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Autore: IsaMarie    21/04/2011    14 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Cap. 90 EFP
Buongiorno ragazze!
Siamo felicissime che il chappy precedente vi sia piaciuto così tanto! Edward è stato molto romantico e dolce! Ora finalmente potrete sapere cosa gli ha regalato Bella.
Ringraziamo come sempre tutte voi fedelissime che ci seguite con tanto affetto!
Volevamo avvisarvi che la prossima settimana posteremo solo giovedì!
Ci spiace ma non possiamo fare altrimenti!

TANTISSIMI AUGURONI DI BUONA PASQUA A TUTTE E NON MANGIATE TROPPO CIOCCOLATO!


BUONA LETTURA DA MANU E SARA!

CAPITOLO 90 rating rosso!

CAPITOLO 90 

Doni d’amore



Pov Edward

Stavamo quasi finendo di cenare, chiacchierando in allegria e serenità; nonostante ormai fossi abituato alla strabiliante visione della mia splendida Bella, non riuscivo comunque a distogliere i miei occhi dalla sua celestiale figura: mio dio, quella sera era semplicemente meravigliosa!
Dal momento in cui avevo posato il mio sguardo famelico sul magnifico angelo che avevo di fronte, ogni mio singolo muscolo si era teso fino allo spasmo e ogni mio atomo continuava a gridare a gran voce di prendere possesso di quel corpo mozzafiato per perdermi nei meandri del piacere più puro…
La sua apparizione, appena aveva varcato la soglia di casa, mi aveva lasciato letteralmente senza fiato: era una vera e propria dea! Avevo continuato a rimanere nascosto e a osservarla, mentre sul televisore scorrevano le immagini delle nostre foto e la mia voce roca e graffiante aveva riempito la sala: non avevo voluto perdere nemmeno la più piccola emozione trasparire dal suo viso estasiato. Quando però avevo notato i suoi enormi occhi spalancati e stupiti divenire lucidi e riempirsi di lacrime, non avevo più potuto fare a meno di raggiungerla: volevo asciugare le sue gocce salate e tenerla stretta al mio petto.
In quel momento, con la mia donna tra le braccia, ero al settimo cielo, completamente ebbro di felicità: tutto era filato a meraviglia e Bella era rimasta piacevolmente colpita da ogni minimo dettaglio che avevo organizzato con così tanto impegno. Le avevo spiegato com’era nato il video che aveva ammirato, e avevo notato chiaramente quanto fosse rimasta compiaciuta e stupita dal mio racconto. La mia fatica era stata ampiamente ripagata: mi era stato sufficiente perdermi nei suoi dolcissimi laghi scuri, ricolmi di un amore totale e sconfinato, unicamente per me… quel pensiero mi aveva commosso in modo indescrivibile!
Ma le sorprese della serata non erano ancora terminate: con ansia attendevo il dopo cena, per consegnarle l’altro mio regalo. Speravo con tutto me stesso che fosse di suo gusto; ma soprattutto pregavo che non si adombrasse… sapevo bene come la pensava sull’argomento ‘regali’ e mi augurai vivamente che non mi accusasse di aver esagerato… d’altronde me lo aveva promesso!
-Grazie ancora, Edward… era tutto squisito- si complimentò Bella, stringendomi la mano tra le sue, morbide e delicate, non appena finimmo di gustare il roastbeef.
-Sono felice, stellina… e ora…- affermai inserendo una pausa ad arte per incuriosirla; mi alzai e mi avvicinai allo stereo, dietro cui avevo nascosto il secondo regalo. Lo presi e ritornai da lei che guardava ad occhi spalancati il piccolo pacchetto rosso ed infiocchettato che tenevo tra le mani e che le stavo porgendo.
-Il mio regalo… spero che ti piaccia…- mormorai nervoso e impacciato.
-Ma… ma… mi hai già dato il tuo regalo… il video! Edward non dovevi anche questo… io…- balbettò, palesemente imbarazzata. Le sorrisi e mi inginocchiai al suo fianco, posando sul tavolino la scatolina, proprio davanti a lei.
-Ascoltami, Bella… ogni azione che compio, fin dal mio primo respiro cosciente del mattino, è un modo per cercare di dimostrarti sempre più quanto la tua felicità mi stia a cuore, quanto ti ami più della mia stessa vita, quanto ti adori in modo incondizionato e totale… quindi ti supplico, tesoro mio… accetta questo mio semplice dono e rendimi felice!- la pregai accoratamente. Lei annuì, emozionata e commossa dalle mie parole; mi accarezzò dolcemente una guancia e si avvicinò per sfiorare le mie labbra con le sue. Subito il suo profumo inebriante mi travolse e sospirai… se avessimo continuato con questi sfioramenti appena accennati (che in realtà avevano la capacità di incendiarmi ancora di più!), non sarei stato in grado di controllarmi per molto… e il mio progetto su come impiegare con calma e pazienza quella fontana di cioccolata, sarebbe andato a farsi benedire!
