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Autore: Sereko    21/04/2011    6 recensioni
Quando il vento dava il meglio di sé,su Urano era festa.
E se si prestava molta attenzione,nascosto fra gli odori più forti e acri,dall’aria gelida e pungente ,si riusciva a percepire l’aroma frizzante e vivo delle stelle.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Neptune

 
 
 


 
Haruka non indossava mai l’abito tradizionale del suo pianeta.
 
L’unica volta che l’aveva utilizzato era stato per festeggiare la nascita dell’attuale Principessa Serenity,durante una festa tenutasi sulla Luna e a cui avevano partecipato anche alcune famiglie reali delle galassie vicine.
 
Anche allora,però,si era separata dalla sua Sailor Fuku con non poco fastidio ; lei così poco avvezza ad indossare abiti che prevedessero lunghe e – decisamente poco pratiche – gonne.
 
Quando si trovava su Urano quindi,e ciò accadeva praticamente sempre,indossava costantemente la sua divisa, che per lei era più come una seconda pelle,un simbolo di appartenenza e motivo d’orgoglio.
 
Michiru invece sembrava trovarsi perfettamente a suo agio con l’abito lungo,constatò. La sera prima pensava che l’avesse indossato per via della cena in pompa magna,che fosse un modo per mostrare loro che la loro visita era più che gradita – anche se lei non avrebbe pensato nulla di meno se le avessero accolte con gli abiti da guerriere Sailor – ma ora iniziava a pensare che,forse,era solita portare l’abito tutti i giorni.
 
Un po’ come la Regina e la Principessa.
 
E non che l’abito non le donasse,ma era convinta che nei panni di Sailor Neptune sarebbe stata molto più … cosa?
Non riusciva a trovare le parole.
Pronta? Battagliera? Determinata? Bella?
 
Scacciò l’ultimo pensiero,non aveva nulla a che fare con l’abito,era bella anche così,e comunque la bellezza non c’entrava nulla e lei forse si stava fissando sulle cose sbagliate. Che importanza avevano i vestiti che indossava? Non era meno guerriera o meno attenta così,e il fatto che lei si ostinasse ad indossare sempre la divisa non voleva dire che anche tutte le altre dovessero indossarla ogni giorno.
 
Però l’abito di Michiru le lasciava le braccia e le spalle scoperte, e la scollatura scendeva fin quasi sopra il seno e questo la deconcentrava ,e lei non doveva deconcentrarsi.
Ma ogni volta che si sforzava di mantenere lo sguardo fisso davanti a sé,ecco che quella piccola,tonda e luccicante spilla, con su disegnato un tridente stilizzato ,e che sembrava tenere insieme i due lembi del vestito all’altezza della spalla destra,la distraeva.
Sembrava quasi farlo a posta. Tutte le volte che cercava di concentrarsi,eccola lì che luccicava nella sua direzione,quasi come se ammiccasse,sfidandola a non guardare.
 
E lei prontamente cedeva e si voltava a fissarla. E poi lo sguardo scivolava via,su per la spalla,sfiorava la curva dolce del collo e scendeva giù ,ma prima che arrivasse dove non doveva,risaliva e tornava indietro,su per la spalla e poi giù per il braccio,fino al polso sottile e alla mano piccola dalle dita lunghe e affusolate.
Dita da violinista.
 
Il viso lo lasciava per ultimo.
Iniziava dai capelli,che si curvavano in onde morbide sopra la spalla,poi le orecchie,piccole e perfette. Quindi la curva della mascella,le labbra piene e a cuore,il naso dritto e,per ultimi,gli occhi. Grandi,profondi,blu.
 
Aveva fatto così per tutta la mattina,e la colpa era di quella maledetta spilla luccicante che la chiamava. Era peggio del canto della sirena e a cui lei non riusciva a sottrarsi. E la cosa la sconcertava perché era sempre stata così decisa,così forte e non aveva mai ceduto a nessuna debolezza.
Era implacabile e forte come il vento,e non si aspettava che il mare,per lei,avrebbe avuto così tanta attrattiva.
 
