POV
EDWARD
4
Anni fa
Merda!
Anche oggi sono in
ritardo. Ma come diavolo è possibile essere sempre in
ritardo per andare a
lezione? Ovvio, se la notte mi rotolo tra le lenzuola di varie donzelle
è
logico che la mattina prima devo scappare dal loro dormitorio e poi
andare nel
mio per fare una doccia e prepararmi.
Si
scappo dai dormitori, non
voglio una storia seri. Sono bello, sexy, affascinante e intelligente,
tutte mi
cadono ai piedi con uno schiocco di dita, allora perché
accontentarmi di una sola
quando posso averle tutte? Stamattina sono anche in vena filosofica.
Certo
la mia famiglia non la vede
esattamente come me. Anzi mia sorella Alice e mia cognata Rose sono
convinte
che appena troverò l’amore lei mi
rifiuterà a causa del mio comportamento. Ma io
non troverò mai l’am…
“Scusa,
scusa, sono inciampata,
stavo correndo che sono in ritardo per una lezione.” Una
ragazza è praticamente
volata tra le mie braccia. Resto imbambolato di fronte alla sua
bellezza. Sono senza
fiato. È…è…è
semplicemente divina.
“Ehi
ma stai bene? Oddio sono
troppo pesante, sei caduto, hai battuto la testa ed hai avuto una
commozione
celebrale. Lo sapevo, lo sapevo che devo dimagrire. Oddio questo non
risponde,
forse sta morendo. Devo chiamare un’ambulanza.”
Alla parola ambulanza mi
riprendo. Non ho avuto nessuna commozione celebrale e poi lei
è più leggera di
una piuma. Ma quale dieta? Mi ricompongo.
“No,
no sto bene. Scusa ero
sovrappensiero, ma non è necessaria alcuna ambulanza. Tu
piuttosto ti sei fatta
male? Anche io ero di fretta per il tuo stesso motivo e non ti ho vista
arrivare. E poi credo che tu non abbia bisogno di nessuna dieta, in
pratica sei
più leggera di una piuma.” Dico tutto questo
rafforzando la mia presa sul suo
corpo, eh si è ancora tra le mie braccia, ed accompagno il
tutto con uno lunga
radiografia e un sorriso ammiccante. Il sorriso per il quale tutte
cadono ai
miei piedi. Perdo molto tempo sul suo seno che si intravede dalla sua
camicetta
blu. È piccolo, ma sembra soffice e sodo, so per certo che
sarebbe perfetto tra
le mie mani. Sposto lo sguardo sui suoi fianchi, sono degli appigli
naturali
per le mie mani e le sue gambe. Mamma mia che gambe toniche e snelle.
Per fortuna
porta la gonna, una gonna molto corta, che mi permette di vedere tutto
e bene. Infine
sposto il mio sguardo sul suo bellissimo viso. Su quelle labbra rosse e
piene,
sulla sua pelle porcellana e nei suoi magnifici occhi color del
cioccolato. Sposto
ancora…
“Ahi.”
Un sonoro ceffone mi
arriva sulla guancia, picchia duro la ragazza.
“Brutto
cafone, depravato che non
sei altro. Io ti chiedo scusa per esser sbattuta contro di te e tu mi
spogli
con gli occhi? Ma l’educazione non te l’ha
insegnata nessuno? Togliti dai piedi
idiota.” Si sposta velocemente dalle mie braccia e io resto
come un salame
mentre la vedo allontanarsi senza dirmi nulla. Micetta ti
ritroverò presto.
Felice
come una Pasqua e con un
bel cinque stampato sulla guancia mi dirigo a lezione.
In
aula, le mie compagne di corso
mi lanciano sguardi ammiccanti, ma io non le degno di uno sguardo.
Quella pantera
occupa tutti i miei pensieri e presto finirà nel mio letto,
o io nel suo, non
sono razzista, fatto sta che presto passerà sotto ad Edward
Anthony Cullen.
Ho
cercato in tutta la struttura
la mia micetta, ma non l’ho trovata da nessuna parte. Non so
nulla di lei e mi
sto demoralizzando. Ma ha detto che andava ad una lezione
perciò deve studiare
per forza qui, oppure è un’assistente,
è troppo giovane per essere una
professoressa. Se poi lo fosse sarebbe ancora più eccitante
fare sesso con lei,
anche se sono convinto che non cederà facilmente o non
cederà affatto.
Sconfitto
mi dirigo verso la mia
auto, ma qualcosa, o meglio qualcuno, attira la mia attenzione. Mi
volto e la
micia è di fronte a me. Sta ridendo e scherzando con un
ragazzo. È alto, occhi
azzurri, capelli neri, fisico asciutto e molto, molto muscoloso. Mi da
un sacco
fastidio che lei scherzi con un altro, lei è solo mia. Ma
cosa diavolo mi
prende? Perché mi sento di essere geloso? Perché
sento questa morsa allo
stomaco pensando a lei con un altro che non sia io?
