sopracciglia.

-Grazie… ma mi hai svegliato per darmi il tuo regalo? Potevi darmelo domani…-

-Dovevo dartelo adesso- replicò Tomo, tormentandosi le dita. Shannon lo guardò confuso, prima di scostarsi per farlo passare. Entrò, sentendo la porta chiudersi alle sue spalle. Sbatté qualche volta gli occhi scuri, così da abituarsi all’oscurità che lo circondava.

-Aspetta, accendo la luce… scusa per il disordine- Shannon accese la lampada di fianco al letto sfatto, ed una tenue luce gialla riempì l’ambiente. La valigia di Shan era poggiata sul tavolo, ed i vestiti piegati sulla sedia che gli stava di fronte. Per niente paragonabile al disordine del suo sogno. Tomo si voltò verso il batterista, che si era seduto sul materasso ed aveva aperto la scatola. Lo vide spalancare gli occhi e tirare fuori una delle bacchette con mano tremante. Lesse l’incisione, e poi si voltò verso di lui.

-Tomo ma… grazie amico! Sono bellissime!- gli disse alzandosi dal divano e stringendolo a sé brevemente donandogli un’amichevole pacca sulla spalla. Tomo sorrise brevemente, mentre la consapevolezza, che gli eventi vissuti poco prima fossero realmente un sogno, si faceva strada in lui.

-Sono contento che ti piacciono. Mi sembrava giusto che anche tu avessi qualcosa di personalizzato quando suoni- Shannon gli sorrise ancora, riponendo le bacchette con estrema cura nella scatola.

-Grazie davvero, sei stato gentile a regalarmele-

-Di niente, in fondo quarant’anni si compiono una volta sola- un’imbarazzante silenzio riempì la stanza, tanto che Tomo non vedeva l’ora di uscire da lì. –Va bene, allora io…- un rumore proveniente dal bagno lo interruppe. Shannon si morse le labbra, voltandosi prima verso la fonte del rumore, e poi tornando a guardare Tomo. La porta della stanza attigua si aprì lentamente, come se volesse passare inosservata ai due uomini. Un’alta ragazza bionda ne uscì, i lunghi capelli scompigliati ed una delle canottiere di Shannon a coprirle il corpo che, Tomo ne era sicuro, era nudo. La stessa canottiera che Tomo nel suo sogno raccoglieva da sotto il letto. Il croato notò anche un particolare che aveva ignorato fino a quel momento. Shannon indossava solo un paio di boxer. Al contrario. Il chitarrista aprì e chiuse la bocca più volte, capendo quello che doveva aver interrotto poco prima.

-Oh… ehm… scusatemi io… ciao- Tomo si voltò, uscendo dalla camera dell’altro che inutilmente lo richiamava. Attraversò nuovamente il corridoio, chiudendosi a chiave nella sua stanza. Si gettò di nuovo sul letto, nascondendo il viso nel cuscino. Piangere non sarebbe servito a nulla. Né a lui, né al resto del mondo. Chiuse gli occhi, mente una singola lacrima silenziosa si infrangeva sulla federa del guanciale sotto di lui. Respirò profondamente un paio di volte, mentre piano, piano perdeva conoscenza, tornando nel mondo dei sogni ben più gradito.



Si svegliò di nuovo, sobbalzando. Aveva il respiro corto, e le coperte lo opprimevano. Le scansò, vedendo che non indossava niente sotto. Chiuse gli occhi, cercando di tornare sveglio e lucido. Un braccio gli strinse affettuosamente la vita nuda, e lui sobbalzò ancora. Qualcuno gli era sdraiato accanto, ma non aveva il coraggio di aprire gli occhi. Il primo pensiero volò a Shannon, poi si diede dell’idiota. Probabilmente era Vicky. Alzò lentamente le palpebre, voltando la testa verso destra. dovette stropicciarseli più volte per essere sicuro di non aver perso la testa. Shannon si stiracchiò cercando di muoversi il meno possibile, probabilmente pensando che lui dormisse ancora. Quando gli posò gli occhi addosso, gli sorrise dolcemente posandogli un bacio casto sulle labbra tremolanti.

-Già sveglio?- gli chiese Shan, sdraiandosi nuovamente con la testa sul petto dell’altro. Tomo annuì, poi si rese conto che non poteva vederlo.

-Sì… ho fatto un sogno strano- disse, cominciando a passare la mano fra i corti capelli del batterista.

-Che sogno?- Tomo sospirò, guardando il piccolo anello che gli circondava la base dell’anulare sinistro mentre passava quella stessa mano ancora una volta sulla testa dell’altro.

-Niente, lascia stare. Devo aver mangiato pesante. Dormiamo- Shannon si alzò, puntellandosi con un gomito sul materasso per non doversi appoggiare eccessivamente a lui.  