Cercai di riprendermi e le feci cenno di nuovo alla scatolina. Con mani tremanti e mordendo ripetutamente il suo labbro inferiore, la vidi slacciare il fiocchetto e aprire la scatola, per poi spalancare i suoi occhioni dolci, in un’espressione meravigliata. Estrasse la collanina di oro bianco dalla sua sede e delicatamente accarezzò il ciondolo che vi era appeso: una E stilizzata, ricoperta di piccoli brillantini.
-Oddio, Edward! E’… è…- sussurrò, con la voce incrinata dall’emozione e interrompendosi senza più riuscire a proferire parola. Sospirai sollevato, felice che il regalo le fosse piaciuto.
-Così, anche quando non saremo insieme, avrai un simbolo che ti ricordi di me…- le spiegai, riferendomi all’iniziale del mio nome. Mi abbracciò, stringendomi forte, nascondendo il viso nell’incavo tra il collo e la spalla. La sentivo tremare e se da una parte ero contento di quella reazione così intensa, dall’altra mi dispiaceva vederla tanto scossa. La staccai un po’ da me per guardarla in viso e le scostai un boccolo che le era scivolato davanti agli occhi. Cercai di stemperare tutta quella situazione, cercando di farla sorridere almeno un po’.
-Amore mio, mi devo preoccupare? O la collana ti piace così tanto che ti sei emozionata e sei rimasta ammutolita; o ti fa così schifo, che non vuoi che mi accorga dell’espressione nauseata sul tuo volto e non riesci a trovare delle parole adatte per insultarmi- dichiarai, fingendo un ghigno perplesso. Il mio intento andò a buon fine, perché sbuffò, scoppiando a ridere.
-Scemotto!- mi insultò, dandomi uno schiaffetto sul braccio; -Edward… è veramente stupenda… grazie…- mormorò, rimirando ancora un po’ la collana e poi porgendomela perché gliela agganciassi. Subito dopo si alzò e corse a uno degli specchi a parete della piscina, per ammirare il risultato.
Quando tornò verso di me, la sua espressione era il ritratto della felicità, e fui raggiante anch’io. Poi la vidi avvicinarsi alla sua borsetta; prese un pacchetto blu e me lo porse. Mi aveva fatto un regalo anche lei?! Non me lo aspettavo… o perlomeno ero tanto concentrato nell’organizzazione, che non mi era passato nemmeno per l’anticamera del cervello, sapendo poi quanto detestasse i regali.
-Non era necessario, Bella- la rimproverai dolcemente; -Tutto quello che ho fatto non era certo per ricevere qualcosa in cambio! Il più bel regalo per me è il tuo amore… e saperti felice- le spiegai, serio. Lei mi sorrise, divertita dalla mia palese quanto imprevista difficoltà.
-Signor Cullen! Non vorrà mica dirmi che si imbarazza per un regalo?!- mi schernì sorridendo, mentre io afferravo il pacchetto. Bè, in effetti, mi sentivo leggermente a disagio, anche se non avevo mai aborrito i regali come faceva invece lei. Non sapevo il perché mi sentissi così fuori luogo e d’improvviso potei capire un po’ il suo stato d’animo, davanti a tutto quello che avevo preparato. Mi accorsi, mentre lo scartavo, che anche a me tremavano leggermente la mani.
Quando finalmente alzai il coperchio della scatola, rimasi talmente sorpreso, che senza dire una parola, dovetti andare a sedermi un attimo. Non ero sicuro che le gambe mi avrebbero sorretto e un fulmineo quanto potente groppo alla gola, mi impedì di pronunciare anche solo una misera parola: avrei rischiato di scoppiare in lacrime come un bambino e rovinare quella splendida serata. Continuavo a fissare quel bracciale, con impresso lo stemma di famiglia, che tante volte da piccolo avevo tenuto in mano… e mille immagini di momenti trascorsi con mio padre mi esplosero davanti agli occhi, mentre una lacrima sfuggì al mio controllo e iniziò un lungo quanto veloce percorso sul mio viso, prima ancora che potessi arrestarla. Bella, che fino a quel momento era rimasta immobile di fronte alla mia reazione, corse da me inginocchiandosi e stringendo forte le mie mani tra le sue.