Alla fine però,il canto della sirena si chetava,e lei era di nuovo libera –anche se per poco- di tornare ad essere l’Haruka si sempre. Seria e concentrata,una guerriera tutta d’un pezzo.
 
Ma quando stava per girare la testa,per tornare a guardare lo schermo del computer,si accorse che Michiru la stava guardando. Era seria,ma non sembrava infastidita,più che altro curiosa. O forse si domandava per quale assurdo motivo lei era stata a fissarla per tanto tempo. E da quanto,comunque,aveva notato che la fissava?
 
Sentii che le guance iniziavano a riscaldarsi e voltò la testa di scatto,fingendo di trovare interessante quello che scorreva sullo schermo.
Da quando lei arrossiva?
E poi non era per l’imbarazzo,no. Era per il fastidio. Il fastidio di essere stata beccata e di rabbia,sì. Rabbia per quella spilla maledetta che sembrava prendersi gioco di lei.
 
Si schiarì la gola e fece qualche passo in avanti,appoggiando entrambe le mani sullo schienale della sedia di Titania. Forse se si fosse allontanata abbastanza non avrebbe visto quel malefico luccichio e non si sarebbe sentita costretta a voltarsi.
 
<< Allora? >> chiese. E fu fiera di sentire che la sua voce era ferma come sempre.
 
La guerriera con i capelli mogano,che aveva capito si chiamasse Nereide,alzò lo sguardo verso di lei e scosse il capo. << Non percepiamo nulla. >>
 
Haruka aggrottò la fronte,guardando lo schermo. Ora che prestava attenzione,realmente attenzione,vedeva che il radar non segnalava nulla di anomalo. I grafici erano nella norma.
 
<< Ma com’è possibile? Ormai l’aeronave dovrebbe essere più vicina,fra otto giorni dovrebbe incrociare l’orbita di questo pianeta! >>
 
<< Non lo capiamo >> disse Titania con la sua voce profonda << abbiamo segnato le ultime coordinate conosciute ed effettuato una ricerca più ampia,ma sembra essere tutto svanito nel nulla. >>
 
<< Avete provato a controllare nei pressi di Saturno ed Urano? Per vedere se hanno cambiato rotta? >> s’intromise Michiru. Si era avvicinata anche lei,ora era proprio dietro Umbriel e ad un paio di passi da Haruka.
 
Larissa annuì e si sporse oltre Ariel,seduta di fronte ad una delle postazioni radar ,per digitare alcuni tasti << Sì,ma vedi >> lo schermo cambiò,mostrando ciò che intendeva << anche qui nulla di strano. >>
 
Haruka scosse la testa,irritata << Non è possibile che siano spariti nel nulla. Anche se avessero ridotto al minimo la dispersione di energia dovremmo comunque captare qualcosa. >>
 
Larissa piantò i suoi occhi chiari ,del colore del ghiaccio,in quelli di Haruka << Abbiamo fatto tutto quello che potevamo. Abbiamo spinto il computer al massimo,scandagliato ogni punto dell’universo in cui fosse plausibile ,e non, trovare un’aura negativa. Ma non c’è nulla. Zero. Il vuoto. >>
 
<< Forse non avete fatto abbastanza >> ribattè Haruka a denti stretti.
 
Larissa aprì la bocca per replicare ma Michiru sollevò le mani,mostrando ad entrambe i palmi aperti << Non mi sembra il caso di iniziare discussioni,né di incolparsi a vicenda. Evidentemente quelli con cui abbiamo a che fare sanno il fatto loro,ma non è nulla di grave,il massimo che possiamo fare è attendere e continuare a cercare. Non possono avvicinarsi senza che notiamo la loro presenza,è impossibile. Non potranno nascondersi per sempre. >>
 
Haruka incrociò la braccia sotto il seno e fissò con insistenza lo schermo. Non si sarebbe mossa da lì fino a che non avrebbero trovato quella dannata aeronave. C’era qualcosa che sbagliavano,e lei sarebbe rimasta lì fino a che non avessero scoperto cosa.
<< Che metodo avete utilizzato per le ricerche? >>
 
Larissa le lanciò un’occhiata di fuoco,come se Haruka le avesse appena rivolto una terribile offesa,e si posizionò meglio di fronte al radar. Ariel si spostò con la sedia per farle spazio e finì appiccicata ad Umbriel.
 
