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Autore: Summerdiedtoday    17/04/2011    2 recensioni
Una canzone parla di un ragazzo,di Jimmy,il Gesù della Periferia. Una canzone racconta della sua lotta,e della sua fuga,una canzone racconta della sua morte. Questa storia racconta solo di Jimmy,di come fosse,nonostante tutto,fottutamente umano,fottutamente nostro.
E di come ha lasciato chi lo amava in periferia.
-Raiting,potrebbe essere verde,non ci sono scene violente,ma siamo pur sempre in periferia,c'è droga,c'è alcool,ci sono urla e rabbia.
E io non voglio rischiare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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[un piccolo avvertimento,è difficile che vengano rivelati nomi,tutti i personaggi manterranno l'anonimato tranne Jimmy,e se per necessità dovrò usare il nome di qualcuno verranno usati nomi come "Jane" o "John" ( come,nel linguaggio giuridico statunitense,per indicare il nostro "anonimo" vengono usati John&Jane Doe) 
Per il resto,quello che racconterò lì è frutto dei tremiti del mio animo,della parte più recognita di me che forse voleva ricordarmi chi sono,infatti,più che inventare,descrivo sogni che sto facendo ormai da un pò.
Dunque,notate,vi prego,che essendo un sogno spesso le cose non hanno il filo logico che meriterebbero. Provo però a donargliene uno.
Spero gradirete,ma a dire il vero,alla fine non me ne importerà molto.
-Jane]

 Consiglio per l'ascolto :      Last night on Earth.                                                                                                                                         

Un salotto piccolo e polveroso,divani color petrolio ormai distrutti dalle sigarette e dai calci,scomodi,con le molle ben in vista e qualche chiodo sporgente.
Una luce soffocata dalle tendine tanto amate dagli acari e dal fumo che sale,oscurando ogni cosa. 
Fumo che sale da ragazzi che ormai da tempo hanno perso la loro età tra il fumo e la droga. 
Adolescenti,che in questo momento stanno seduti,chi per terra,chi sui divani,chi prova,in un malandato tentativo di seduzione,di salire su qualcun'altro.
Sono tutti fatti,non ce n'è uno cosciente,il più recognito segnale di ciò che è vero e che è falso è stato annegato ormai da tempo nella cocaina e nel gin,annebbiato dalle canne e dai graffi sulle braccia e sul corpo.
Si guardano,ridono senza motivo,litigano.
Amici? Oh,no,loro non sono amici. 
Sono fottute persone che si sono trovati sugli stessi,fottutissimi divani.
Amore? Ne provano,o lo rinnegano? Io non posso saperlo,non ho mai visto dimostrarglielo.
Sono una di loro? Forse si,forse no. Lascio queste informazioni alla vostra immaginazione.
Però li conosco,uno per uno,li ho visti sanguinare odio e rabbia,dolore e passione,a ognuno di loro.
Ragazzi e ragazze di un età indefinita,senza identità,tutti incredibilmente belli,eppure cinerei,morti,forse già da tempo,annegati nei loro sentimenti e nell'alcool.

È come loro il ragazzo che improvvisamente entra nella stanza,lo sguardo profondo,tremante,che pian piano zittisce le urla e le risa di tutti i presenti. Il suo sguardo,i suoi occhi cerchiati di nero si soffermano su ognuno,confusiquasi spaventati. Schiude le labbra,lasciando sfuggire un unico,sofferto sussurro. 
-Jimmy..
Gli sguardi di tutti cambiano tono,conquistando una sebbene minuscola parte di lucidità. Jimmy,è solo una parola,cinque lettere,eppure a loro sembra raccontare chissà quale storia. 
Le ragazze si portano la mano alle labbra truccate,di nero,di rosso o del colore che più le aggradava,tra i ragazzi corrono sguardi timorosi,nervosi.


