Incredibile ma state legendo anche questo delirio!
Grazie
:***
PC ecco per te <3 loool
Giuggi_89
Capitolo
2: Siena
E lei
continua a guardarmi, il viso diventa ancora più pallido,
apre la bocca e la
richiude, esce un gemito, delle parole, ma non le capisco.
Mi sto
preoccupando: sia per la salute di questa povera ragazza che per il
fatto che
potrebbe in poco tempo distruggere le mie speranze di non essere
riconosciuto,
ma doveva succede, sono stato uno stupido a pensare il contrario.
E lei
è
ancora intenta a fissarmi, molto probabilmente sta raccogliendo le idee
su cosa
fare, chissà quanto è una mia fan,
chissà se mi segue perché sono Edward o
segue Rob. È la domanda che mi pongo ogni volta che becco
fans scatenate. Ma vedendole
in mano ancora Cosmopolis, suppongo sia fan di me, del vero me.
Dopo cinque
minuti di terrore, la ragazza si ricompone e riesce a formulare una
frase che
abbia un senso.
«Non
ci credo. Oh mio dio!!No. Non
può essere vero. cioè te.. io.. che.. cavolo ci
fai??»
Ed
io non capisco una parola, apro le mani
e spalanco gli occhi per farmi capire, e fortunatamente è
così. La ragazza
cerca di tradurre quello che ha detto.
E
ha perfettamente ragione. Che cavolo ci
faccio qui?
Dovrei
prendere la mia sacca e scappare,
scendere dal treno, prendere un aereo e ritornare a
“casa”, ma non voglio. Voglio
essere un ragazzo normale. Come fare allora? Cosa le rispondo?
Sfodero
quel poco, o nulla d’italiano che
conosco e cerco di articolare la mia risposta.
«ehm…Ciao,
I’m Rob, sono qui…ehm… in holiday?
Vacation? Do you understand? »
«Si…ehm…yes…
non ci posso credere. It’s
incredible. »
Il
suo viso è più tranquillo, ma vi scorgo
ancora del terrore, ma perché faccio strani effetti alle
persone?
Ora dovrei proprio defilarmi, ma parlare mi farebbe piacere, devo
ancora sapere
cosa ne pensa di Cosmopolis, non so nemmeno il suo nome.
«What’s
your name? Do you like Cosmopolis?»
Sparo
entrambe le domande insieme, sono
curioso.
«
oh…i’m Anna…emh…you
are…ehm…come si
dice? Ah
si…you’re….sono
cretina…nothing, you
are the best. Yes. I love Cosmopolis, it will be a great film!»
Il
suo inglese è elementare, è impacciata,
è impossibile che io riesca a “parlare”
con una persona senza provocare danni in
questo modo.
«Oh…grazie
for all! It’s right?»
«Si.»
E
finalmente riesce a sorridere.
«Scusa, una my curiosity, but where are you going??»
«Siena,
tu?»
E
sorride ancora, questa volta le brillano
anche gli occhi, questo mi può significare una cosa, anche
lei sta andando a
Siena, e a dire la verità non mi dispiace. È una
delle poche ragazze, mie fans
che sembrano normali, certo ha avuto un colpo quando si è
accorta della mia
presenza, ma non ha fatto scenate isteriche, sono quelle le cose che
odio della
mia vita. Gli isterismi della gente. Le urla, il continuo voler sapere,
vedere,
e perfino toccare. Mi fa piacere avere persone che mi stimano e mi
seguono sia
chiaro, ma non quando tutto ciò diventa esasperata, quando
sembra che la loro
vita dipenda da quante foto escono di me in una giornata.
«Me
too.
È incredibile, ancora non ci credo»
«Could…
accompagnare me... Piazza del
Campo?»
Adesso
sviene.
Invece
dopo alcuni secondi di panico,
annuisce e ricompare sul suo volto il sorriso di prima, non
è facile capirsi,
ma per ora sembra non esserci così gravi problemi, anzi
tutto ciò è molto
divertente, mi scappa un sorriso e lei abbassa lo sguardo, è
rossissima in
viso.
Ok,
Anna, sei anche tu una di quelle che
amano il mio sorriso, cosa ci sarà di tanto speciale non lo
so. Come nelle mie
mani, nelle mie labbra…ho
visto alcuni video su you tube solo sulle mie dita erano intitolati
“FingersPorn”.
Sarà, a me sembra solo di avere della manone, grosse, troppo
grosse.