Senza pronunciare nemmeno una parola,iniziò a digitare velocemente i tasti sulla tastiera, e sullo schermo la porzione di universo da loro analizzata fu attraversata da un reticolo dorato. Larissa ci lavorò su ancora per qualche istante fino a che l’immagine non divenne un elissoide oblato.
 
Ogni porzione della mappa era suddivisa in esagoni e ruotava lentamente su se stessa.
Haruka strinse forte i denti,pur mantenendo l’espressione perfettamente impassibile, e quando Larissa la guardò con un sopracciglio sollevato,con una aria di sfida che avrebbe fatto perdere le staffe a chiunque,serrò forte anche i pugni,congratulandosi mentalmente per la sua mania di tenere sempre le unghie corte.
 
<< Abbiamo suddiviso la mappa in esagoni,creando una trama a nido d’ape,che poi abbiamo fatto analizzare dal computer uno per uno,mantenendo l’intervallo di valori percepibili dal radar ampi abbastanza da poter captare anche la più piccola emissione di energia. Per intenderci,se qualcuno dovesse grattarsi il culo noi lo verremmo sicuramente a sapere >> concluse senza mai smettere di guardarla.
 
Michiru accennò un lieve sorriso e ad Haruka venne voglia di prenderla a pugni.
 
Alla biondina dalla faccia antipatica,non a Michiru.
 
Invece respirò piano due volte e contò fino a cinque,prima di annuire e controllare i dati sull’altro schermo.
 
Come poteva un’aeronave svanire così nel nulla? Come poteva qualsiasi cosa,svanire nel nulla?
 
<< Suppongo che non ci resti che aspettare >>
 
Haruka voltò rapida la testa e guardò Michiru sorpresa. Aspettare? Non aveva capito che più tempo aspettavano più i rischi aumentavano?
 
<< Non sono d’accordo >> scosse il capo. Michiru si voltò col corpo verso di lei,con le braccia incrociate e le sopracciglia sollevate. L’espressione incredula lasciò poi il posto ad un sorriso appena accennato,quindi si voltò nuovamente verso le ragazze sedute di fronte ai computer,la cui l’attenzione era palesemente divisa fra il loro compito e la discussione fra le due Senshi, e parlò << Avvertiteci se ci sono novità,anche nel caso in cui si dovesse trattare di qualcosa di apparentemente insignificante. Intesi? >>
 
Le cinque ragazze annuirono ed iniziarono a parlottare fra di loro sul modo migliore per effettuare le ricerche. Quando Larissa iniziò a suggerire di creare da capo un nuovo algoritmo di ricerca,Michiru riportò la propria attenzione su Haruka.
 
Sorrise alla sua espressione accigliata e le si avvicinò. Quando la prese sottobraccio Haruka inarcò un sopracciglio ma non disse nulla,e la trascinò fuori dalla stanza.
 
<< Voglio farti vedere una cosa >> spiegò quando Haruka iniziò a fare un po’ di resistenza. << Ne avranno ancora per molto e la nostra presenza è superflua >>
 
Haruka provò a controbattere ,punta sul vivo,ma Michiru la precedette << Non iniziare a brontolare,goditi questi momenti di pausa invece. Andiamo >>
 
Haruka roteò gli occhi e borbottò qualcosa sotto voce,a proposito di ‘dovere’ e ‘irresponsabilità’, ma si lasciò trascinare lungo i corridoi e fuori la torre di controllo.
 
Felice per questa piccola vittoria, Michiru lasciò che sul suo viso spuntasse un sorriso,che non accennò a scomparire nemmeno quando Haruka la guardò come se dubitasse della sua sanità mentale.
 
 

Ψ 


 
Su Urano,quando scendeva la notte,l’oscurità era quasi totale. Le uniche fonti di luce provenivano dalle case e da qualche lampione posto dove non arrivava l’illuminazione delle abitazioni.
 
