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Autore: Hullabaloos    21/04/2011    9 recensioni
Grimmjow non riesce ad accettare la propria natura, ma Ulquiorra di certo non è d'aiuto...
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Espada, Jaggerjack Grimmjow, Schiffer Ulquiorra
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ripetilo ancora una volta: perché siamo venuti in questo posto?-.

Le piatte parole che uscirono dalla bocca di Ulquiorra vennero inghiottite dall’immenso caos che lo circondava. Luci psichedeliche gettavano i loro colori accecanti sui corpi sudati della massa di persone che si scatenavano al centro della pista di un noto locale. Ballerine costrette in stretti top si sdrusciavano languidamente su un palco rialzato rispetto alla pista da ballo.

La Quarta Espada fissò il collega in attesa di una risposta, il quale,  da quando erano entrati in quel locale di dubbio gusto non faceva altro che agitarsi e lanciare sguardi nervosi ai passanti.

-Perché questa domanda?-, rispose Grimm con un sorriso tirato, -una persona non può invitare un collega a uscire per una serata in locale?-.

Il moro alzò scettico un sopracciglio, tornando a posare i suoi occhi smeraldini sopra la calca pulsante e sudata dei ballerini. Non sapeva neanche lui cosa lo tratteneva in quel buco, non si ricordava nemmeno se aveva impostato il registratore per la puntata di “Tempesta di passione” di quella sera!

Questo pensiero fece scattare in piedi il moro.

-Devo andare-, disse semplicemente, mentre si voltava per andarsene.

-Aspetta!-, lo fermò Grimm, afferrandolo per un polso. Ulquiorra volse il viso verso la Sesta Espada.

-Lasciami-, sibillò il moro, mentre con uno strattone si liberava dalla presa di Grimmjow, per poi avviarsi lentamente verso l’uscita.

-Non andartene!-, esclamò Grimm, alzandosi dal divanetto e agguantando il collega per la maglietta.

Quella scena surreale fu interrotta da delle risatine sommesse provenienti accanto ai due Arrancar. Voltandosi, Grimmjow notò un gruppo di ragazze sedute al bancone del bar che li stavano indicando e che si lanciavano occhiate d’intesa. Una di loro portava una maglietta con una vistosa scritta “I love Yaoi”. Solo in quel momento il piccolo Espada si accorse che quel piccolo siparietto che stavano offrendo al pubblico poteva essere erroreamente interpretato.

-Per favore-, borbottò la Sesta Espada , trattenendo a stento l’istinto omicida che lo avrebbe portato a inzuppare i drink dei presenti con sangue di Yaoiste, -non diamo spettacolo e fammi finire il mio discorso.-

Ulquiorra allora sospirò rassegnato, lasciandosi condurre dal collega verso un divanetto più appartato, mentre le dolci fanciulle risero deliziate, ipotizzando le peggiori congetture.

Grimmjow stava fumando dalla rabbia: già al momento nell’entrata del locale qualcuno, notandolo, aveva incominciato a parlottare con il vicino, indirizzandogli occhiate divertite. Dai pezzi di conversazione che aveva carpito, aveva afferrato solo le parole “topo” e “Youtube”. Se a questa serie di umiliazioni si aggiungevano fantasie sconclusionate di pazze isteriche, il suo ego era stato sminuito, schiacciato, sbrindellato, sminuzzato e tritato in milioni di pezzi piccolissimi. Tanto più che per convincere il “caro” collega, aveva dovuto pregarlo in ginocchio, tirando il ballo la solidarietà cameratesca. Ma avrebbe sopportato tutto questo solo per gustarsi la propria tanto attesa vendetta! Con il ben noto ghigno maligno che spuntava sulle sue labbra, l’Espada si appropriò di un tavolino più appartato.

-Insomma?- ritentò il morò -perché mi hai portato in questo posto?-

Grimmjow sospirò pesantemente: non doveva perdere assolutamente la calma, altrimenti tutto il suo malvagio piano di vendetta sarebbe andato in fumo.

Così alzò la testa e rivolse al ragazzo seduto di fronte l’espressione più sincera ed amichevole di cui era capace. Con scarsi risultati, ovviamente.

