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Autore: Sh_NT    09/04/2011    2 recensioni
"Peter Widmore era estremamente calmo per aver appena scoperto che la sua fidanzata, presto sposa, lo aveva tradito con Charles Widmore, il suo ricco e disaffettuoso padre."
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Peter arrivò a casa ancora assorto dai pensieri, uscì dalla macchina e si fermò a osservare la porta del suo piccolo appartamente al piano terra. Peter viveva lì da 15 anni, da quando a 19 anni iniziò l'università, e due anni prima aveva chiesto ad Isabella di andare a vivere con lui. La sera prima aveva perso ogni speranza di fare il passo successivo e di avere un futuro con lei.

Entrò e trovò Isabella voltata di spalle, seduta sul divano a fissare lo schermo nero della televisione. Girò intorno al divano e si ritrovò davanti a lei: aveva gli occhi rossi per il pianto e sedeva con i piedi sul divano e il mento appoggiato sulle ginocchia. Lei alzò lo sguardo e fissò Peter negli occhi, felice:«Pensavo non saresti più tornato», disse lei abbozzando un sorriso. «Pensavo mi avessi abbandonata. Sono stata un cretina ieri sera... non so cosa mi sia preso. Perdonami, ti prego» e prese le mani di lui, baciandole. Lui rispose, con disgusto:«Perdonarti?». Rise leggermente. «Ti ho raccontato tutto di me, della mia famiglia, di come mi trattava mio padre. Ti ho chiesto di venire a vivere con me, di sposarmi, e tu cosa fai? Ti scopi quello stronzo!» «Non era intenzionale. Mi ha costretta!», disse lei disperata. «Non sembravi molto forzata, ieri sera. Senti, sono venuto solo per prendere la mia roba, dopodichè uscirò per sempre dalla tua vita. Non ho intenzione di rimanere a lungo» rispose sorridendo. Vederla lì, disperata... Era penosa. Eppure era lei che neanche 12 ore prima si stava sbattendo il padre nella stanza a fianco, no? Perchè avrebbe dovuto perdonarla?

Andò in camera e, fortunatamente, non trovò suo padre nudo sul letto. Rimase minuti a osservare quel letto vuoto, disfatto e prova di un tradimento. Non poteva più rimanere in quella casa. Prese i suoi vestiti e li mise in un vecchio borsone, poi tornò in salotto e trovò Isabella che giaceva in posizione fetale sul divano, piangendo. Prese quanti libri poté, la macchina da scrivere e uscì sbattendo la porta. Mise in moto la macchina e si fermò poco dopo davanti a un hotel a cinque stelle. Prima di entrare si accese una sigaretta e chiamò l'organizzatrice del matrimonio. «Salve. Peter Widmore. 31 dicembre», disse Peter alla ragazza dall'altra parte del telefono, scandendo il suo nome e la data del matrimonio. «Oh, signor Widmore! Come va con la futura signora Widmore? Pronto per il grande giorno?», rispose la ragazza entusiasta. Aveva visto Peter un paio di volte per accordarsi sulla data del matrimonio e sugli invitati, ma Peter non la conosceva molto bene. «Volevo parlarle proprio di questo. Volevo... il matrimonio è annullato.» «Oh.», mormorò la ragazza. «Mi dispiace, davvero. Grazie per avermi avvertito anticipatamente. Molti semplicemente non si presentano il giorno delle nozze. Bhè, provvederò», disse lei risolutamente. «Perfetto. Passerò domani per il pagamento. Arrivederci». Chiuse la comunicazione, prese il borsone e la macchina da scrivere ed entrò nell'hotel. «Signor Widmore! Come mai qui? Come va con la signorina?» chiese il receptionist, Walter, felice di rivedere Peter. Quest'ultimo d'altro canto, non aveva voglia di chiacchierare. «Direi... tragicamente», disse lui sorridendo. «Avrei bisogno di una stanza, una qualsiasi.» «Signore, mi dispiace, ma stiamo ospitando una convention di medici, quindi sono rimaste solo poche suite» «Una suite andrà benissimo.» «Ottimo. Posso vedere un secondo i documenti? Sa com'è... la procedura.» Peter rovistò nella giacca, ne tirò fuori la carta d'identità e la passò a Walter. «Ecco qui.» «Perfetto signore,» e riconsegnò la carta d'identità e la chiave magnetica della suite a Peter, «questa è la chiave della stanza 260, al terzo piano. Le serve una mano con i bagagli?» e accennò al borsone. «No, non preoccuparti. Ci penso io. A dopo!» «Arrivederci, signore.» Peter si avviò verso l'ascensore e premette più volte il pulsante per chiamarlo; arrivò immediatamente e, quando si aprì, scorse all'interno una donna stupenda non troppo alta, mora, con una fluida chioma mora e degli occhi azzurrissimi. La donna uscì dall'ascensore e passò di fianco a Peter, lasciando un'intensa scia di profumo; inebriato da quell'odore, rimase immobile davanti l'ascensore fin quando qualcun'altro lo chiamò e, arreso, decise di salire i tre piani usando le scale. Non sapeva chi fosse quella donna, ma doveva assolutamente scoprirlo.