La neve perdeva il suo luminoso candore,assumendo tonalità quasi grigiastre,e l’alternarsi di luci gialle e ombre lunghe e fitte,conferivano al paesaggio un aspetto sensibilmente diverso rispetto a ciò che si vedeva durante il giorno. Dove non arrivavano le luci,l’oscurità sembrava risucchiare tutto,dando l’impressione che i piccoli agglomerati urbani fossero sospesi al centro di un enorme buco nero.
 
La differenza con Nettuno era abissale.
 
La notte era scesa già da un po’,ma invece di ritrovarsi nel buio più fitto,tutt’intorno a sé si muovevano centinaia di luci azzurre. Sembrava come se il terreno sotto i suoi piedi si fosse tramutato,con il calare della notte,in un mare di luci tremolanti.
 
Guardando con più attenzione,Haruka si accorse che le piccole luci che le era sembrato si muovessero,stavano invece ferme al loro posto,affievolendo ed aumentando l’intensità dell’azzurro,dando la sensazione – luccicando così tutte insieme – di un onda che si allunga e si ritira.
 
Lo spettacolo che aveva di fronte agli occhi,le ricordò il prato fiorito – il primo prato fiorito che avesse mai visto – all’interno della cupola del Moon Castle ,sedici anni or sono.
Solo che,invece dei fiori che ondeggiavano,c’erano queste … questi …
 
<< Sono Nuptilli >> disse Michiru alla sua sinistra. Haruka corrugò un po’ la fronte ed annuì piano,senza staccare gli occhi da quelle onde di luce.
 
<< Sono l’equivalente dei fiori,in un certo senso,anche se la loro struttura biomolecolare è un po’ differente. E’ l’unica specie vivente,di questo genere,che vive senza l’ausilio di serre. >> Le indicò un Nuptillo e le fece cenno di avvicinarsi. Visti da vicino capì perché Michiru li avesse accomunati ai fiori. Lo stelo ed i petali c’erano,ma mancavano le foglie e ,cosa di non poca importanza, al posto di pistilli e stami,c’erano queste piccole luci che ricordavano tante piccole lucciole.
 
<< Fioriscono solo la notte,tutte le notti, e producono questa luminescenza durante il periodo della riproduzione,che avviene quando le temperature di Nettuno raggiungono i picchi più freddi. Belli,vero? >>
 
Haruka annuì assorta << Davvero affascinante. >>
 
Michiru sorrise e si spostò un po’ di lato,sfiorando il braccio di Haruka con il proprio. Lei la guardò di sottecchi e quando non accennò a muoversi ,la vide ampliare il sorriso.
 
<< I fiori ovviamente sono molto più belli >> disse piano.
 
Haruka si strinse nelle spalle << Li ho visti,e nessuno di loro luccicava così >>
 
Con la coda dell’occhio vide Michiru voltare la testa per guardarla e si girò per incrociare suoi occhi.
 
<< Pensavo non fossi andata sulla Terra >> disse,e nel tono poté cogliere un velato tono d’accusa. Se le ultime ore passate in sua compagnia erano un indizio sul particolare carattere della ragazza, Haruka era sicura che si stesse preparando a darle dell’ipocrita.
 
Sorrise al pensiero ed inclinò il capo di lato,fermandosi ancora a guardare quell’espressione lievemente corrucciata. << Li ho visti sulla Luna. La Principessa possiede un discreto giardino >>
 
I lineamenti di Michiru si rilassarono all’istante,lasciando il posto ad un piccolo sorriso. Sì,convenne tra sé Haruka,quando sorrideva era decisamente più bella.
 
<< È vero >> convenne Michiru. E per un attimo Haruka si chiese se non le avesse per caso letto nel pensiero. << Ma al Moon Castle non ci sono tutte le varietà esistenti e,soprattutto,non c’è l’Helleborus niger, la specie che assomiglia ai Nuptilli. Quindi il tuo non è un giudizio assennato >>
 
<< Non ho dato nessuno giudizio >> ammise sorridendo << Cosa che invece hai fatto tu affermando che i fiori sono più belli di questa specie. Ho solo detto che a me piacciono entrambi >>
 
Michiru aggrottò le sopracciglia ,quindi scrollò le spalle << Forse >> concesse. Poi l’afferrò per una mano e la trascinò lontano da quel prato luminescente.
 
