Peter
si svegliò all'alba e rimase per ore a fissare il soffitto e
a
pensare; era un uomo bello e affascinante di 34 anni. Alto, con un
bel fisico, capelli corti scuri e gli occhi azzurri. Nessuna donna
era mai riuscita a resistergli, eppure Meredith lo respingeva senza
troppi problemi.
Fino
ad un giorno prima era distrutto per la storia di Isabella e ora non
faceva altro che pensare a Meredith, quella ragazza meravigliosamente
bella. Ovviamente non l'amava, ma era attirato da lei in un modo
impossibile da descrivere. Non riusciva a capire se fosse ancora
depresso per Isabella e questo fosse il modo di riparare quella
ferita o se, in modo veloce e indolore, avesse superato la faccenda e
stesse voltando pagina.
Sentì
il telefono della suite squillare e rispose
immediatamente:«Chi
parla?»
«Signore,
sono Walter. Matthew Ford ha chiesto di lei: ha detto di chiamarla al
numero 'che conosce lei'.»
«Grazie
per la non-informazione, Walter.» e mise giù.
Stava vagando per la
suite in boxer alla ricerca dei pantaloni contenenti il portafoglio,
quando bussarono alla porta della suite. «Peter? Apri, devo
parlarti.» Era la Meredith.
Peter
infilò velocemente i pantaloni di una tuta e andò
ad aprire. «Come mai qui,
amore?»
disse lui, ma non fece in tempo a finire che Meredith entrò
nella
camera. «Non ho idea di cosa tu abbia in mente, ma deve
finire
oggi.»
«Di
cosa stai parlando?»
«Di
te che entri nella mia stanza dalla finestra!»
«Ah,
ho capito cosa gira in quella bella testolina: il vecchio ha visto
come ti guardavo ieri e questa mattina ti ha detto di dirmi che devo
rinunciare al mio piano malefico, altrimenti verrà qui e mi
castrerà.» e si avvicinò a lei.
«Più
o meno. Poi ti ho detto che sono innamorata di lui e che il tuo piano
non funzionerà, quindi smettila.»
«Ok.»
e si avvicinò ancora di più.
«Cosa
stai facendo?», disse lei a disagio
«Assolutamente
nulla»
e la baciò. Meredith non si allontanò e il bacio
si fece più
intenso; rimasero al centro della stanza a baciarsi per svariati
minuti, ma Peter non riuscì a capire se quello che stava
provando
era amore o desiderio, perché bussarono alla porta.
«Peter,
so che sei lì dentro: ti sento respirare. Ti ho detto di
chiamarmi,
ma non l'hai fatto. Sono preoccupato! Con tutto quello che è
successo con Isabella...». Era Matthew.
Meredith
e Peter sciolsero il bacio e, sentendo nominare 'Isabella', Meredith
assunse uno sguardo dubbioso. «Chi è
Isabella?», sussurrò lei a
Peter. «La mia ex-fidanzata, con un anello al dito.
E' una lunga storia.» rispose lui e andò ad aprire
la porta.
«Matthew, devi sapere che non ti amo. Smettila di
pedinarmi.»
«Hai
del rossetto sulle labbra.», disse distrattamente Meredith a
Peter mentre usciva.
«A
dopo, cara!», disse Peter salutandola e pulendosi la bocca
con il
dorso della mano.
«Vedo
che ti sei ripreso velocemente», disse Matthew entrando nella
stanza.
«Sai,
non riesco a ritrovare i jeans.» continuò Peter e
tornò a vagare
per il salottino e la camera alla ricerca dei pantaloni. Li
ritrovò
piegati, nella valigia. «Come ci sono arrivati qui?»
«Non
cambiare discorso, Peter. Fino a ieri eri distrutto per Isabella e
oggi è già passato tutto?». Matthew era
seriamente confuso visto
che, solo due giorni prima, Peter era distrutto per Isabella.
«Capita.»
disse poi Peter sfilando la tuta e indossando i jeans. «Ho
fame.
Allora, come stanno i bambini? E Olivia?»
«Come
stavano ieri. Ma non sono venuto per questo: voglio sapere come stai
e se ti serve qualcosa.»
«Non
ti preoccupare per me, sto benissimo. Credo. Senti, perchè
non vai
dalla tua famiglia mentre io scendo a fare colazione? Giuro di
chiamarti domattina». L'uomo cercò di liquidare
Matthew il prima
possibile per avere la possibilità di parlare con Meredith
o,
perlomeno, di ripensare al bacio.
«Va
bene, allora. Ci sentiamo domani. Mi raccomando, non
suicidarti.»,
disse Matthew prima di uscire.
Peter
indossò una camicia grigia, i jeans e un paio di converse e,
dopo
aver fumato velocemente una sigaretta sul balcone, scese a fare
colazione. Il ristorante non era molto affollato vista l'ora, ma
c'erano comunque molte persone. Ordinò uova strapazzate e
pancetta
con un bicchiere di succo d'arancia e, dopo la colazione, decise di
andare da Meredith per parlarle. Bussò alla porta svariate
volte, ma
non rispose nessuno. Passò a metodi più drastici
e si lanciò
nuovamente sul suo balcone. Meredith era in compagnia dell'uomo che,
in slip, si stava dirigendo verso il bagno; lei era stesa in
biancheria intima sul letto. Bussò alla portafinestra e
Meredith non
potè credere ai suoi occhi quando lo vide sorridente sul suo
balcone. Indossò una vestaglia ed aprì la
finestra. «Ancora tu?
