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Autore: potterfanlalla17    05/04/2011    10 recensioni
I detective Ryan ed Esposito si trovano ad affrontare da soli un caso molto particolare: un certo scrittore di loro conoscenza viene visto nel cuore della Grande Mela proprio quando aveva detto a tutti (e soprattutto alla sua nuova ragazza, Kate) di essere negli Hamptons per una breve vacanza! Riusciranno i nostri eroi a svelare il mistero? E come prenderà la notizia Kate Beckett? Buona lettura...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Professione: detective!

Part one

 

Era un giovedì sera piuttosto tranquillo al 12th distretto. La detective Kate Beckett chiuse con soddisfazione il fascicolo che aveva sulla scrivania. Aveva risolto un altro caso difficile che l’aveva tenuta occupata per settimane, ma ora sapeva che tutta quella fatica era servita a qualcosa. Ed era fiera del lavoro fatto dalla sua squadra.

Certo, aveva messo un po’ in disparte Rick in quei giorni per via delle indagini, ma sapeva che lui la capiva. Questa era forse la cosa più meravigliosa di Castle: con lui non doveva trovare giustificazioni per spiegare le ore che passava in ufficio per risolvere un caso. Lui comprendeva. Sempre.

-Ehi, Beckett! Perché non te ne vai a casa?- le disse Ryan prendendo il fascicolo dalla scrivania della detective per andare ad archiviarlo.

-Già…Castle ti starà dando per dispersa! Quante ore sono che non torni a casa?

Kate guardò l’orologio: -Uhm, circa 48 ore, Esposito! Ma Rick non è a casa ad aspettarmi! E’ partito stamattina per gli Hamptons! Alexis è fuori città con Ashley, Martha è andata a Los Angeles a trovare un’amica e così…Rick ed io pensavamo di passare un week-end tranquillo al mare! Lo raggiungo domani mattina…ora sono troppo stanca per preparare una valigia e mettermi alla giuda!- mentre raccontava tutto questo, Kate aveva velocemente sistemato la scrivania, spento il computer e preso la giacca. Era pronta per andarsene dal distretto per qualche giorno.

-Hai sentito, Ryan? Mamma e papà vanno a fare i piccioncini al mare e ci lasciano qui a lavorare!

-Voi due lavorare?- rispose Beckett alzando il sopracciglio sinistro scettica. Ma prima di ottenere qualsiasi altra risposta, la donna si infilò nell’ascensore. -A lunedì, ragazzi!- disse Kate con il sorriso sulle labbra poco prima che le porte si chiudessero davanti a lei.

-Quei due sono diventati da diabete- commentò Ryan appena Beckett se ne fu andata.

-Geloso, bro?

-Niente affatto! Solo, non credevo che Beckett avesse questo lato così…romantico! E invece adesso me la ritrovo a fare passeggiate sulla spiaggia mano nella mano con Rick, al tramonto…- lo sguardo sognante di Ryan fece alzare gli occhi al cielo al compagno.

-Se hai finito di fantasticare sul week-end di mamma e papà, direi che possiamo andarcene…che ne dici, latte e miele, ti va l’idea o preferisci restare qui ad immaginare altre passeggiate romantiche altrui?

Ryan fece una smorfia al collega. Finì di staccare le fotografie dalla lavagna bianca e le inserì nella scatola sulla quale campeggiava la scritta “caso chiuso”.

-Finito! Possiamo andare, Javier! Che ne dici di venire da me stasera? Jenny è dai suoi e se non hai da fare potremmo mangiarci una pizza mentre guardiamo la partita!

-Ci sto! Lanie è ad un convegno a Baltimora e non mi va di vedermi la partita da solo! Ma offri tu, latte e miele! Io sono al verde!

-Tanto per cambiare, no?- disse Ryan rassegnato a pagare per l’ennesima volta.

 

 

Esposito riuscì ad infilarsi nuovamente nell’auto di Ryan tenendo in equilibrio i due cartoni di pizza che aveva appena comprato.

-Allora, per te ho preso una pizza quattro stagioni, come al solito! Io invece…ehi! Mi stai ascoltando, fratello?

Ryan non dava segni di vita: il suo sguardo era fisso su un punto dall’altro lato della strada in cui sembrava stesse accadendo qualcosa di particolarmente interessante. Esposito tentò di mettere a fuoco la stessa scena che aveva catturato l’attenzione del collega.

