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Autore: thecrownjewel    02/05/2011    2 recensioni
Tra narrazione e pagine di diario, Tiffany, 14 anni, ci confida i suoi pensieri e le sue avventure. Isolatasi da una famiglia un po' distante e una vita sociale pari a zero, Tiffany vede il mondo tutto nero. Ma, quando, alla fine della prima liceo, la prof di Storia assegna per compito una ricerca a coppie, qualcosa (o qualcuno) potrebbe farle cambiare idea...
[In corso di revisione]
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caro diario,
                ho, finalmente, trovato del tempo per scriverti; infatti, sono sola in casa, perché papà è al lavoro, mamma è con Lacey dalla nonna e Jack è a calcio. Potrebbe sembrare un po’ strano che, nonostante abbia l’intera casa a disposizione, io stia qui rannicchiata in un angolino con un cuscino sotto il sedere, ma è come se avessi bisogno di uno spazio piccolo, un piccolo mondo dove ci sia spazio solo per me stessa, piuttosto che un grande spazio vuoto, deserto, dove sentirmi abbandonata e sola.

Non c’è molto che devi sapere della mia vita, tranne che fa schifo. Perciò inizio subito a raccontarti della giornata di oggi, per quanto ne abbia vissuta, visto che non è ancora terminata e in poche ore può accadere di tutto. Ma non me lo aspetto, a dire il vero.
Oggi ho compiuto 15 anni. Non ci si sente diversi, è come se fosse solo una semplice addizione di 1 all’età che avevi prima (cosa che effettivamente è). Io, però, avrei preferito sentirmi diversa, almeno oggi. Avrei voluto sentirmi più amata, più capita, più...accettata in questo mondo. Invece no. No, perché stamattina, appena sveglia, innanzitutto, sono caduta dal letto (accidenti a quello scomodo letto a castello!). E come puoi ben immaginare, con un livido in testa non è facile iniziare la giornata - né fisicamente, né moralmente. Sembravo proprio uno zombie, e gli zombie non è che trattino bene la gente intorno a loro. Intorno a me, in quel momento c’era, purtroppo, mia mamma, anche lei un po’ nervosa ed è andata a finire in un litigio. Non so se avrebbe voluto farmi gli auguri di compleanno o se ne fosse dimenticata, in ogni caso, non me li ha fatti. E neppure mio papà, prima che uscissi di casa. E neppure Jack, che stava ancora dormendo, ma a cui, immagino, non importasse niente di quanti anni avevo, era già abbastanza seccato del solo fatto che esistessi. A scuola solo poche amiche si sono ricordate del mio compleanno e, adesso che sono a casa, sto aspettando, come ho detto prima, che la situazione si ribalti, in qualche modo. Sto aspettando che i miei posino un secondo Lacey e mi stringano in un forte e sincero abbraccio, sto aspettando che Jack mi dica che mi vuole bene, anche se litighiamo sempre, sto aspettando, non per essere egoista, uno straccio di regalo. Uno straccio di bigliettino d’auguri. Qualcosa. Mi sembra di aspettare sempre qualcosa dalle persone, ma loro sembrano non capire quello che voglio o quello di cui ho bisogno. Sembrano fregarsene altamente. Ed io aspetto. E, intanto, soffro. In silenzio, però, altrimenti sveglierei Lacey che dorme.
Voto alla giornata: 5/6 (nella speranza che in poche ore migliori!).
Grazie per aver pazientemente ascoltato il mio sfogo.
                                                                                                                             Tua, Tiffany 

  
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