J. Pov.

Non c'era stato bisogno di aggiungere altro,solo un nome,solo il suo nome e avevamo capito.
Lo si diceva da tempo,lì in periferia,si diceva che Jimmy fosse scappato,che fosse morto,chi diceva perfino che mai era esistito.
Io Jimmy lo avevo sentito sulla pelle mentre le sue labbra vagavano sul mio corpo,scendendo,l'avevo sentito quando avevo bevuto la sua vodka e fumato la sua sigaretta,quando si era addormentato nudo al mio fianco. Jimmy era uno di noi,e allo stesso tempo era totalmente diverso. Forse sarebbe carino dire qualcosa su come l'ho incontrato,ma la verità è che non lo ricordo,perchè ero fatta,e perchè lui,come tutti noi,non era niente,era solo merda.
Perchè darci tutta quella preoccupazione per lui? Lui non era che un inutile fallito,lo scarto dello schifo di quella città,come lo ero io,come lo eravamo tutti.
Eppure era bastato il suo nome a farci abbandonare le bottiglie,le sigarette,a farci correre tutti in strada,strada dove ci trovavamo ancora.
Mi tirai su le calze a rete,stringendomi poi nella giacca di pelle mentre mi guardavo intorno. Ci eravamo divisi,come se questo valesse a trovarlo prima,eppure sapevamo nel profondo che lui non era più qui.
Diedi un occhiata a L. dietro di me,intenta a sollevare il coperchio di una spazzatura e a guardarci dentro con attenzione. Risi,prendendo una sigaretta e accendendola,portandomela alle labbra,mentre lo sguardo vagava nei giardini luridi e disastrati,nelle strade che sapevano d'inferno,sulla gente che ci fissava senza ritegno. Strinsi i pugni. Erano tutti uguali,clonati,fatti con un fottuto stampo,tutti eleganti,giacca e cravatta,ma maledizione,io ero più vera di tutti loro. Mi feci improvvisamente attenta quando scorsi dei capelli neri tra la folla compatta,statica,odiata. 
Mi avvicinai,timidamente,prendendo poi a spingere,a correre mentre la gente mi urlava dietro. Seguì quel profilo fin quando non scomparve dalla mia vista,troppo presto perchè potessi anche solo essere certa che fosse lui. Mi chinai,piegando le ginocchia e sentendo tutto lo schifo che avevo in corpo ribollire,mi veniva da vomitare. 
Sentì una mano sulla spalla e alzai lo sguardo su L. che mi guardava comprensiva,gli occhi soffocati dal nero e i capelli tinti mossi dal vento. 
-Era Jimmy. Io lo so.
Lo dissi con decisione,poi vomitai anche l'anima.
Sentì qualcosa in tasca vibrare,e vidi L. prendere il suo telefono e rimanere immobile a fissarlo,gli occhi vuoti. 
Chiusi i miei,respirano piano mentre l'acido mi distruggeva. 


D. Pov.

Chiusi gli occhi,infilandomi con decisione le mani in tasca. Basta,inutile cercare,erano ore che andavamo in giro a cercare quel fottuto rottinculo di Jimmy.
Cazzo,amico,che t'è successo? Hai deciso che questa merda non era abbastanza per il tuo raffinato culo? E te ne sei andato,lasciandoci tutti qui,così,senza neanche una parola? 
CAZZO,JIMMY. 
Cosa ti credi di essere? Siamo lo scarto del mondo,siamo il peggio del peggio,siamo il veleno che corroderà questo fottuto mondo,ma questo non vuol dire che puoi voltarci le spalle,chiaro,brutta testa di cazzo?

Mi affacciai a una ringhiera,guardando verso il basso con aria nauseata il treno che passava velocemente sotto di noi.
-Possiamo tornarcene a casa,qui non c'è e io ho bisogno di un bicchiere.
-Facciamo due.

Sentì lo sguardo di Jack bruciarmi lentamente. 
-Dove potrebbe essere andato?
Alzai le spalle,inespressivo. 
-Credi sia morto?
Mi voltai verso di lui,guardandolo con serietà,dagli occhi truccati alla maglietta strappata,alle catene che portava sui pantaloni vecchi e laceri. 
-Si. Ora andiamocene,ho davvero bisogno di qualcosa di pesante.
Lo vidi annuire e mi staccai dalla ringhiera,dirigendomi verso le scale che scendevano verso la metropolitana,quando sentì la tasca posteriore dei pantaloni vibrare. Ci infilai una mano,prendendo il telefono che aveva cessato di dare segni di vita. Sul display,solo il simbolo di un messaggio.
Mi voltai verso J. 
Anche lui aveva il telefono in mano,e lo fissava senza una parola.
Premetti il tasto e il messaggio si aprì,rivelando due parole.
Che riaccesero quella minima speranza che avevo nel fondo dell'animo,eppure mi lasciarono uno strano sapore amaro in bocca.

