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Autore: giuggi_89    15/04/2011    1 recensioni
Delirio dedicato a una cara amica....:)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Incredibile ma state legendo anche questo delirio!

Grazie :***
PC ecco per te <3 loool

Giuggi_89

Capitolo 2: Siena

 

 

 

E lei continua a guardarmi, il viso diventa ancora più pallido, apre la bocca e la richiude, esce un gemito, delle parole, ma non le capisco.

Mi sto preoccupando: sia per la salute di questa povera ragazza che per il fatto che potrebbe in poco tempo distruggere le mie speranze di non essere riconosciuto, ma doveva succede, sono stato uno stupido a pensare il contrario.

E lei è ancora intenta a fissarmi, molto probabilmente sta raccogliendo le idee su cosa fare, chissà quanto è una mia fan, chissà se mi segue perché sono Edward o segue Rob. È la domanda che mi pongo ogni volta che becco fans scatenate. Ma vedendole in mano ancora Cosmopolis, suppongo sia fan di me, del vero me.

Dopo cinque minuti di terrore, la ragazza si ricompone e riesce a formulare una frase che abbia un senso.

 

«Non ci credo. Oh mio dio!!No. Non può essere vero. cioè te.. io.. che.. cavolo ci fai??»

 

Ed io non capisco una parola, apro le mani e spalanco gli occhi per farmi capire, e fortunatamente è così. La ragazza cerca di tradurre quello che ha detto.

E ha perfettamente ragione. Che cavolo ci faccio qui?

Dovrei prendere la mia sacca e scappare, scendere dal treno, prendere un aereo e ritornare a “casa”, ma non voglio. Voglio essere un ragazzo normale. Come fare allora? Cosa le rispondo?

Sfodero quel poco, o nulla d’italiano che conosco e cerco di articolare la mia risposta.

 

«ehm…Ciao, I’m Rob, sono qui…ehm… in holiday? Vacation? Do you understand? »

«Si…ehm…yes… non ci posso credere. It’s incredible. »

 

Il suo viso è più tranquillo, ma vi scorgo ancora del terrore, ma perché faccio strani effetti alle persone?
Ora dovrei proprio defilarmi, ma parlare mi farebbe piacere, devo ancora sapere cosa ne pensa di Cosmopolis, non so nemmeno il suo nome.

 

«What’s your name? Do you like Cosmopolis?»

 

Sparo entrambe le domande insieme, sono curioso.

 

« oh…i’m Anna…emh…you are…ehm…come si dice? Ah si…you’re….sono cretina…nothing, you are the best. Yes. I love Cosmopolis, it will be a great film!»

 

Il suo inglese è elementare, è impacciata, è impossibile che io riesca a “parlare” con una persona senza provocare danni in questo modo.

 

«Oh…grazie for all! It’s right?»

«Si.»

 

E finalmente riesce a sorridere.

 

«Scusa, una my curiosity, but where are you going??»

«Siena, tu?»

 

E sorride ancora, questa volta le brillano anche gli occhi, questo mi può significare una cosa, anche lei sta andando a Siena, e a dire la verità non mi dispiace. È una delle poche ragazze, mie fans che sembrano normali, certo ha avuto un colpo quando si è accorta della mia presenza, ma non ha fatto scenate isteriche, sono quelle le cose che odio della mia vita. Gli isterismi della gente. Le urla, il continuo voler sapere, vedere, e perfino toccare. Mi fa piacere avere persone che mi stimano e mi seguono sia chiaro, ma non quando tutto ciò diventa esasperata, quando sembra che la loro vita dipenda da quante foto escono di me in una giornata.

 

«Me too. È incredibile, ancora non ci credo»

«Could… accompagnare me... Piazza del Campo?»

 

Adesso sviene.

Invece dopo alcuni secondi di panico, annuisce e ricompare sul suo volto il sorriso di prima, non è facile capirsi, ma per ora sembra non esserci così gravi problemi, anzi tutto ciò è molto divertente, mi scappa un sorriso e lei abbassa lo sguardo, è rossissima in viso.

Ok, Anna, sei anche tu una di quelle che amano il mio sorriso, cosa ci sarà di tanto speciale non lo so.  Come nelle mie mani, nelle mie labbra…ho visto alcuni video su you tube solo sulle mie dita erano intitolati “FingersPorn”. Sarà, a me sembra solo di avere della manone, grosse, troppo grosse.

