Tragicommedia
in tre atti:
Pensieri
di uno studente psicopatico
Perché capita a tutti, anche ai migliori, di trovarsi veramente nei guai, almeno una volta. E allora sono ‘cavoli amari ’.
Atto Primo: Incubo
Titolo: Origine e
sviluppo del teatro nell’Antica Grecia con precisi riferimenti ai testi letti.
Lo sapevo. LO SAPEVO.
Doveva succedermi alla
fine, era inevitabile. Certo non è una bella sensazione. È proprio brutto avere
la certezza di un tre ben in evidenza sul registro. È un po’ come essere inseguiti
da qualcuno. Già mi immagino la scena, un tre gigantesco e colorato di giallo
che si avventa su di me, non è un bello spettacolo. Ma cosa vado a pensare, ho
solo sue ore per questo tema!
“Con precisi
riferimenti ai testi letti”
Ecco dove voleva arrivare
la prof con tutte quelle letture. Quasi la vedo seduta alla sua scrivania
mentre pensa ad un titolo atroce da propinare ai suoi studenti ignari con
l’aria di una severa McGranitt per poi ridere sadicamente come una strega.
Secondo me fanno un corso apposta per imparare tutte queste cose, davvero. La
crudeltà, le espressioni truci, la risata; tutto ciò non è umano.
Pensa al teatro, ti
prego, o non ne usciremo sani e salvi.
Il teatro greco…è una tragedia, un’immane tragedia. E tra due
settimane ci sono i colloqui tra professori e genitori. Forse potrei dare
un’occhiatina al suo foglio, in fondo è sempre così brava in italiano.
Dunque…il teatro si
sviluppò nelle principali città…
Accidenti a quei suoi
lunghissimi capelli, non si vede nulla, peggio di una foresta amazzonica. Ma lo
fa apposta! Brutta ipocrita arrogante, che provi ancora a chiedermi gli appunti
di filosofia.
Concentrati, manca solo
un’ora e mezza. Guardali, tutti presi e concentrati a scrivere. Ma quando ha
mai annunciato che ci sarebbe stato un compito, QUANDO? Devo avere un
bigliettino da qualche parte, un appunto o qualcosa di simile. Se fingo di
cercare un foglio di brutta la farò sicuramente franca.
Atto Secondo: Risveglio
- Coletti!
Questa mossa non mi è mai riuscita, devo avere la faccia colpevole.
-Si, prof?
Indifferenza, questa è la parola d’ordine, indifferenza. Una cosa sul genere “ faccia innocente che fischietta con noncuranza”.
- Cosa stai cercando?
- Solamente un foglio di brutta (lo giuro!)
- Prendilo e vieni qua alla cattedra, così siamo sicuri che non ti venga voglia di copiare.
- Certo
In effetti questa tattica non funziona mai.
Segue sfilata davanti alla classe stile “Modello Giuditta”. Per la via mi cade anche il bianchetto. Adesso sono anche il pagliaccio fallito della classe, come se non li sentissi ridacchiare; mancava solo la radiografia della prof, mi sta fissando da dieci minuti buoni, un estraneo potrebbe pensare che stia cercando di sedurmi.
- Mancano un quarto d’ora ragazzi!
Quindici minuti e io ho scritto solo mezza pagina, diluita diluita. E pensare che potevo darmi malato oggi.
La struttura del teatro consentiva un’ottima acustica…
Chi ha mai detto che volevo frequentare il liceo classico!
- Mancano cinque minuti!
Odio il greco, i teatri e la filosofia.
- Sta per suonare ragazzi
E’andata, malissimo ma è andata, non resta che consegnare.
- Un po’ corto il tuo tema Coletti.
- Già, ha ragione, ma avevamo poco tempo sa, soltanto due ore…
Bugia, bugia, bugia….
Atto Terzo: Rivelazione
Driiin Driiin!
Cosa? Io? Nel mio letto? Alle 7:15?
Era un stupido sogno! Sembrava così reale, ho ancora le mani sudate. Nessun tema e nessun voto, in due parole: sono salvo.
- Muoviti o l’autobus ti lascia a piedi!
- Arrivo!
La colazione non è mai stata così buona, il succo d’arancia così dolce e io sono in perfetto orario quindi non dovrò correre per la strada come un tacchino, cosa potrei volere di meglio?
- Ciao, finalmente sei straordinariamente in orario oggi, cosa ti è successo?
- Sono fenomenale ecco il perché!
- Si, certo. A proposito di fenomeni sei pronto per il compito? Io ho studiato tutto il pomeriggio ieri ma sono terribilmente insicura, se quella fa delle domande difficili come il solito..
Alla mia amica piace scherzare, non è così?
- Compito? Quale compito?
- Il tema di italiano di oggi, l’avrà ripetuto un’ottantina di volte, te ne sei scordato?
Quel sogno comincia a diventare seriamente inquietante, sul serio.
- Cosa succede se dico si?
- Che sei in un mare di guai!
Un compito in classe, possibile che abbia sempre la testa fra le nuvole? Perché non do mai ascolto a quella vecchia mummia?
- E adesso come ne vieni fuori?
Bella domanda, se il mio sogno si avvererà sarò definitivamente rovinato.
- Semplice, posso darmi malato. Scendo dal bus e mi rinchiudo al caldo in un bar, problema risolto.
Sono un genio, sono un genio, rimarrò a casa altri due giorni, così l’assenza sarà plausibile, poi chiederò agli altri le domande del compito.
- Buona fortuna allora!
- Buon tema, ci vediamo.
Ecco fatto, niente di più semplice, non mi resta che attraversare la strada, ordinarmi un buon cappuccino e il gioco è fatto.
- Buongiorno Coletti, finalmente arrivi puntuale.
- Salve Prof!
Sono morto, sono davvero morto. Addio al bar, al cappuccino e ai miei sogni di gloria.
- Vieni entriamo in classe insieme. Avrete solo due ore per il tema ed è meglio che non perdiate tempo.
- Accidenti ai sogni premonitori, non poteva saltare la sveglia? Quella corriera non poteva mettere sotto la prof una volta per tutte?
- Come dici?
- Niente prof, ripassavo ad alta voce.