Cosa diavolo vuoi?»
«Non
imprecare. Dobbiamo parlare di quello che è successo
prima.»
«Non
è successo nulla prima. Nulla. Ora vattene.»
«Stai
sul serio con quel tizio? E'... vecchio!»
«Non
è vecchio. E poi anche tu, rispetto a me, sei
vecchio»
«Ma
so baciare e a me non serve la magica pillolina blu». Peter
rise
alla sua stessa battuta, ma si riprese quando vide l'espressione
minacciosa sul volto di Meredith
«E'
un farmaco miracoloso che, certe volte, ti salva la vita.»
In
quel momento uscì dal bagno l'uomo, coperto solo da
un'asciugamano
avvolto alla vita. «Come mai non sono sorpreso? Sei tu il
maniaco,
vero?»
«Maniaco?
Wow, detto da un cinquantenne che si fa una ventenne... Sono davvero
offeso» pungolò il 'vecchio' nei metodi che
conosceva, ma l'uomo
non sembrò accettare quel tipo di umorismo.
«Esci
da qui. Immediatamente.», disse l'uomo.
«Non
credo stia a te decidere.», rispose Peter.
«Peter,
esci.», continuò Meredith, decisamente a disagio.
«Ok. Addio, cara» e uscì senza indugiare.
Deluso,
si diresse verso la sua suite, aprì i piccolo armadio nella
stanza
da biliardo e si riempì un bicchiere di bourbon; poi prese
uno dei
suoi libri, si stese su un divano nel salottino e iniziò a
leggere.
Venne
interrotto ore e ore dopo da un battito di nocche sulla porta.
«Peter,
dobbiamo parlare»
Peter
si alzò stordito, posò il libro sul tavolino di
vetro e andò ad
aprire.
«Padre,
ma quale sopresa! Grazie per essere venuto, ora puoi anche tornare a
farti mia moglie.» disse Peter chiudendo la porta in faccia
al
padre. Era l'unica persona che si aspettava di vedere e preferiva
rimandare la discussione, troppo impegnativa per lui che si era
appena svegliato. E poi, non voleva rischiare di colpire di nuovo il
padre in pieno viso.
Charles
bloccò la porta con un piede e si infilò nella
suite. «Con
piacere, ma prima dobbiamo parlare.»
«Come
mai indossi quelli? Hai paura di far sapere al mondo che brava
persona sei?» disse Peter notando gli occhiali da sole che
indossava
il padre.
Charles
si tolse gli occhiali, mostrando l'occhio destro completamente nero.
«Ora
possiamo parlare?», chiese il padre, desideroso di chiarire
con il
figlio. Ovviamente, non capiva in che situazione si era cacciato;
pensava, infatti, che il figlio l'avrebbe perdonato tranquillamente e
senza troppo indugi, cosa che aveva fatto con tutte le altre donne
prese in 'prestito'.
«Di
cosa? Di cosa dobbiamo parlare?» Peter era furioso e voleva
semplicemente prendere il tavolino al centro del salotto e
frantumarlo buttandolo addosso al padre, come se quel pezzo di
mobilio esistesse per quel solo scopo.
«Del
fatto che mi dispiace. Tra tutte, non avrei dovuto neanche
toccarla.»
«Ma
l'hai fatto, quindi non c'è nulla di cui dobbiamo parlare.
Non ti
perdonerò mai. Nè per questa, nè per
molte altre cose.»
«Quando
crescerai, forse capirai» e uscì. Probabilmente
Charles ne era
molto convinto, ma al figlio parve solo un'ennesima scusa per
scappare.
Peter
non voleva perdonare il padre e non l'avrebbe fatto mai; d'altro
canto, Charles era convintissimo che un giorno Peter avrebbe capito
il perché avesse tradito la moglie con innumerevoli donne e
perché,
pur essendo ormai sulla soglia dell'anzianità, continuasse a
desiderare donne fuori dalla sua portata, ma che, a quanto pareva,
sembravano essere attratte dall'uomo come mosche dallo zucchero.
Peter, comunque, continuava a chiedersi cosa avesse portato Charles
ad avvicinarsi così prematuramente al figlio. Voleva forse
morire?
Era questo il suo desiderio? Essere ucciso dal figlio che non aveva
problemi a farlo?
Immerso in queste riflessioni, Peter si accorse che era ormai pomeriggio; si lavò il viso e uscì dalla camera. Si diresse verso l'ascensore e si accorse che dentro c'era Meredith. Entrò comunque sorridendo e, quando le porte dell'ascensore di chiusero, si avvicinò a lei a la baciò; lei ricambiò e lui la spinse verso la parete destra dell'ascensore, baciandola con passione. Quando arrivarono al piano terra, un secondo prima che le porte si aprissero, Peter si staccò da lei e uscì dall'ascensore sorridendo, lasciandola ansimante all'interno.
