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Autore: Lights    01/05/2011    5 recensioni
Dal primo capitolo: Tutti noi abbiamo un sosia “dormiente”che può rimanere tale per tutta la vita oppure il destino decide di far incrociare la tua strada con la sua. Può essere l’occasione di un attimo, di un semplice scambio di sguardi che dopo neanche te ne ricorderesti, o ti ritrovi di fronte ad un altro te stesso senza sapere chi sia con l’unica cosa certa che è la copia di te. Cosa accadrebbe se il tuo sosia incrociasse la strada della tua vita, la tua famiglia, i tuoi amici, ma non incontrasse te perché tu ora non ci sei più? ----- Sono tornata con una nuova avventura!!! Si gira intorno a Gibbs e a una nuova presenza, ma ci sarà spazio per Tony&Ziva (come potrebbe essere il contrario ^_^)..... Buona lettura... Light
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Penso che sia più forte di me, quando sto per terminare una storia, entro in crisi.

Tutto diventa difficile e la nebbia regna sovrana nella mia mente nascondendo a me stessa le visioni di come andrà.

La mano, ad un certo punto, così senza preavviso, con un tocco delicato, spazza via la nebbia fitta e arriva sovrano il sole conquistando la scena.

Prima che continui con questo vaneggiamento, andiamo avanti.

 

 

Buona lettura

 

 

 

Light.

 

 

 

 

 

 

- Vivi… per me. O tutto quello che sono, non sarà servito a niente.-

 

 

 

Qualche ora prima…

 

 

 

In auto il silenzio era calato tra gli agenti, ognuno perso nei propri pensieri.

Tony strinse forte le mani a pugno, cercando di tenere a freno la rabbia che provava in quel momento.

Il suo unico pensiero era rivolto solo a lei: Ziva.

Una serie di domande affollò la sua mente.

Se non fossero arrivati in tempo?

Se lei avesse agito con la rabbia nel cuore?

Se il passato si fosse preso gioco del presente?

 

DiNozzo chiuse gli occhi preoccupato.

Si sentiva inquieto, in preda a quella strana sensazione che si sprigionava dentro, che ti logora lentamente l’anima e che si può definire solamente con … paura.

Paura di perdere tutto quello che aveva conquistato.

Paura di non farcela a vivere senza di lei.

Paura di guardare in faccia la realtà.

Paura di capire che per loro non ci si sarebbe stato nessun futuro.

Paura, semplicemente paura, di non avere più Ziva al suo fianco.

 

Respirò a fondo per calmarsi.

- Smettila.- Disse severo Gibbs interpretando i suoi pensieri. – Ricordati il piano!- L’ammonì duro.

- Sì capo!- Rispose Tony aprendo gli occhi a sentire quell’ordine.

“Andrà bene.” Si disse.

 

 

 

Jurji non aveva aggiunto altro e se n’era andato lasciandola lì da sola.

Ziva lentamente aveva ripreso i sensi.

Solo quattro mura la circondavo e poi il nulla intorno a sé.

Aveva poco tempo.

La donna cercò di muovere i polsi per allentare la presa della corda che glieli teneva stretti.

Riuscì a far scorrere il braccialetto, che indossava al polso, liberandolo dalla corda.

Se lo fece scivolare tra le dita nel tentativo di trovare il dispositivo che Callen aveva posto sotto la chiusura.

Un piccolo gioiello creato dall’ingegno di Abby e McGee.

“Non appena tutto questo sarà finito, farò un grosso regalo ai quei due… “ Si appuntò mentalmente.

“Sempre che…”

Fermò i suoi pensieri sul nascere.

Ora, non aveva bisogno di pensare all’inevitabile doveva rimanere concentrata.

“Eccolo!” urlò nella sua mente sentendo la sporgenza, la schiacciò subito con il pollice e il medio e dopo un flebile “bip” il rilevatore si attivò.

Ziva respirò a pieni polmoni, trattenendo l’aria dentro di sé per diversi secondi per poi lasciarla andare.

“Ora, non mi rimane che attendere.”

 

 

- Capo! Ci siamo!- Esordì McGee rilevando la spia sul portatile.

Gibbs, seguendo le indicazioni più precise di Tim, accelerò l’andatura del veicolo.

Tony guardò dallo specchietto retrovisore Callen.

L’Agente era tranquillo e con noncuranza scrutava fuori estraniandosi da quella situazione.

L’uomo, sentendosi osservato, girò lo sguardo per scontrarsi con quello severo del collega.

G, chiuse per un attimo gli occhi, non riuscendo a sostenere le iridi verdi che lo osservavano con astio.

Li riaprì dopo qualche breve secondo e sostenne quello dell’uomo.

- Qualche problema DiNozzo?- Chiese infine.

