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Autore: relie    28/01/2006    1 recensioni
Lui...un ragazzo nato dall'unione tra una strega e un Babbano. Lei...erede illegittima di un antenato oscuro. Lui è un Grifondoro, lei una Serpeverde. Ma l'interesse di lei presto diventerà l'ossessione di lui e il destino li legherà, per lottare insieme quell'antenato ritornato in vita... P.S. Lui NON è Harry Potter
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Seamus Finnigan, Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il quarto anno a Hogwarts era cominciato da poco e dato che non ci sarebbero state neanche le partite di Quidditch sembrava che sarebbe successo ben poco se non fosse stato per il Torneo Tremaghi e sopratutto per il fatto che Harry partecipasse nonostante non avesse l'età giusta. Tutti ne parlavano e nessuno credeva a Harry. Ma il Torneo di sicuro non ci aveva tagliato un po' di lezioni. Avrei voluto fare a meno di seguire le noiose lezioni di Storia della Magia o Pozioni. E Divinazione sicuramente non mi diceva quasi nulla.
In mezzo a tutto quel trambusto, passavo comunque da un 'aula all'altra insieme a Dean e gli altri ragazzi.
Sotto la scaletta a chiocciola che portava all'aula della professoressa Cooman, incrociammo un gruppo di ragazze del terzo anno di Serpeverde.
Be'...Grifondoro e Serpeverde non erano mai stati grandi amici e anche gli studenti si detestavano fra di loro, ma ciò non ci impedì di notare che c'era una ragazza molto carina fra di loro che non mi sembrava di aver visto spesso.
Aveva I capelli neri, lunghissimi e ondulati dalle spalle in giù, non era particolarmente alta e aveva un portamento elegante. Ma non fu niente di tutto ciò che mi colpì, bensì I suoi occhi. Troppo chiari per quella folta capigliatura corvina. Di un azzurro quasi spento, ma osservando più attentamente mi accorsi che non lo erano per niente, anzi, sembravano emanere una luce limpida.
Forse perché se ne accorse, ma si girò e mi fissò negli occhi.
Per un istante fui completamente paralizzato, incapace di muovermi e di pensare. Tutto intorno a me sembrava fermo e non sentivo più niente.
Quando mi ripresi lei era già molti metri più in là e stava per scendere le scale insieme alle sue compagne.
-Seamus? Che stai facendo? Guarda che se stai ancora lì impalato faremo tardi!-mi gridò Dean vedendomi fermo.
-Arrivo!-dissi fissando ancora per pochi istanti il punto dove lei era sparita sotto le scale, ricordandomi il suo sguardo penetrante. Poi mi girai e corsi su per la scaletta a chiocciola raggiungendo quella buia stanza piena di profumo, ma per l' intera lezione non pensai a nient'altro che a quegli occhi di ghiaccio...

Lo incrociai sotto la scaletta a chiocciola dell'aula di Divinazione. Era insieme ai suoi soliti amici. Mentre io mi incamminavo per Incantesimi insieme alle mie compagne di classe, nonostante non mi fossero mai piaciute un granché.
Anche se era di Grifondoro lo avevo notato già da un po' di tempo. Non era particolare e non aveva doti speciali. Ma mi attraeva e mi accorgevo di fissarlo senza rendermene conto.
Oggi però è stata la prima volta che abbiamo incrociato gli sguardi. I suoi occhi color nocciola erano sempre stati molto espressivi.
Non aveva paura di mostrare ciò che pensava e faceva tutto ciò che gli passava per la testa. Era l'inverso di me. Era forse proprio per questo che cominciai a notarlo.
Certo, non era l'unico a essere l'incontrario di me, ma lui...aveva 'qualcosa' che gli altri non avevano.
Era strano che io provassi qualcosa per 'uno come lui'. Così diverso da me... sopratutto da quel mio 'lustre' antenato del quale sono una diretta discendente.
Ero particolarmente consapevole del fatto che sicuramente tra me e Seamus Finnigan non sarebbe mai successo niente che andasse oltre agli incroci in corridoio, però qualcosa dentro di me lentamente stava crescendo e voleva prendere possesso del mio corpo.
-Southwork! Stai attenta alla lezione!-imporvvisamente la voce del professor Vitious irruppe nei miei pensieri e fui costretta a ritornare alla realtà un po' svogliata. Non che Incantesimi non mi piacesse, ma quello che facevamo era così dannatamente facile...
Mi sembrava quasi inutile andare a scuola.
Dopo le lezioni mi diressi da sola verso il nostro dormitorio dopo aver rifiutato l'invito di Parkinson a fare un giro con lei e le sue amiche.
Sia lei che le sue amiche non mi piacevano per niente, tutte così viscide e allo stesso tempo false e ipocrite.
Ma dopotutto forse non ero la più adatta a parlare di ipocrisia dato che potevo considerarmi l'iprocrisia fatta in persona, fuggendo da tutto e da tutti. Cvercando di creare una mia dimensione in cui nulla mi avrebbe disturbato e nulla mi avrebbe toccato.
Vagando nel mio fiume di pensieri arrivai inconsciamente di fronte alla biblioteca invece che al dormitorio. Mi chiesi come ero riuscita a finire lì quando il dormitorio di Serpeverde era esattamente nella direzione opposta.
Ma decisi di entrare e ne fui felice quando lo vidi cercare fra I lunghi scaffali con aria scocciata...