-Si può sapere cosa stai…oh mio Dio, ma quello non è…?- Javier non riuscì a terminare la frase. Adesso capiva come mai Kevin non riusciva a distogliere lo sguardo dall’altro lato della strada. Quasi inconsapevolmente il detective chiuse gli occhi e li riaprì pochi istanti dopo come per essere sicuro di quello che aveva visto.

-…già…quello è Castle!- concluse la frase Kevin.

-Ma non doveva essere negli Hamptons da stamattina?

-Lo so…

-Ma è qui a New York…

-Lo so…

-Quindi ha mentito a Beckett…

-Lo so, Esposito! L’ho notato- rispose Kevin all’ennesima domanda ovvia del collega voltandosi verso di lui e regalandogli un’occhiataccia.

-Ehi! Non sono io quello che ha preso in giro Beckett!- puntualizzò Javier. -Abbassati! Abbassati! Si è voltato da questa parte!

 Entrambi i detective cercarono di nascondersi nell’auto, senza però perdere di vista i movimenti di Castle. Lo scrittore camminava avanti e indietro davanti al portone di un palazzo, guardando di tanto in tanto l’orologio. Dopo pochi istanti una donna dai lunghi capelli biondi che usciva proprio da quel palazzo di diresse verso di lui e lo abbracciò con molto trasporto. Castle non sembrava per niente infastidito e, anzi, dopo essersi scambiati qualche parola i due si allontanarono insieme chiacchierando amabilmente.

Ryan ed Esposito, sicuri non poter essere più scoperti, si raddrizzarono sui loro sedili e si scambiarono uno sguardo preoccupato.

-La conosci?- chiese Ryan rompendo per primo quel silenzio imbarazzante.

Esposito non dovette nemmeno rispondere.

-Appunto…che si fa?- continuò Ryan guardando fisso avanti a sé come in trance.

-Che intendi dire?

-Non lo so…non sarebbe il caso di dirlo a…

-No!- urlò Esposito che fece prendere un colpo all’amico seduto accanto a lui.

Ci fu una nuova pausa. Entrambi potevano sentire gli ingranaggi del cervello dell’altro che si interrogavano sulla prossima mossa da fare.

-Tu sai che se non lo diciamo a Beckett, lei prima o poi lo verrà a sapere comunque, vero? E quando scoprirà che noi sapevamo e non abbiamo detto niente, ci ucciderà! Prima ucciderà Castle e poi noi…lentamente e dolorosamente, aggiungerei- era stato di nuovo Ryan ad interrompere quel silenzio.

-Ok…ragioniamo! Potrebbe esserci una spiegazione razionale per cui Castle è qui e non negli Hamptons! Magari è dovuto tornare urgentemente in città! Magari ha persino chiamato Beckett e noi stiamo qui a preoccuparci per niente!- Esposito accennò ad un sorriso non molto convinto per cercare di dare sicurezza alle sue parole.

-Giusto…hai ragione, bro! Di sicuro ha chiamato Beckett e partiranno domani insieme!

-Già…

Sorrisero entrambi come a volersi incoraggiare a vicenda. Ma Ryan non accennava a mettere in moto la macchina e a volersi allontanare dalla “scena del crimine”.

-Potremmo…potremmo chiamarlo per controllare, no?- suggerì l’irlandese quasi sottovoce e nascondendosi dietro ad un leggero colpo di tosse.

-Ottima idea!

-Ok…chiama!

-Perché io?

-Paura, Esposito?

Esposito fece una risata forzata. Sì, aveva paura di fare quella telefonata perché non era poi così convinto che Castle fosse un agnellino. E non voleva prendersi la responsabilità di scoprire la verità.

-Paura? Io? Assolutamente no! Ma tu hai avuto l’idea e tu chiami!

Ryan non seppe come ribattere a questa osservazione. Con una smorfia di disapprovazione prese il suo cellulare e compose il numero di Castle, nascondendo il proprio numero e mettendo il vivavoce.

Primo squillo. Ryan alzò lo sguardo ad incrociare quello di Esposito: pregava affinché Castle non rispondesse perché non aveva la più pallida idea di cosa dire e di come comportarsi! Se c’era una cosa che il detective Ryan non era mai stato in grado di fare era mentire in modo convincente!