Arrivò in camera, aprì velocemente la porta e posò sulla scrivania la macchina da scrivere.

La suite era enorme. L'entrata era arredata con un'appendiabiti sulla destra, una scrivania sulla sinistra e, al centro, un quadrato formato da 4 divanetti di velluto rosso, con al centro un tavolo quadrato di vetro. A sinistra del piccolo salottino, salendo un tre scalini, si raggiungeva la camera da letto: di fronte all'entrata, appoggiato al muro, stava un letto a baldacchino; di fronte al letto c'era una grande televisione a muro; a sinistra c'era un enorme armadio e dalla porta finestra, a destra dell'entrata, si poteva accedere al balcone che circondava la suite ed era distante solo un metro dal balcone della suite di fianco. Dalla camera matrimoniale, di fianco all'armadio, si poteva accedere al bagno di marmo nero con una Jacuzzi al centro e infiniti profumi e oli su uno scaffale a destra. Un'ulteriore stanza, poco più piccola della camera da letto, si trovava a destra del salottino e aveva al centro un tavolo da biliardo e, a destra, un minifrigo pieno di acqua, succhi e birra; in fondo alla stanza, infine, c'era un mobile a muro con le ante di vetro, contenete alcolici di vario genere.

Peter prese un bicchiere di scotch e lo bevette d'un sorso per cercare di rilassarsi e per cancellare dalla memoria le immagini della sera precedente. Non era la prima volta che Isabella lo tradiva. Era capitato un paio di volte, prima che andasse a vivere con lui; prima di quello, però, neanche lui si era limitato più di tanto. Peter pensava si fosse tolta quel vizio, ma a quanto pare non era così. Suo padre aveva divorziato dalla moglie anni prima, quando Peter era ancora un adolescente, perché la tradiva continuamente e, durante il periodo in cui Peter frequentava l'università, si era portato a letto anche qualche ragazza del figlio, dicendo:"Bisogna condividere le cose!". Peter, però, aveva messo bene in chiaro con Charles che non voleva condividere Isabella. Non la sua futura moglie.


Quando si svegliò era ormai sera. Aveva ancora in mano il bicchiere di vetro vuoto, in bilico, e lo poggiò sul comodino di fianco al letto; si diresse verso il bagno, si spoglio e si fece una doccia veloce. Si vestì e scese al piano di sotto, al ristorante. Questo era molto affollato, ma era vasto e creato per ospitare molte di persone: una sala enorme ospitava centinaia e centinaia di tavoli; a destra dell'entrata c'era un palco per esibizioni dal vivo, ora vuoto; sulla sinistra c'era un bar fornito di qualunque tipo di bevanda. Fortunatamente trovò un tavolo singolo in fondo alla sala, contro il muro. Vedendo arrivare il cameriere, si voltò e solo allora notò che al tavolo alla sua sinistra era seduta, con un uomo, la ragazza dell'ascensore. Rimase minuti ad osservarla, incantato, e fu 'risvegliato' solo dal cameriere che, preoccupato, gli stava scuotendo davanti gli occhi la sua mano. «Signore, si sente bene?» «Sì, scusi», rispose Peter disorientato. La ragazza, intanto, lo stava guardando preoccupata. «Cosa posso portarle?» «Prendo una bottiglia di Merlot e una bistecca.» «Arrivano subito, signore.» Il cameriere tornò in cucina e Peter tornò a fissare la ragazza: aveva all'incirca venticinque anni, ma aveva ancora i lineamenti di una ragazzina. L'uomo di fronte a lei aveva più o meno cinquant'anni; qualcuno avrebbe detto che fosse affascinante, ma a Peter sembrava solo viscido. Provarci così spudoratamente con quella ragazza davanti a tutte quelle persone?! Ma c'era qualcosa nello sguardo di lei, qualcosa di ricambiato. Il cameriere portò il piatto e il vino e lui mangiò velocemente. Ad un certo punto della serata la ragazza si alzò e si diresse verso il bar, mentre l'uomo lasciò i soldi del conto sul tavolo e andò verso l'ascensore. Peter si alzò e si sedette di fianco alla ragazza, al bancone del bar. «Hai vent'anni, quindi probabilmente sei solo una specializzanda e studi all'università per diventare qualcosa di più. L'uomo è un famoso dottore dell'ospedale che ti ha promesso un salto di carriera in cambio di... chiamiamolo 'amore'. Tu accetti, ma dopo un po' ti accorgi che sarai bloccata con lui fin quando morirà, cioè quando scoprirai che lui ha molteplici mogli sparse per il paese e figli illegittimi tra cui si dovrà dividere il denaro: tu non avrai un soldo e ti ritroverai con il cuore spezzato e un lavoro di merda», disse lui guardando la donna negli occhi.

