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Autore: Hayley Black    21/04/2011    7 recensioni
«Ancora una volta abbiamo visite, signorina Granger.» trilḷ, sedendosi, mostrando che, ancora una volta, Fred Weasley era stato messo in punizione con lei.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Il trio protagonista, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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- Questa storia fa parte della serie 'Neutron star collision ~ '
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Risposte.

 

Il vento freddo le scompigliò i capelli, mentre Harry afferrava il Boccino con destrezza, applaudito da un gruppetto di ragazzine del terzo anno che gridavano come matte il suo nome.
Scosse la testa e ricambiò il sorriso del cercatore, che stringeva tra le dita la sfera dorata che agitava le ali nel vano tentativo di liberarsi.
Angelina lo raggiunse a cavallo della sua scopa, con un sorriso raggiante sul volto, i denti bianchissimi che risaltavano sulla pelle scura
-Complimenti Harry, l’hai preso in meno di cinque minuti. La prossima partita stracceremo i Corvonero, ne sono certa- disse trionfante, atterrando insieme agli altri giocatori, fiduciosi delle parole del Capitano.
In effetti, a quel che aveva sentito, Harry stava migliorando ad ogni partita, anche se lui di solito sfiorava la perfezione quando giocava a Quidditch.
Sorrise e scese dagli spalti velocemente, era scappata dalla biblioteca per gli allenamenti dei ragazzi, che erano stati abbastanza contenti di averla tra loro.
Era sempre strano vederla lì, lei, Hermione la so tutto, il topo di biblioteca, che andava agli allenamenti di Quidditch. Alle partite era diverso, andava a tifare la propria casa, ma gli allenamenti erano qualcosa di meno importante, però lei c’era.
Le piaceva vedere Harry, o Ron, o gli altri, volare sferzando l’aria con le scope, eseguire danze nel cielo e poi buttarsi in picchiata sfiorando la terra con le dita.
Ma comunque non era il suo forte, questo Quidditch.
-Hermione, di nuovo qui?- fece Harry visibilmente allegro, cingendole le spalle con un braccio affettuosamente ricevendo un’occhiataccia da Ron
-Già. Ma sarà l’ultima volta, poi mi rinchiuderò in biblioteca- rise lei, facendo girare tutti a fissarla. Aveva riso un po’ troppo forte, e sentendo lo sguardo di tutti, soprattutto quello di Fred, su di sé, la fece arrossire non poco.
Tossì leggermente, cercando di riprendersi. Da quando rideva in maniera così pronunciata?
Si sentiva in completo imbarazzo, si sentiva quasi un’estranea lì dentro.
Lei che non ne capiva niente di Quidditch.
Lei che avrebbe preferito allevare un esercito di Schiopodi Sparacoda piuttosto che salire su una scopa.
Lei, il topo di biblioteca, che diamine ci faceva nello spogliatoio dei Grifondoro?
Doveva squagliarsela. Il caldo la opprimeva, sebbene fuori ci fosse il vento che strappava le foglie dagli alberi e le faceva volteggiare in aria, manco volessero giocare pure loro a Quidditch.
Si riscosse, cercando disperatamente una scusa per scappare.
Ma lei una scusa ce l’aveva sempre.
-Ehm… scusate, ragazzi, ma devo finire il tema di Aritmanzia e devo proprio scappare. Ci vediamo in Sala Comune!- esclamò, dileguandosi velocemente.
Oh, andiamo! Lei, che cercava di far credere a se stessa e agli altri che il Quidditch le importasse qualcosa? Stupidaggini!
Non le importava un bel niente.
Le importava solamente di Fred. Quando l’aveva guardata aveva sentito qualcosa all’altezza dello stomaco che si contorceva. Non poteva andare avanti così.
Stava compromettendo la sua bravura scolastica. Il suo intelletto.
Da troppi giorni la sua mano non scattava veloce in aria quando i professori facevano  una domanda alla classe.
Da troppi giorni non prestava la dovuta attenzione alle lezioni, lasciando il proprio foglio per gli appunti sul letto sfatto.
Si stava trascurando.
Per Fred.
E per cosa, poi? Per qualche sorriso che regalava a qualunque ragazza? Non era una bella garanzia, barattare anni di studi per qualche sorriso luminoso.
La cosa pi brutta era che lei, solo e soltanto lei, non voleva credere a questa tesi.
Perché finchè Fred le avrebbe rivolto un sorriso, per Hermione ci sarebbe sempre stata la forza di andare avanti.