-Scusa, Edward! Perdonami! Pensavo che sarebbe stata una bella idea, dopo quello che mi ha raccontato tua madre! Ma sono la solita stupida che fa il passo più lungo della gamba e ho rovinato la nostra festa. Non volevo farti rattristare!- si giustificò, con la voce rotta. Stava per scoppiare a piangere, perché pensava che non avessi gradito il suo dono… e invece era proprio tutto il contrario!
Mi avventai sulle sue labbra, facendo irruzione con la mia lingua nella sua bocca, impossessandomi di quella umida e bollente cavità. Volevo assaporare ogni singolo angolino di quell’anfratto dolce e caldo che era sempre pronto ad accogliermi e allo stesso tempo volevo trasmetterle tutte le emozioni che provavo in quel preciso istante, tutti i dolci ricordi che aveva scatenato quel regalo. Bella rispose con tutte le sue forze al mio bacio, mentre le sue mani si allacciarono al mio collo, stringendolo con forza. Nel momento in cui le nostre lingue si incontrarono impazzii dal piacere, perché percepivo che lei mi stava assecondando con tutta se stessa. Nel frattempo la sua mano mi stava accarezzando, donandomi migliaia di brividi… infine si congiunse all’altra, già saldamente intrecciata ai miei capelli… la sentivo stringerli, afferrarli, tirarli… Con il trascorrere del tempo il bacio si trasformò man mano in uno scambio erotico, quasi violento… finché non ci ritrovammo ansanti e con il cuore che pompava a mille. Dio, quanto mi era mancato baciarla in modo così appassionato! Avevo la testa che mi girava, il respiro corto e affannato, mi sentivo in estasi.
Ci staccammo dopo quella che sembrò un’infinità e la fissai negli occhi.
-Grazie, grazie, grazie, grazie!- continuavo a mormorare, mentre le riempivo il viso di tanti piccoli baci, come aveva fatto prima lei con me.
-Allora ti piace?- sussurrò, imbarazzata.
-Bella… hai idea del significato di questo bracciale?- le domandai ancora con il fiatone.
-Mi ha accennato qualcosa tua madre…- mormorò. Mi decisi a raccontarle immediatamente tutta la storia: desideravo che si rendesse pienamente conto dell’indescrivibile importanza di quell’oggetto nella mia esistenza...
-Come già saprai, lo stemma è quello della famiglia Cullen e si tramanda di generazione in generazione. Quando eravamo piccoli, io ed Emmett adoravamo il bracciale di papà, ma lui non se lo toglieva mai. Però, ogni tanto, ci permetteva di indossarlo per breve tempo, facendoci fare i turni: altrimenti scoppiavano liti furibonde tra noi fratelli! Ci raccontava sempre che si era tramandato di padre in figlio ma che, dato che noi eravamo in due e che entrambi ci tenevamo ad averlo, non avrebbe voluto commettere ingiustizie: il suo sarebbe andato ad Alice, e lei lo avrebbe tenuto come ricordo o lo avrebbe regalato a suo figlio, se ne avesse avuto uno. La sua proposta fu semplice: per il nostro diciottesimo compleanno ne avrebbe fatti creare due identici per noi, con i nostri nomi incisi. Bè… quando poi siamo diventati maggiorenni lui… lui non c’era più… e nessuno di noi due se l’è mai sentita di tirare fuori il discorso, anche per non arrecare ulteriore dolore alla mamma- le rivelai con un nodo in gola che rendeva la mia voce un sussurro roco per l’intensa emozione che quei ricordi mi avevano suscitato.
-Ma… ma come hai convinto Alice… a dartelo?- le domandai immediatamente. Mi sembrava impossibile, perché anche lei teneva molto al bracciale di papà; e anche se avevo apprezzato infinitamente il gesto di Bella, magari glielo aveva chiesto e mia sorella non se l’era sentita di rifiutare...
Il mio amore mi sorrise e scosse la testa.
-Edward… questo non è quello di tuo padre… non mi sarei mai permessa di chiedere a tua sorella un oggetto così prezioso per lei e che le ha lasciato vostro padre. Questo… te l’ho fatto creare da un gioielliere di Port Angeles, che ha solo riprodotto nei minimi particolari l’originale che, gentilmente, Alice mi ha prestato per l’occasione… guarda dietro amore- mi spiegò, dolcemente. Girai il braccialetto e incisa nel metallo vi era una dedica:

A Edward
con tutto il mio amore
Bella

Ero completamente allibito da tutto quello che Bella aveva fatto. Non poteva trovare un regalo più significativo e importante!

-Come hai scoperto del bracciale? Te l’ha detto mia mamma?- le chiesi curioso. Lei annuì.
-Vedi… non avevo la più pallida idea di cosa regalarti…- ammise, arrossendo. Le sorrisi per rassicurarla.
-Volevo che fosse qualcosa di particolare e speciale che ti ricordasse di me, ma che, allo stesso tempo, avesse un significato importante per te; così ho chiesto a tua madre se poteva farmi dare un’occhiata agli album fotografici di quando eravate piccoli… speravo che le tue foto mi potessero suggerire qualche idea e… così è stato. Una in particolare ha attirato la mia attenzione: c’eri tu in braccio ad Esme, che esibivi questo bracciale in maniera così felice ed orgogliosa… bè, che mi ha incuriosito. Così le ho chiesto spiegazioni e mi ha raccontato a grandi linee la storia del bracciale… mi spiace Edward… ma, nonostante sia contenta di aver trovato questo regalo, ho proprio paura di aver causato un dolore a tua madre…- mi spiegò, rattristandosi improvvisamente.
-Cosa dici Bella? Perché mai pensi questo?- domandai, confuso. Sì, i ricordi potevano essere strazianti, ma non pensavo assolutamente che Bella avesse in qualche modo potuto ferire la mamma: anche lei la adorava!
-Purtroppo ho proprio paura che sia così, anche se lei non mi ha detto niente. Quando mi ha riferito della storia, si è ricordata la promessa che vi aveva fatto vostro padre e mi è sembrato si fosse rattristata… ormai penso di conoscerla un po’, e credo sia stata dispiaciuta per non essersene ricordata al vostro compleanno… le ho chiesto se voleva pensarci lei: io mi sarei tirata indietro volentieri e avrei pensato a qualcos’altro. Ma lei si è rifiutata categoricamente… anzi era convinta che se te lo avessi regalato io, in questo modo il bracciale sarebbe stato ancora più significativo per te…- mi confessò.
-Mia madre ha ragione, amore… non potevi farmi regalo più emozionante! E in questo modo non sarà legato solo a ricordi tristi per la mancanza di mio padre; ma sarà soprattutto il simbolo dell’amore che provi per me… grazie, cucciola! Sei un vero tesoro!- la rassicurai, facendola accomodare sulle mie gambe e accarezzandole la schiena. Mi aiutò a indossare il mio bracciale e poi ci alzammo. Mi inchinai di fronte a lei e porgendole la mano, come avevo già fatto al matrimonio della mamma e Charlie, la invitai a ballare. Dio, com’ero felice e commosso in quel momento!
Ci dondolammo stretti l’uno all’altra, senza mai smettere di guardarci negli occhi; ma il mio desiderio per lei aumentava di minuto in minuto e non riuscivo più a trattenere tutta la mia passione. Le mie mani iniziarono ad accarezzare quel corpo morbido, mentre la sentivo sempre più abbandonata a quei tocchi sensuali… non appena le mie dita entrarono in contatto con la cerniera posta sul fianco del vestito, non resistetti oltre e la feci scorrere lentamente verso il basso, facendolo cadere a terra con un fruscio, che ebbe la capacità di incendiarmi i sensi. I miei occhi si sgranarono davanti al suo corpo fasciato solo da un minuscolo perizoma di pizzo blu notte. Deglutii vistosamente, mentre sentivo la vena alla base del collo pulsare furiosamente, per il desiderio intenso che imperversava in me. Bella arrossì vistosamente, abbassando lo sguardo imbarazzata. Le presi delicatamente la mano e la guidai fino al lettino, accanto alla fontana, facendola sdraiare sul morbido materassino.
-E’ il momento del dolce… e tu sarai il mio dessert- mormorai, con voce irriconoscibile, mentre iniziavo a spogliarmi, per rimanere completamente nudo davanti a lei.