La
mia compagna di viaggio si è rituffata nel
libro, ma la vedo, non sta leggendo una parola, continua ad alzare lo
sguardo
nella mia direzione, penso che vorrebbe farmi un sacco di domande, ma
probabilmente se mi conosce, se legge le mie interviste, sa che posso
essere un
tipo scontroso e per niente simpatico. Ma è solo un modo per
difendermi dai
giornalisti, non sono così in realtà, o almeno
non lo ero prima di diventare…di
diventare cosa? Non lo so nemmeno io. Forse di aver fatto scelte che
nel bene o
nel male hanno cambiato la mia vita. Nel bene perché sono
arrivati, soldi, fama,
film; male perché questa non è la vita che
vorrei. Lontano dal set non sono
libero di fare nulla, di quello che mi fa stare bene. Questa vacanza,
doveva
essere una ripresa della mia vita, e chi lo sa che magari lei, Anna,
possa
aiutarmi in ciò.
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Passano
altri dieci minuti, e non ci siamo più rivolti la parola,
penso che la lingua e
l’emozione la facciano da padrone, in lei, la
necessità di non svelarmi con gli
altri passeggeri in me.
L’unica
parola che mi fa sobbalzare è “
Siena”, è un annuncio del treno. Alzo lo sguardo e
incrocio il suo, deve avere
scorto una preoccupazione e annuisce con il viso, come per dirmi, si
bisogna
scendere.
Comincia
ad alzarsi e si prepara, infila la
giacca, ripone il libro e prende la borsa. E il la imito.
Si
sposta verso i corridoi e verso le
porte. Ed io la seguo.
Il
treno di ferma, sento lo stridio dei
freni, mi appoggio alle pareti per evitare di cadere, ma Anna non ha
avuto quest’
accortezza, comincia a saltellare su un piede, poi sull’altro
e me la ritrovo
addosso.
In
automatico dal mio petto esce una
risata, mentre ho ancora il suo viso vicino al mio, lei è
imbarazzatissima, ma
sorride. Sta
sicuramente pensando di
aver fatto una figuraccia o qualcosa del genere.
«Sorry…»
«Nooo…let’s
go? »
La
aiuto a scendere dal treno come un buon
gentiluomo, come farebbe Edward, e ci dirigiamo fuori dalla stazione.
Mi sta
alla larga, cammina a un metro da me, chissà
perché, la maggior parte delle
ragazze, mi starebbero incollate, in modi anche indecenti, e lei invece
no, ho
trovato una ragazza normale finalmente!
Nel
mentre che mi faccio portare nella
famosissima piazza, mi guardo in giro.
Questo
posto è stupendo!
Trasuda
storia da ogni parte, altro che le
città americane. Potrei starci parecchio, potrebbe passarmi
la voglia di
tornare dove tutti mi aspettano. Ma sono benissimo che sarebbe una cosa
impossibile,
da me dipendono alcune persone, la mia fuga non può durare
in eterno.
Anna
è sempre a un metro da me, si guarda
intorno, ogni tanto le pongo domande sulla città e lei
risponde subito, sembra
quasi che stia pensando a tutto quello che sa su Siena, per potermi
fare quasi
da guida, che carina.
Arrivati
in piazza, il mio cuore ha un sussulto.
Mai
vista una piazza del genere, io di
architettura e cose affini non ci capisco molto, ma questa piazza
è
meravigliosa, faccio un giro intorno a me, mi beo di quello che i miei
occhi
possono vedere, mi sento un bambino.
Lei
è in piedi vicino a me e guarda,
sorride, sono ridicolo.
Cerco
di ricompormi e mi racconta che d’estate
vi fanno due “pali”, non so cosa voglia dire questa
parola, ma non la
interrompo, mi piace sentirla parlare.
Il
suo inglese, misto italiano, misto
parole assurde come “grullo” mi fa sorridere, mi fa
stare bene.
Sta
per finire la visita della piazza,
dovrei dirle di andare, magari ha lezioni, magari deve andare a lavoro,
magari
deve andare dal suo ragazzo,ma non riesco a dire nulla di
ciò.
Sta
aspettando chele dica qualcosa, ma
anche per lei evidentemente non è facile andarsene, potrei
dirle che le va di
fare una foto con me, così per avere un ricordo, e
perché no, per vantarsene un
po’ con le amiche, potrei dirle tante cose, ma non riesco a
dire nulla. Non voglio
stare da solo.
«Vuoi….eat with
me?»
«Si…
Robert…»
«Nooo. Call me
Rob!»
«ok…si
Rob…»
«I want eat
something tipical…do you know a restaurant?? »
«Yes,
yes… »
Ed
è in un tripudio di gioia. E anche io
sono felice. Mi è già capitato di invitare una
sconosciuta a pranzo, ma quella
era diversa, era un modo per farla convincere di quanto noioso fossi,
oggi ho
davvero piacere a conoscere di più questa ragazza.
«Let’s
go Anna.»
E
ci incamminiamo, verso il centro della
città.