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Autore: Per_Aspera_Ad_Astra    07/04/2011    2 recensioni
Avete presente il famoso libro di Boccaccio? Ecco, quello che si sta riginando nella tomba dopo aver letto questa storia.
Una NUOVISSIMA versione del DECAMERONE
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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NOVELLA PRIMA.
NARRATA DA IL “GIOVANE” SHANNON.
TEMA: IL CUORE FORTE E PURO, CORAGGIO.
TITOLO: KINGS AND QUEENS



C’era una volta in un tempo molto, ma moooooolto lontano, un paese nel centro America governato da due re, che per amor della madre rendevano quel regno il più gioioso della terra. Si trovava , come detto prima, nel centro delle nuove terre conosciute e il nome che tutti cercavano di ricordare tutti lo scordavano ( muha…muha!)
Il ‘500 aveva portato pestilenza, morti, malattie, fame ( e chi più ne ha più ne metta! DAJE!) ma soprattutto la crisi che aveva messo al tappeto l’Europa intera ma anche tutti i nuovi commerci di oro e diamante, che grazie ai nuovi contratti, erano riusciti ad istaurare le Americhe con la Spagna e il famigerato ( soprattutto maligno) Portogallo.
Il paesino che vi stavo dicendo prima, era abitato da molte persone che amavano il lavoro ma soprattutto amavano rendere quel piccolo regno economicamente forte. Artigiani, contadini, banchieri commercianti ma anche servitù e giullari riempivano le strade affollate da bancarelle che cercavano di vendere prima che il commercio nero del re li scoprisse.
I due re che governavano quel regno non avevano in mano un pezzo di terra qualunque dell’America, ma la parte più importante che metteva sottostante tutti gli altri paesi.
Si proprio cosi. Governavano l’intera America.
La madre sposatasi con l’uomo che ebbe in mano l’esercito inglese per molti anni, scappò via dall’Inghilterra per trovarsi in una terra a lei sconosciuta ma l’unica via per crescere i suoi figli in modo adeguato…ma soprattutto come veri re. Il marito diede quindi, in possesso all’esercito inglese la salvaguardia delle sue tre perle perché lui non potendoli più vedere voleva che un giorno i figli avessero fatto quello che lui meglio desiderava: essere ricordato.
Fin quando un giorno un corriere arrivò all’abitazione dei giovani guerrieri e diede la scongiurata notizia: il padre morto in guerra aveva lasciato tutto nelle loro mani ma soprattutto ai tre figli nati prima di loro. Per la madre, sconcertata dalla notizia, fu un grosso colpo e per ripicchia si elesse regina delle porte di America e fece guerra ai figliastri ma soprattutto agli inglesi che volevano impadronirsi della nuova terra da lei abitata. Con grosso stupore la madre riuscì a tenere per più di vent’anni il suo grosso impero in mani fidate e sotto soprattutto grande pace e calma; fino a quando per cause ancora oggi non note la madre spirò prima di dare un successore certo, cosi i due fratelli senza farsi guerra decisero che per l’amore della madre avrebbero dovuto governare e “sfornare” successori per far rimanere quello stato l’ideale del mondo.
I re si munirono di persone fidate ma soprattutto coraggiose e leali, piene di idee e geniali come il loro AMBASCIATOR NON PORTA PENA Tomiliovaci Milicevic; un grande personaggio austriaco. Tomiliovaci Milicevic era un generale italiano che emigrato nel regno d’Austria era riuscito a prendere, grazie alle sue idee, in mano più di 3000 territori che non erano posseduti né all’Italia e né all’Austria ma al famigerato Portogallo che era sempre riconosciuto per colpa del suo esercito infallibile. Lo portarono in America perché il re Shannito “il breve” voleva qualcuno di cuoi fidarsi , ma soprattutto voleva qualcuno di bravo. Un buon stratega.
Il sole era già in alto quando il re Shannito si preparava nelle sue camere per il discorso. Lo doveva fare quel discorso, serviva per il popolo ma soprattutto per lui.