-Sono sicuro che entrambi abbiamo incominciato con il piede sbagliato-, esordì quello, -probablmente hai interpretato in modo sbagliato qualche mio comportamento, e per questo hai reagito per difesa con, emh…-. Nella mente di Grimmjow si stavano affolando milioni di parole per descrivere quello che il moro gli aveva fatto subire. Umiliazioni che l’hanno costretto a girare per le strade con la testa ficcata in un sacchetto di carta? Sfracellamento e annientamento totale della propria autostima? Grandissime bastardate?

-… con dei piccoli scherzi…-, disse Grimmjow con palese irritazione trattenuta, mentre le mani si strinsero pericolosamente intorno al bordo del tavolo.

- Credo che tu abbia fatto tutto questo perché mi vedevi come un nemico, ecco!-, continuò con il tono di voce che stava incominciando a incrinarsi per la collera, -non penso che tu l’abbia fatto semplicemente perché godi delle mie umiliazioni!-.

Il silenzio calò dopo queste parole. Ulquiorra prima fissò il collega con sguardo significativo, per poi rispondere in tono imperturbabile: -Non vuoi realmente che ti risponda, vero?-.

A quelle parole, la Sesta Espada strinse con tale forza il bordo del tavolo che lasciò l’impronta delle proprie unghie sulla superficie di legno. Vari nervi ballerini stavano pulsando pericolosamente sulla propria fronte.

-Calmati, dannazione!-, si maledì mentalmente,-non farti scoprire proprio ora!-.

Così si costrinse a continuare: -Così, come prova di pace, ti voglio fare una sorpresa!-, esclamò con fare falsamente allegro.

Il moro lo guardò con sufficienza.

-Una pozione usata dagli umani come cura di bellezza-, aggiunse l’Arrancar.

Ulquiorra si fece immediatamente attento. –Continua-.

Grimm sorrise soddisfatto. Il pesce stava abboccando.

-Come hai visto prima di entrare, questo posto ha il nome di “La tana delle bellezze”, giusto?-.

La Quarta Espada ricordò: come non notare l’immensa insegna sparafleshante che campengiava sopra l’entrata che raffigurava una donna dai vestiti e dallo sguardo molto succinto che ammiccava ai passanti?

-Ho presente-, sussurrò quello con un pizzico di disgusto, -Ebbene?-.

-Non è un nome dato a caso!-, esclamò la Sesta Espada con rinnovato entusiasmo. –Infatti qui dentro vengono serviti drink che hanno il potere di rendere chi li beve più belli e attraenti!-.

Grimmjow annuì compiaciuto per la propria trovata, convinto che il moro la bevesse. Ulquiorra, infatti, non era mai sceso sul mondo degli esseri umani, per cui non aveva la minima idea di cosa fosse una discoteca, né tantomeno cosa fosse un bicchierino di vino. La Sesta Espada si congratulò con sé stesso per questa splendida trovata.

Ma, al contrario delle proprie previsioni, il moro alzò un sopracciglio con aria scettica.

-Mi hai preso per coglione?-, disse semplicemente. Grimmjow raggelò sul posto. Che avesse capito che era tutta una balla?

-Queste sono pozioni create dgli umani. Scommettoche le hanno preparate con ingredienti di infima qualità. Io uso solo quelle create appositamente da Aporro-.

Grimmjow tirò un sospiro di sollievo e sorrise tra sé e sé:il pesce aveva abboccato, con tutto l’amo e la lenza! Ora si trattava semplicemente di addolcire la pillola.

-Ma non sto parlando di una pozione qualunque!-, ribattè con tono concitato, -queste sono frutto di anni di lavoro e lavoro, di esperimenti ed esperimenti, di dure giornate di lavoro di scienziati specializzati in questo settore che hanno sputato sudore e sangue per scegliere e miscelare perfettamente i migliori ingredienti per ottenere il miglior elisir di bellezza!-.

trascinato dalla foga del proprio discorso, l’Arrancar era scattato in piedi per descrivere appassionatamente le carateristiche miracolose di un drink alcolico. Finalmente tutte le serate sprecate a guardare lo chef Tony e Miracle Blade con Nnoitra hanno dato i loro frutti: ormai le televendite non avevano più segreti!