Quel maledetto di Piton aveva osato darci da fare una pergamena di cinquanta centimetri da consegnare tre giorni dopo su un argomento inesistente sul libro di pozioni. Così dovetti andare fino in biblioteca a cercare il materiale, quando gli altri erano finiti chissà dove. Comodo per Harry e Ron che avevano Hermione come sostenio, avrei voluto anch'io un'amica così.
Mentre pensavo a quanto studiasse Hermione e cercavo senza fare molta attenzione il libro che mi interessava, la vidi entrare.
La stessa di qualche ora fa, ancora così bella e posata, con I suoi lunghi capelli che le si sollevavano dietro le spalle, facendoli sembrare le onde del mare.
Mi venne quasi istintivo fissarla, rimasi fermo nella mia posizione: in punta dei piedi e con un braccio alzato mentre cercavo di sfilare un libro.
Lei si girò di nuovo, come la volta precedente.
Aprì leggermente le labbra, sembrava volesse dirmi qualcosa, ma poi infilò la mano dentro la tasca e ne estrasse la bacchetta. La puntò verso di me, no, la puntò verso il libro che stavo cercando di prendere e con un piccolo colpo, senza parlare, fece volare il libro all'altezza del mio busto.
Mi abbassai e presi il libro mormorando un leggero grazie, ancora confuso.
Lei mi guardò, si coprì la bocca con una mano dopo aver rimesso la bacchetta nella tasca. Sembrava si stesse trattenendo dal ridere, anche se gli occhi e tutto il viso rimanevano comunque indecifrabili, avevo la pessima sensazione che sotto quella mano si fosse allargato un piccolo sorriso.
Ma non ebbi il tempo di reagire o di dire altro che lei si girò e uscì dalla biblioteca.
Imporvvisamente mi venne la voglia matta di vederla sorridere e vedere come fosse con altre espressioni...

In quella posizione sembrava un po' strano e allo stesso tempo divertente, ma sapevo che si trovava in difficoltà e lo aiutai senza pensarci troppo su.
Per le poche volte della mia vita, mi venne un po' da ridere vedendo la sua espressione imbambolata, così carino e dolce.
Forse cominciava un po' a piacermi.
Ma non pensai molto oltre su Seamus perché fui distratta dalla vista di un'altra persona che tutti conoscevano: Harry Potter.
Era insieme a Hermione Granger.
Perché notavo Potter? Be'... era famoso, chi non lo notava al suo passaggio? E poi era diventato ancora più famoso dopo esser diventato uno dei Campioni.
Sembrava vagamente preoccupato, forse non sapeva cosa lo avrebbe aspettato quel Torneo?
Non odiavo Potter e non lo trovavo né ridicolo né inetto come invece pensavano molti Serpeverde sotto l'influenza di Draco Malfoy.
Forse perché si poteva dire che io e lui avevamo un 'legame speciale'.
Lui non mi conosceva, non sapeva della mia esistenza e tantomeno della mia vera identità.
Mi ero sempre chiesta cosa avrebbe detto o fatto se lo avesse saputo. Forse avrebbe tentato di uccidermi? Oppure avrebbe tentato di usarmi?
Chissà...ma ora non posso dirglielo, non ancora. Il momento giusto non era ancora arrivato e speravo che non arrivasse mai. Perché altrimenti vorrebbe dire fine delle mie giornate spensierate e le sue giornate felici.
E voleva anche dire addio a Seamus...
Nonostante non gli avessi mai parlato, continuavo ancora a pensare a lui. Cominciava a diventare una cosa anormale. Dovevo smetterla, ma la mia forza di volontà era così debole...o era sempre stato? Oppure era solo perché si trattava di lui?
--Purosangue-dissi la parola d'ridine ed entrai nella buia sala comune di Serpeverde.

  
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