Pov Bella

Edward aveva sussurrato quella frase, lasciandomi senza parole: “il mio dessert”… io sarei stata il suo dessert! Ma allora… aveva veramente intenzione di usare quel cioccolato su di me, sul mio corpo… al solo pensiero, il mio respiro subì una decisa accelerata e il rossore si diffuse prepotente sulle mie gote, accalorandomi all’inverosimile.
Quell’angelo del paradiso del mio ragazzo era di fronte a me e si stava spogliando lentamente, molto lentamente… mi stava facendo letteralmente impazzire! Aveva appena sfilato la giacca e si stava slacciando la cravatta. Appena l’ebbe tolta, anziché lasciarla cadere a terra come mi sarei aspettata, si avvicinò a me e dopo aver portato le mie braccia sopra la testa, con la cravatta mi legò i polsi al lettino, stringendo delicatamente. Ormai ansimavo vistosamente e, chinandosi sul mio viso, mi sussurrò a pochi millimetri dalla labbra:
-Fidati di me… se non ti sentirai a tuo agio o avrai fastidio alle braccia, dimmelo e ti slego in un attimo. D’accordo amore?-. Annuii, incapace di emettere anche il minimo suono, rapita da quei gesti così sapientemente erotici…
Si alzò di nuovo e iniziò a slacciare i bottoni della sua camicia, per poi rimanere a torso nudo… oh Cristo santo! Non mi sarei mai stancata di ammirare il suo fisico asciutto e muscoloso! Mentre io ero persa nella contemplazione dei suoi addominali scolpiti, e a seguire quella V peccaminosa e dannatamente tentatrice, non mi resi nemmeno conto che i pantaloni e i suoi boxer erano finiti a fare compagnia al resto degli indumenti… Oh mamma mia! Quel dio greco mi fissava con un sorriso sghembo così spudorato e sexy che stava facendo pulsare dolorosamente il mio bassoventre. D’istinto strinsi le gambe per cercare di donare un po’ di sollievo alla mia intimità, già completamente bagnata. Edward si avvicinò a me e afferrando il mio perizoma, iniziò a farlo scendere con snervante lentezza… ma non appena si rese conto di quello che avevo fatto, si fermò di scatto e sollevò lo sguardo incredulo e voglioso...
-Oh cazzo, Bella! Ma quando…- esclamò, mentre continuava a fissare ammaliato la mia intimità completamente liscia e rosea. Gli sorrisi maliziosa.
-Un consiglio che ho deciso di mettere in pratica… ti piace?- gli chiesi, titubante; lo sguardo di Edward mi sembrava sconvolto e improvvisamente mi sentii agitata: temevo di aver osato troppo…
Lo vidi deglutire vistosamente e anziché rispondermi, affondò il volto in modo deciso in tutto il mio inguine, sfregandolo e constatandone la morbidezza…
-Dio! Tu mi farai impazzire… sei favolosa!- soffiò sulla mia intimità, facendomi sussultare e gemere spudoratamente. Alzò quegli smeraldi e li fissò nei miei, sorridendomi sornione. Poi accompagnò i miei slip fino in fondo, stando attento a non togliermi i sandali.
-Scusa… non ho resistito… hai un profumo che mi manda fuori di testa! Se poi aggiungiamo la sorpresina che mi hai fatto… Cristo santo! Non capisco come riesca a mantenere ancora questo autocontrollo!- si giustificò. Chiusi gli occhi, sospirando profondamente, sperando di riprendere un po’ io, il controllo di me stessa: in quella posizione e con le mani legate, mi sentivo totalmente esposta, ma anche terribilmente eccitata dalla situazione e da quello che immaginavo sarebbe successo di lì a poco… ed Edward sembrava divertirsi un mondo a tenermi in tensione e a provocarmi, anche se sapevo che anche lui era quasi allo stremo! Lo potevo chiaramente recepire dalle dimensioni che caratterizzavano quel ben di dio che era Super Cullen! Altro che monte Rushmore… quello sì che era un monumento nazionale! Non mi sembrava fosse mai stato così gigantesco! Mi leccai un labbro, al pensiero di quando finalmente mi avrebbe portato in paradiso, facendomi morire di piacere…
-Mmm… la mia gattina sta diventando impaziente?- mi chiese notando il mio gesto e la direzione del mio sguardo ipnotizzato. Ormai le mie guance stavano letteralmente prendendo fuoco ed ero certa che dal mio povero labbro sarebbe uscito presto del sangue se non mi fossi data una regolata.
-Ora te lo darò io qualcosa da rosicchiare, scoiattolina… così lascerai in pace il mio labbro preferito… me lo rovinerai, prima o poi…- sussurrò, mentre posizionava uno spiedino sotto la cascata di cioccolata e lo ricopriva completamente. Si avvicinò a me e ne fece gocciolare un po’ sulle mie labbra. Mi leccai all’istante, tentando di farlo nel modo più seducente che conoscessi… l’effetto fu mozzafiato: Edward mi stava contemplando con due smeraldi di pura lussuria…
