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Autore: Fauxlivia    08/04/2011    1 recensioni
'Alex, Alex, Alex, ripigliati. Me lo dico allo specchio, nemmeno fossi DeNiro in Taxi Driver, per poco non mi tiro anche uno schiaffone, giusto per togliermi gli ultimi boccoli biondi dalla mente, ancora mi ondeggiano davanti, ne sento quasi il profumo'.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alex Karev, Altri, Izzie Stevens
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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'How my love it spins me 'round
And how my love it's let me down
And how my thoughts they spin me 'round
And how my thoughts they let me down

And then there's you
Then there's you'

Non ho il cancro. Non ho metastasi al cervello. Non vedo la mia fidanzata morta – perché non è morta – non vedo spiagge bianche e il mare.

Allora perché lei, un’altra volta? Ti avevo chiesto di non tornare, cazzo.

Respiro, prendo fiato, aprendo gli occhi e ritrovandomi a fissare scaffali ricolmi di materiale medico, cateteri – ahia –, lenzuola pulite, bustine di plastica contenenti ogni genere di roba. Nascosto nello sgabuzzino quasi avessi visto un fantasma.

Ma, ripeto, Izzie non è morta, io non sono un bambino e devo affrontare la realtà. Sei un uomo, Karev.

Afferro la maniglia della porta, tirandomela quasi sul naso nel tentativo di uscire dal mio nascondiglio con un pizzico di orgoglio. Eppure non riesco a fare a meno di guardarmi intorno, con un’aria furtiva che mi fa sentire allo stesso tempo incazzato con me stesso e assolutamente patetico.

Vado quasi a sbattere contro Meredith, Bum.

« Alex. Cavolo! » strabuzza gli occhi, si massaggia la spalla finge di tirarmi la cartelletta rimastale nella mano destra direttamente sulla testa « Che c’è, stare con Sloan ti rimbambisce? Non ti avrà mica spedito a comprare pannolini e biberon, vero?»

Non capisco una parola di quello che dice. La guardo, a muso duro, e improvvisamente sono incazzato nero anche con lei.

« Tu lo sapevi? » e non me l’hai detto.

Sono così sicuro che era a conoscenza del ritorno di Izzie che quasi alzo le mani per afferrarla alle spalle, per costringerla a dirmi la verità. Mi trattengo solo all’ultimo, perché Meredith mi guarda senza parlare, con la bocca aperta. E capisco subito che non ha la più pallida idea di quello che le sto dicendo. Così riabbasso le mani e vorrei solo andarmene.

Lasciarla lì. Cercare Sloan e obbligarlo a darmi un bisturi in mano per tagliare, tagliare, tagliare.

Sembro Cristina.

E mentre penso a quanto sembro Cristina Yung, Meredith ha già guardato alle mie spalle. E ha capito. Incrocio il suo sguardo che improvvisamente è comprensivo, preoccupato.

« Mi dispiace Alex, davvero, non me l’aveva detto »

Ma come ha capito che? Ah ecco. E’ dietro di me.

La classica figuraccia che fai in classe, quando parli male della professoressa e lei ti sbuca alle spalle. I tuoi amici si zittiscono e tu continui a parlare, come se nulla fosse. Una scena da film.

Mi volto, ma solo perché è un istinto irrefrenabile. Se usassi un po’ di logica, tirerei dritto per il corridoio e girerei l’angolo, sparendo all’istante.

Ma era così maledettamente bella l’ultima volta che l’ho vista?

Ha lasciato crescere i capelli, le scendono oltre le spalle, come quel primo giorno.

Biondi.

Mi guarda con quegli occhi. Occhi che non vedevo più da un anno ormai.

E la cosa peggiore, è che sorride.

Mi guarda e sorride. Improvvisamente mi sembra di tornare indietro, catapultato ad un giorno qualsiasi in cui io e lei eravamo felici. Amici, soltanto, ma felici.

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“ Grazie ancora Alex, non posso credere che tu mi abbia permesso di aiutarti! Alex è forte lo sai vero? Sì! Alex è il più forte!”