Oddio!
Non è possibile, ho avuto
il classico colpo di fulmine. Io che due secondi prima che lei mi
cadesse tra
le braccia stavo pensando che non mi sarei mai innamorato mi ritrovo
come un
bambino alla sua prima cotta ed ora sto rodendo dalla gelosia.
“Allora
ci vediamo stasera. Ciao Bella.”
Le dice l’armadio scoccandole un bacio sulla guancia. Ma come
si permette a
salutarla così? E poi perché non la chiama per
nome? Stronzo.
“Si
a stasera.” Gli risponde
allegra. Cosa devono fare stasera? L’immagine di lei nuda
sotto di lui mi
arriva alla mente e mi fa imbestialire.
“Eddy
tesoro, hai da fare? Ti va
di venire in camera mia?” Mi chiede lascivamente Jessica, una
dei miei tanti
passatempi sin dal liceo. Noto che la dea si è voltata e sta
ascoltando la
nostra conversazione. Bene ora sii gelosa anche tu.
“Certo
Jess, ho proprio voglia di
divertirmi un po’.” Tutto questo lo dico fissando
Lei negli occhi. Un lampo di
ira sembra le sia passato negli occhi, ma forse è stata solo
una mia
impressione. Sposta lo sguardo e continua a passeggiare. Probabilmente
non le
interessa nulla di me, ed ora con questa uscita mi sono bruciato tutte
le
possibilità che avevo di conquistarla, sempre se ne avessi
avuta una.
Faccio
entrare Jessica in
macchina e velocemente sparisco dal parcheggio per andare a casa sua.
Appena entriamo
non le lascio il tempo di fare nulla che subito sono su di lei. Sto con
Jessica
ma nei miei pensieri ci sono un paio di occhi color del cioccolato che
mi
guardano con disprezzo per ciò che sto facendo. Non mi sono
accorto che mi ha
spogliato e anche lei si è spogliata. Guardo Jessica ma la
figura che mi appare
davanti è un’altra. Non posso farlo. Velocemente
mi rivesto.
“Ma
che cazzo fai?” Mi urla.
“Non
cercarmi più Jessica, non
voglio più divertirmi con nessuna.”
“Oddio
Edward Cullen si è
innamorato, questa è proprio bella. Tu non riuscirai mai ad
esserle fedele. Tornerai
presto dalle tue distrazioni.” Ride malignamente, ma non sa
quanto sia lontana
dalla verità. Non le rispondo e mi allontano velocemente.
Riporto la mia auto
al mio dormitorio e decido di fare qualche passo per schiarirmi le
idee. Ovviamente
nei miei pensieri c’è solo lei. Lei che ora mi
cammina di fronte. Lei che si
avvicina a me. Mi sembra molto reale. Oddio è reale. Mi
guarda con sufficienza
e quel suo sguardo mi fa male, molto male. Sta per andare via ma mi
riprendo e
le corro dietro afferrandola per un braccio. Una profonda scossa
elettrica mi
colpisce e so che anche lei l’ha sentita. Un sorriso dolce si
fa strada sulle
mie labbra e lei cerca di ritrarre il braccio, ma non glielo permetto
anzi le
prendo la mano e gliela bacio.
“Ciao.
Oggi mi sei volata tra le
braccia ma non mi hai detto il tuo nome.” Mi guarda curiosa e
noto che è
leggermente arrossita.
“Non
vedo come possa
interessarti.” Le sposto una ciocca di capelli dietro
l’orecchio, è un gesto
che non ho mai fatto, ma con lei tutto mi viene naturale.
“Tutto
ciò che ti riguarda mi
interessa.” Inarca un sopracciglio.
“Senti
so che può sembrare
stupido, ma da oggi credo nel colpo di fulmine. Tu mi hai stregato con
un solo
sguardo, ed anche la scocca che c’è stata tra di
noi me l’ha provato e so per
certo che l’hai sentita anche tu. Inoltre oggi ti ho salvato
la vita perciò sei
in debito con me, e per sdebitarti mi devi un appuntamento.”
Si mette a ridere.
“Oddio
dici a tutte queste cose? Sai
potresti sembrare credibile, ed inoltre non ero in fin di vita che mi
hai
salvato perciò non sono in debito con te quindi niente
appuntamento, né ora, né
mai.” Resto scosso dalle sue parole, ma non mi faccio
abbindolare. Lo so che
anche lei prova ciò che provo io.