- Questo vestito un po’ lo accorcia- rise sotto i baffi lo styling del reame
- E’ inutile che mi prendi in giro. Visto che sei frocio ti faccio mettere questo coso dove sai tu, se non la smetti- disse delicatamente in re
- Siete di buon umore Pipino- disse l’ambasciatore entrando nelle stanze del re.
- Vuoi che te le metta anche a te dentro!? E tu idiota non mi servono i boccoli, ho già quattro peli in testa, mi fai anche i boccoli alla Kandy Kandy? – scherzò il re guardando quei poveri capelli che gli restavano in testa.
- Vuole questa?- comunicò Tomiliovaci porgendo una “parruque remy blanche”
- Vuoi che ti distrugga?-
- No, mio sir. Voglio solamente il meglio per lei.- sorrise a denti stretti il povero ambasciatore.
Nel castello dei re tutto andava in fuga, chi correva, chi preparava le grosse colazioni, i pranzi e le cene e chi invece raccattava quello che poteva per colpa del ballo della sera precedente. I tacchi delle dame che pulivano facevano risuonare un marmo liscio e lucido mentre dei passi grossi e pesanti si facevano strada verso le stanze alte del castello.
- Hai notizie del corriere Colino?- chiese il re mettendo per bene il rialzo sotto i piedi per farsi più alto
- Mi sa che..- disse interronpendosi Milicevic
- Re, oh mio dannatissimo re!- entrò stanco morto il corriere
- Buongiorno, Colino- cominciò il re – Ti vedo in gran forma!-
- TU! Tu..- non fece neanche il tempo a finire di parlare che cadde per terra prendendosi una di quelle FACCIATE che ti rimangono per anni.
- Mi..mi..mi sa che è morto!-
- Ma no, Milicevic! Questo è il mio corriere preferito.. no può lasciarmi ora- disse con occhi infuocati il re mentre stuzzicava il corpo indifeso del povero Colino, con la punta del piede
- Ma signore, se fa cosi non è peggio?-
- Vuoi dirmi cosa devo fareeee? Tu?!- lo incolpò Shannito mentre si sollevava l’abito lungo di un blu scuro.
– E’ meglio che andiamo.. i miei cittadini mi aspettano. Non voglio che tardiamo-
- Ma..lo lascia qui?-
- Poi puliranno i servi.-
I nostri eroi cominciarono a camminare a passo veloce mentre tutti gli inservienti e servi si inchinavano con un “mio signore” al passaggio del re. Tutto era splendidamente pulito e ordinato e l’odore di marsiglia si infondeva nelle narici dei due soggetti donandogli calma e serenità.
- Allora è pronto per il discorso?- gli domando il cameriere che passando si accinse ad aggiustare le ultime cose che non andavano sul corpo del re
- Si, o almeno spero- disse affranto- ma mio fratello? Non posso farlo da solo. – continuando il discorso
- Non saprei dove si sia cacciato, forse nelle sue stanze dopo quello che ha combinato ieri- disse chiudendo il discorso Tomiliovaci, avvicinandosi, quindi, alla grande finestra per preparare il pubblico al grande discorso. Il re si avvicinò inspirando e espirando più aria possibile e prendonsi un sostegno per arrivare almeno al balcone si affaccio salendo sullo sgabello salutò il popolo che lo acclamava sotto un sole cocente.
- Buongiorno miei cari sudditi!!!- gridò a squarcia gola Shannito il breve – Vi ringrazio di esservi riuniti tutti qui perché è davvero importante per me dirvi che siete i migliori cittadini di tutti i paesi che io abbia mai conosciuto. No che io abbia mai conosciuto altri cittadini.-
Il silenzio cospirò per la gente e qualche scoreggia si diramava nell’aria.
