PC socia in affari...
questa volta ho svarionato più del solito!
Ahahahahah....buona lettura!!!!
Giu
Capitolo 3: Robna
«Bruschete??»
«Bruschette!»
«No
it’s too difficult for me…»
Ho in mano un
pezzo di pane secco con dei
pomodori sopra, il nome mi è sempre stato ostico,
l’italiano è proprio
difficile. Anna con tranquillità sta cercando di insegnarmi
qualcosa del suo
paese. Non ha voluto che bevessi birra, la mia cara birra, ma ha
ordinato del
vino italiano, del Brunello qualcosa del genere. È buono, ha
avuto ragione.
Il nostro
pranzo tranquillo sta procedendo,
l’unica pecca è il fatto che non abbiamo potuto
pranzare all’aperto, maledetto
me, maledetto essere Robert Pattinson.
Ogni tanto mi
trovo a osservare la mia
compagna di pranzo.
Non si muove,
non parla se no le chiedo io
qualcosa, scommetto che sta trattenendo lo svenimento, scommetto che se
le
chiedessi del mio neo sulla schiena saprebbe farmici una tesi di
laurea. Ogni
tanto la vedo armeggiare con un cellulare e la curiosità di
chiedere a chi sta
scrivendo è tanta.
Ma non ho paura
sia collegata a twitter o
quei dannati social network, sarebbero già arrivate come
ogni volta mille
persone. E invece per ora non sento urla disperate, non sento casino,
solo
rumore di stoviglie e sono in pace, finalmente.
Il mio staff ha
provato a chiamarmi ma ho
rifiutato la chiamata, non voglio saperne niente, se perderò
degli impegni
tanto meglio. Sono stanco.
Alzo lo sguardo
e Anna mi sta osservando,
ha la bocca mezza aperta.
«Are you ok?»
«Oh….siii…oh….che
figura di merda…»
«Figura di
merda.. I
Know what it means…»
«Perfetto…»
E mi ritrovo a
ridere, la mia solita risata
e quando il mio occhio cade di nuovo sulla mia nuova amica la ritrovo
con gli occhi
lucidi, quasi pronta a piangere.
«What’s
happened?»
«Oh
nothing…!!»
«Raccontami…
right?»
E comincia a
parlare, eh non la ferma più
nessuno. Mi racconta di quando mi ha visto per la rima volta in Harry
Potter e
della pagina che ha su Facebook dedicata a me, e vergognandosi ammette
di avere
una pennetta Usb piena zeppa di mie foto. Non so come facciamo a
capirci, ma mi
diverto ad ascoltare i suoi deliri in inglese italianizzato.
Da solito
stronzo quale sono le chiedo
quali sono i miei scatti che più le piacciono, e tira fuori
dei nomi di servizi
fotografici che nemmeno più io ricordo. Dice anche che una
delle sue foto
preferite sono quelle che mi hanno scattato a Cannes, che li esce
secondo lei
il vero Rob, ed ha ragione. Nei servizi impersonifico un personaggio,
mi dicono
di fare l’uomo sexy, penso di non essere nemmeno tanto bravo
a farlo.
Continua
dicendo che odia chi invece che
chiamarmi con il mio nome, mi chiama Edward.
Questa ragazza
ha capito tutto. Tutto.
«Oh,
I’m so tired
of this…»
Mi guarda e
sorride, ricambio e continuiamo
a mangiare. La conversazione diventa sempre più piacevole,
Anna si lancia anche
in domande che fatte dai giornalisti mi avrebbero dato non poco
fastidio, ma
con lei mi sembra sia tutto diverso, non vedo malizia, ma solo
curiosità.
Mi chiede di
Kristen e della mia storia con
lei, e le dico che si stavamo insieme, ma non è andata.
Lei
è troppo riservata, lo sono anche io,
ma ogni tanto avrei voluto condividere il mio amore con il mondo
intero, cosa
che con lei non era possibile. Forse è la sua giovane
età,forse no. Non lo so. Fatto
sta che ora sono io, la mia sigaretta e la mia voglia di girare il
mondo.
Anna sembra
stupida da queste mie
dichiarazioni, forse si aspettava una risposta schiva, si è
rattristita.
«You
are … what do you named me e Kris??
Robsten?»
Il suo viso si
colora di rosso. Si sta
vergognando.
«Beh…ecco…yes…it’s
stupid I know…»
«no
it’s amazing…Robert and
Kristen….Robsten…Robert
and Anna..?»
Lo so sono
pessimo.
E lei ha smesso
di respirare, si non respira
più. Il rossore del suo volto è ancora
più evidente.
E mi piace, la
sento vera con me, non fa
finta come la maggior parte delle persone che ha a che fare con me.
È
una mia fan, mi segue, e ha capito
benissimo come sono, e non posso che esserne felice, dovrebbero essere
tutte
così. Sono stufo di ragazze che vogliono conoscermi e per
farlo tirano fuori
seni e altre parti del corpo.
