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Autore: Mei91    17/04/2011    2 recensioni
Aelita Larson è un attrice di fama mondiale. Donna di umili origini ma con coraggio in passato si era traferita a New York per avere un futuro e un avvenire migliore di quello che le si prospettava nel proprio villaggio. E’ una donna che sa cosa vuole nella vita e fa di tutto per ottenerlo. Però, le riprese del film che sta girando si dimostrano più impegnative del previsto ma Aelita non si da per vita. Anche se il regista le fa provare decina di volte le stesse scene, perché mai soddisfatto, lei è un osso duro e non molla , fino però al giorno del collasso emotivo. Aelita è in preda al panico e il giorno della prima si avvicina. Il film è finito, ma il regista continua a non essere soddisfatto e tenta di modificare le scene del film. Aelita decide di scappare e rifugiarsi nelle zone e nella montagne in cui è cresciuta. Nel cuore del Texsas, dove Aelita si trasferisce con la scusa personale di far visita alla propria famiglia. Ma è proprio sicuro che Aelita sia tornata a casa solo per la famiglia o per sfuggire allo stress della vita d’ attrice e newyorkese ?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Le fastidiose otto ore d’ attesa prima della  mia partenza sono finalmente passate e adesso mi trovo alla stazione ad attendere che arrivi quel dannato treno che mi riporti finalmente a casa.

Non vedo l’ ora di vedere mia sorella, i luoghi dove sono cresciuta  e tutti i miei amici che ormai da molto tempo ho lasciato senza alcuna notizia.

 Mi sembra assurdo; se qualche anno fa volevo scappare dal Texas per diventare qualcuno, adesso che sono qualcuno, non vedo l’ ora di scappare da ciò che sono diventata per tornare alla quiete e alla tranquillità di casa mia.

Voglio tornare almeno per un po’ ad essere l’ anonima Aleita Larson.

Solo Aelita.

 Senza fotografici e giornalisti. Senza la paura di uno scoop alle porte. Senza il terrore di qualche notizia falsa  pubblicata su

 “My gossip NY”.

 

Finalmente quel treno è arrivato e io salgo abbordo. Travestita come sono nessuno deve avermi riconosciuta e tra l’altro è meglio così.

 

Sul treno finalmente posso rilassarmi e il viaggio passa in fretta. I ricordi riaffiorano sovrani nella mia mente.

Il ricordo di Zane si fa largo nella mia mente prepotente.

Ero così piccola quando l’ ho conosciuto.

Avevo si e non dodici anni e per Zane era la prima volta che usciva dalla riserva indiana. Da quel giorno avevamo sempre giocato insieme. In breve tempo era diventato il mio migliore amico.

Crescemmo insieme felici e spensierati.

Ricordo quando per la prima volta a 14 anni potetti mettere piede nella riserva.

 A Zane erano occorsi due anni per convincere suo padre che non ero un pericolo.

I Apache erano una tribù molto riservata e protettiva. Quel popolo aveva ancora usanze dei loro avi. Ballavano attorno al falò e guardarli era uno spettacolo indimenticabile.

 Ricordo le lunghe cavalcate che io e Zane ci facevamo per le montagne e le praterie. I bagni al fiume.

Mi manca da morire quell’ indiano dal particolare occhi blu.

Zane Aquila Selvaggia.

Nome azzeccato fino al midollo. Era un ragazzo libero, selvaggio, forte.  Passavamo momenti unici insieme.

E’ sempre stato così protettivo nei miei confronti. Ricordo che quando un ragazzo al villaggio aveva provato a invitarmi a uscire insieme, lui si era comportato peggio di mio padre.

Durante quella sera non aveva fatto altro che pedinarmi, controllarmi e evitare che Howak mi si avvicinasse più del dovuto e quando aveva tentato di baciarmi, lui era uscito come una furia dal suo nascondiglio e lo aveva riempito di pugni.

 Ricordo che quella sera litigammo di brutto.

Lui mi disse che quel tipo non gli piaceva e io lo avevo del tutto ignorato dicendogli che io sapevo scegliere le persone. Per l’ appunto cosa non vera, un mese dopo Howak aveva tentato di portarmi a letto senza il mio consenso. Per fortuna era riuscita a scappare ed ero corsa a gambe levate alla riserva dove incontrai il padre di Zane.

Mi disse che in quel momento Zane non c’era ma io avevo bisogno di parlare con qualcuno e mi sfogai con lui che aveva cominciato ad abbracciarmi e a breve mi ero addormentata tra le braccia del padre di Zane, rassicurata da un calore che raramente sentivo a casa mia.  Poi era arrivato Zane e il padre gli raccontò tutta la storia che poco prima io avevo raccontato a lui. Non mi consolò andò a pescare Howak e lo riempì di botte poi venne a consolare me.

