Salve a tutti!
Non so chi leggerà questa storia, non l'ho scritta_buttata giù per il pubblico ma solo per una mia cara amica, ci siamo conosciute più di un anno fa grazie alla saga e grazie a lui l'uomo dei nostri sogni, Robert Pattinson, e così ho deciso di dedicarle questa MINI_FIC.Doveva essere una OS, ma la storia mi ha preso e ne scriverò almeno tre o quattro capitoletti, non impegnativi.
Cara Papera
Cullen, questa è per te!
Con tutte le FF che leggi e che consigli, mi è sembrato
giusto che ne fossi protagonista di una.
Mannaggia alla lontananza!
Ti abbraccio forte!!!
Giu
La
Vita Che Vorrei
Capitolo
1: La fuga
Guardo il
mio calendario con rassegnazione, sono stufo di non avere nemmeno un
momento
per me. Tra il set, quell’infinito set, la promozione di
"Water For Elephants"
, lo studio del copione di Cosmopolis non ho più un secondo
per me, per quello
che amo fare, per la musica.
Nella
mia camera d’albergo la tristezza mi pervade, birra e
sigarette l’unico modo
per evadere dalla mia vita. Voglio tornare a Londra, voglio tornare a
casa mia,
voglio riavere qualcosa di mio. La vita che sto vivendo non ha
più nulla di
mio, è solo apparenza e non è la vita che voglio,
ma stringo i denti. Amo recitare,
amo trovarmi davanti alla macchina da presa, amo studiare il
personaggio, amo
mettermi nei panni altrui. Ma quello che non amo è tutta
l’eccitazione che c’è
intorno a me. Sembra che tutto quello che faccio sia oro, e non parlo
solo
delle morbose attenzioni di fans, ma soprattutto degli addetti ai
lavori, che
sembrano godano di tutto quello che mi succede e invece si aiutarmi ci
guadagnano. Tra pochi giorni ho la premiere a New York e questo vuol
dire altro
aereo e altri paparazzi, odio queste cose.
In
questi pochi giorni di libertà l’unica cosa che
vorrei fare e prendere e
partire, lontano da qui, lontano dall’America, andare in un
paesino sconosciuto
e fare il turista, essere solo Robert un ragazzo di 24 anni, non Robert
Pattinson, RobPattz, e tutti i vari nomi che leggo in giro.
Eh se lo
facessi davvero???
Eh se
prendessi il primo volo disponibile e partissi?
Non ho
mai pensato troppo alle mie azioni, devo ritornare a farlo, devo
ritornare il
vero Rob.
Accendo
il mio portatile e mi collego alla compagnia area che mi serve sempre,
devo
fare tutto da solo, non devo chiedere al mio staff, sto progettando una
fuga.
Cazzo, Robert
Pattinson scappa!
Bevo un
altro sorso di birra e scorro i primi voli disponibili, scelgo Europa o
Asia. Mi
piacerebbe andare in Polinesia o Tailandia, io, la saga, Edward Cullen,
saremo
arrivati fino a li? Sicuramente sì, ma se faccio questi
pensieri, non partirò
mai più.
Scorro ancora
l’elenco ed eccolo lì.
Il volo,
il mio volo.
È un
diretto per Pisa, in Italia. Conosco poco quel paese, sono stato di
recente a
Roma, ma pochi giorni per un qualcosa del cinema con Twilight, non mi
ricordo
nemmeno cosa. Pisa, la famosa torre, e a poche ore
c’è Firenze, da come mi
hanno detto una delle più belle città italiane.
Si è
il
mio volo, prenoto e via si parte.
Vado in
camera e preparo la mia “valigia”, in una sacca
metto due paia di pantaloni,
due magliette e l’intimo, va più che bene. Mi
dirigo in bagno e dopo aver preso
il necessario, penso al travestimento, indosso un cappello, uno di quei
duemila
cappelli che ho in camera per delle pubblicità, la barba sta
iniziando a
vedersi per due giorni posso evitare di farla, ottimo. Cerco nella
cassa di Ray-Ban
quelli un po’ più grossi e coprenti e me li
sistemo sul viso. Si molto bene.