<< Che fai? >>
 
Michiru le sorrise oltre la spalla << Voglio farti vedere una cosa >>
 
<< Sai,non ti facevo così esuberante. Pensavo fossi più pacata … >>
 
Michiru si fermò all’improvviso ed Haruka quasi le finì addosso. Poi si voltò e,senza togliere la mano dalla sua,intrecciò le loro dita. Haruka le guardò lievemente a disagio.
 
<< È che sono felice di averti qui. >>
 
<< Oh? >>
 
Michiru annuì e le si fece più vicina << Sì. Sai,non capita spesso di incontrare qualcuna come te >>
 
Qualcuna come te? Come te in che senso?
 
Haruka aggrottò la fronte e si limitò a fissarla,senza sapere cosa risponderle.
Si sentì afferrare anche l’altra mano e,senza distogliere lo sguardo dal sorriso di Michiru,lasciò che lei intrecciasse le loro dita.
 
<< Ti ho aspettata >> Sussurrò lei,facendo un altro passo avanti. Ora non erano solo le mani a toccarsi,ma anche le braccia e le gambe,dove Haruka sentiva la lieve pressione delle sue ginocchia e i lievi tocchi del suo vestito sospinto dal vento. E il suo seno … oh,il suo seno …
 
Haruka deglutì e il suo sguardo si posò sulle sue labbra. << Sì? >> chiese solamente,e si sentì profondamente stupida per quella risposta,che era uscita più come una domanda,e che non era proprio da lei. Ma ormai non sapeva più cos’era da lei quando era in sua presenza,la sua vicinanza la inebriava e la confondeva al tempo stesso.
 
<< Sì >> soffiò Michiru sulle sue labbra,e lei dimenticò la risposta sagace che voleva darle,persino di chiederle come mai la stesse aspettando,visto che lei non l’aveva mai vista,e dimenticò di dirle che anche lei la stava aspettando,anche se ancora non lo sapeva,ma che ora era felice di averla trovata e …
 
Aprì gli occhi di scatto.
 
Il blu baltico del soffitto non era della gradazione giusta. Non era quel blu vivo che si era aspettata di trovarsi davanti. Non era il blu degli occhi di Michiru.
 
Con un sospiro,scostò le coperte e si mise seduta contro la spalliera del letto.
La stanza era fiocamente illuminata dall’acquario che si trovava lungo la parete di fronte,e che la occupava per metà in altezza e per intero in larghezza. La luce proveniva da alcune pietre che si trovavano sul fondale e che,come i Nuptilli che aveva visto poche ore prima,brillavano di luce propria.
 
I Nuptilli. Non era stato un sogno. Si disse , o almeno non del tutto.
 
Si alzò dal letto e si avvicinò all’acquario. La luce delle pietre era fioca,debole ma rilassante. Niente a che vedere con la luce brillante dei fiori in giardino.
 
Seguì pigra il movimento di un pesciolino blu come la notte,cercando di districarsi fra il sogno e la realtà. O più propriamente, fra ciò che lei voleva che fosse la realtà .
 
E quel bacio ,no,quel mancato bacio, non era certo successo. Il loro semi abbraccio,la sua mezza confessione,niente di tutto ciò si era mai verificato.
 
La realizzazione le provocò una piccola fitta al petto,come se una mano le avesse preso il cuore e glielo avesse stretto. Storse la bocca e si allontanò dall’acquario con uno sbuffo.
 
Dopo una rapida occhiata al letto,decise che non sarebbe riuscita a riprendere sonno e uscì dalla camera.
 
Il corridoio era illuminato da una debole luce azzurra,quel tanto che bastava per permetterle di riconoscere la strada che l’avrebbe portata al giardino.
 
