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Autore: Red Leaves    25/04/2011    1 recensioni
Spin-off dell'originale "anche gli Dei muoiono" di Herit.
La direttrice del Monteverdi va a far visita a Mark dopo il suo ultimo attacco di cuore. Una breve Shot sui pensieri di quest'ultima.
dal capitolo:La consideravano sicuramente una donna omofobica e di mentalità ristretta. Ma se lei doveva accettarli perché erano nati così, non potevano loro fare lo stesso? Anche lei era nata così.
Ed era stata lei a dire “Vorrei che aiutasse il signor Violin ad ambientarsi”...ottimo, più ambientato di così.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un piano rovinato dalla Morte







Tic. Tic. Tic.

Come se no fosse già abbastanza fastidioso stare lì, pure quei suoni ripetitivi si impegnavano per disturbarla.
Quando Violin era svenuto avevano chiamato lei, proprio lei. Era un'ironia davvero inaccettabile.
La preside del Monteverdi era lì, nella stanza dell'ospedale. Davanti a quello che nel tempo era diventato suo nemico: Mark respirava lentamente ed emettendo ogni tanto un rantolo proveniente da una cassa toracica ammalata e triste.
Guy's Hospital... sarebbe bastata una sola lettera per cambiare il nome in qualcosa di contrario alle pari opportunità.
La preside si alzò dalla sedia dov'era seduta e si avvicinò lentamente al letto, facendo risuonare nella stanza vuota il rumore dei tacchi, squadrando dall'alto il musicista.
“Hai rovinato ogni cosa...”
Non aveva mai sopportato il talento e la ricchezza di Stradivari e quando aveva presentato Mark alla classe era stata contenta di lui. Sarebbe stato la stella che avrebbe oscurato la popolarità di Victor. Era perfetto: il nuovo arrivato che scalza quello bravo.

Ma poi avevano cominciato a girare quelle voci, voci che parlavano di una relazione sbagliata e a dir poco scandalosa. Una cosa del genere nella sua scuola, non poteva permetterlo! Già ce n'erano degli altri come loro, se qualcuno l'avesse saputo? Cosa avrebbero detto le persone?
La consideravano sicuramente una donna omofobica e di mentalità ristretta. Ma se lei doveva accettarli perché erano nati così, non potevano loro fare lo stesso? Anche lei era nata così.
Ed era stata lei a dire “Vorrei che aiutasse il signor Violin ad ambientarsi”...ottimo, più ambientato di così.
Aveva saputo prima di Victor che qualcosa tra i due sarebbe...sbocciato. E allora per impedirlo aveva fatto una cosa orribile: pagare qualcuno che picchiasse Mark, che lo spaventasse e gli mettesse paura. Doveva andarsene. Aveva pagato un barbone, un ripugnante essere della strada! All'inizio era inquieta all'idea della sua stessa decisione e poi si era infuriata perché non aveva funzionato!

Li aveva visti al parco quel giorno, e allora non c'era stato più nessun dubbio.
Allora aveva pensato ad un altro modo per gettare fango su di loro, non li sopportava più.

Ma poi...poi si era messa in mezzo un'altra forza. Una forza oscura invincibile: la malattia.
Mark distava un metro da lei addormentato, mentre lottava immobilmente tra la Vita e la Morte.
Dopo tutto quello che aveva fatto per farli lasciare non poteva frapporsi qualcosa che avrebbe reso vano ogni suo tentativo. Mark era un avversario, un nemico senza il quale la sua lotta era inutile. Non poteva morire, non doveva morire. Aveva desiderato rovinare la sua vita, ma questo era sbagliato, era esagerato. Adesso le dispiaceva che stesse male, certo poteva guarire, ma con un cuore non si scherza.
“Non voglio che tu muoia, idiota!”
Ormai aveva quasi bisogno di lui e di Victor, non le serviva che la morte interferisse!
Non se ne accorse subito, ma una lacrima scivolò sulla sua guancia.

Mark mugugnò qualcosa nel sonno: stava per svegliarsi.
Non poteva permettere che lui la vedesse vulnerabile, anche se non avrebbe capito.

“Avresti dovuto darti allo studio del flauto, per te era più appropriato!” esclamò uscendo dalla stanza senza nemmeno girarsi a guardarlo.









Questo è uno spin-off di un racconto scritto da Herit: Anche gli Dei muoiono. E' ambientato nella metà dell'undicesimo capitolo.
I personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà dell'autrice, che mi ha dato la sua autrizzazione per utilizzarli.
  
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