Entrò
nell'ufficio dell'organizzatrice di matrimoni e salutò tutte
le
coppie che stavano aspettando nell'atrio.
Quando
scoprì di Isabella e Charles diventò furioso, ma
allo stesso tempo
era come se si fosse tolto un peso: a quanto pareva non voleva
davvero sposarsi. Supponeva che quell'avvenimento fosse stato la
goccia che aveva fatto traboccare il vaso; dopotutto le cose tra lui
e Isabella non andavano poi così bene.
L'organizzatrice,
Anthea, una bella donna di 31 anni, si sentiva realizzata guardando
altre coppie felici grazie al suo buon gusto in fatto di colori e
fiori. Quando vide Peter nell'atrio, gli corse incontro e lo
abbracciò.
«Oh,
Peter, mi dispiace così tanto! Anche lei mi ha chiamato per
avvertirmi e piangeva a dirotto! Sei sicuro che le cose non possano
più funzionare tra di voi? Eravate una così bella
coppia!»
«Anthea,
ho paura che non si possa più risolvere nulla. Comunque
tranquilla,
finisci con i clienti e poi torna da me; devo solo pagare il conto,
mentre loro devono organizzare il 'giorno più importante
della loro
vita'». Peter si era sempre sentito come un fratello maggiore
di
Anthea o un amico fidato.
«Oh,
non se ne parla neanche. E poi farò in un attimo! Loro sono
così
innamorati che non si accorgeranno del tempo che passa.» e
scortò
Peter nel suo ufficio. «Avevo appena finito di stampare
questi,
prima che tu mi chiamassi.»
Mostrò
Peter una cartolina, l'invito al matrimonio: un caricatura animata di
lui e Isabella. Girando la cartolina si poteva leggere "Peter e
Isabella vi invitano ufficialmente al loro matrimonio, che si
terrà
al Palace il giorno 31 dicembre 2011".
Peter
fissò per qualche minuto la cartolina e la rigirò
tra le mani, poi
la posò sulla scrivania di Anthea.
«Mi
dispiace davvero, Peter.» disse lei sinceramente.
«Non so cosa fare
per dimostrartelo. Vedo coppie ogni giorno, mi assumono, entro nelle
loro vite e cerco di organizzare un giorno perfetto, ma a volte non
arrivano a quel giorno. Per me è sempre un gran
dispiacere.»
Dicendo questo si era alzata dalla sedia dietro la scrivania e stava
girando intorno a questa, ritrovandosi in piedi davanti a Peter, che
si era seduto su una poltrona davanti la scrivania.
«Ancora
non capisco, però, cosa sia saltato in mente a Isabella. Se
può
consolarti, credo onestamente che tu sia un bell'uomo»
continuò
lei.
Gli
passò un dito sotto il mento e gli alzò la testa,
fino ad
incontrare i suoi occhi. Si avvicinò piano e
scoppiò a ridere.
«Oh,
mio, dio. Sono proprio pessima! Cosa diavolo mi è saltato in
mente?
Ahahahah. Scusa Peter. Davvero. Perdonami.» disse lei a
disagio.
«Tranquilla,
non fa niente. In fondo, sono abituato a donne che cascano ai miei
piedi» disse lui cercando di eliminare l'imbarazzo.
«Ok donna,»
continuò lui, «quanto ti devo?»
«Un
secondo e controllo, uomo.» disse lei stando al gioco.
Tornò dietro
la scrivania e si mise al computer, digitando qualcosa nell'archivio
digitale. «Allora... vestito, ristorante, buffet, chiesa,
fiori e
tutto il resto, vero?»
«Sì»
«Sono...
19,000 scontati»
«Un
secondo che firmo l'assegno» disse Peter tirando fuori dalla
giacca
il libretto per gli assegni e compilandone uno. «Ecco a
te» disse
lui consegnandolo ad Anthea.
«Perfetto...
Hey, ci vediamo per un caffè, un giorno di questi?»
«Certo,
basta che non cerchi di assalirmi di nuovo!» disse Peter e
uscì
ridendo.
Eccoci ad un nuovo capitolo di NoTitle! Che posso dire? Nulla! Ho revisionato e modificato il capitolo alle 23 di sera, quindi ho la vista piuttosto annebbiata. Segnalatemi eventuali errori di scrittura, se ci sono! :L
Sicuramente qualcuno rimarrà deluso per i due veloci baci tra Peter e Meredith, ma non posso rassicurarvi dicendovi "Non preoccupatevi, ci saranno tante scene del genere" perché non ho intenzione di spoilerarvi i prossimi capitoli.
I due attori di questa settimana sono Alan Ruck (Charles Widmore) e Matthew Macfadyen (Matthew Ford), anche se sono leggermente insicura su quest'ultimo... Comunque, se non avete nulla da fare, mi farebbe davvero piacere se scriveste, tramite recensione, cosa pensate del capitolo o della storia in generale e se credete che ci sia bisogno di un miglioramento. Grazie mille, ancora :)
PS: Questa è la cartolina che stampa Anthea