Secondo squillo. Forse Castle non avrebbe risposto e Ryan avrebbe potuto lasciare che Esposito facesse un secondo tentativo!

-Pronto?

“Maledizione!” pensò Ryan appena sentì chiara la voce di Castle.

-Ehi, Castle! Come va?

-Ryan?- entrambi i poliziotti percepirono un cambiamento nel tono di voce dello scrittore. Sembrava ci fosse una nota di panico. E decisamente questo non era un buon segno!

-Ehm…sì!

Esposito scosse la testa! Che gli era saltato in mente di far chiamare Ryan? Quello non era capace di mentire neanche ad un morto!

-Perché mi chiami? È successo qualcosa a Kate? Qualcuno le ha sparato?

-No! No…io…ehm…ho saputo che eri negli Hamptons! Perché sei negli Hamptons, vero?

Esposito si coprì gli occhi con una mano. Era ufficiale: Ryan era un disastro! Per tutta risposta l’irlandese diede un piccolo pugno sul braccio dell’amico.

-Sì…sono negli Hamptons! Sai, un po’ di vacanza…Kate mi raggiunge domani mattina!- il panico nella voce di Castle si era trasformato in disagio. Sembrava volesse interrompere quella telefonata al più presto. Ma Esposito fece segno a Ryan di continuare, di insistere, di indagare!

-Ah...e…sei solo?

-Certamente!

-Sicuro? No, perché mi sembra di sentire delle voci…

-Televisore…è acceso!

-Ah…e cosa stai guardando?

-Ryan…si può sapere perché hai chiamato? Vuoi sapere cosa sto guardando in televisione?

“Maledizione!” pensò di nuovo Ryan. Castle era riuscito ad invertire i ruoli: ora era lo scrittore a porre delle domande! A cui, ovviamente, Ryan non sapeva cosa rispondere!

-Ahahahahah! Ma cosa dici? No! Io…beh, in realtà sono qui con Esposito e ci chiedevamo se per caso tu potevi fare qualche telefonata per procurarci all’ultimo minuto dei biglietti per la partita di stasera!- Ryan si stupì di se stesso. Era riuscito ad inventare una frottola non solo in pochi secondi ma soprattutto credibile! Anche Esposito sembrava condividere il suo stupore.

-Mi dispiace, ragazzi! Ma ci avevo già provato anche io! È tutto esaurito da giorni!

-Oh…beh, grazie lo stesso! E divertiti negli Hamptons con Beckett!

-Vedrò di fare del mio meglio! Ciao, ragazzi! A lunedì!

-A lunedì- risposero in coro Ryan ed Esposito.

I due detective chiusero la telefonata con un profondo respiro.

-Il lato positivo è che non ti sei fatto scoprire…- cominciò Javier. Ryan annuì soddisfatto di se stesso per la sua performance. -Quello negativo è che Castle ci ha palesemente mentito. Il che vuol dire che anche Beckett non sa che Castle è qui…

-Già…quindi le sta nascondendo qualcosa!- concluse Ryan.

Il detective si decise a mettere in moto l’auto e a dirigersi verso casa. Le pizze che Esposito teneva ancora in mano erano ormai fredde e di certo la partita sarebbe cominciata prima ancora che i due potessero arrivare a casa di Ryan. Nessuno dei due aprì bocca per un paio di isolati, quando l’irlandese fu costretto a fermarsi ad un semaforo.

-Senti, Javier…credo che sia nostro dovere dirle come stanno le cose. In fondo io vorrei saperlo, se fossi al suo posto!

-E’ solo che non mi piace mettermi in mezzo tra quei due…perché non facciamo un ultimo controllo?

-Cosa intendi?- il verde era scattato al semaforo e Ryan stava lentamente riprendendo la marcia.

-Gira a destra, amico!- disse improvvisamente Esposito mettendo la mano sinistra sul volante.

-Ehi! Che ti prende? Potevi avvisare un po’ prima…comunque hai sbagliato strada, io abito dalla parte opposta!

-Lo so! E infatti non stiamo andando al tuo appartamento!

Ryan si limitò a fissare il collega perplesso.

-Torniamo al distretto!

-Che cosa? Javier…non vorrai fare quello che penso tu voglia fare?- c’era un certo rimprovero nella voce di Kevin, che però non scalfì le intenzioni di Esposito.

