Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Sh_NT    11/04/2011    1 recensioni
"Peter Widmore era estremamente calmo per aver appena scoperto che la sua fidanzata, presto sposa, lo aveva tradito con Charles Widmore, il suo ricco e disaffettuoso padre."
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Peter si svegliò all'alba e rimase per ore a fissare il soffitto e a pensare; era un uomo bello e affascinante di 34 anni. Alto, con un bel fisico, capelli corti scuri e gli occhi azzurri. Nessuna donna era mai riuscita a resistergli, eppure Meredith lo respingeva senza troppi problemi.
Fino ad un giorno prima era distrutto per la storia di Isabella e ora non faceva altro che pensare a Meredith, quella ragazza meravigliosamente bella. Ovviamente non l'amava, ma era attirato da lei in un modo impossibile da descrivere. Non riusciva a capire se fosse ancora depresso per Isabella e questo fosse il modo di riparare quella ferita o se, in modo veloce e indolore, avesse superato la faccenda e stesse voltando pagina.
Sentì il telefono della suite squillare e rispose immediatamente:«Chi parla?»
«Signore, sono Walter. Matthew Ford ha chiesto di lei: ha detto di chiamarla al numero 'che conosce lei'.»
«Grazie per la non-informazione, Walter.» e mise giù. Stava vagando per la suite in boxer alla ricerca dei pantaloni contenenti il portafoglio, quando bussarono alla porta della suite. «Peter? Apri, devo parlarti.» Era la Meredith.
Peter infilò velocemente i pantaloni di una tuta e andò ad aprire. «Come mai qui, amore?» disse lui, ma non fece in tempo a finire che Meredith entrò nella camera. «Non ho idea di cosa tu abbia in mente, ma deve finire oggi.»
«Di cosa stai parlando?»
«Di te che entri nella mia stanza dalla finestra!»
«Ah, ho capito cosa gira in quella bella testolina: il vecchio ha visto come ti guardavo ieri e questa mattina ti ha detto di dirmi che devo rinunciare al mio piano malefico, altrimenti verrà qui e mi castrerà.» e si avvicinò a lei.
«Più o meno. Poi ti ho detto che sono innamorata di lui e che il tuo piano non funzionerà, quindi smettila.»
«Ok.» e si avvicinò ancora di più.
«Cosa stai facendo?», disse lei a disagio
«Assolutamente nulla» e la baciò. Meredith non si allontanò e il bacio si fece più intenso; rimasero al centro della stanza a baciarsi per svariati minuti, ma Peter non riuscì a capire se quello che stava provando era amore o desiderio, perché bussarono alla porta.
«Peter, so che sei lì dentro: ti sento respirare. Ti ho detto di chiamarmi, ma non l'hai fatto. Sono preoccupato! Con tutto quello che è successo con Isabella...». Era Matthew.
Meredith e Peter sciolsero il bacio e, sentendo nominare 'Isabella', Meredith assunse uno sguardo dubbioso. «Chi è Isabella?», sussurrò lei a Peter. «La mia ex-fidanzata, con un anello al dito. E' una lunga storia.» rispose lui e andò ad aprire la porta. «Matthew, devi sapere che non ti amo. Smettila di pedinarmi.»
«Hai del rossetto sulle labbra.», disse distrattamente Meredith a Peter mentre usciva.
«A dopo, cara!», disse Peter salutandola e pulendosi la bocca con il dorso della mano.
«Vedo che ti sei ripreso velocemente», disse Matthew entrando nella stanza.
«Sai, non riesco a ritrovare i jeans.» continuò Peter e tornò a vagare per il salottino e la camera alla ricerca dei pantaloni. Li ritrovò piegati, nella valigia. «Come ci sono arrivati qui?»
«Non cambiare discorso, Peter. Fino a ieri eri distrutto per Isabella e oggi è già passato tutto?». Matthew era seriamente confuso visto che, solo due giorni prima, Peter era distrutto per Isabella.
«Capita.» disse poi Peter sfilando la tuta e indossando i jeans. «Ho fame. Allora, come stanno i bambini? E Olivia?»
«Come stavano ieri. Ma non sono venuto per questo: voglio sapere come stai e se ti serve qualcosa.»
«Non ti preoccupare per me, sto benissimo. Credo. Senti, perchè non vai dalla tua famiglia mentre io scendo a fare colazione? Giuro di chiamarti domattina». L'uomo cercò di liquidare Matthew il prima possibile per avere la possibilità di parlare con Meredith o, perlomeno, di ripensare al bacio.
«Va bene, allora. Ci sentiamo domani. Mi raccomando, non suicidarti.», disse Matthew prima di uscire.