Nel silenzio della notte,il rumore dei tacchi sul pavimento risultava come amplificato,ed il timore di poter svegliare qualcuno la fece fermare. Non le andava di tornare in camera però,e per un momento valutò l’ipotesi di togliersi le scarpe. L’idea le sembrò subito ridicola,considerato che nessuno si sarebbe svegliato per un rumore così insignificante, e riprese a camminare svelta.
 
Una volta fuori,la prima cosa che la colpì fu la luce sgargiante dei nuptilli,che sembravano muoversi a ritmo con il vento ,e pensò che il sogno non aveva reso loro giustizia. Erano molto più colorati,raffinati,eleganti,delicati.
 
Mentre si avvicinava alle piccole piante,si chiese se con quegli aggettivi non stesse invece descrivendo Michiru: delicata e aggrazziata ,raffinata ed elegante.
 
Sorrise rievocando alla mente il loro pomeriggio,e poi ancora il sogno di poco prima. Mai nessuna ragazza l’aveva colpita come aveva fatto lei,mai nessuna l’aveva attratta così come faceva lei.
 
Non era come quando si sente quel bisogno di vicinanza,di appagamento fisico.
No,questa era un tipo di attrazione diversa,che superava la voglia di fisicità,il desiderio di appagamento intellettuale,il bisogno di conoscere l’altra. Era qualcosa di più forte,qualcosa che - e lo pensò con un certo sconcerto - arrivava a superare persino l’affetto che provava nei confronti di Queen e Princess .
 
Era come la forza di gravità.
 
Come Urano teneva vicino a sè i suoi satelliti, come la Terra teneva vicina a sè la Luna, così Michiru la costringeva a rimanere nella sua orbita,rendendole difficoltoso l’avvicinamento ma impedendole il distacco completo.
 
Al contrario della forza gravitazionale tuttavia, Haruka confidava nel fatto che - una volta conclusasi questa faccenda con chiunque fosse alla guida di quell’aeronave - lei e Michiru sarebbero riuscite a toccarsi ,in barba a tutte quelle rigide leggi della Fisica.
 
<< A che pensi? >>
 
Haruka sussultò come se fosse stata colta nell’atto di fare qualcosa di illegale e si voltò,incrociando gli occhi ridenti di Michiru.
 
La sorpresa per non essere riuscita a sentirne la vicinanza lasciò il posto ad un sorriso malizioso.
 
<< Fisica >>
 
Le sopracciglia di Michiru si aggrottarono.
 
<< Fisica? >>
 
Haruka annuì  compiaciuta e tornò a guardare i nuptilli che ondeggiavano al vento.Fisica,sì. Cercò di non scoppiare a ridere e sbirciò Michiru,che la guardava con l’espressione concentrata di chi cerca di risolvere un rompicapo. Con la coda dell’occhio la vide scuotere impercettibilmente il capo,mimando con le labbra qualcosa di inintelligibile.
Haruka sorrise tra sé.
 
<< E cosa ci fai qua fuori? Oltre a pensare alla Fisica s’intende >>
 
Questa volta non cercò nemmeno di trattenere un sorriso quando rispose << Stavo ammirando i nuptilli,sono più belli di quanto ricordassi >>
 
<< Sono molto belli,sì. >> sorrise andandole vicina e sfiorandole il braccio col proprio << Ma non credo tu ti sia svegliata nel cuore della notte solo per questo,vero? C’è qualcosa che ti preoccupa? >>
 
Di saltarti addosso , pensò. Infinite scariche di elettricità si propagavano dal punto in cui la loro pelle era in contatto,provocandole una piacevole stretta allo stomaco. Cercò di mantenere il braccio immobile,attenta tuttavia a non perdere il contatto con il suo.
Concentrata com’era a fingersi una specie di statua,impiegò più del tempo per rispondere.
 
<< Non riuscivo a dormire. Giorno e notte hanno lunghezza differente rispetto a quella di Urano,credo sia solo questione di prendere il ritmo >> Si strinse nelle spalle per dare magior valore a quella che era solo una mezza bugia. << Oltretutto questo pianeta è moldo diverso dal mio,ci sono tanti odori diversi,e I colori … >> si spense guardandosi intorno.
 