-Se stai pensando che io voglia rintracciare il gps del cellulare di Castle per vedere dove è stato e dove è adesso, beh…sì, hai indovinato! Senti, Kevin- continuò Esposito notando l’espressione contrariata e preoccupata dell’amico. -Non abbiamo alternative! Se invece di Castle e Beckett si trattasse di un caso qualsiasi faremmo lo stesso, no? Abbiamo appena interrogato un sospettato che ci ha fornito un alibi che noi sappiamo essere fatto…quindi non ci resta che scoprire dove era realmente il sospettato perché ci ha mentito! Siamo dei detective…stiamo solo facendo il nostro lavoro!

Ryan annuì convinto e per tutta risposta pigiò con più forza il pedale dell’acceleratore. Prima sarebbero arrivati al distretto, prima avrebbero avuto una risposta alle loro domande.

 

 

-Merda…- riuscì a dire Ryan non appena i risultati degli spostamenti di Castle si visualizzarono sullo schermo del suo computer.

-Che schifoso bugiardo ipocrita!- rincarò la dose Esposito. -Nelle ultime ore Castle non si è mai mosso da New York! Non ci è mai nemmeno andato negli Hamptons!

-Già…è stato quasi tutta la mattina nel suo appartamento. Verso l’ora di pranzo si è spostato nell’Upper East Side e si è fermato lì per un po’…di certo non era solo! Non credo proprio che abbia attraversato la città all’ora di pranzo per starsene tutto solo!

-Lo penso anch’io! Poi si è fatto un giro a Central Park, sulla 5th strada fino a quando non si è spostato nella zona dove lo abbiamo incontrato poco fa…e ora si trova a White Hall…

-Aspetta…guarda qui e qui- disse Ryan notando un particolare interessante. –Il cellulare di Castle deve aver avuto il bluetooth accesso per tutta la giornata oggi perché è entrato in connessione con altri telefoni…

-Vedo…e guarda caso il telefono con cui è in connessione ora è lo stesso dell’ora di pranzo…

-…questo significa che la donna che abbiamo visto con lui poco fa…

-…era con lui anche a pranzo!

Tutte quelle scoperte non stavano certo migliorando l’umore di Kevin e Javier che ad ogni passo vedevano peggiorare la posizione del sospettato Richard Castle.

Esposito prese il telefono e compose velocemente un numero di poche cifre: -Bryte? Ciao, sono Esposito della Omicidi! Potresti farmi un favore? Mi serve conoscere il nome cui è intestato il seguente numero…sei pronto? Ok, 555-6712543…sì, aspetto in linea.

Nella breve pausa Ryan aveva trattenuto il fiato come se questo potesse aiutare a migliorare la situazione o comunque potesse rendere più rapidi i controlli di questo Bryte.

-Elizabeth Connelly! Perfetto, grazie! Ti devo un favore!

Mentre ancora Esposito chiudeva la telefonata, Ryan aveva digitato il nome ottenuto da Bryte nel database della Motorizzazione Civile: in pochi istanti ottennero il responso.

-E’ lei, non ci sono dubbi! La donna che abbiamo visto con Castle era Elizabeth Connelly!

I due fissarono lo schermo con aria rassegnata: avevano sperato fino all’ultimo di poter trovare una spiegazione logica al comportamento bizzarro dello scrittore, ma evidentemente l’uomo gli aveva mentito perché si trovava con un’altra donna. Come aveva potuto tradire così Kate?

-E adesso chi lo dice a Beckett?- commentò Ryan spostando lo sguardo sul compagno. Per tutta risposta Esposito alzò le spalle in segno di resa. Mantenere il segreto era impossibile e soprattutto scorretto; ma dire la verità era terribilmente difficile!

Forse…

-Ehi, ragazzi! Cos’è che dovete dirmi?

 

To be continued…

 

Ecco qui il primo capitolo di questa nuova storia incentrata su Ryan ed Esposito: i nostri due detective stanno mettendo a frutto i loro anni di esperienza nei confronti di un sospettato molto particolare: Richard Castle! Che ci faceva il nostro scrittore preferito in compagnia di un’altra donna? E soprattutto perché aveva mentito a Kate?

La risposta vi aspetta nel prossimo capitolo…

Per ora aspetto di sapere cosa ne pensate di questo! A presto!

Laura

 

 

   
 
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