L'espressione di lei passò dallo scetticismo al divertimento:«Cosa sei un detective? O uno scrittore?» e inarcò le sopracciglia. «Oh, prediligo il secondo, ma questa cosa è talmente ovvia che scommetto che anche il cameriere ci è arrivato. Allora?» «Allora cosa?», disse la donna ridendo. «Quanto di quello che ho detto è vero?» «Neanche la metà: è vero, sono una specializzanda; è vero, esco con quell'uomo, un dottore dell'ospedale in cui lavoro; falso, so già che è sposato; falso, non sto con lui perchè mi ha promesso un lavoro.» «Sicura? Non ha mai neanche accennato alla questione? Poi, scusa, ma sei una bellissima donna. Perchè bloccarsi con quel tizio? Vai in giro, divertiti!» «Non sono bloccata con lui. Io... lo amo. Non sono fatti tuoi, comunque.» Dopodichè prese la sua borsa e si diresse verso l'ascensore. «Sto solo cercando di farti ragionare. E poi è sposato, avrà dei figli. Vuoi davvero avere il peso della loro infelicità eterna sulle tue spalle?», disse Peter correndole dietro e salendo con lei sull'ascensore. Perché le stava correndo dietro? Cos'aveva di speciale quella ragazza?

La donna premette il tasto '3', poi disse:«Oh, sul serio la butti su questo campo, eh? Infelicità eterna dei bambini? Un po' di fantasia, per favore. Oddio, non ho idea del perché io stia discutendo di questo con te! Sei un perfetto sconosciuto che fissa le ragazze in modo inquietante.» «Oh, by the way, scusa per quello.» «Perchè parli in inglese?» disse la ragazza uscendo dall'ascensore e incamminandosi per il corridoio. «E smettila di seguirmi.» «Non ti sto seguendo: la mia stanza è la 260. Comunque non so, ma ho sempre avuto una mania per l'inglese» «260? Io ho la 259. Sei un incubo.» disse la ragazza e aprì la porta della sua camera, entrando senza salutare Peter. Lui entrò velocemente nella suite, chiudendo la porta alle sue spalle; corse in camera, poi andò sul balcone; raggiunse la fine di questo e con un salto finì su quello della stanza a fianco, quello della ragazza. Lei si stava spogliando quando, voltandosi verso la finestra della camera, notò Peter che gesticolava. «Cosa diavolo ci fai qui?», disse la ragazza aprendo la portafinestra e facendo entrare Peter, dopo essersi rivestita. «Te l'ho detto: la mia suite è qui a fianco. Piacere, Peter.» «Piacere tuo, Meredith. Ora puoi, per favore, andartene?» «Meredith... Ok, a domani. 'Notte!» e le diede un veloce bacio sulla guancia, prima di scappare uscendo dalla finestra.
Quella notte Peter non ebbe bisogno di alcolici per sognare.

E' passata una settima da quando ho pubblicato il primo capitolo, ma penso che d'ora in poi aggiornerò più spesso... Vorrei darvi i nomi di due attori che, secondo me, sono perfetti per i ruoli di Peter e Isabella. A ogni aggiornamento vi rivelerò gli attori rappresentanti due personaggi. Ovviamente è una cosa personale e ognuno può immaginare, per i vari ruoli, chiunque preferisce! Comunque per il ruolo di Peter ho sempre immaginato Matthew Bomer mentre, per il ruolo di Isabella, credo che Marion Cotillard sarebbe perfetta. Voi chi immaginate al posto di questi due personaggi?

   
 
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