The Little Prince of Darkness
Make a wish when
your childhood dies
Hear the knock, knock, knock when she cries
Were all alone tonight
Scarecrow. Dangerous Days
Quando Damon Salvatore aveva quattro anni, si
svegliava di frequente nel cuore della notte con i piedini gelidi e gli occhi
irrequieti.
Libero dal torpore del sonno, il piccolo scivolava sul
pavimento e si aggirava per la casa in silenzio, incantato dalla quiete che
regnava fra i corridoi.
A piedi nudi, ignorando il gelo pungente che si
insinuava fra i suoi abiti, Damon esplorava ogni angolo della tenuta,
ispezionando con una punta di orgoglio i luoghi in cui di giorno non gli
sarebbe mai stato concesso mettere piede. Dopo aver sgraffignato una fetta di pane o un
biscotto dalle cucine, si aggirava con aria furbetta fra le stanze della
servitù, soffocando una risatina quando il buon vecchio Robert interrompeva il
silenzio grazie al suo violento russare.
Passava in rassegna anche la camera dei genitori e vi
rimaneva ad osservarli per ore, acquattato in un angolo del letto: le gambe
incrociate sopra le coperte e un insolito sorriso ad illuminare i suoi
lineamenti delicati da fanciullo. Di tanto in tanto, gattonava lentamente fino a
raggiungere il viso in penombra della madre, beatamente addormentata. Allora si allungava,
per sfiorare la punta del naso della donna con un bacio leggero e umidiccio; con
l’ingenuità che solo un bambino così piccolo può possedere.
Quei pellegrinaggi nel cuore della notte lo facevano
sentire invincibile: il mondo dormiva e solo Damon sapeva come si trasformavano
i suoi sudditi una volta che le luci calavano. Erano tutti così immobili. Così indifesi.
Damon, invece, rideva.
E correva a piedi scalzi fra i corridoi deserti.
Con orgoglio, vegliava sul sonno degli abitanti della tenuta; custode di un
segreto che i dormienti non avrebbero mai potuto vantarsi di conoscere.
Quando le prime luci dell’alba filtravano attraverso i
vetri delle finestre,infine, Damon andava ad
accoccolarsi sui gradini del portico. Ascoltava in silenzio i primi uccellini dare il
benvenuto al nuovo giorno con il loro canto melodioso.
In quei momenti, suo padre faceva spesso capolino
dalla porta d’ingresso e sedeva accanto a lui. Senza dire nulla, i due ammiravano assieme i primi
raggi timidi del sole stiracchiarsi contro la loro tenuta e distendersi sui
tetti delle case.
Damon amava quei momenti, forse ancor più dei suoi
vagabondaggi notturni. Sedere su quel portico ascoltando il canto degli uccelli
in compagnia di suo padre, gli faceva pensare che non ci fosse niente di più
perfetto al mondo per un bambino della sua età.
Era così piccolo, eppure il suo minuscolo cuore
traboccava di rivelazioni. Conosceva entrambe le identità del mondo: il giorno e
la notte. E, ciò di cui più
andava fiero, non temeva nessuna delle due.
Sapeva che suo padre doveva essere orgoglioso di lui.
Di quel suo essere principe in ogni gradazione di luce; in ogni tonalità di tenebra. E in quei momenti,
alle sorgenti dell’alba, con la mano ruvida del padre fra i suoi capelli
corvini, Damon avvertiva la conferma dell’affetto che l’uomo provava nei suoi
confronti.
Ma poi i giorni trascorsero.
I momenti di luce si attenuarono rispetto a quelli di
tenebra e Giuseppe Salvatore non ebbe più tempo per osservare l’alba in
compagnia di Damon.
Dopo qualche mese nacque Stefan. E a Damon parve
sempre più chiaro che, mentre nessuno sarebbe mai riuscito a rubargli i
misteriosi segreti della notte, suo fratello aveva con sé il bagliore accecante
del giorno.
E Giuseppe scelse la luce.
Nota
dell’autrice.
Ringrazio Fiery e Lady
Aika per la lettura in anteprima e la
revisione del capitolo.
Massì, sono sempre io a
rompervi le scatole.
Che
cosa posso dire in mia difesa? Tempo fa ripresi ad ascoltare qualche
brano dei My Chemical
Romance (uno dei miei gruppi preferiti) e realizzai che alcuni di quei
brani calzavano a pennello per descrivere il personaggio di Damon. Unendo quel
pensiero al mio amore sviscerato per Damon nelle vesti di umano, ho deciso di
recuperare una vecchia one-shot che avevo scritto su
di lui per trasformarla in una raccolta. Non sarà una raccolta aggiornata di
frequente. Solo una piccola fonte di frammenti ispirati all’infanzia, alla
giovinezza, alla “prima vita” di Damon (e forse qualche piccolo spiraglio di
lui in vesti da vampiro).
Ho
voluto cominciare dal Damon bambino: una figura a cui sono particolarmente
affezionata (chi legge i miei lavori sa che mi piace tantissimo riflettere
sull’infanzia dei personaggi). Spero vivamente che questo piccolo quadro sulla
sua personalità da piccolo e sul rapporto con i genitori possa esservi
piaciuto.
Un
grazie di cuore a chiunque leggerà.
Laura