<< Sì,può essere un po’ destabilizzante,però — >>
 
Haruka non riuscì a sentire il resto della frase,aveva smesso di ascoltare nel momento in cui le era sopraggiunto un odore familiare,fresco e delicato. Voltò il capo per guardare oltre la testa di Michiru ,ancor prima che lo scalpiccìo affrettato iniziasse ad essere udibile.
 
Quando anche Michiru si accorse che stava per arrivare qualcuno,Ariel era già ad una manciata di metri da loro. La distanza rimanente la percorse facendo uno sprint veloce e fermandosi con una scivolata di fronte alle due guerriere.
 
<< Abbiamo localizzato l’aeronave >>
 
 

Ψ 


 
 
Michiru entrò nella torre di controllo seguita a ruota da Haruka e Ariel. Si fermò di fronte il computer centrale e diede un’occhiata allo schermo,che riproduceva una mappa stellare su cui lampeggiavano due puntini rossi,quindi girò la testa per incrociare lo sguardo di Larissa,in attesa di spiegazioni.
 
<< Quello lì >> Larissa indicò il puntino rosso che stava al centro della mappa << è Nettuno. Mentre quello >> disse indicando l’altro puntino << è l’aeronave. >>
 
<< E’ più vicina di quanto avessimo pronosticato >> fece Haruka,che intano si era spostata alla destra di Michiru e osservava la mappa con una smorfia appena accennata.
 
<< Esattamente >> disse Larissa << e … >> si avvinò alla tastiera e ingrandì l’immagine,fino a quando il puntino non assunse le sembianze di un’aeronave << questo è il motivo per cui facevamo fatica a trovarli. Se non fosse stato per Titania non ci saremmo mai riuscite. >>
 
Haruka osservò con attenzione la navicella,ma prima che potesse esprimere il proprio sconcerto,Michiru l’anticipò << E’ trasparente? >>
 
<< No >> rispose Titania << è stata costruita in modo da essere invisibile ai radar e rendere quasi nulle le emissioni elettroniche e la tracciatura degli infrarossi. Quando abbiamo riscritto l’algoritmo di ricerca abbiamo messo in conto una possibilità del genere,era l’unica spiegazione plausibile all’improvvisa scomparsa dell’aeronave. Abbiamo poi inserito tutte le variabili possibili considerando le velocità a cui può andare la navicella e tracciando le traiettorie probabili dall’ultimo punto a noi noto. >>
 
Haruka annì impressionata e continuò a guardare la navicella,che sembrava fluttuare immobile nello spazio.
 
<< Questo spiega molte cose >> disse Michiru << ma perchè sembra essere… insomma,trasparente? Non ha a che vedere col radar,no? >>
 
Titania scosse il capo << E’ per via del colore scuro e del materiale particolare con cui è stata costruita. E’ come se la sua superficie fosse cosparsa di miliardi di piccoli specchi che riflettono ciò che gli sta intorno,così da renderne difficoltoso anche l’avvistamento. Ma ora che l’abbiamo agganciata non dovrebbe più sfuggirci. >>
 
<< Siete riusciti a capire da dove proviene? >> chiese Haruka.
 
<< Non ancora >> rispose Nereide << l’algoritmo è ancora in funzione,ma se riuscissimo ad avviare una comunicazione potrebbe risultarci più facile. >>
 
Michiru annuì << Perfetto. Procedi >>
 
Nereide si girò sulla sedia ed iniziò la procedura per iniziare la comunicazione radio.
<< Torre di Controllo qui Triton Castle,chiediamo di parlare con il Capitano . Passo >>
 
In risposta Haruka sentì solo un lieve crepitio in sottofondo. Inclinò leggermente il capo,come per cercare di sentire oltre il silenzio,di percepire anche solo un lieve respiro,un fruscio ,per cercare di capire se ci fosse qualcuno in ascolto.
Dopo due minuti Nereide ripetè la frase iniziale,ottenendo lo stesso risultato di prima. Questa volta però,i successivi trenta secondi furono seguiti da un click.
 