-Comunque dopo tutte queste benevolenze volevo darvi la vera notizia importante..ed è quella che mi preoccupa di più.- cominciò Pipino – gli inglesi vogliono di nuovo il nostro regno.-
- E daglielo! Tanto a noi che ci frega- una voce tra le tante si sparse tra il pubblico
- Che io non guadagno più.. ecco cosa- prese la parola l’ambasciator non porta pena
- Te taci! – lo zittì il re – Io non voglio che voi siete sottomessi da qualcuno, ovviamente che non sia io! Dovete aiutarmi, almeno per un’altra volta-
- Noi siamo con te! Alessandrooooo!-
- Io non mi chiamo Alessandro, io sono Shannito e inutile non cambio comunque- disse seccato il re
- E vabbè che voi! Siamo con te lo stesso no?-
- Vi auguro una buona giornata sudditi miei, conto su di voi.- si ritirò nuovamente nelle sue stanze quando capì che non vedeva suo fratello da più di un giorno e quello era seriamente preoccupate. Lui non si faceva mai vedere prima delle cinque di pomeriggio. Non sapeva mai il perché.
- Tomito, accompagnami nelle stanze di mio fratello Jareddio -
Jareddio era il secondo figlio della madre di Shannito, lui però era il fratello di sangue. Jareddio era il solito re che non voleva pensieri per la testa gli bastava il consenso dei cittadini, le guardie e per lui tutto andava bene. Voleva calma e pace. Jareddio veniva soprannominato “quello che ce lo aveva lungo” ma nessuno lo aveva sopranominato cosi, si narrava come leggenda metropolitana che se lo era dato da solo. Per farsi pubblicità. Non era molto più piccolo del fratello ma i segni dell’età si vedevano di meno, grazie al botulino che metteva in omaggio il regno, e quindi si poteva vedere una differenza cospicua tra i due.
-Allora, bussa!-
-Ma lo faccia lei no?-
-Mi si rovinano le unghie! Guarda, GUARDA!- disse il re mostrando le unghie finemente rifatte con il gel L’ambasciatore bussò. Ma niente fu udito.
- Che ore sono?- chiese il re
- Saranno le – disse guardando il super Rolex sul polso
- E questo chi te lo ha dato?-
- Il suo mobiletto della sua camera – disse sorridendo – comunque sono le dieci di mattino, ci troviamo +12,6° dal livello del mare, la temperatura esterna e di 24° e possiamo anche sapere che se andiamo a scalare l’Everest saremmo sopra +305,5° il livello del mare e il vento da ovest sarebbe a nostro favore. Ah! Dimenticavo la longitudine x che si somma a quella t e z non fanno mai y. –
- Si. – disse il re- Adesso me lo smolli che è mio-
- Ma dobbiamo finire la missione-
-Allora BUSSAAAAA! Ti devo dire tutto io come si fa, e alza la mano e falla a forma di pugno, poi picchietta sulla porta-
Dopo i diversi “complimenti” e dopo aver smadonnato per colpa del silenzio i due capirono che era meglio usare L’ARIETE!
- Ok, mettiti in posizione-
- Ma mi farete male, re!-
-Taci, cosi la testa si rinforzerà- prese in braccio Tomiliovaci e mettendolo in posizione di ariete fede qualche passo indietro.
- La prego, la prego.. lo faccia con qualcos’altro!- lo implorò l’ambasciatore
- Dai..uno..due..e..- nemmeno al tre, il re colpì fortemente la testa del Tomito sulla porta
-Caaaaaaa…zeta zeta oooo!- imprecò l’austriaco per non essere volgare
-Possibile che adesso apre…!- disse il re mollandolo alla sua preda
-Certo, certo che deve aprire- Ma ovviamente nessuno aprì.
-Allora adesso abbattila!-
- Con la spalla? Allora mi dia il via-
- Uno, due..via!- E l’ambasciatore presa la rincorsa non sia accorse che la porta accingeva ad aprirsi e cosi scaraventato dentro la stanza arrivo dritto in pieno sul giardino del castello del re. - Si può?-
- Entra- disse una voce femminile
- Ma..tu..chi sei?- il re guardando la bellissima vista della ragazza si acchitò tutto
- Piacere mia dolce dama, io sono Shannito..il..il. lungo!- porgendole la mano – posso sapere come si chiama?- La faccia scettica della ragazza con il lunghi capelli biondi e gli occhi di un color ghiaccio, si disegno il viso fino ad arrivare ad una faccia di disgusto.
