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Autore: Andy Scofield    05/04/2011    2 recensioni
Gli dei dell'antica Grecia sono ancora vivi, e qualcosa di grande sta per accadere...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Un ragazzo trentenne si trovava dinanzi ad una riva presso il mare Egeo, fissando il cielo e i gabbiani che svolazzavano tra le nuvole. Il giovane aveva la pelle di pesca, gli occhi azzurri e i capelli neri, lisci e lunghi sino alle spalle. Si trattava di Paride, figlio di re Priamo, principe di Troia. Egli rifletteva. Era convinto, per qualche strana ragione, che fosse il Cronìde a volere quella guerra. Non sapeva il perchè, ma dopo l'inganno ricevuto da Zeus, Paride ci rimise la vita e la propria patria. Egli attendeva una persona. Si voltò e vide una sagoma in lontananza. L'uomo diretto verso Paride era Enea, generale dell'armata troiana e valoroso condottiero.

"Paride, dobbiamo andare" disse Enea fissandolo.

Paride si guardò attorno. Si chinò lentamente, e afferrò un'arco con delle frecce, che lui stesso aveva appoggiato la mattina in cui era giunto sulla spiaggia. Paride e Enea erano pronti per la guerra. Ormai dovevano solo partire e raggiungere i titani. D'altronde Paride non sapeva nulla riguardo alla posizione geogrfica di Ettore, il fratello maggiore. Enea fissava Paride, in attesa di una sua risposta. Egli era alto, i capelli erano castani e gli occhi verdi, aveva un pizzetto corto.

"d'accordo Enea" rispose Paride.

Paride e Enea si incamminarono verso Atene. Si trovavano a Salonicco. I Titani, stando alle voci, puntavano ad Atene. Sparta era già in guerra, dato che Eracle ne era il fondatore. Paride e Enea non parlarono per tutto il viaggio.

Si fermarono di notte in un accampamento, dove il tutto era ormai ricoperto di buio, si scorgevano solo le brillanti stelle e le costellazioni. Paride fece un sono stranissimo. Sognò la sua amata Elena, che sussurrava frasi terribili. "stolto, Menelao mi avrebbe comunque riportata a Sparta!" e nuovamente sognava Era, Atena e Afrodite, con lo scopo di ingannarlo. Un rumore svegliò i due eroi. Paride afferrò il suo arco e Enea la sua spada.

"chi va là?" urlò Enea.

Un uomo si trovava dinanzi agli eroi. Capelli corti, baffi, occhi neri...era Patroclo Menezìade.

"tu!" urlò Paride puntando l'arco.

Patroclo senza pensarci due volte si armò di spada. Ma era in netta minoranza, sarebbe sicuramente caduto per mano dei Troiani. A quanto pare Enea e Paride preferivano eliminare Patroclo, ma Enea riflettè un attimo.

"Aspetta...Achille si è schierato con gli dei...se feriamo Patroclo, causeremo la sua ira..." disse il Troiano.

"Hai ragione...ti è andata bene finocchio..." disse Paride.

Patroclo strinse i denti, urlò e puntò la spada alla gola di Paride, che si fece suggire l'arco. Enea ripuntò la spada verso il Menezìade.

"Tocca Paride e ti sgozzo, Patroclo." lo avvertì.

Patroclo rilasciò Paride e ridacchiò.

"la prossima volta giuro che ti ammazzo" affermò Patroclo. 

I tre eroi ripresere il cammino. 

  
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