Grimmjow notò con soddisfazione lo scintillio affascinato del collega, e decise di dare il colpo di grazia.

-Basta con tutte quelle creme unte, dispendiose e che hanno effetto solo per mezza giornata! Al diavolo spazzole scorticanti e piastre che sfibrano e bruciano i capelli! Diamo un taglio a mascara e smalti! Con un semplice sorso di questa pozione, la tua pelle sarà liscia e profumata come non mai! I capelli diventeranno lisci e setosi! Le ciglia lunghe e folte!-.

Ulquiorra era in completa balia di quelle dolci parole che scivolavano suadenti dalla bocca dell’uomo di fronte a lui.

-Funziona per le labbra screpolate?-, mormorò quello, ipnotizzato dall’arringa coinvolgente del compagno.

-Certamente!-, enfatizzò Grimm,- Ma devi affrettarti! Quest’offerta scadrà tra pochi minuti fino a esaurimento scorte!-.

-NO!-, Urlò terrorizzato il moro, -FINO A ESAURIMENTO SCORTE NO!-.

-E allora ordiniamone subito uno!-, esclamo allegro la sesta Espada, attirando l’attenzione del barman.

-OSTE! CI DIA IL DRINK PIU’ FORTE CHE HA!-, berciò Grimm.

Dopo poco davanti ad Ulquiorra tronegiamo un boccale colmo di tutti i tipi di miscele di rum whisky presenti nel locale, formando una pericolosa bomba alcolica.

Il moro s’avvicinò lentamente alla superficie della brocca, arricciando il naso.

-Ha uno strano odore…-, mormorò fisando Grimmjow, come se s’aspettasse che il collega giustificasse questo fatto.

-Buon segno!-, lo rassicurò, -significa che avrà maggior effetto!-, enfatizzò Grimm, che ormai si era calato perfettamente nel ruolo dell’uomo delle televendite.

Ulquiorra guardò dubbioso il liquido che gorgogliava esalando un forte odore acre.

-Ricordati delle labbra screpolateeeeeee…-, cantilenò la Sesta Espada.

Il moro, allora, prese con decisione il manico del boccale, e ingurgitò tutto di un sorso il liquido, per poi sbattere la brocca violentemente sul tavolo.

Si sentiva un po’ strano ….

*/*/*/*/*

 

Al suo risveglio, Ulquiorra si ritrovò nel confortevole buio della propria stanza. Non ricordava minimamente come fosse arrivato lì. Per la sorpresa scattò a sedere. Pessima idea: la propria testa sembrava essere traffitta da milioni di aghi pungenti. Così il moro si lasciò cadere pesantemente sul cuscino. Dopo che il complesso heavy metal che continuava a trapanargli il cervello ebbe tolto i battenti dal suo povero cranio, la Quarta Espada decise di fare capolino dalla sua tana.

Arrancò lentamente lungo i corridoi, mentre un’aura grigia e mesta aleggiava sopra di lui.

Dalla direzione opposta, Zommari e Arroniero stavano camminando affiancati, parlottando concitati tra loro. Appena videro il moro, emisero delle risatine sommesse e, mentre lo superarono, si lanciarono delle occhiatine d’intesa.

Ulquiorra rimase leggermente perplesso da questo comportamento inconsueto, ma decise di ignorare i due celebrolesi e di andare avanti.

Dopo poco la sua strada incrociò quella di Halibel che, scorgendolo, gli s’avvicino con passo di guerra e gli tirò un gancio destro che lo fece atterrare a qualche metro di distanza.

-Pervertito!-, sbottò quella indignata, -e io che credevo che fossi l’unico che si salvasse tra questa banda di assatanati!-.

Detto questo, lo sorpassò con fare stizzito.

-Cosa diavolo sta succedendo?-, pensò il moro passandosi una mano sulla guancia lesa, mentre si alzava traballante dal buco formatosi nella parete per il suo delicato atterraggio.