"L'ho trovato."






Fù difficile alzarsi quel giorno,fù difficile saltare tra una bottiglia e una sigaretta,toccando con i piedi nudi il pavimento gelido,fù difficile dirigersi verso lo specchio e mettersi il solito quintale di trucco,fù difficile e lo fù per tutti.
I ragazzi provarono a infilarsi quantomeno una cravatta,cravatte che però rimasero larghe e annodate male,su vestiti che davvero,non c'entravano niente. Le ragazze provarono a tirare un pò giù le minigonne,a sistemare i capelli e a camminare dritte,eppure i risultati non si vedettero. La gente mai li avrebbe potuto vedere,nessuno guardava oltre i loro occhi bistrati e la coltre di fumo che li avvolgeva.
C'era un sacco di gente elegante,tutti vestiti in nero,camicie,giacche e cravatte,tutta gente che non c'entrava niente con Jimmy eppure era lì a squadrarli da capo a piedi.

Che cazzo ci fanno questi deficenti qui? Loro con Jimmy non c'entravano niente,lui era uno di noi. ERA UNO DI NOI.

La lapide,neanche quella c'entrava niente con Jimmy.
Jimmy era rosso,nero,era colore del sangue rappreso,ma di certo Jimmy non era bianco.
Una ragazza avanzò tra quella folla così falsa di damerini,fermandosi davanti alla lapide. Tutti pregavano,un brusio odioso che la faceva uscire di testa. Jimmy non l'avrebbe voluto,e lei lo sapeva,e voleva dare fuoco a tutte quelle merdate che gli stavano mettendo in bocca,prendendosi la libertà di farlo perchè era morto e non poteva spaccargli il culo.
Sulla lapide un incisione che le frantumò l'anima in centinaia di pezzi piccoli quanto taglienti.
The Jesus of Suburbia was just a Lie.
Improvvise urla sventrarono l'aria,sgretolando quella calma così fottutamente falsa.

-No! Jimmy wasn't a lie! Jimmy can't be a lie,the jesus of suburbia can't be a fucking lie!

Braccia forti la avvolsero da dietro,sollevandola e trascinandola via mentre continuava a gridare e scalciare,il trucco color carbone che scolava lungo le guancie pallide,trascinato dalle lacrime corrosive che non riusciva più a trattenere.
La bara venne calata e sepolta,ma i ragazzi erano già scappati,tornando nella loro oscurità perenne.
Era finita,e lei non poteva crederci. Nessuno di loro poteva,poteva rendersi davvero conto che era tutto finito,morto,sgretolato.
Non si incontrarono,quella sera,e affondarono la loro disperazione nell'alcool e nelle siringhe cariche d'odio,avvolti dal fumo denso che avrebbe corrotto per sempre la loro mente.
Dormirono sogni agitati,e nel pieno della notte si sentirono altre urla,più forti,strazianti,addirittura,urla di chi aveva avuto così tante volte Jimmy accanto a sè,di chi così tante volte aveva sentito il suo cuore battere forte sotto la pelle che non riusciva ad ammettere che era tutto finito,che era finito davvero e per sempre.




Non si resero conto del perchè K. fosse piombato a casa loro,tirandoli con violenza giù dai rispettivi letti,o almeno,non se ne resero conto prima di vederlo con i loro occhi. 




La lapide era stata frantumata a calci,e sui resti e sulla terra era stato scritto con una bomboletta un messaggio capace di farli fremere tutti,di atterrirli,di portarli a guardarsi di nuovo con confusione e spaesamento,con disperazione,con bisogno l'un l'altro.


The  Jesus of  Suburbia is ALIVE.










[Spero di nuovo che vi sia piaciuto,ripeto,è appena un sogno,un sogno che ho fatto qualche giorno fa e che mi ha colpita. Si,ho sognato anche il seguito,si,lo troverete presto,perchè no,a questo punto? La storia non finisce qui,e non vedo perchè dovrei stroncarla nel suo vivo.

A tutte le luci della mia vita spenta,senza fare nomi e cognomi,esattamente come i personaggi di questa grande stronzata. 
Si,ognuna di voi potrebbe identificarsi in un personaggio,io sento chi sono in questa storia. 
Vi amo,davvero. La vostra "Jane Doe".]
   
 
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