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Autore: Mina7Z    06/04/2011    20 recensioni
La mia storia prende spunto dalla sera in cui Andrè rivela i suoi sentimenti ad Oscar. Ma lei è una donna diversa, che in quel momento prenderà una decisione naspettata.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mi hai urlato il tuo amore e mi sono sentita tradita, offesa, umiliata.
Ho visto dipinta sul tuo viso un’espressione sofferta che mai, prima d’ora, avevi lasciato trasparire e il tuo dolore mi è sembrata da subito  la giusta punizione alla  tua arroganza.
Al tradimento della nostra amicizia.
Ho sentito le tue mani insolenti stringere i miei polsi con una tale forza da impedire ogni mia difesa mentre le tue labbra esigenti ed esperte si impossessavano delle mie pretendendo di esplorare la mia bocca con un vigore al quale non ho potuto resistere.
Ho percepito la tua forza maschile vincere la mia resistenza mentre sotto il peso del tuo corpo cadevo supina sul letto.
Ho percepito i battiti impazziti del mio cuore mentre, ancora sotto di te, cercavo inutilmente  di liberarmi dalla tua stretta.  
E ho sentito quelle maledette lacrime che non avrei mai più  voluto mostrare a nessun uomo, nemmeno a te, sgorgare dai miei occhi e arrivare brucianti fino alla mia bocca  mentre la tua lingua continuava il suo ostinato assalto.
Poi, come un ennesimo attacco alla mia integrità, ho sentito la tua mano schiacciata  sul mio seno e ho visto  un lembo della mia camicia volare via tra le tue dita lasciando che i miei seni già liberi dalle fasce potessero  mostrarsi ai tuoi occhi.
Un brivido ha percorso la mia pelle mentre i capezzoli si inturgidivano  sotto il tuo tocco.
E sopra il mio ventre, si è svelato il tuo essere uomo che ho sentito pulsare colmo di eccitazione.
Ricordo di avere compreso, proprio in quell’istante quale fosse la reale differenza tra di noi.
Sotto il tuo corpo, il mio giaceva inerme, debole sconfitto.
Non vi è stata più nessuna reazione da parte mia.
Mi sono completamente arresa al tua assalto.
E tu hai pensato di potere fare di me ciò che volevi.
Ho deciso che la mia arrendevolezza sarebbe diventata la tua punizione.
E la mia.
Ho deciso che il mio corpo di donna avrebbe perso la battaglia contro il tuo corpo di uomo.
Ho deciso che fosse giunto il tempo di prendermi ciò che è dovuto alla mia anima maschile.
Nessun sentimento, nessuna emozione.
Solo corpi sudati che si saziano sbranandosi come belve affamate.
Volevi avere il mio amore e hai avuto solo  mio corpo.
Sei soddisfatto  adesso?
Hai saziato la tua fame di me?
Hai goduto di quel corpo che tanto desideravi?
Le mie mani si sono strette alla tua schiena.
La mia lingua ha iniziato a rispondere ai tuoi assalti in un duello senza fine.
Ho sentito i tuoi gemiti nella mia bocca quando le mie mani si sono infilate sotto la tua camicia, iniziando un vorticoso percorso lungo la schiena.
Ti sei staccato dalle mie labbra e ti sei sollevato dal mio corpo mentre con un movimento veloce mi hai sfilato la camicia che ormai lasciava il mio corpo seminudo.
Hai scrutato il mio volto in cerca di un’ assoluzione dai tuoi peccati.
E hai trovato in me solo una complice.
Immobile su di me hai ritrovato un barlume di lucidità.
Il tuo volto trasfigurato dalla colpa.
E dal  desiderio di me.
Il mio nome  è uscito dalle tue labbra tremanti.
Hai cercato il mio sguardo.
“Continua”
Un ordine più che l’espressione di una passione ancora da scoprire.
Una sola parola uscita dalla mia bocca ti ha  autorizzato a continuare a cibarti di me.
Non più ragione in te ma solo istinto.
Passione.
Desiderio.
Ricordo le mie mani che ti liberano dai tuoi abiti.
Ricordo le tue mani che mi spogliano dalle mie vesti.
Hai ripreso la tua folle corsa sul mio corpo mentre la tua lingua si impossessava dei miei capezzoli succhiando e mordendo con movimenti esperti.
Ho stretto le mie unghie attorno alle tue natiche e ho diminuito la distanza tra i nostri corpi.
Ho aperto le mie gambe e ho lasciato che il tuo corpo si posasse sopra il mio.
Gesti sconosciuti compiuti da me senza timore.
Senza pudore.
Il tuo desiderio premeva eccitato più che mai sul mio essere donna.
Le mie mani sulla tua schiena ti hanno rassicurato sul mio desiderio di te.
La mia bocca nella tua.
Ti sei spinto dentro di me.
Con forza.
Con passione.
Con desiderio.
E ho  goduto del tuo ardore.
I miei sensi sconvolti dal profondo piacere che ha invaso ogni centimetro del mio corpo.
I miei gemiti persi nella tua bocca calda che si sfamava della mia.
Le mie unghie infilate nella tua carne.
Per il piacere provato.
Per il dolore provato.
Per il senso di colpa.
Per l’odio provato per te.
Per l’odio provato per me.
Per calmare i battiti impazziti del mio cuore.
Hai continuato la tua corsa dentro di me gemendo di piacere.
Hai pronunciato il mio nome.
Mille volte.
Ma hai trovato occhi chiusi al tuo sguardo.
Parole d’amore.
Alle quali non hai udito risposta.
Ho sentito il tuo piacere inondarmi le carni mentre perso nel mio collo riprendevi il respiro.
 “Sei soddisfatto adesso?”
Parole che vogliono ferirti l’anima.
Che ti lacerano dentro.
Una replica, la tua, che ha il sapore di una colpa.
“Ho perso la testa, perdonami . Ma tu…tu..io ho creduto che.”
“Che cosa hai creduto? Che bastasse amarmi per avermi?  Abbiamo avuto entrambi ciò che volevamo. E adesso lasciami sola!”
Solo rabbia nelle mie parole.
Solo vergogna nelle tue.
“Comunque ti ringrazio. Non sarò un uomo ma questa sera ho dimostrato di potere fare del mio corpo ciò che voglio, esattamente come te Andrè. Come un uomo.”
Parole che non solo ti feriscono.
Ti lacerano l’anima.
Ti uccidono dentro.
Ho visto l’espressione sorpresa dei tuoi occhi tramutare in disperazione.
Ti sei portato le mai sul volto e hai nascosto i tuoi occhi già chiusi.
E in quel momento hai capito come sia possibile passare dal paradiso all’inferno in un istante.
Come sia possibile perdere per sempre tutto ciò che si è desiderato per tutta la vita.
E io ho compreso quanto profondo possa essere l’odio per se stessi e per quel corpo di donna che avevo deciso di punire.
O di liberare.
“Giuro su Dio che non ti farò mai più una cosa simile Oscar”.
Nessuna replica da parte mia.
Una promessa che non potrai mantenere.
Io sono dentro di te.
Sono entrata in te come un veleno che ti porterà alla follia.
Ma io sono anche  il tuo antidoto.
Ci siamo rubati l’anima stasera.
Ci siamo cibati delle nostre miserie.
Torno a scrutare quel corpo nudo dinnanzi a me.
Prendo una veste e copro le mie carni.
Non rido più adesso.
E non piango.
Non sento più niente.
Come un uomo.
 
   
 
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