Peter indossò una camicia grigia, i jeans e un paio di converse e, dopo aver fumato velocemente una sigaretta sul balcone, scese a fare colazione. Il ristorante non era molto affollato vista l'ora, ma c'erano comunque molte persone. Ordinò uova strapazzate e pancetta con un bicchiere di succo d'arancia e, dopo la colazione, decise di andare da Meredith per parlarle. Bussò alla porta svariate volte, ma non rispose nessuno. Passò a metodi più drastici e si lanciò nuovamente sul suo balcone. Meredith era in compagnia dell'uomo che, in slip, si stava dirigendo verso il bagno; lei era stesa in biancheria intima sul letto. Bussò alla portafinestra e Meredith non potè credere ai suoi occhi quando lo vide sorridente sul suo balcone. Indossò una vestaglia ed aprì la finestra. «Ancora tu? Cosa diavolo vuoi?»
«Non imprecare. Dobbiamo parlare di quello che è successo prima.»
«Non è successo nulla prima. Nulla. Ora vattene.»
«Stai sul serio con quel tizio? E'... vecchio!»
«Non è vecchio. E poi anche tu, rispetto a me, sei vecchio»
«Ma so baciare e a me non serve la magica pillolina blu». Peter rise alla sua stessa battuta, ma si riprese quando vide l'espressione minacciosa sul volto di Meredith
«E' un farmaco miracoloso che, certe volte, ti salva la vita.»
In quel momento uscì dal bagno l'uomo, coperto solo da un'asciugamano avvolto alla vita. «Come mai non sono sorpreso? Sei tu il maniaco, vero?»
«Maniaco? Wow, detto da un cinquantenne che si fa una ventenne... Sono davvero offeso» pungolò il 'vecchio' nei metodi che conosceva, ma l'uomo non sembrò accettare quel tipo di umorismo.
«Esci da qui. Immediatamente.», disse l'uomo.
«Non credo stia a te decidere.», rispose Peter.
«Peter, esci.», continuò Meredith, decisamente a disagio.
«Ok. Addio, cara» e uscì senza indugiare.
Deluso, si diresse verso la sua suite, aprì i piccolo armadio nella stanza da biliardo e si riempì un bicchiere di bourbon; poi prese uno dei suoi libri, si stese su un divano nel salottino e iniziò a leggere.

Venne interrotto ore e ore dopo da un battito di nocche sulla porta.
«Peter, dobbiamo parlare»
Peter si alzò stordito, posò il libro sul tavolino di vetro e andò ad aprire.
«Padre, ma quale sopresa! Grazie per essere venuto, ora puoi anche tornare a farti mia moglie.» disse Peter chiudendo la porta in faccia al padre. Era l'unica persona che si aspettava di vedere e preferiva rimandare la discussione, troppo impegnativa per lui che si era appena svegliato. E poi, non voleva rischiare di colpire di nuovo il padre in pieno viso.
Charles bloccò la porta con un piede e si infilò nella suite. «Con piacere, ma prima dobbiamo parlare.»
«Come mai indossi quelli? Hai paura di far sapere al mondo che brava persona sei?» disse Peter notando gli occhiali da sole che indossava il padre.
Charles si tolse gli occhiali, mostrando l'occhio destro completamente nero.
«Ora possiamo parlare?», chiese il padre, desideroso di chiarire con il figlio. Ovviamente, non capiva in che situazione si era cacciato; pensava, infatti, che il figlio l'avrebbe perdonato tranquillamente e senza troppo indugi, cosa che aveva fatto con tutte le altre donne prese in 'prestito'.
«Di cosa? Di cosa dobbiamo parlare?» Peter era furioso e voleva semplicemente prendere il tavolino al centro del salotto e frantumarlo buttandolo addosso al padre, come se quel pezzo di mobilio esistesse per quel solo scopo.
«Del fatto che mi dispiace. Tra tutte, non avrei dovuto neanche toccarla.»
«Ma l'hai fatto, quindi non c'è nulla di cui dobbiamo parlare. Non ti perdonerò mai. Nè per questa, nè per molte altre cose.»
«Quando crescerai, forse capirai» e uscì. Probabilmente Charles ne era molto convinto, ma al figlio parve solo un'ennesima scusa per scappare.
Peter non voleva perdonare il padre e non l'avrebbe fatto mai; d'altro canto, Charles era convintissimo che un giorno Peter avrebbe capito il perché avesse tradito la moglie con innumerevoli donne e perché, pur essendo ormai sulla soglia dell'anzianità, continuasse a desiderare donne fuori dalla sua portata, ma che, a quanto pareva, sembravano essere attratte dall'uomo come mosche dallo zucchero. Peter, comunque, continuava a chiedersi cosa avesse portato Charles ad avvicinarsi così prematuramente al figlio. Voleva forse morire? Era questo il suo desiderio? Essere ucciso dal figlio che non aveva problemi a farlo?

Immerso in queste riflessioni, Peter si accorse che era ormai pomeriggio; si lavò il viso e uscì dalla camera. Si diresse verso l'ascensore e si accorse che dentro c'era Meredith. Entrò comunque sorridendo e, quando le porte dell'ascensore di chiusero, si avvicinò a lei a la baciò; lei ricambiò e lui la spinse verso la parete destra dell'ascensore, baciandola con passione. Quando arrivarono al piano terra, un secondo prima che le porte si aprissero, Peter si staccò da lei e uscì dall'ascensore sorridendo, lasciandola ansimante all'interno.