-Mmm… è dolcissimo…- mormorai, chiudendo gli occhi per gustarmelo meglio. Edward appoggiò lo spiedino sulla mia bocca e potei assaggiare il primo pezzo di frutta: un chicco d’uva. Dio! Era delizioso, ma nonostante finalmente potessi assaporare quel cibo così meraviglioso, il languore che ormai era nato nel mio stomaco, nel mio ventre e che si stava allargando sempre più, ogni minuto che passava, non voleva saperne di quietarsi, anzi… Edward proseguì così per parecchi minuti, alternando un frutto a piccoli baci, che però non approfondiva mai, lasciandomi insoddisfatta e sempre più frustrata.
All’ennesimo sfioramento di labbra, mentre lui leccava le gocce di cioccolata che erano scappate, scivolando giù per il mento e sul mio collo, sbottai incapace di resistere oltre. Lo volevo, con tutte le mie forze… al diavolo il mio imbarazzo! Volevo fare l’amore con il mio ragazzo!
-Edward!- ansimai; -Ti prego! Non ce la faccio più! Ti voglio… subito!- lo pregai, con un mugolio vergognoso. Qualsiasi mio imbarazzo era completamente scomparso, volatilizzato… il mio desiderio di lui era talmente intenso e ingestibile da sovrastare ogni pudore. Lui mi sorrise ancora, senza scomporsi nemmeno.
-Mmm… sei decisamente impaziente! Mi dispiace per te, micetta, ma sai… io ho appena iniziato- sogghignò spudoratamente. Sgranai gli occhi allibita, di fronte a quel demonio che aveva evidentemente deciso di portarmi nel suo inferno personale!
-Amore, rilassati e goditela…- mi suggerì con una voce graffiante e roca che mi fece impazzire. Sospirai, chiudendo gli occhi e tentai di seguire il suo appassionato consiglio…
Quando sentii delle gocce di liquido tiepido su una caviglia spalancai gli occhi: di fronte a me quell’incredibile diavolo tentatore teneva in mano una ciotola piena di cioccolata e, aiutandosi con un cucchiaino, stava creando una lunga scia di gocce di cioccolato che partivano dalla caviglia e risalivano pian piano lungo la gamba, per poi disegnare dei ghirigori astratti sulla mia intimità, sul mio ventre e sui miei seni. Poi si posizionò in fondo al lettino e iniziò a leccare ogni più piccola goccia che aveva lasciato, risalendo verso il mio inguine, causandomi continui sospiri e gemiti. Edward continuò a lambire e assaporare con estrema calma tutto il mio corpo, fin quando arrivò all’altezza dei seni… in quel preciso istante, tutta la sua apparente tranquillità sembrò crollare come un castello di carte al vento e si avventò famelico e vorace sulle mie colline, a cui dedicò un’attenzione che quasi rasentava la devozione!
-Ahh! Oddio santo!- urlai a quell’erotico incontro, mentre mi dimenavo per cercare di allentare il nodo della cravatta che mi teneva bloccate le mani. Volevo toccarlo, accarezzarlo, stringerlo a me. Dalla posizione in cui era Edward, le nostre intimità continuavano a scontrarsi, senza mai approfondire il contatto, il che non faceva altro che infervorarmi ancora di più.
-Bella… amore… sei fantastica... la tua pelle è così morbida, vellutata, profumata e ora anche così dolce…- mormorò, alternando le parole a baci, sfioramenti, morsetti che mi stavano spedendo sì dritta in paradiso… ma passando prima per l’inferno! In un secondo mi ritrovai la sua bocca ingorda sulla mia, mentre le nostre lingue si intrecciavano, giocavano, lottavano irruente…
Non capivo più niente, e un dolore intenso e pulsante, che si era ormai stazionato sul mio bassoventre, richiedeva a gran voce di essere tacitato. Come se avesse potuto leggermi nel pensiero, le dita di Edward corsero a dare un po’ di sollievo a quel desiderio travolgente, mentre la sua lingua continuava a dominare nella mia bocca. Le sue labbra rosse, morbide, saporite e peccaminose mi stavano trasportando in cielo… ero abbandonata alle sue carezze, in balia del suo tocco magico, soggiogata dalla sua sapiente lussuria… Il mio corpo legato era assoggettato a lui… la mia intimità bollente e infuocata mi implorava appagamento istantaneo…
Edward approfondiva sempre più quelle carezze così audaci, regalandomi  brividi e gemiti travolgenti. Adoravo tutto quello che mi stava facendo, ma volevo toccarlo, accarezzarlo, abbracciarlo anch’io!
-Ti prego Edward… slegami… ho bisogno di toccarti…- supplicai sulle sue labbra. Lui si fermò all’istante e mi guardò intensamente, probabilmente per cercare di discernere se quella mia richiesta fosse dettata dal disagio o unicamente dal desiderio di poter ricambiare ciò che mi stava facendo provare. Non appena si accorse dai miei occhi lucidi per la passione imperante, che in me non era presente nessuna emozione negativa, mi sorrise malizioso, iniziando a scuotere il capo.