Tony, a sentire quella domanda, strinse ancora di più le mani a pugno mentre una voglia matta di colpire quel viso lo incitava sempre di più nel farlo.

L’Agente tolse lo sguardo dal collega e riprese ad osservare fuori.

Jade fece scivolare la sua mano in quella di Callen e gliela strinse forte.

La donna aveva intuito che cosa stesse passando nell’animo del collega.

G, senza muoversi dalla sua posizione, strinse piano la presa della sua mano, traendo da essa la tranquillità che il suo corpo cercava in tutti i modi di trovare.

- Pronti ad entrare in azione. McGee e Sash con me dal lato sud, mentre DiNozzo e Callen entreranno dal lato nord.- Ordinò Gibbs accostandosi al lato opposto della villa.

- Fate attenzione.- Si raccomandò ai due agenti prima di separarsi.

 

 

 

Ziva avvertendo il rumore degli spari spalancò gli occhi.

- Si entra in scena.- Disse in un soffio.

Iniziò a contare i secondi e attese che qualcuno entrasse nella stanza per portarla chissà dove.

Non dovette aspettare molto.

Un uomo grosso entrò bruscamente, la prese di peso, la appoggiò sulle spalle come se fosse un sacco di patate e non una persona e le puntò l’arma alla gola.

- Se pensi di fare qualche scherzetto ti faccio fuori!- Intimò spingendo sempre di più la canna della pistola sulla carotide.

I due avevano percorso pochi metri nel lungo corridoio quando una voce alle loro spalle li bloccò.

- Non ti hanno insegnato che non si trattano in quel modo le signore?-

 

 

 

- McGee rimani qui e sorveglia il lato ovest.- Ordinò Gibbs.

L’Agente con un cenno della testa rispose di sì, mentre il capo con lo sguardo indicò a Jade di seguirlo.

I due proseguirono lentamente e con circospezione stando bene attenti ad ogni piccolo rumore.

Arrivarono alla porta del grande salone, dove Jurji li aveva ospitati la prima volta.

- Ci siamo.- Affermò Jade fermando Jethro per il braccio. – Tornerà qui a prendere quello che ha nascosto.-

- Rimani fedele al piano.- Intimò alla donna con un lieve tono d’ansia che tradiva la sua compostezza.

Jade appoggiò la sua mano sulla guancia dell’Agente e sorrise dolcemente.

- Andrà tutto bene.- Lo rassicurò.

 

 

 

 

 

L’energumeno si girò di scatto sentendo quella voce irriverente alle sue spalle.

Gli occhi dei due agenti si scontrarono perdendo entrambi un battito del cuore nel costatare che l’altro stava bene.

- Togliti dai piedi.- Minacciò il malvivente spingendo di più la pistola alla gola della donna.

Tony non si fece impressionare e come risposta gli regalò uno dei suoi migliori sorrisi made in DiNozzo.

Ziva sbuffò silenziosamente.

“Anche in queste occasioni non riesce a stare serio!” Pensò stizzita notando l’atteggiamento strafottente del collega.

L’uomo, irritato dal comportamento dell’Agente, puntò la pistola, che prima era sulla gola della donna, verso di lui.

- Hai deciso di morire?- Minacciò nervoso premendo leggermente il dito indice sul grilletto.

- Occhioni belli vuoi rimanere appollaiata tutto il tempo sulla spalla di questo gentile energumeno o pensi di poter fare qualcosa anche tu?- Chiese Tony senza minimante badare alle sue minacce.

Una luce particolare brillò nelle iridi di Ziva.

La donna, con un movimento agile e veloce, colpì l’uomo con il gomito dritto all’orecchio facendogli perdere stabilità e presa su di lei.

Approfittando di quella libertà momentanea scivolò a terra mentre Tony, con un colpo secco, gli sparò colpendolo in pieno petto.

DiNozzo, dopo qualche istante, si avvicinò alla donna distesa per terra ancora legata.

Rimase fermo ad osservarla.

Stava bene.

Era lì con lui.

Scacciò con un gesto della mano i cattivi pensieri, che fino a qualche secondo prima gli avevano affollato la mente.

Le accarezzò il viso attirando la sua attenzione.

Ziva, al contrario di come si aspettava Tony, gli rivolse uno sguardo omicida.

- Pensi di liberarmi prima o poi?- Chiese scocciata e infastidita per non riuscire ancora a muoversi ed essere libera.

L’Agente sorrise alla gentilezza della collega.

- Piccola ninja come siamo ansiose.- Le slegò le caviglie e poi passò ai polsi aiutandola infine ad alzarsi in piedi.

- Ansiose?- Domandò incerta.

Tony, senza rispondere con le parole, le mostrò la risposta con i gesti.