Sono le
12, il volo è alle 22, volo notturno, arriverò in
Italia l’indomani alle
8 del mattino.
Dovrei chiamare
qualcuno, dovrei dire che non ci sono, dovrei farlo ma non lo faccio,
sono un
cattivo ragazzo dedito all’alcool d'altronde.
Nelle ore
che mi rimangono, decido di continuare a leggere il copione, parlo
parlo, ma
amo il mio lavoro e non lo cambierei con nulla al mondo. Dopo avere
studiato
parecchio, alzo lo sguardo e mi accorgo che sono già le 16,
non ho nemmeno
pranzato, mangerò qualcosa in aeroporto, non penso che mi
nasconderò in bagno. Prendo
sacca, passaporto, indosso il cappello e gli occhiali ed esco. Lascio
la
tessera della mia camera alla receptionist e mi avvio in strada,
fortunatamente
vi sono sempre molto Taxi davanti all’hotel, ne chiamo uno e
immediatamente lo
incito a ripartire in direzione aeroporto. Sono stato attento, nessuno
si è
accorto di me.
Raggiunto
il terminal, non devo fare il check- in ma arriva la parte
più difficile, il
riconoscimento passaporti e controllo sicurezza.
Sono
obbligato a sfilarmi il cappello, c’è pieno di
gente, l’ansia mista a fastidio
comincia a salire, non posso nemmeno fumare una sigaretta per calmarmi.
Mi avvicino
al metal detector, e incredibile ma vero non suona, davanti a me
l’uomo della security
sembra non riconoscermi, meglio!
Passo,
prendo la mia sacca e mi viene riconsegnato il mio passaporto nella
più totale
indifferenza, non riesco a crederci, ci sto riuscendo. Sono
nell’area delle
partenze, qua i paparazzi non possono entrare, rindosso il cappello e
mi
sistemo in una poltroncina isolata, in attesa della chiamata al mio
gate, mezz’ora
dopo una voce annuncia che il mio volo è atteso al numero
12, non ci posso
credere, sto per partire davvero. Non ci posso credere, nessuno se ne
sta
accorgendo davvero, non ci poso credere.
Il volo
è stato abbastanza tranquillo, sono convinto che una
ragazzina mi abbia
riconosciuto, sono sicuro, che abbia già informato qualsiasi
persona, sono già
sicuro che a Pisa troverò il delirio.
Sbrigo tutte
le pratiche di atterraggio e nessuno, mi ferma, nessuno mi chiede
l’autografo,
sono solo un turista. Sono quello che vorrei sempre essere, un ragazzo
qualunque.
Dentro all’aeroporto compro un libretto informativo su come
muovermi in questa,
e con indifferenza chiedo informazioni per arrivare a Firenze, sento
che alcune
persone parlano anche di Siena, un’altra città
famosa, compro una brochure
anche di quella e mi avvio verso il centro. Niente taxi, niente treno,
a piedi
come facevo da piccolo nelle vie di Londra. La mia amata Londra, sono
così
vicino, finalmente sono tornato in Europa.
Passo tutto
il pomeriggio nella “Piazza dei Miracoli” e mi
stupisco di ogni piccola cosa, è
tutto così unico, le Chiese, gli interni, la torre.
Bellissimo. Stanco dal fuso
decido di trovarmi
un posto per la notte,
e di nuovo qua saranno problemi. Dovrò dare le mie
generalità, cazzo. Esco dal
centro e mi avvio verso la periferia della città, vicino
all’aeroporto, dove in
mattina avevo letto che affittavano delle camere, ne trovo una che mi
sembra
perfetta, entro e mi trovo, una vecchietta, non parla inglese, io non
parlo
italiano, molto bene. Dopo un’oretta di tentativi a gesti, mi
fa capire quanto
costi la camera, accetto e mi accompagna. La stanza è
decisamente diversa da
quella de Four Season ma è quello che voglio, le lascio il
mio passaporto, lo
faccio senza alcun problema, on penso che questa signora sia una di
quelle
pazze che mi perseguitano.