Quella notte per la prima volta dormii nella riserva e a casa di Zane ignara che di quelle notti in futuro ce ne sarebbero state a bizzeffe.

Da quella sera era sempre e sempre lo sarà Zane. Il mio migliore amico.

L’ uomo di cui mi fido di più a questo modo.

Con questi ricordi mi addormentai serena.

Stavo lasciando Aelita  Larson l’ attrice per tornare a essere la semplice Aelita Larson, la Texana.

 

Arrivai la mattina successiva, riposata e felice. Ero sicura, quella vacanza mi avrebbe proprio giovato. Scesi dal treno e aspettai Erin ma come suo solito la mia sorellina è in ritardo.

Dopo circa mezzora d’ attesa eccola spuntare correndo e trafelata.

“Aelita, Aelita scusami, ma mi ero addormentata e avevo dimenticato e …” comunicò mia sorella.

“Non ti preoccupare e adesso portami a casa che mi sento esausta.” La interrupi. Stanca non lo ero affatto, avevo dormito tutto il viaggio il fatto è che volevo rivedere i luoghi della mia infanzia e le persona che l’ avevano popolata. Soprattutto Zane.

 

“Va bene andiamo.” Disse sorella e io annuii lentamente.

Camminavamo lentamente e notai che il paesino non era poi cambiato di molto da quando lo avevo lasciato anni prima.  Arrivammo a casa e sorpresa delle sorprese c’ era una festa in mio onore e dire che c’ erano tutti e poco. C’erano anche tutti quelli della riserva. C’erano tutti i Apache ma a quanto pare Zane no e questo mi ferì non poco.

 

La festa si protrasse  a lungo e io mi avvicinai al vecchio capo della tribù degli Apache Il padre di Zane.

 

“Salve Yuma Fenice Nera.” Dissi timorosa di rivolgermi dopo tanti anni al capo della tribù degli Apache ma soprattutto al padre di Zane.

“Salve Aelita piccola lince” mi disse con un piccolo sorriso.

 

E si anche io avevo un nome indiano. Lo acquisii due anni prima che partissi per New York.

 

“Le volevo chiedere…”

 

“Dov’è Zane?” mi anticipò e io arrossi ma annui e il grande capo sorrise beffardo. Ne era capace?”

 

“Io non sapere dove si trova Aquila Selvaggia, ma non temere piccola lince…lo rivedrai.”

 

“Uff…” quel lamento mi uscì involontario e Fenice Nera mi scompiglio i capelli.

 

Uhm…. volevo vedere Zane.

 

Feci un piccolo inchino a Fenice Nera in segno di rispetto e andai fuori.

Fuori urlai tutta la mia rabbia.

 

“Dove Sei Cretino!” urlai

“Dietro di te Aelita piccola lince.”

Incredibile… incredibile…incredibile…da dove cavolo era spuntato.

 

“Zane Aquila Selvaggia.” Dissi lentamente e girandomi altrettanto lentamente verso di lui che sorrideva beffardo. Aveva lo stesso sorriso del padre.

 

“Ciao…”

 

“Ciao? Non ci vediamo da anni e mi sai dire solo Ciao Zane…”

“Che altro dovrei dirti Aelita.” Mi disse tornando serio. La scintilla divertita nei suoi occhi blu era del tutto sparita.

“Be, magari come sto ? oppure…”

“Aelita te ne sei andata senza dire niente. Almeno a me non hai detto niente. Ero il tuo migliore amico meritavo un addio adeguato.”

 

Come ero? Non voleva più essere mio amico? Però ha ragione..

 

“Non vuoi più essere il mio migliore amico Zane?” lo dissi tristemente e lo vidi sussultare e avvicinarsi a passo spedito verso di me e afferrarmi per le spalle.

“Che diavolo ti salta in mente! Certo che sono ancora il tuo migliore amico. Cosa ti ha fatto pensare che non lo fossi più?”

“Hai detto ero.” Mi sto  comportando come una bambina.

“Aelita ti prego io…”

“Zane, abbracciami.” Dico triste. Lui sospira e mi stringe a se e io scoppio a piangere. Dio quanto mi è mancato. Il suo profumo, il suo tocco, il suo sguardo…

 

“Mi sei mancata Aelita…” Mi sussurra in un orecchio e io ancora con le lacrime agli occhi lo stringo più forte a me e gli sorrido di rimando.

 

“Anche tu mi sei Mancato Zane, tanto.”

 

Restiamo così abbracciati a frescore  serale  per non saprei dire quanto tempo.

 

To be continued

 

 

ZANE,AQUILA,SELVAGGIA 

Allora che cosa ve ne sembra di questo capitolo?. Si so che ho aggiornato in tremendo ritardo ma che dire a mia discolpa, non trovavo il tempo di aggiornare.

Spero vi sia piaciuto a prestissimo Mei.

 

   
 
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