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Autore: Mimichan    30/01/2006    6 recensioni
“Successe tanti anni fa. Fu la guerra più cruda e sanguinosa che avesse mai colpito il Regno delle Streghe. Le perdite furono tante, troppe e si arrivò a pensare che l’intera razza delle streghe si sarebbe estinta. Doremì, è importante che tu e le tue amiche sappiate la verità. È ora che la guerra venga raccontata dall’inizio alla fine perché anche voi possiate conoscere la forza e la virtù delle otto guerriere. È giunto il momento del loro ritorno e sarete proprio voi a resuscitare il leggendario Soveraign...”
Genere: Avventura, Azione, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiunque fosse passato di lì in quel tempo non avrebbe trovato altro che deserto

È la prima fanfiction che scrivo su Doremì ma spero vi piaccia. Dal prologo probabilmente non si capirà molto, ma non preoccupatevi. L’ho fatto abbastanza corto, giusto quello che basta per introdurre una situazione che, come capirete se leggerete anche il primo capitolo, sembra non aver collegamenti. Vi dico subito che userò i nomi originali delle streghette che metterò all’inizio del primo capitolo, insieme a una piccola introduzione sul tempo in cui si svolge.

Per ora vi auguro buona lettura!

 

 

NEL NOME DI SOVERAIGN

 

LA RICOSTRUZIONE DEL PASSATO


PROLOGO

 

Chiunque fosse passato di lì in quel tempo non avrebbe trovato altro che deserto. Dove un tempo si estendeva la più grande pianura di fiori del Regno delle Streghe, ora giacevano solo gambi stecchiti, alberi sradicati come simbolo della natura sconfitta. Ma anche le streghe, seppur vincitrici, avevano subito numerose perdite. Gli accampamenti, sebbene spogliati d’ogni materiale utile, rimanevano nella loro struttura. Corpi non ve n’erano in gran numero: le squadre di soccorso avevano già provveduto a sotterrare i cadaveri, che ora giacevano in fosse privi di nome dove nessuno sarebbe mai andato a piangerli. I feriti erano stati trasferiti nell’ospedale e si era provveduto a trovare la loro identità. Era successo tutto per quella dannata guerra scoppiata ad un tratto, apparentemente senza motivo che si era infine protratta per quattro anni, tre dei quali erano stati completamente inutili. Uno schieramento più forte non esisteva: si combatteva alla pari, streghe e arpie. Una battaglia la vincevano le une, una la vincevano le altre. Le perdite erano pesanti per entrambi gli eserciti e al concludersi del terzo anno sembrava fossero destinati ad eliminarsi definitivamente e delle due razze non sarebbero rimasti altro che corpi esanimi. Ma qualcuno riuscì a ribaltare il pronostico, un gruppo di giovani streghe che avevano formato un’associazione per contrastare il nemico. Nonostante la poca fiducia che si era data loro, alla fine si fu costretti a schierarle in campo come ultima disperata possibilità. Questo decretò la vittoria delle streghe.

E ora, otto giorni dopo la conclusione dell’ultimo sanguinoso scontro, colei che aveva guidato l’attacco delle streghette è silenziosa nel cammino attraverso quella landa. Con il suo costume rosso è l’unica figura colorata nel mezzo di quella terra triste. Si fa largo tra i corpi rimasti nel campo di battaglia, spostandoli delicatamente con la lunga bacchetta e recitando qualche preghiera per loro o ringraziandoli per il contributo che hanno dato da vivi. Prega anche per i nemici, perché possano essere perdonati del loro grande peccato. Giunta ai resti di un accampamento, tenta di creare un unico mucchio di utensili in buone condizioni e riutilizzabili, raggiungendo una pentolaccia d’ottone piuttosto luminoso con la punta della bacchetta, facendola scivolare sotto il manico per poi avvicinarlo. Una figura ci si specchia dentro, un’altra figura viva oltre a lei.

- Chi va là? – esclama lasciando cadere con un tonfo la pentola e voltandosi a bacchetta levata.

- Non riconosci più la tua famiglia? –

Un’altra ragazza si fa avanti, ma non si ferma a pregare per i morti e allontana i nemici a calci o mozzando loro le teste con lo scettro. Ci mette rabbia in questo suo gesto, ma dal volto traspare una cruda gioia di soddisfazione.

- Non mi aspettavo di vederti qui – le risponde la prima, osservando inorridita i modi della compagna, ma senza rimproverarla, ripensando al valore dimostrato in guerra e il sostanziale aiuto da lei portato.