- Ma che schifo! Io con te? Ahahah! Mai!- rise a crepapelle la ragazza
- Faccio cosi schifo?- disse il re fattosi piccolo piccolo
- E..che…- disse asciugandosi le lacrime- io sono Jareddio- Una specie di crac si sentì nell’aria e il re diventato di pietra si sbriciolò per terra.
-Tu…tu…tu..mio fratello?- disse Shannito sconcertato
- Si- ammise- E da quando avevo sette anni che sono cosi. -
- Ma tu.. ieri eri lo stesso fratello che vedevo ogni giorno-
- Lo so, ma tutto questo è per colpa di un incantesimo. Se vuoi, posso raccontarti la storia-
Il giovane Jareddio dovette vedersela con il Dio dei Sogni quando ancora era molto piccolo, aveva sette anni quando lo vide per la prima volta. Ed ebbe davvero paura. Nel reame che sua madre aveva preso con le unghie, la gente veniva come le ciliegie e ovviamente il gruppo di gioco del giovane re si ingrandiva ogni giorno, prendendo tutti i nuovi arrivati e assemblandoli nel suo gruppo. Un giorno però, tutti gli amichetti del re vollero raccontarsi delle storie ricche di avventura e ovviamente Jareddio, per essere il primo come sempre, raccontò una storia vera che nessuno però doveva sapere. Nel castello che divideva il confine tra la Porta delle Americhe e la Bocca del Leone si accudiva un cilindro magico che racchiudeva tutti i sogni del mondo intero, e chiunque avrebbe toccato il cilindro sarebbe diventato un dio. Cosi tutti gli amici si incamminarono verso il castello e entrandovi ebbero paura di fare qualcosa di sbagliato, cosi il cuor coraggioso di Jareddio prese il cilindro che era incastrato in alcune rocce. Una luce fortissima, quindi, invase il povero giovane che svenuto fu portato al castello e capì solamente la sera dopo di essere stato vittima di un grosso incantesimo.
- Quindi, il tuo incantesimo era quello di diventare una ragazza?- chiese il re ridendo
- E inutile che ridi, io avevo una dignità sai?-
- vabbè tanto l’incantesimo è e stato facile per te, ti ha tolto una COSA che già non AVEVI- rise a crepapelle il re buttandosi a terra.
- Ridi, ridi…io sto cosi da più di diciotto anni. - disse tristemente la ragazza sedendosi su grosso e morbido letto
-Allora…- cominciò il re- cercherò di salvarti io. Tu però non uscire mai da queste stanze. Per nessun motivo- disse uscendo subito dalle stanze in cerca del suo ambasciatore, che vedendolo arrivare di coprì dietro un grosso vaso in vista.
- E inutile che ti nascondi, miserabile pianta!- urlò il re L’italo-austriaco prendendosi in causa fece qualche passo vergognandosi molto. Era praticamente pieno di rampicanti e rose in mezzo alla testa e con un colpo di tosse dalla sua bocca usci anche una farfalla.