Proprio in quel momento passò di lì un Nnoitra di ottima umore che, come lo notò, si avvicinò sogghignando malevolo.

-Ehilà, playboy-, sogghignò quello battendogli la mano sulla spalla con aria ilare, -lo sempre detto che dietro quell’aria fredda e impassibile si nascondeva un vero macho-. Quasi non riuscì a terminare la frase che scoppiò in una fragorosa risata.

Ulquiorra lo fissò sbalordito finchè non scomparve in fondo al corridoio.

Okey, ora era DECISAMENTE preoccupato.

Determinato ad indagare la questione fino in fondo, decise di chiedere spiegazioni al suo accompagnatore.

Durante al tragitto, s’imbattè in Aporro, che era totalmente concentrato a guardare lo schermo di un mini-portatile. Quando la checca alzò lo sguardo sulla Quarta Espada., lo accolse con un sorriso in cui erano sottintesi molti secondi fini.

-Ulqui-chan-, disse quello lascivo, -vedo che ti piace la lap-dance! Se vuoi puoi usare il mio palo…-

Lo storico auto controllo del moro, che quel giorno era stato messo duramente alla prova, crollò definitamente, facendo sfrittellare la faccia dello scienziato contro il muro di fronte. Il mini-portatile cadde a terra con un sonoro tonfo, proprio vicino ai piedi del moro. E sarebbe rimasto lì chissà per quanto tempo, se Ulquiorra, che si stava avviando nuovamente verso la camera di Grimmjow, non avesse sentito queste parole uscire dall’apparecchio:

-Forza Ulqui-chan, sappiamo che ne sei capace…-.

Il moro si bloccò improvvisamente. Fece dietro front e afferrò d’impeto il portatile. Questo stava trasmettendo un video fatto da un cellulare e stava mostrando la stessa discoteca in cui era stato la sera precedente. Ma non era questa la cosa più inquietante, no. Il peggio era che il telefono stava inquadrando proprio lui, con la testa poggiata sul tavolo colmo di boccali vuoti. Come se non bastasse, sulle sue gambe si stava sdrusciando una di quelle ragazze con vestiti succinti che mostrava il cartello del locale, mentre una seconda si era appolipata del suo braccio.

-Daaiii, ti prego, fallo per noiiiiii-, miagolò la prima, sfregandosi come una forsennata sui suoi pantaloni.

La seconda aggiunse meliflua: -Il tuo amico là ha detto che sei molto dotato per queste cose-. A questo punto l’inquadratura cambia e mostra il ghigno strafottente di Grimmjow, che saluta allegro gli spettatori.

-Brutto figlio di-, imprecò Ulquiorra vedendo quella faccia a merda comparire sullo schermo del portatile.

All’improvviso una voce pastosa e sbiascicata, che a fatica riconobbe come sua, attirò l’attenzione della Sesta Espada, che rivolse l’inquadratura verso il collega.

-Voi credete che non abbia il coraggio, hic?-, esclamò un Ulquiorra parecchio sbronzo, -ora vi faccio vedere io, hic!-.

A conferma di quella che aveva appena detto, s’alzò di scattò, rischiando di far cadere a terra la donnicciola dolcemente appollaiata sulle sue gambe.

Barcollandò il moro s’arrampicò sul palco rialzato sopra la pista da ballo, dove graziose fanciulle parevano ignorare la legge di divieto sugli atti osceni in luogo pubblico. Queste parvero accogliere benevolmente il nuovo arrivato, tanto che alcune cominciarono a lasciare i pali per sdrusciarsi contro qualcosa di più interessante. D’un tratto, in sottofondo partì “I’m too sexy for my shirt” e, trascinato dal ritmo, dalle spogliarelliste e soprattutto dall’alcol, il moro regalò uno spettacolo che i presenti non avrebbero dimenticato facilmente.

Da quel momento in avanti le scene che seguirono sono censurate per il bene delle candide animucce delle lettrici/lettori che stanno leggendo questa storia.

Guardando la serie di scene che imperettita e imperturbibile che il portatile offriva, le espressioni facciali della Quarta Espada passarono dalla sorpresa, al profondo imbarazzo, fino al terrore più puro.