Questa fuga
sta andando davvero troppo bene, il cellulare ancora non squilla, non
si saranno
ancora accorti di niente oltre oceano. Con il mio vero sorriso, quello
che
avevo perso mi addormento pronto per un’altra grande giornata.
Mi sveglio presto, pago,
riprendo il mio
documento e mi avvio verso la stazione principale. Con non poca fatica
leggo i
tabelloni delle partenze e mi accorgo che per Firenze il primo treno
disponibile ha più di un’ora di ritardo, e per non
perdere tempo prezioso
decido di optare su Siena, mal che vada, guarderò il
panorama, mi hanno detto
in molti che le colline toscane sono stupende.
Compro il biglietto e mi dirigo
sul binario, nonostante
vi sia pieno di gente, nessuno mi nota.
Il treno
arriva pochi minuti dopo, salgo e rimango strabiliato da cosa vedo
durante il
tragitto, distese di verde, di giallo, di campi coltivati, di erba, di
viti, di
tutto. Non ho mai visto nulla del genere, me ne sono innamorato.
Dopo quasi
una’oretta di viaggio, in non so quale fermata, sala un sacco
di gente, cazzo.
Appoggio
la sacca nel sedile di fianco al mio per evitare di aver compagni di
viaggio. Ma
per i posti di fronte non posso fare nulla, in pochi minuti il vagone
si
riempie di davanti a me si siede una ragazza, una ragazza mora, riccia,
non
riesco a vederle bene il viso, sembra carina. Le italiane, non mali le
italiane.
Dalla
borsa insieme a tonnellate di fogli, sembrano fisica o cose del genere,
estrae
un libro, Cosmopolis, no. Non ci credo.
Il
panico mi pervade, non posso crederci. La osservo bene, ma non ha nulla
che
possa identificarla come una di quelle pazze scatenate, ho paura,
dovrei spostarmi
ma sono curioso, vorrei sapere perché legge proprio quel
libro.
Ho paura
di sporgermi troppo, di mostrarmi, è giovane, legge quel
libro, sicuramente sa
chi sono. Ma tanto
è presa dalla lettura
che nemmeno se ne accorge che la sto guardando. Legge e sorride, legge
e fa
facce strane, legge e prende il cellulare, cosa sta scrivendo? A chi sta scrivendo?
Rob
calmo!
Vorrei
sapere se le piace, vorrei sapere tante cose, ma non posso rovinare
così la mia
vacanza.
Tutto ad
un tratto le squilla il cellulare,
risponde e sento la sua voce, ha un accento strano, non
capisco una
parola di quello che dice, capisco solo due parole, Robert o Roberto,
solo
quello. Cazzo mi ha riconosciuto.
Guardo fuori
dal finestrino, alla prossima fermata dovrò scendere, ma il
problema è che non
ho la minima idea di dove sono, direi che scendere è
un’opzione da tralasciare,
devo continuare a fare finta di niente. Ma nel mio fare finta di
niente, ogni
tanto l’occhio si alza e le guardo sempre più
immersa nella lettura, quasi
dentro il libro.
Che cosa
dovrei fare? Aspetto che scenda la seguo come un maniaco e le chiedo
del libro?
Mi presento
dicendo!
“Ciao,
”
si dice così, penso di sì, “ sono
Robert Pattinson, interpreterò io il libro
che stai leggendo, cosa ne dici?” oppure “ ciao, ti
piace il mio nuovo film?”
si certo come no.
Passano altri
dieci minuti e non mi sono mosso di un centimetro, quando cazzo no ora
no.
Arriva
un uomo vestito con una specie di uniforme e le persone, compresa la
ragazza,
gli mostrano il loro biglietto, deve essere il controllore, cazzo, dove
ho messo
il mio?
Cerco nella
sacca ma niente, l’uomo si sta spazientendo, mi alzo e cerco
in tasca, eccolo,
lo porgo all’uomo che penso mi ringrazi e mi scappa una
risata dalla bocca.
La
ragazza, alza immediatamente il volto, mi guarda, ha gli occhi
spalancati, è bianca,
mi ha riconosciuto, cazzo a me e alla mia risata, e ora che faccio????