-Mi spiace, gattina… ma la mia dolce tortura non è ancora finita. Dovrai resistere ancora un po’- dichiarò, mentre si sollevava e si inginocchiava, dedicandosi anima e corpo a quella mia parte così intima che solo lui conosceva così profondamente… Un attimo dopo ero senza fiato mentre il mio corpo iniziò a scuotersi violentemente...
Ad un tratto la sua bocca tornò sulla mia e pretese di invaderla… io mi eccitai maggiormente al tocco delle nostre lingue… nel frattempo le sue dita lunghe e affusolate continuavano a giocare senza sosta… tanto che pochi istanti dopo sentii il mio bassoventre pronto a esplodere in un nuovo incredibile orgasmo…
Mugolavo in maniera incontrollata, continuando a ripetere all’infinito il nome di Edward, persa in tutte quelle meravigliose sensazioni di benessere.
-Urla il mio nome, Bella… mi piace da impazzire quando ti lasci andare completamente per me- lo sentii dire, con una voce terribilmente eccitata. Non capivo più nulla… il piacere aumentava sempre di più… ogni secondo… finché proruppe intenso dal mio interno, propagandosi attraverso l’intero mio corpo… e non percepii e non vidi più niente, se non una miriade di scintille…
Non ebbi nemmeno il tempo di riprendermi, nè il mio respiro di tornare regolare, che un attimo dopo sentii le nostre intimità scontrarsi… Aprii di scatto gli occhi e la visione di Edward sopra di me mi mandò letteralmente in visibilio. Il suo corpo mi sovrastava completamente, anche se Edward sembrava voler continuare a giocare senza mai darmi completa soddisfazione.
Ma come diavolo faceva a rimanere così controllato?! Ora capivo come aveva fatto a resistere a fare l’amore con me per tutto quel tempo: quel demonio tentatore aveva una volontà di ferro!
-Oh, Edward… ti prego… sto impazzendo…- mormorai, allo stremo. Ghignò compiaciuto dalla mia supplica… Cristo, non ce la facevo veramente più! Mi regalò un ennesimo sorriso mozzafiato e poi  i nostri corpi finalmente si completarono… era fantastico… semplicemente meraviglioso!
Un gemito di pura estasi fuoriuscì dalle gole di entrambi, prima che le bocche si unissero in un bacio, colmo dell’appagamento che entrambi stavamo provando: la sua lingua incatenò la mia, in un moto irruente e impetuoso, quasi violento… come se anelasse rivendicarne il totale possesso. Una sua mano risalì verso la testiera a sciogliere il nodo della cravatta e improvvisamente mi ritrovai libera di abbracciare il mio amore stupendo. Le mie dita vagarono sulla sua schiena, accarezzando, stringendo, e graffiando; poi gli circondai i fianchi con le gambe, mentre le mie mani si aggrapparono alle sue spalle forti e larghe; le sue mani, che mi stavano sfiorando i seni, scesero arrivando alle mie natiche… le artigliò e poi le accarezzò con frenesia, man mano che i nostri corpi continuavano a danzare. Ad un tratto la sua bocca si staccò dalla mia e raggiunse le mie rotondità.
-Dio… sei… stupenda…- mormorò roco a pochi centimetri da un seno, facendomi gemere forte per il calore del suo alito così vicino alle mie punte completamente eccitate… Dopo averci soffiato sopra, senza preavviso alcuno si tuffò su una di esse, mentre una mano stuzzicava, pizzicava e titillava l’altro seno, in maniera sapiente… ipnotizzante… oddio, stavo impazzendo!
-Ahhh! Oddio Edward!- urlai… non riuscivo più a controllare il piacere che sentivo… Ero in paradiso con un angelo meraviglioso che mi stava mostrando tutto le meraviglie di quel luogo. I nostri bacini si andavano incontro sempre più energicamente, stravolgendo entrambi per il piacere che ci procuravano.
Continuavamo a gemere, ansimare, completamente persi in quelle potenti emozioni. Sentivo che l’orgasmo stava per arrivare, che stava per sconvolgermi…
-Vieni con me, angelo mio!- lo pregai in un sussurro.
-Sì, amore… insieme… Ti amo!- e un istante dopo raggiungemmo il piacere contemporaneamente…
Sfiniti, i nostri battiti furiosi, i nostri respiri ansanti, restammo per un tempo indefinito stretti uno all’altra, a sussurrarci parole d’amore, a scambiarci lievi baci… mentre un’immensa felicità ci avvolgeva, cullandoci in una paradisiaca ed ineffabile dolcezza. Dio, che serata perfetta!
Edward era stato magico, semplicemente divino… era lui il dono più bello e incredibile che la vita avrebbe mai potuto elargirmi!