Hermione venne a sapere, tramite un’informata Ginny, che la settimana dopo avrebbero avuto un’intensa partita di Quidditch contro i Corvonero.
-Tu ci sarai, vero?- le chiese Fred mentre erano seduti di fronte al camino acceso, sebbene la primavera alle porte c’era freddo lassù, alla torre dei Grifondoro.
-Io non sono niente al confronto delle tue fan sfegatate- rispose lei noncurante, sfogliando il libro di Antiche Rune con aria stanza
-Da quando ho delle fan sfegatate?- fece lui sorpreso, passandosi una mano tra i capelli
-Da quando hai messo piede qui- ribattè lei, sfogliando il libro con tanta forza da strappare una pagina all’angolo del foglio
-E tu fai parte delle fan sfegatate?-
-Neanche un po’-.
Ecco, conversazione finita.
Oh, era un’inguaribile bugiarda.
Aveva soffiato quella risposta acida senza pensarci due volte, pur sapendo di essere colei che capeggiava le fan di Fred. Gliel’avrebbe gridato, scritto in cielo con la magia, ma l’unica cosa che riusciva a fare era negare l’evidenza e successivamente stare zitta.
-Hermione, perché negare?- dopo qualche minuto di assoluto silenzio la voce di Fred la riscosse, e la sua faccia si trasformò nel colore della poltrona su cui era seduta
-N-negare cosa?- sbottò, fingendo indifferenza
-Che vorresti essere lì, alla partita, a fare il tifo per me-
-Io faccio il tifo per la squadra, Fred-.
Già, per la squadra.
Quando se ne fosse convinta, avrebbe potuto continuare a vivere la sua vita in pace.
Il ragazzo accanto a lei incrociò le braccia e fissò il fuoco, mentre Dean e Seamus, gli ultimi rimasti, davano loro la buonanotte e salivano nei dormitori.
-Insomma, Hermione, che ti succede?- mormorò il rosso abbattuto, evidentemente era stanco per gli allenamenti
-Non mi succede niente, Fred. Ma che diavolo avete, tutti? Hermione che succede, Hermione cos’hai fatto…- replicò lei irritata, chiudendo di scatto il libro -Tra meno di due mesi ci sono i G.U.F.O., Fred. Forse tu non capisci il nervosismo che si prova in procinto degli esami, ma credimi, è distruttivo. Io non sto cambiando, è quello attorno a me che cambia. Dopo un intero anno di scuola passato a studiare con la Umbridge alle calcagna, sono stanca-.
Ecco, fine della conversazione.
-Hermione suvvia, tu… tu sei bravissima, a scuola! Come puoi pensare, minimamente, che i tuoi esami non andranno bene? Io ho i M.A.G.O., quest’anno, cosa dovrei dire? Dovresti vivere con più leggerezza- disse Fred, nascondendo l’esasperazione dietro una punta di sarcasmo
-Io… io vado a dormire. Ho sonno, e domani vorrei prestare attenzione alla lezione della professoressa McGranitt- la ragazza si alzò, appoggiando il libro sulla poltrona e sfregandosi le mani ghiacciate –Buonanotte, Fred-.
Si congedò, senza nemmeno aspettare una risposta dal rosso.
Infatti quella risposta non arrivò mai.

 

Note di un'autrice che sta per dileguarsi.

Okay, sìsì, lo so.
Sono orribile.
Sono un viscido vermicolo che striscia ai vostri piedi.
Chiedo umilmente perdono.
Ma... ma... non so. Avevo tipo abbandonato questa storia, sebbene mi piacesse.
Io mi emoziono quando la scrivo, insomma, io amo Fred ed Hermione assieme.
Sarà che amo Fred, boh.
Comunque... con questo aggiornamento spero di rimettermi in pari e rimeritarmi (?) la vostra stima e il vostro perdono.
Vi adoro tutti, davvero çç

Sayonara! <3 

   
 
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