-Dai, dimmelo- gli intimò ancora, posandogli un bacio di incoraggiamento sulla guancia barbuta.

-Ho sognato che mi svegliavo la notte del tuo compleanno, però tutto quello che era successo era solo un sogno. Anche che tu mi chiedevi di sposarti… poi quando ti sono venuto a dare il regalo, nella tua stanza c’era una spilungona bionda con addosso una delle tue canotte. È stato orribile, guarda- Shan gli sorrise, baciandolo sulle labbra.

-Non potrei mai fare una cosa del genere. Come ti è venuto in mente che io potessi solo provare a fare una cosa come questa?- Tomo scrollò le spalle, arrossendo d’imbarazzo.

-Non lo so Shan, era solo un sogno. Un orrendo sogno- il batterista gli passò le mani fra i capelli sciolti, stringendoli leggermente.

-Non pensarci più. Mai più- lo baciò ancora, questa volta insinuando la lingua nella sua bocca, cercando un contatto più profondo. Tomo mugugnò nel bacio, andando a stringere le braccia intorno al collo dell’altro. Shan gli fece aprire le gambe, così da posizionarcisi in mezzo. Tomo gliele strinse in vita, avvicinandolo di più al proprio corpo che pian piano si stava eccitando sempre di più. Le labbra dell’americano lasciarono le sue, andando a lambire il suo collo niveo, lasciando qua e la qualche segno rosso. Tomo si inarcò, sentendo il freddo dell’anello gemello di Shannon sfiorargli un fianco, e le dita artigliarsi ad esso. Le mani che fino a quel momento avevano stretto la nuca del batterista si spostarono verso le spalle, stringendo forte contro la pelle. Shannon entrò in lui con facilità, aspettando comunque che il ragazzo sotto di lui si abituasse a quell’intrusione. Tomo mosse i fianchi, desideroso di più. 

Il più grande cominciò a muoversi, affondando nel suo corpo gemendo. I gemiti dei due erano molto diverso tra loro. Quelli di Shannon più rochi, che avevano un non so che di… animale. Quelli di Tomo più acuti, e cercava di trattenersi dal gemere troppo forte mordendo più volte la spalla del ragazzo sopra di lui. Quei morsi scatenavano nel batterista brividi sempre più intensi, che lo facevano spingere sempre più in profondità. Shan cominciò a torturargli il collo, accentuando i segni che aveva lasciato poco prima. Ad entrambi fu chiaro quando l’altro stava arrivando all’apice. Le spinte di Shannon diventavano irregolari, come se l’uomo fosse preda di tante scosse elettriche che gli attraversavano il corpo teso. Tomo aveva iniziato a spingersi contro il bacino dell’altro, cercando di approfondire le sensazioni che stava provando, finchè l’orgasmo non lo colpì. Shannon sentì l’apertura del suo chitarrista avvolgerlo sempre più stretto e non resistette, venne dentro di lui con un altro gemito roco. Gli si accasciò addosso, mentre entrambi respiravano affannati ma appagati. 

Tomo gli strinse le braccia al collo, restio a staccarsi dall’altro nonostante sentisse il suo stesso seme imbrattare il suo e il ventre si Shan. Quest’ultimo si alzò sui gomiti, baciandogli le labbra. Lo guardò con gli occhi ancora lucidi dall’orgasmo, spostandogli i capelli dalla fronte sudata. Si sfilò da lui, sdraiandosi al suo fianco. Tomo intrecciò il naso, guardando la macchia biancastra sul basso ventre dell’uomo al suo fianco, senza avere il coraggio di guardare se stesso. Shannon ridacchiò, baciandolo di nuovo ed alzandosi dal letto. Gli porse una mano, invitandolo ad alzarsi a sua volta. 

Entrarono nel bagno vicino la stanza, e Shannon aprì l’acqua della doccia, mentre Tomo si guardava allo specchio. Lo scintillio che i suoi occhi avevano perso nel sogno, era tornato. Gli sembrava illuminare tutto il viso, donandogli un’espressione beata. La stessa espressione era visibile sul volto di Shannon che, mentre l’acqua raggiungeva la temperatura ideale, gli aveva posato la testa su una spalla e lo aveva abbracciato da dietro. Si sorrisero, e Tomo si portò la mano sinistra davanti al viso, fissando quel piccolo cerchio dorato.

-La richiesta di matrimonio più strana che io abbia mai sentito- mormorò, e Shannon rise ancora.

-Però mi hai risposto di sì-

-Certo che ti ho risposto di sì. Non avrei potuto fare altrimenti- disse, voltandosi in quelle forti braccia e baciando il suo uomo, suo marito, mentre l’acqua scrosciava dimenticata da entrambi.

But that was just a dream
Try, cry, why try?
That was just a dream
Just a dream, just a dream
Dream

Losing My Religion – REM – Glee Cover




   
 
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