“No,
non dico a tutte queste
cose, anzi è la prima volta che le dico perché
sono vere. Mai ho provato simili
emozioni ed oggi quando ti ho vista parlare e scherzare con
quell’armadio ero
livido di rabbia. Per pietà non dirmi che ti piacciono i
tipi con tanti
muscoli.” Ci pensa un po’ e un sorriso malefico
compare sul suo viso.
“Certo
che mi piacciono gli
uomini muscolosi.” Raggelo sul posto, ma ancora una volta non
mi lascio
intimidire.
“Buono
a sapersi.” Mi guarda
confusa, ma non sa che da domani mi iscriverò in palestra.
“Comunque
io sono Edward Cullen.”
Appena finisco di parlare si pietrifica e lascia subito la mia mano,
perché l’ha
fatto? Mi sento vuoto.
“Edward
Cullen, diciamo che la
tua fama ti precede, ed ora scusami ma devo proprio andare.”
Lo sapevo, lo
sapevo quelle due hanno sempre ragione. Lei non mi vorrà mai
per la mia stupida
reputazione. Ma non posso incolpare nessuno se non me stesso del mio
comportamento. Le corro nuovamente dietro.
“Dammi
una possibilità.”
“No,
poi oggi ti ho sentito dire
alla tua amica che avevi voglia di divertirti.
Com’è io ancora non rientro
nella tua lista? Forse sono una delle poche se non
l’unica.” Ora basta. Mi blocco
e la prendo per le braccia.
“Ascoltami
bene. Si è vero ciò
hai sentito su di me. Sono sempre stato un puttaniere sin dal liceo.
È vero
anche che ho avuto tante donne, ma mai ho illuso nessuna, è
brutto da dire ma
io usavo loro proprio come loro usavano me. Ed è sempre vero
che ho detto
quelle cose a Jessica oggi, e per la cronaca non è una mia
amica, ma ciò che
non sai è che sono andato via da casa sua perché
nella mia mente c’era sempre l’immagine
di una Venere con gli occhi color del cioccolato. La stessa Venere che
ha popolato
i miei pensieri da quando questa mattina mi è caduta tra le
braccia. La stessa
Venere che mi ha fatto follemente innamorare di lei con un semplice
sguardo. Inoltre,
e ascoltami bene, farò di tutto, tutto per conquistarti e
non per farti essere
un’altra della lista, ma perché ti voglio mia e di
nessun altro. Voglio te nel
mio presente e nel mio futuro e stai ben sicura che ci
riuscirò. Anzi già
domani andrò ad iscrivermi in palestra così anche
io sarò muscoloso come quelli
che piacciono a te.” Detto questo arrossisce e perde un
po’ del suo
comportamento spavaldo, ma subito si riprende.
“È
una minaccia Cullen?”
“Puoi
giurarci Venere.” Dico
questo, le poso un bacio sulla guancia, meglio non osare per non
ritrovarmi
nuovamente la sua mano sulla mia guancia, e vado via lasciandola
lì.
Da
domani inizia il mio piano di
conquista della Venere.
8
Mesi dopo.
Sono
passati 8 mesi da quando l’ho
conosciuta. 8 mesi in cui ho provato in tutti i modi a conquistarla, ma
mai una
volta ha accettato un mio invito, non sono mai riuscito neanche ad
offrirle un
caffè. Ed ora sono qui nella camera del mio dormitorio.
È una settimana che non
esco, mi sono arreso. Ho fatto di tutto. Le portavo ogni giorno un
fiore
diverso, ho cercato di conoscere tutto di lei, mi sono fatto conoscere.
Le scrivevo
piccoli frasi d’amore in posti più impensabili,
spesso le attaccavo post-it, a
sua insaputa, nei suoi libri. Andavo a prenderla tutte le mattine per
accompagnarla a lezione, ma non ha mai accettato, anche quando
diluviava. L’aspettavo
ad ogni fine giornata per riaccompagnarla a casa, ma anche in quei casi
non ha
mai accettato. Mi sono iscritto in palestra, ma sono durato solo due
mesi, non
ce la facevo a continuare, non sono fisicamente portato. Ovviamente,
non ho mai
visto nessuna altra ragazza, non mi è costato alcun
sacrificio. Era normale per
me non pensare alle altre dato che la mia mente e il mio cuore sono
pieni di
lei. Ho schivato gli assalti di tutte quelle assatanate. Le ho regalato
tanti
libri, dato che adora leggere, ma lei niente. Mai nessun passo verso di
me. Ed ora
mi crogiolo nel mio dolore. Mia sorella e Rose mi avevano avvertito che
avrei
sofferto continuando con il mio comportamento da stronzo, ma io non ho
dato
peso alle loro parole ed ora mi ritrovo a piangermi addosso come un
coglione. Certo
perché la colpa è solo la mia e della mia
reputazione se Bella non mi vuole. Si
chiama veramente Bella, o meglio Isabella, ha 22 anni, un anno in meno
di me ed
ho scoperto, non grazie a lei, che è di Forks. Ma i suoi
genitori si sono
separati quando suo fratello aveva pochi mesi e la madre è
andata a Phoenix portando
Bella con lei e lasciando suo fratello minore, Jake, con il padre.