«You’re
crazy!»
«No…!
What about Robanna?»
«Mmm...
»
«Robna?»
«I
think that Robsten is better»
«No
my dear…it’s not the better… Robna is
good!»
E scoppiamo
ancora a ridere.
Finiamo di
mangiare e usciamo dal locale.
Decido di non
mettere cappello e occhiali,
ma è stata la scelta più sbagliata che potessi
fare.
Una ragazza mi
nota, si sta avvicinando,
non so cosa fare.
Come se ci
stessimo muovendo al rallenty
vedo la sua bocca aprirsi e urlare, si sta urlando.
Sta urlando il
mio nome.
Anna
è con me, ha visto la scena e capisce
che sta per succedere un casino, mi prende per mano e quasi correndo mi
trascina via. Ci
intrufoliamo in alcune
piccole vie e arriviamo in un piccolo parchetto nascosto. Non ci hanno
inseguiti, ma so benissimo che nel giro di pochi minuti Siena
sarà cosparsa di
fotografi, giornalisti e ragazzine.
«Sorry…
I’m very stupid…»
«No,
no… dobbiamo andare via da qui.»
Indosso
cappello e occhiali e passando per
altre stradine mi riporta alla stazione.
Cerco un treno
per Firenze e leggo che è in
partenza tra dieci minuti, vorrei dirle di venire con me, vorrei
conoscerla
ancora di più. Stare in sua compagnia mi ha fatto bene, ma
come al solito la
mia fama rovina tutto. Ogni bel momento , ogni tranquillità
è rotta da urla. Sono
stufo di questa vita.
«Anna..thank
you so much… this is my
personal number. Call me… »
«Oh…wow…»
«My Italian trip… should ended… but chiamami!»
Le
brillano gli occhi. Scommetto che sta
pensando se sia solo un sogno, che non può essere la
realtà.
Mi
accompagna al binario, il treno è già
arrivato, dovrei salire ma non voglio.
Dovrei
tornare a Los Angeles ma non voglio.
C’è
ancora una cosa che devo fare qui in
Italia e che mi impedisce di tornare a casa.
Mi
avvicino ad Anna e la abbraccio, le sue
mani sono lunghe vicino al suo corpo, appena c’è
il contatto si irrigidisce, avvicino
il mio viso al suo e lascio un piccolo bacio sulla sua guancia.
Sposto
le labbra e la sento cedere, le sue
gambe stanno cedendo.
Sta
svenendo tra le mie braccia.
La
tiro su di forza e la chiamo, è sveglia,
non è svenuta ma non sembra molto vigile.
La
chiamo ma niente, sul suo viso solo un
sorriso, che compare anche sul mio, è felice e finalmente lo
sono anche io.
Ancora
tra le mie braccia Anna ritorna in
se e con non so quale spirito masochista mi regala anche lei un bacio.
Un bacio
che ha qualcosa di speciale.
Un
bacio che deve avere assolutamente un
seguito.
La
prendo per la mano e la faccio salire
sul treno,ci sediamo nei primi due posti disponibili, non ho ancora
mollato la
sua mano, la sto accarezzando, gioco con le sue dita.
L’altra
mano, quella libera dalla presa, si
sposta e raggiunge il mio viso, mi accarezza, non le da fastidio la
barba
incolta che segna il mio viso.
Continua
ad accarezzarmi e vorrei farlo
anche io, siamo pazzi, io sono Robert Pattinson, ma non mi interessa
affatto. La
prendo tra le mie braccia e le mie labbra trovano immediatamente le
sue. Le labbra
si aprono e si chiudono, certo che la storia delle italiane allora
è vera.
Il
bacio è incredibile, perfetto, le mani
accompagnano tutto, non si fermano continuano a muoversi, e sul viso
della mia
piccola italiana scorre una lacrima, una lacrima di gioia, sta
piangendo per
quello che sta succedendo.
Certo
se il mio idolo Jack
Nicholson
mi stesse baciando piangerei anche io. Ma quella è
un’altra storia.
Per
altri cinque, dieci minuti restiamo immobili, lei non mi chiede
niente, io non le dico niente.
Le
faccio solo notare che non abbiamo nemmeno fatto una foto insieme, e
fa una lei con il suo cellulare e una io con la mia macchina
fotografica, come
due bambini ridiamo riguardandole.
Ma
il treno viene annunciato e a malincuore devo salutarla, vorrei
restare ancora, ma sarebbe un problema più per lei che per
me. Rovinerei la
vita a una splendida ragazza.
Le
rinnovo l’invito a chiamarmi quando vuole, mi lascia il suo
numero e
scende dal treno.
Il
mio cuore è leggero, sono felice.
La
osservo ancora dal finestrino mentre il treno sta per partire,
sorride, sono doppiamente felice.
-An, I come back in Italy. I come back for you.
Love Rob.-