- E tu? – le chiede la seconda arrivata, ammiccandola per lasciarle intendere la conclusione della domanda, mentre si avvicina curiosa alla pila di oggetti raccolti, infilando la stessa pentola di ottone nel manico della sua bacchetta e facendola roteare attorno.

- Io sono qui per ricordare…ehi ehi! Ferma, non toccare! –

Troppo tardi, la compagna ha già colpito il tutto con un incantesimo e ora ride di gusto osservando tutti quegli strumenti volteggiare nell’aria colpendosi e suonando chiassosamente. La rossa, chiamiamo così la prima per il suo costume rosso ed evitare incertezze nei dialoghi, mantenendo la tranquillità di cui ha dato prova esser molto dotata, riporta a terra gli utensili ricreando il mucchio e facendo in modo che i più stabili stiano sotto a reggere la colonna. Sistemati alla meglio, si volta verso l’altra, riprendendo il suo discorso da dove è stato interrotto.

- Sono qui per ricordare chi ha combattuto ed è morto per questa guerra, e non solo chi ha fedelmente servito la regina, ma anche chi, nella sua ignoranza, le andava contro -

- Quanto sei stupida. Perdi tempo con degli inutili cadaveri che non ti possono sentire invece che preoccuparti delle tue compagne! Da giorni aspettiamo che tu parli ed esprima il tuo pensiero! –

- Io il mio pensiero l’ho già espresso. E la decisione è stata unanime e tu sai qual è, Hidaka. Non farmi tornare sui miei passi e soprattutto, smettila di aggirarmi –

- Io non ti sto aggirando Kugayama! Mi chiedo solo se questa soluzione è necessaria! Potremmo vivere ancora, aiutare ancora se restassimo su questa terra! –

- Il nostro potere è troppo grande, finiremmo per abusarne. Se invece lo sigilliamo, un giorno potremo riprenderlo, ma solo quando il nostro aiuto servirà veramente. Cerca di comprendere la mia scelta. È la migliore per tutte noi –

- Allora, dovremo anche separarci – sussurrò con un fil di voce, parlando tra sé, ma con l’intento di comunicarlo anche alla rossa. Se ne va, n quel momento, la sua spavalderia: è preoccupata, ha fallito nella missione di persuadere la compagna a rivedere la sua decisione.

- Sì. Altrimenti saremmo sospette. Ci divideremo a coppie e vivremo la nostra vita –

- Ma…-

- Niente ma, da adesso è ufficiale. La compagnia è sciolta –

Sono le sue ultime parole. Si avvolge quindi nel mantello e alzando lo scettro al cielo, in un turbinio di scintille rosso porpora si dilegua.

La strega chiamata Hidaka non risponde al rimprovero di un superiore e non lo segue. Si siede su quella stessa pentola che poco prima ha sollevato con la testa tra le mani. Vorrebbe urlare, afferrare lo scettro e distruggere ciò che ancora giace, che sia vivo o morto, sulla terra su cui si trova, ma in cuor suo sa che non servirebbe a niente. L’associazione di cui fanno parte lei, la rossa e altre sei compagne, la stessa associazione che ha combattuto ribaltando il pronostico, ora non esiste più. I membri si sarebbero dispersi, giurando di non comparire mai più. E sarebbe accaduto con una magia fatale, impossibile da spezzare da chi l’ha creata e da chi non conosce il giusto rituale. Ma questo sarebbe stato a portata di tutti i membri del consiglio delle streghe, nella stanza dei cimeli, al centro delle bacheche di cristallo contenenti gli scettri delle guerriere. E una targa dei sette colori dell’arcobaleno più uno avrebbe sovrastato l’entrata con la scritta:

 

“In ricordo delle otto guerriere che salvarono il regno delle streghe e che scomparirono lasciando solo una pergamena e gli scettri del loro potere.

In ricordo del loro coraggio, della loro determinazione e della loro forza, segniamo indelebile su questa lastra il nome con cui si fecero conoscere.

Questo per non dimenticare mai ciò che fu, che è, e che sarà sempre l’anima di

Soveraign”

 

********

Da questo prologo sarete sicuramente rimasti con molti dubbi in testa, ma non preoccupatevi, “presto” scoprirete tutto. Per chi si stesse chiedendo dove è finita Doremì, sappiate che apparirà nel primo capitolo.

Ora, io so che sono pazza perché ho già qualche ff da portare avanti, ma una sta per finire, un’altra ha i tempi morti e fortunatamente la terza non sono sola a scriverla! Questa è la quarta, ma credo riuscirò a scrivere i capitoli in tempi decenti!

Nelle recensioni accetto qualunque consiglio e se ne avete (riguardo trama, stile e altre cose) non esitate a darmeli!

Alla next boys and girls! Ciauz!

  
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