È
una settimana che non esco, ed
oggi è il suo compleanno, oggi compie 22 anni. Le avevo
comprato anche un
regalo, ma ovviamente non lo riceverà mai. Non me
l’ha detto ma ho capito che
non vuole più avere a che fare con me, perciò
è da una settimana che non esco
dalla mia camera e quando lo farò la lascerò in
pace, e se lei è felice lo sarò
anche io, non importa se muoio dentro.
TOC
TOC
“Vai
via, non voglio vedere
nessuno.”
TOC
TOC
Mi
alzo come una furia per urlare
contro il mio disturbatore, ma appena apro la porta resto senza parole.
La mia Venere
è davanti a me, con lo sguardo puntato su di me, le braccia
dietro la schiena e
si morde il labbro inferiore. Lo fa ogni volta che è
nervosa. Non so che dire.
“Posso…è
da una settimana che non
mi assilli, pensavo stessi male.” Sussurra.
“No,
non sto male fisicamente ma
diciamo che mi sono arreso. Ho recepito il tuo implicito messaggio e
non voglio
più infastidirti.” Sembra triste e delusa, per
cosa poi? Non dovrebbe essere
felice?
“Ah.
Va bene, scusa se ti ho disturbato,
vado via, sicuramente sei impegnato.” E indica il mio
abbigliamento. Sicuramente
ha pensato male visto che sono solo in boxer e non so perché
ma mi sento in
dovere di darle spiegazioni.
“Sai
che non sono impegnato. L’unica
con cui vorrei impegnarmi non mi vuole, solo che ci ho messo 8 mesi per
capirlo, per capire che per lei non è stato un colpo di
fulmine e mai sarà
nulla.”
“Sai,
ehm…io…io credo…anzi
so…che…che
anche per lei è stato un colpo di fulmine.
Voleva…voleva solo sperare che le
tue parole fossero vere e non essere un’altra della lista.
Però se tu ti sei
arres…” Le impedisco di continuare che
è tra le mie braccia, in camera mia e le
sue labbra sono impegnata a essere divorate dalle mie. Mai, mai ho
sentito
delle emozioni simili con un solo bacio. La sua risposta è
immediata. Le sue
mani sono tra i miei capelli e con un salto mi è in braccio,
allaccia le gambe
dietro la mia schiena, con un piede chiudo la porta e con le mani la
reggo dal
suo delizioso sedere.
Cammino
fino a ritrovarmi vicino
il letto e l’adagio dolcemente sulle lenzuola, solo che lei
non è del mio
stesso parere, e l’urgenza di appartenerci prende il
sopravvento. In pochi
secondi è nuda sotto di me ed io sono nudo sopra di lei.
Accarezzo con lo
sguardo il suo splendido corpo e le sue guance si incendiano.
“Sei
una Venere amore mio.” Detto
questi ci lasciamo andare alla passione.
Mentre
stiamo per arrivare all’apice
del piacere mi ricordo di un particolare.
“Tanti
auguri amore mio. Ti amo
da impazzire.”
“È
il mio miglior compleanno
Edward. Anche io ti amo da impazzire.” Sono l’uomo
più felice del mondo.
Ecco
come è iniziata la nostra
storia d’amore, anche se mi ha fatto uscire pazzo rifarei
tutto nello stesso
modo, anzi se avessi saputo di lei prima, sarei andato a cercarla io.
5
Anni dopo.
Riprendo
in mano il regalo che le
ho fatto quel giorno. compiva 22 anni e mi ha regalato il suo amore, io
invece
oltre al mio amore le ho regalato ance un album pieno di foto.
L’ho fatto io,
erano tutte foto che le facevo di nascosto. Sono tutte pose naturali e
sono una
più bella dell’altra. A questa si è
aggiunta la foto del nostro matrimonio ed
anche quella della nostra dolcissima bambina, Elisabeth. Si, siamo
diventati
genitori, me l’ha comunicato la sera in cui compievamo due
mesi di matrimonio. Io
inizialmente sono svenuto dalla sorpresa e poi sono esploso dalla
felicità. Rimetto
l’album nella scatola e mi avvio verso l’ospedale.
Oggi le mie donne tornano a
casa ed io non vedo l’ora di riavere mia moglie con me e la
mia bambina
finalmente con noi.
Ciao
ragazze, mi era stato chiesto un extra su come è
iniziata la storia d’amore tra Bella ed Edward, ed eccomi
qui. Spero che vi
piaccia. Bacio, Mary.