-Cos… Cosa diavolo stanno facendo quelle due? Perché mi hanno tolto i pantaloni? Ma che… Io ieri non avevo nessun tanga leopardato! Perché il pubblico mi lancia monete?!?!? C-c-che vuole fare con quel palo?? … No! Fermo, non lo fare! NOOOOOO!!!-.

 Ulquiorra lanciò violentemente il computer contro la parete di fronte, incrinando lo schermo, Questo non basto a rompere l’apparecchio, che, terminato il video, mostrò la schermata di Youporn.

-No….-, sbiancò maggiormente il moro.

-MALEDETTO GRIMMJOOOOOOOOOOOOWWWW!!!-.

Il Sesto Espada, udendo queste parole, sogghignò soddisfatto, mentre terminava di fare le tendine per la cucina del covo con la vestaglia rosa fru-fru di Ulquiorra.

 

FINE

Ed ecco la storia di come Grimmjow si ribellò alle angherie di Ulquiorra.

Finalmente dopo tanto tempo sono riuscita a terminare questa fic!!^^ Lode ai cieli!

*l’Autrice s’inchina ai piedi di una statua d’oro di Tite Kubo*

Mi mancheranno questi ragazzacci, ne abbiamo passate così tante insieme.. ç__ç

Grimmjow, Ulquiorra, Nnoitra e Aporro: -A noi non mancherai-.

Autrice: -Davvero? è__é-.

*L’Autrice sta per buttare nell’inceneritore scorte di latte, creme anti rughe, set di coltelli di Miracle Blade a l’intera collezione di Playgirl*

Autrice: -Dicevate?-.

Grimmjow: -Carissima! Ci mancherai così tanto!! ^^’’’-.

Ulquiorra: -Non ci dimenticheremo mai di te…-.

Nnoitra: -Un’esperienza…. Unica…-.

Aporro: - Sigh… il mio computer…-.

Autrice: -Anche a me mancherete!! çoç Ma tranquilli! Cercherò di tornare il prima possibile!!^^-.

Espada: -BWAAAAAAAHHHH!!!! çOç-.

Autrice: -Che dolci! Stanno piangendo per la fine di questa storia!^^-.

*Spunta Renji, mio caro amico*

Renji: -Ma mia cara, cosa faremo domani sera?-.

Autrice: -Quello che facciamo tutte le sere, Renji. TENTARE DI CONQUISTARE IL MONDO!

 

stella_blu = Al momento Barragan è impegnato nel torneo di briscola del circolo pensionati e quindi ha meno tempo per preoccuparsi degli altri giovani Espada. Un pensiero in meno per Aizen! Anche io sono stata molto impegnata con scuola et similia, ma finalmente sono riuscita a completare la fan fiction. Spero ti sia piaciuta, alla prossima!!!

_Darklight92_= Eh, già, povero Aizen! I suoi sogni di gloria sono stati distrutti da un branco di bambini pervertiti, pestiferi e urlanti!

Gin: -Eppure gli ho voluto così bene! Perché sono cresciuti così male?? È tutta colpa del padre!-.

Grazie per avermi seguito fino alla fine!!! Al prossimo delirio!

Grimmy = Certo, prova ad avere in casa una mandria di persone che tentano di uccidersi/violentarsi quotidianamente!^^

Gin: -Caro, non dimenticarti della pillola per la pressione! Lo ha detto anche il cardiologo!-.

Il tuo gatto è azzurro e coccoloso? Allora è la fine…. Ci vediamo!

Ucha = Sei arrivata giusto in tempo per vedere compiersi la vendetta del micio!

Ulquiorra: -Io non porto vestiti rosa e bigodini. È una voce messa in giro dall’Autrice-.

Autrice: -Certo, certo… Oh, guarda: Aporro sta mettendo a lavare i suoi slip neri con la tua camicia da notte color confetto!-.

Ulquiorra: -NOOO, FERMO MALEDETTO! ALTRIMENTI STINGE!-.

Autrice: -Come volevasi dimostrare…-.

 

   
 
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