- Complimenti per la capigliatura- disse il re trascinandolo con se- devi fare delle cose per me: per prima cosa metti delle guardie davanti le stanze di mio fratello, devono salvaguardarlo tutti i giorni per ogni ora, poi fai servire i piatti più pregiati a lui senza farlo uscire. Fallo servire da una serva e poi tagliale la lingua, cosi non dirà quello che ha visto. Poi prepara la mia camera con cuscini e infusi vari, devo addormentarmi sempre con il sorriso. Chiudi tutti gli spiragli di luce e fai diventare quella stanza una bellissima stanza relax. Ricordati devi fare questa cosa in meno tempo possibile. Non dimenticare la cosa più importante dici all’esercito di stare sempre all’erta perché gli inglesi sono sempre all’attacco.- concludendo il discorso e smuovendolo in modo che capisse tutto
- Si, si re. Capito. Lei intanto vada nelle sue stanze che arriveranno i servi per servirla e riverirla. Io mi occupo subito di suo fratello.-
Il re si incamminò nelle stanze cercando di capire come poteva essere quel dio tanto spaventoso per Jareddio. Si addormentò molto velocemente grazie a gli infusi che Tomiliovaci aveva preparato appositamente per lui. Il sogno arrivò dolce e calmo, una luce inondò presto gli occhi del “basso” addormentato che volente della sua missione si impersonificò seriamente nel personaggio del suo sogno, quindi durante la parte più bella del sogno ( che adesso non possiamo raccontarvi per la fascia protetta) il Dio dei sogni apparve con la sua grande superbia
. - Come osi svegliare il grande Re ed imperatore dei sogni realizzabili?- cominciò intimando il povero re
- Ehm..io…cioè, non so come spiegarlo…- balbettò Shannito
– io.. io.. CAZZO E’ TUTTA COLPA DI MIO FRATELLO!- disse portandosi le mani sul viso facendosi piccolissimo
. - Che cuor di leone che abbiamo qui!- rise a crepapelle il dio – cosa regni il reame di Topo Gigio?
- E senta! Qui andiamo sul pesante, non insultiamo i disabili eh! Che qui di roba da insultare ne vedo tanta!- disse indicando la pancetta ricadente del dio Il Dio sentendosi colpito fece un grande respiro ritirando tutto quello che poteva e con una voce molto aggraziata cominciò a parlare
– Allora, parlami di tuo fratello. Che ti ha fatto di grave? O anzi cosa ha fatto di male al tuo reame per avermi invocato-
-Beh lui ha rovinato il tuo potere supremo..cioè non voleva ma..-
- Tuo fratello è il ragazzo che ha tolto il POTENTISSIMO CILINDRO?- lo interruppe – sarà dannato!-
- No, no aspetti! – lo trascinò con tutta la forza che aveva – la prego io farò tutto quello che lei vuole se ridarà quello che manca a mio fratello!-
- Dici il pene?- chiese confuso il dio
- Per quello troveremo una soluzione, perché non c’è lo ha mai avuto. Io intendo per il suo aspetto..sta passando un periodo di depressione acuta. Ho paura che adesso comincerà a piastrarsi i capelli e a cantare canzoni rock. - disse con occhi grossi e colmi di dolcezza – la prego, io già non lo reggo di mio..poi vederlo pure cosi mi si spezza il cuore-
- Tutto..ma proprio tutto? – chiese malizioso il dio
- Aspetti se per “proprio tutto” intende mettersi a novanta..NO! Per quello c’è sempre mio fratello…- disse le ultime parola con un soffio di voce.
-Allora facciamo cosi, se tu riesci a far si che il cilindro si riempia di desideri, io potrò far ritornare il tuo fratellino un uomo. Ovvio che poi dovrà ripagarmi anche nell’altro modo - disse ammiccando
- Spero almeno di convincerlo, è molto stretto su queste cose..-
- Uhuhuhu! Bestia!- disse in re scomparendo Il “breve”, quindi, perso dal sogno si sveglio di scattò e preso dalla sua missione si mise all’opera per salvare quel po’ di dignità che restava a suo fratello ( anche se ormai era del tutto andata..)