 

La mia compagna di viaggio si è rituffata nel libro, ma la vedo, non sta leggendo una parola, continua ad alzare lo sguardo nella mia direzione, penso che vorrebbe farmi un sacco di domande, ma probabilmente se mi conosce, se legge le mie interviste, sa che posso essere un tipo scontroso e per niente simpatico. Ma è solo un modo per difendermi dai giornalisti, non sono così in realtà, o almeno non lo ero prima di diventare…di diventare cosa? Non lo so nemmeno io. Forse di aver fatto scelte che nel bene o nel male hanno cambiato la mia vita. Nel bene perché sono arrivati, soldi, fama, film; male perché questa non è la vita che vorrei. Lontano dal set non sono libero di fare nulla, di quello che mi fa stare bene. Questa vacanza, doveva essere una ripresa della mia vita, e chi lo sa che magari lei, Anna, possa aiutarmi in ciò.

 

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 Passano altri dieci minuti, e non ci siamo più rivolti la parola, penso che la lingua e l’emozione la facciano da padrone, in lei, la necessità di non svelarmi con gli altri passeggeri in me.

L’unica parola che mi fa sobbalzare è “ Siena”, è un annuncio del treno. Alzo lo sguardo e incrocio il suo, deve avere scorto una preoccupazione e annuisce con il viso, come per dirmi, si bisogna scendere.

Comincia ad alzarsi e si prepara, infila la giacca, ripone il libro e prende la borsa. E il la imito.

Si sposta verso i corridoi e verso le porte. Ed io la seguo.

Il treno di ferma, sento lo stridio dei freni, mi appoggio alle pareti per evitare di cadere, ma Anna non ha avuto quest’ accortezza, comincia a saltellare su un piede, poi sull’altro e me la ritrovo addosso.

In automatico dal mio petto esce una risata, mentre ho ancora il suo viso vicino al mio, lei è imbarazzatissima, ma sorride.  Sta sicuramente pensando di aver fatto una figuraccia o qualcosa del genere.

 

«Sorry…»

«Nooo…let’s go? »

 

La aiuto a scendere dal treno come un buon gentiluomo, come farebbe Edward, e ci dirigiamo fuori dalla stazione. Mi sta alla larga, cammina a un metro da me, chissà perché, la maggior parte delle ragazze, mi starebbero incollate, in modi anche indecenti, e lei invece no, ho trovato una ragazza normale finalmente!

Nel mentre che mi faccio portare nella famosissima piazza, mi guardo in giro.

Questo posto è stupendo!

Trasuda storia da ogni parte, altro che le città americane. Potrei starci parecchio, potrebbe passarmi la voglia di tornare dove tutti mi aspettano. Ma sono benissimo che sarebbe una cosa impossibile, da me dipendono alcune persone, la mia fuga non può durare in eterno.

Anna è sempre a un metro da me, si guarda intorno, ogni tanto le pongo domande sulla città e lei risponde subito, sembra quasi che stia pensando a tutto quello che sa su Siena, per potermi fare quasi da guida, che carina.

 

Arrivati in piazza, il mio cuore ha un sussulto.

Mai vista una piazza del genere, io di architettura e cose affini non ci capisco molto, ma questa piazza è meravigliosa, faccio un giro intorno a me, mi beo di quello che i miei occhi possono vedere, mi sento un bambino.

Lei è in piedi vicino a me e guarda, sorride, sono ridicolo.

Cerco di ricompormi e mi racconta che d’estate vi fanno due “pali”, non so cosa voglia dire questa parola, ma non la interrompo, mi piace sentirla parlare.

Il suo inglese, misto italiano, misto parole assurde come “grullo” mi fa sorridere, mi fa stare bene.

 

Sta per finire la visita della piazza, dovrei dirle di andare, magari ha lezioni, magari deve andare a lavoro, magari deve andare dal suo ragazzo,ma non riesco a dire nulla di ciò.

 

Sta aspettando chele dica qualcosa, ma anche per lei evidentemente non è facile andarsene, potrei dirle che le va di fare una foto con me, così per avere un ricordo, e perché no, per vantarsene un po’ con le amiche, potrei dirle tante cose, ma non riesco a dire nulla. Non voglio stare da solo.

 

«Vuoi….eat with me?»

«Si… Robert…»

«Nooo. Call me Rob!»

«ok…si Rob…»

«I want eat something tipical…do you know a restaurant?? »

«Yes, yes… »

 

Ed è in un tripudio di gioia. E anche io sono felice. Mi è già capitato di invitare una sconosciuta a pranzo, ma quella era diversa, era un modo per farla convincere di quanto noioso fossi, oggi ho davvero piacere a conoscere di più questa ragazza.

 

«Let’s go Anna.»

 

E ci incamminiamo, verso il centro della città.

   
 
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