Entrò nell'ufficio dell'organizzatrice di matrimoni e salutò tutte le coppie che stavano aspettando nell'atrio.
Quando scoprì di Isabella e Charles diventò furioso, ma allo stesso tempo era come se si fosse tolto un peso: a quanto pareva non voleva davvero sposarsi. Supponeva che quell'avvenimento fosse stato la goccia che aveva fatto traboccare il vaso; dopotutto le cose tra lui e Isabella non andavano poi così bene.
L'organizzatrice, Anthea, una bella donna di 31 anni, si sentiva realizzata guardando altre coppie felici grazie al suo buon gusto in fatto di colori e fiori. Quando vide Peter nell'atrio, gli corse incontro e lo abbracciò.
«Oh, Peter, mi dispiace così tanto! Anche lei mi ha chiamato per avvertirmi e piangeva a dirotto! Sei sicuro che le cose non possano più funzionare tra di voi? Eravate una così bella coppia!»
«Anthea, ho paura che non si possa più risolvere nulla. Comunque tranquilla, finisci con i clienti e poi torna da me; devo solo pagare il conto, mentre loro devono organizzare il 'giorno più importante della loro vita'». Peter si era sempre sentito come un fratello maggiore di Anthea o un amico fidato.
«Oh, non se ne parla neanche. E poi farò in un attimo! Loro sono così innamorati che non si accorgeranno del tempo che passa.» e scortò Peter nel suo ufficio. «Avevo appena finito di stampare questi, prima che tu mi chiamassi.»
Mostrò Peter una cartolina, l'invito al matrimonio: un caricatura animata di lui e Isabella. Girando la cartolina si poteva leggere "Peter e Isabella vi invitano ufficialmente al loro matrimonio, che si terrà al Palace il giorno 31 dicembre 2011".
Peter fissò per qualche minuto la cartolina e la rigirò tra le mani, poi la posò sulla scrivania di Anthea.
«Mi dispiace davvero, Peter.» disse lei sinceramente. «Non so cosa fare per dimostrartelo. Vedo coppie ogni giorno, mi assumono, entro nelle loro vite e cerco di organizzare un giorno perfetto, ma a volte non arrivano a quel giorno. Per me è sempre un gran dispiacere.» Dicendo questo si era alzata dalla sedia dietro la scrivania e stava girando intorno a questa, ritrovandosi in piedi davanti a Peter, che si era seduto su una poltrona davanti la scrivania.
«Ancora non capisco, però, cosa sia saltato in mente a Isabella. Se può consolarti, credo onestamente che tu sia un bell'uomo» continuò lei.
Gli passò un dito sotto il mento e gli alzò la testa, fino ad incontrare i suoi occhi. Si avvicinò piano e scoppiò a ridere.
«Oh, mio, dio. Sono proprio pessima! Cosa diavolo mi è saltato in mente? Ahahahah. Scusa Peter. Davvero. Perdonami.» disse lei a disagio.
«Tranquilla, non fa niente. In fondo, sono abituato a donne che cascano ai miei piedi» disse lui cercando di eliminare l'imbarazzo. «Ok donna,» continuò lui, «quanto ti devo?»
«Un secondo e controllo, uomo.» disse lei stando al gioco. Tornò dietro la scrivania e si mise al computer, digitando qualcosa nell'archivio digitale. «Allora... vestito, ristorante, buffet, chiesa, fiori e tutto il resto, vero?»
«Sì»
«Sono... 19,000 scontati»
«Un secondo che firmo l'assegno» disse Peter tirando fuori dalla giacca il libretto per gli assegni e compilandone uno. «Ecco a te» disse lui consegnandolo ad Anthea.
«Perfetto... Hey, ci vediamo per un caffè, un giorno di questi?»
«Certo, basta che non cerchi di assalirmi di nuovo!» disse Peter e uscì ridendo.

Eccoci ad un nuovo capitolo di NoTitle! Che posso dire? Nulla! Ho revisionato e modificato il capitolo alle 23 di sera, quindi ho la vista piuttosto annebbiata. Segnalatemi eventuali errori di scrittura, se ci sono! :L

Sicuramente qualcuno rimarrà deluso per i due veloci baci tra Peter e Meredith, ma non posso rassicurarvi dicendovi "Non preoccupatevi, ci saranno tante scene del genere" perché non ho intenzione di spoilerarvi i prossimi capitoli.

I due attori di questa settimana sono Alan Ruck (Charles Widmore) e Matthew Macfadyen (Matthew Ford), anche se sono leggermente insicura su quest'ultimo... Comunque, se non avete nulla da fare, mi farebbe davvero piacere se scriveste, tramite recensione, cosa pensate del capitolo o della storia in generale e se credete che ci sia bisogno di un miglioramento. Grazie mille, ancora :)

PS: Questa è la cartolina che stampa Anthea

Image and video hosting by TinyPic
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Sh_NT