- TOMILIOVACIIIIII- urlò il re dalle stanze - NON DOVEVI CHIUDERE ME A CHIAVE, MA MIO FRATELLO! CAPRA!-
- Re, Re! Mi scusi! – disse aprendo frettolosamente la porta
– Fortuna che a quello di suo fratello ho messo dei energumeni a fare la guardia. La cosa strana e che fanno a turno per entrare nelle sue stanze. Come sono bravi.-
- Milicevic, mi sa che non hai capito cosa sta facendo mio fratello li dentro vero?-
-No, perché dovrei saperlo?- chiese come un bimbo l’ambasciatore
- Vabbè va- disse il re sistemandosi le grosse ciabatte con la faccia da orso – ora devi fare un altro favore per me. Seguimi.- I due si avviarono nell’atrio del castello, mentre tutti osservavano il re che si faceva concedere ad alcune pose “secsi” grazie alle sue mutande ascellari e quelle stupende ciabatte.
- Allora, per prima cosa devi appendere per tutta la città delle comunicazioni che tutti, e dico TUTTI i cittadini debbano venire nel castello con un sogno da chiedermi.-
- Un sogno? Che tipo?-
- Tutti i sogni che loro vorrebbero realizzare. Domani saranno aperti i cancelli e solo il martedì saranno chiusi definitivamente.- chiuse il discorso il re rendendosi conto della sua posizione un po’ scomoda. Il giorno successivo, la spalla portante del re fece tutto quello che gli aveva chiesto precedentemente.
Tutti erano sorpresi da quegli annunci cosi bizzarri e senza perdere tempo si rifugiavano nelle loro case per scrivere quello che davvero desideravano. La domenica stessa ci fu un gran subbuglio nelle stanze del re..tutti i cittadini erano ammassati alle porte della cittadella urlando i loro sogni pensando che fosse stata tutta una farsa. Il re dovette ascoltare e far registrare tutto nel cilindro magico per più di due gironi consecutivi, ma sapeva che questa cosa doveva essere fatto per una buona causa. Ebbe diversi sogni da esaudire:
“ Caro re, se fossi in te io mi rifarei prima di tutto l’altezza e quel brutto naso che ti ritrovi.. ma fortuna che io non sono lei! Quindi mio re non è che mi regaleresti un BAZOOKA?”
“ Ciao! Allora io vorrei: soldi, donne, poi ancora soldi e tante donne. Se poi vuoi fare una cosa bella ma alla fine, metti un po’ di pace nel mondo..ma prima DAMMI I SOLDI!”
“ Shannito il breve io sono **** e sinceramente non vorrei fare un regalo a me ma a tuo fratello. Ti prego fa si che gli cresca il pisello… ho un grande dispiacere per lui. Vostro ****”

Allibito da alcuni sogni, il re, li mise comunque nel cilindro e come lui voleva la luce inondò tutto quello che poteva essere visto ad occhio umano e una grossa presenza gli si parò davanti.
- Ancora tu?!- chiese seccato il dio
- Adesso tu mi ridai mio fratello e io ti do i tuoi sogni!- disse il re porgendo il cilindro
- SOGNI?!- si leccò i baffi l’immenso - MA TU SEI UN GENIO! Perfetto, ti ridò quello che vuoi ma fammi lavorare!- prese subito i sogni e prima di ritornarsene nel suo mondo disse a bassa voce – Non dimenticarti tuo fratello-



- Allora cittadini, il re vi chiede qualche minuto del vostro silenzio- annunciò Tomiliovaci accarezzando la sua lunga barba e facendosi indietro per far passare i re.
Cittadini miei! Ecco che cosa vi ho portato!- disse indicando il fratello che finalmente aveva preso una forma umana, ma soprattutto maschile.
-Ma c’è la il peneeeeee?- chiese una voce nella folla
- Quanto ne vuoi- disse il giovane re sorridendo divertito
- Quindi meglio di cosi non si può stare!- urlò Shannito – E poi finalmente potremmo dire che…avremmo degli eredi!-
- Dei eredi mezzi dei- sbuffò Jareddio
- Sei pure ricchioneeeee!- ripeté la stessa voce svanendo nel nulla.




Oddio fa davvero schifo questo capitolo! Mi scuso con tutte voi per il ritardo ma sopratutto per non avervi fatto ridere XD Alla prossima con il CHAP di TOMO!
  
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