 
ANTEPRIMA CAPITOLO 91


Appena entrai nella camera buia, mi accorsi della luce provenire dal bagno; ma quando aprii la porta, nonostante la vasca fosse già pronta, di Bella non c’era neppure l’ombra. Mi voltai e notai la sua figura seduta sul letto, con la testa china. Mi preoccupai all’istante… lo sapevo io che quell’assurda testolina avrebbe immaginato chissà cosa, elaborando assurde paranoie mentali… e ora si sentiva ferita. Corsi da lei e mi inginocchiai di fronte, prendendo le sue delicate manine tra le mie.

-Amore mio… scusa per prima… credimi, tu non hai fatto un bel niente… sono solo io lo stupido che ti ha ferito e che ha rovinato questa magnifica serata…- mi insultai, ben consapevole che fosse la pura e semplice verità. Lei alzò di scatto la testa, con i suoi occhioni spalancati.
-No, no, Edward! Non hai rovinato proprio niente! E’ solo che… che vorrei sapere cosa ho fatto… perché so per certo che è colpa mia se ti sei irrigidito così di punto in bianco… e il fatto che tu non abbia voluto parlarmene, mi fa pensare che sia una cosa grave… ma non capisco… cosa… perché…- mi spiegò, con un tono di voce incrinato che mi straziò il cuore. In quell’istante mi odiai con tutto me stesso.


V
i ricordiamo l'altra nostra fiction Segreti e Inganni

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Andate a fare una visitina, ne vale la pena!
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Nel mondo di Elisa e Yara
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L'anima delle stelle
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A casa di Lisa
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Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!


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