“Alex lo sa questo.. anche Izzie non è male..”

“Ah Izzie va alla grande! Izzie ormai è tornata in gioco”

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E poi scaccio l’immagine dalla mente. Perché immaginarmi mentre la bacio mi fa provare un dolore sordo al lato sinistro del petto – mi verrà un infarto? – e allo stesso tempo un colpevole calore al basso ventre.

Comunque, sembra di essere tornati là, a quando la baciavo e la guardavo con tutta la disperazione possibile e immaginabile. Ho il terrore di guardarla allo stesso modo, adesso.

« Ciao ragazzi.. » è tutto normale. Solare, bella, senza traccia di imbarazzo nella voce. Meredith mi passa accanto, mi sfiora solo leggermente il braccio con la punta delle dita – ‘So che è difficile’, è come se me lo dicesse – poi va ad abbracciare quella che ancora considera sua amica.

La mia amica. La mia ragazza, mia moglie, la donna che amo tanto da arrivare ad odiarla.

Non rispondo al suo saluto, anche se il tentativo di tirarmi dentro non era poi così male. Indosso la mia migliore maschera da stronzo – o da uomo delle caverne, come mi ha detto Lucy – sollevando il mento. Riesco persino a sfoderare un sorriso che non ha niente di invitante.

« Ti avevo detto di non tornare.. » perfetto, mi sono dimenticato di curare anche la voce, oltre che la facciata esterna.

Sbaglio in modo grossolano, tanto che la mia frase sembra quasi una supplica.

« Bè io vi lascio soli.. devo.. devo tornare dal mio.. il mio paziente » Brava Meredith, lasciami solo a crogiolarmi. Non potevo semplicemente stare zitto e andare a fare il mio dovere?

Devo richiamare tutte le mie forze per non indietreggiare quando Izzie fa qualche passo verso di me, avvicinandosi abbastanza per potermi parlare a bassa voce. Ha sempre lo stesso profumo.

Certe cose non cambiano mai.

« Mi ricordo, che me l’avevi detto, ma io… Alex.. c’è una cosa.. » e distoglie lo sguardo.

A-ah! Allora non sono l’unico che finge in questo ospedale.

Sono lì lì per allungare una mano e accarezzarle i capelli, perché per un istante mi dimentico il male che mi ha fatto quando mi ha abbandonato e anche il dolore che le ho causato io quando ho rifiutato il suo ritorno.

Solo l’arrivo di Lucy mi impedisce di spezzare quel poco di orgoglio che mi rimane. E riabbasso la mano repentinamente, ritrovando la maschera.

« Sai cosa ti dico? » alzo il mento e in questo momento sono di nuovo io, Alex – un ragazzino che parla troppo, merda - « Non me ne frega niente del perché sei tornata. La vita continua, Izzie. »

Lo dico, anche se non lo penso, e afferro il braccio di Lucy che mi si è fermata accanto, prima che una delle due possa dire qualcosa.

Non voglio dover guardare negli occhi la donna della mia vita – sono ancora qui che me lo ripeto – mentre le spezzo il cuore per la seconda volta di seguito e non voglio dover rispondere alla fatidica domanda della mia nuova ragazza. Perché Lucy non sa chi sia, Izzie. Sa solo che ero sposato con una specializzanda dell’ospedale, punto.

Eppure, mentre mi volto, con una punta di fastidio, riesco a vedere l’espressione della mia ex-moglie, ex-amica, ex-amante, che non è cambiata di una virgola. Ma come, non ha sentito quello che le ho detto? Non mi ha visto, prendere Lucy per un braccio e circondarle le spalle con il mio?

« La vita continua, Karev »

Mi dice solo questo, mentre già le do le spalle, mentre trascino via la donna che dovrebbe sostituirla – impossibile? – rabbrividendo quel tanto che basta per far intuire la mia agitazione anche a chi mi sta intorno.

La vita continua, Karev.

  
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