Gli altri avevo interrotto la comunicazione.
 
Michiru incrociò le braccia al petto,continuando a fissare con un certo disappunto lo schermo di fronte a sè. Haruka continuò a fissare la nuca di Nereide,come se tra le ciocche mogano vi fossero nascoste le informazioni che cercava.
 
Sapeva già che non c’era da aspettarsi nulla di buono da questa navicella che cercava in ogni modo di occultare la propria presenza e che si avvicinava furtiva a questo pianeta,ma il recente rifiuto di avviare una comunicazione era la prova che le intenzioni di questi individui erano tutt’altro che nobili. Fu immediatamente contenta di aver portato con sè le sue migliori guerriere,forse la decisione migliore che avesse mai preso.
 
<< Una cosa positiva c’è >> fece Umbriel rompendo il silenzio. Sei paia di occhi la guardarono interrogativi e lei si sentì arrossire << abbiamo scoperto da dove provengono. >> l’immagine dell’aeronave lasciò il posto a quella di una galassia . Michiru si sporse per guardare meglio.
 
<< Galassia Lenticolare M85 di tipo S0,nella Costellazione della Chioma di Berenice. >>
 
Haruka vide Michiru raddrizzare di scatto la schiena e sgranare gli occhi. La guardò interrogativa << Diadem >> disse Michiru a mo’ di risposta,senza nascondere la sorpresa. Haruka la guardò senza capire << è il sovrano ,Diadem. E’ una vecchia conoscenza di Queen Serenity. >> si mordicchiò il labbro inferiore poi scosse la testa << Tenete d’occhio l’aeronave. Se si avvicinano ancora fatecelo sapere >> le ragazze annuirono e lei si voltò per incrociare gli occhi di Haruka << Faceva parte dell’alleanza interstellate,fu cacciato quando intraprese una politica espanzionistica. >>
 
Haruka inarcò le sopracciglia. Certo,Diadem. Del pianeta Novae Cygni. Era successo tutto tanto di quel tempo fa che quasi l’aveva dimenticato. Quando capì le implicazioni del discorso si adombrò << Se la situazione degenera dovremmo avvertire la Regina Serenity >>
 
Michiru annuì e con un sospiro tornò a guardare l’immagine dell’aeronave,senza tuttavia vederla davvero.
 
 
 
 
 

 
Chiedo perdono per la lunga attesa. La prima metà del capitolo era già pronta tantissimo tempo fa,ma non riuscivo proprio ad andare avanti. Ho finito tutto negli ultimi giorni.

Grazie infinite per gli splendidi commenti al capitolo precedente,non pensavo proprio che questa storia sarebbe piaciuta! Spero vivamente che questo capitolo non sia stato una delusione ^^

Ora,prima di passare alle note, un piccola precisazione per tutti :

_ Questa storia è un AU. In teoria si svolge prima della distruzione del Silver Millennium. In pratica il Regno della Luna non sarà mai distrutto (Serenity ed Endymion stanno infatti organizzando le nozze).

_ L’idea della vita su Urano è Nettuno è parecchio difficile da realizzare,me ne rendo conto. Ma devo dire che di mio c’è solo un pizzico di fantasia ed un po’ di pena per Uranus e Neptune. Nel manga infatti,le due principesse vivono nei loro pianeti all’interno dei loro castelli,assolutamente da sole. Non mi piaceva l’idea di loro due in completa solitudine per secoli e secoli,così ho dato loro un po’ di compagnia.

_ Per quel che riguarda l’aeronave invisibile ,mi sono ispirata ai velivoli Stealth .

_ Diadem è la stella principale della costellazione della Chioma di Bernice.

_ Novae Cigny (della costellazione del cigno) è una stella esplosa il 19 Febbraio 1992.

_ Tritone,Nereide, Larissa e Proteo (non ancora comparso ma è il nome dell’aeronave di Michiru) sono alcuni dei satelliti di Nettuno.

Detto questo,grazie a tutti per la pazienza e a presto!
 
  
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