Appoggiò delicatamente la mano sul suo viso e l’attirò a sé, portandola vicino alle sue labbra.

L’altra mano scivolò sui suoi capelli e le sospinse il capo verso il suo per approfondire il contatto.

Assaggiò lentamente le sue labbra, come se non l’avesse fatto da chissà quanto tempo, come se fossero stati lontani da tutta una vita invece di qualche ora.

DiNozzo rese più audace la sua esigenza di lei approfondendo il contatto fisico, la imprigionò nel suo abbraccio, lasciò scivolare le sue mani sulla schiena della compagna in un lento e eccitante massaggio.

- Non lo fare mai più.- Sussurrò sulle sue labbra riprendendo fiato.

Ziva sorrise teneramente.

Appoggiò la testa sul petto dell’uomo e si lasciò cullare dal battito del cuore.

- Lo sai che non posso promettertelo.- Ghignò divertita.

Ziva si staccò da lui per guardarlo in viso e per prenderlo un altro po’ in giro ma impallidì alla vista dell’uomo.

Non ebbe neanche il tempo di reagire che il colpo di pistola partì rimbombando nell’aria.

- Ziva…- Riuscì a stento a dire con un soffio di voce prima che gli mancasse il fiato.

 

 

 

 

- Era ora che arrivassi Jurij.- Lo salutò Jade quando l’uomo fece il suo ingresso nella stanza.

Il malvivente, accorgendosi della donna, rimase sorpresa nel vederla lì.

Restò fermo sull’uscio della stanza, chiudendo dietro di sé la porta.

Osservò attentamente la sua fisionomia, rilassata, seduta in poltrona, con le gambe accavallate mentre con una mossa innocente sfiorava con il dito indice la canna della pistola che teneva nella mano.

- Credevo veramente che arrivassi prima a riprenderti questi.- Affermò seria.

Jade appoggiò la pistola sul tavolino e subito dopo una busta con tutti i documenti falsi di Jurji, mentre tenne per sé il libricino dalla copertina rossa.

- Interessante.- Ironizzò la psicologa.

La donna sfogliò lentamente le pagine e lesse con attenzione a voce alta il suo contenuto citando nomi, luoghi, orari e merce dei vari scambi e accordi descritti.

- Lo sai che cosa vuol dire?-

- Maledetta!- Urlò Jurji gettandosi senza preavviso sulla donna con tutta la rabbia che aveva in corpo.

Gibbs uscì dal suo nascondiglio e lo bloccò prima che potesse arrivare ad afferrare e far del male a Jade.

La Dottoressa Sash si avvicinò al malvivente steso a terra, ammanettato e reso inoffensivo da Jethro che lo teneva fermo con un ginocchio appoggiato sulla sua schiena al pavimento.

- Carcere a vita.- Rispose la psicologa alla domanda che era rimasta in sospeso.

 

 

 

 

Un secondo sparo echeggiò nell’aria ferendo Ziva alla guancia e andò a colpire direttamente in mezzo alla fronte il malvivente.

L’Agente David sorresse tra le braccia il corpo di DiNozzo che, dopo il colpo, si era accasciato su di lei.

- T-ony…- Balbettò ancora incredula a quello che era appena accaduto.

L’odore agro del sangue le arrivò alle narici.

- Non lo fare…- Lo strinse più forte a sé, scivolò a terra e lo fece appoggiare al suo petto.

Callen, dopo aver sparato il colpo, rimase qualche secondo fermo nella sua posizione incredulo di essere arrivato tardi.

Si mise a correre per raggiungere i due.

Lacrime silenziose scivolarono sulle guance di Ziva che con tutta la forza premeva con le mani sulla ferita del compagno.

- Non puoi.- Disse con la rabbia nel cuore.

DiNozzo tossì sputando del sangue.

- Callen fa qualcosa, chiama l’ambulanza!!- Gridò verso l’Agente.

G compose il numero.

- Agene ferito, vi vengo incontro.- Poi rivolgendosi alla donna. – Torno subito con i soccorsi.-

Callen, senza attendere altro, corse via.

- Tony… ti prego… non lo fare…- Supplicò con le lacrime che le annebbiavano la vista mentre stringeva a sé il corpo dell’uomo.

- Vivi… per me. O tutto quello che sono, non sarà servito a niente.-

 

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

 

 

 

Bene, da come si evince, il prossimo capitolo sarà l’ultimo.

Non sarà molto lungo, ho preferito spezzare le due cose, perché credo che l’ultimo capitolo abbia bisogno del suo spazio.

Non so bene ancora come andrà a finire, chi vivrà, chi morirà, che cosa accadrà ecc. ecc., aspettiamoci di tutto.

   
 
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