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Autore: giuggi_89    04/05/2011    2 recensioni
Delirio dedicato a una cara amica....:)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PC socia in affari...

questa volta ho svarionato più del solito!

Ahahahahah....buona lettura!!!!

Giu

Capitolo 3: Robna

«Bruschete??»

«Bruschette!»

«No it’s too difficult for me…»

Ho in mano un pezzo di pane secco con dei pomodori sopra, il nome mi è sempre stato ostico, l’italiano è proprio difficile. Anna con tranquillità sta cercando di insegnarmi qualcosa del suo paese. Non ha voluto che bevessi birra, la mia cara birra, ma ha ordinato del vino italiano, del Brunello qualcosa del genere. È buono, ha avuto ragione.

Il nostro pranzo tranquillo sta procedendo, l’unica pecca è il fatto che non abbiamo potuto pranzare all’aperto, maledetto me, maledetto essere Robert Pattinson.

Ogni tanto mi trovo a osservare la mia compagna di pranzo.

Non si muove, non parla se no le chiedo io qualcosa, scommetto che sta trattenendo lo svenimento, scommetto che se le chiedessi del mio neo sulla schiena saprebbe farmici una tesi di laurea. Ogni tanto la vedo armeggiare con un cellulare e la curiosità di chiedere a chi sta scrivendo è tanta.

Ma non ho paura sia collegata a twitter o quei dannati social network, sarebbero già arrivate come ogni volta mille persone. E invece per ora non sento urla disperate, non sento casino, solo rumore di stoviglie e sono in pace, finalmente.

Il mio staff ha provato a chiamarmi ma ho rifiutato la chiamata, non voglio saperne niente, se perderò degli impegni tanto meglio. Sono stanco.

Alzo lo sguardo e Anna mi sta osservando, ha la bocca mezza aperta.

 

«Are you ok?»

«Oh….siii…oh….che figura di merda…»

«Figura di merda.. I Know what it means…»

«Perfetto…»

 

E mi ritrovo a ridere, la mia solita risata e quando il mio occhio cade di nuovo sulla mia nuova amica la ritrovo con gli occhi lucidi, quasi pronta a piangere.

 

«What’s happened?»

«Oh nothing…!!»

«Raccontami… right?»

E comincia a parlare, eh non la ferma più nessuno. Mi racconta di quando mi ha visto per la rima volta in Harry Potter e della pagina che ha su Facebook dedicata a me, e vergognandosi ammette di avere una pennetta Usb piena zeppa di mie foto. Non so come facciamo a capirci, ma mi diverto ad ascoltare i suoi deliri in inglese italianizzato.

Da solito stronzo quale sono le chiedo quali sono i miei scatti che più le piacciono, e tira fuori dei nomi di servizi fotografici che nemmeno più io ricordo. Dice anche che una delle sue foto preferite sono quelle che mi hanno scattato a Cannes, che li esce secondo lei il vero Rob, ed ha ragione. Nei servizi impersonifico un personaggio, mi dicono di fare l’uomo sexy, penso di non essere nemmeno tanto bravo a farlo.

Continua dicendo che odia chi invece che chiamarmi con il mio nome, mi chiama Edward.

Questa ragazza ha capito tutto. Tutto.

 

«Oh, I’m so  tired of this…»

 

Mi guarda e sorride, ricambio e continuiamo a mangiare. La conversazione diventa sempre più piacevole, Anna si lancia anche in domande che fatte dai giornalisti mi avrebbero dato non poco fastidio, ma con lei mi sembra sia tutto diverso, non vedo malizia, ma solo curiosità.

Mi chiede di Kristen e della mia storia con lei, e le dico che si stavamo insieme, ma non è andata.

Lei è troppo riservata, lo sono anche io, ma ogni tanto avrei voluto condividere il mio amore con il mondo intero, cosa che con lei non era possibile. Forse è la sua giovane età,forse no. Non lo so. Fatto sta che ora sono io, la mia sigaretta e la mia voglia di girare il mondo.

Anna sembra stupida da queste mie dichiarazioni, forse si aspettava una risposta schiva, si è rattristita.

 

«You are … what do you named me e Kris?? Robsten?»

 

Il suo viso si colora di rosso. Si sta vergognando.

 

«Beh…ecco…yes…it’s stupid I know…»

«no it’s amazing…Robert and Kristen….Robsten…Robert and Anna..?»

 

Lo so sono pessimo.

E lei ha smesso di respirare, si non respira più. Il rossore del suo volto è ancora più evidente.

E mi piace, la sento vera con me, non fa finta come la maggior parte delle persone che ha a che fare con me.

È una mia fan, mi segue, e ha capito benissimo come sono, e non posso che esserne felice, dovrebbero essere tutte così. Sono stufo di ragazze che vogliono conoscermi e per farlo tirano fuori seni e altre parti del corpo.

 

«You’re crazy!»

«No…! What about Robanna?»

«Mmm... »

«Robna?»

«I think that Robsten is better»

«No my dear…it’s not the better… Robna is good!»

 

E scoppiamo ancora a ridere.

Finiamo di mangiare e usciamo dal locale.

Decido di non mettere cappello e occhiali, ma è stata la scelta più sbagliata che potessi fare.

Una ragazza mi nota, si sta avvicinando, non so cosa fare.

Come se ci stessimo muovendo al rallenty vedo la sua bocca aprirsi e urlare, si sta urlando.

Sta urlando il mio nome.

Anna è con me, ha visto la scena e capisce che sta per succedere un casino, mi prende per mano e quasi correndo mi trascina via.  Ci intrufoliamo in alcune piccole vie e arriviamo in un piccolo parchetto nascosto. Non ci hanno inseguiti, ma so benissimo che nel giro di pochi minuti Siena sarà cosparsa di fotografi, giornalisti e ragazzine.

 

«Sorry… I’m very stupid…»

«No, no… dobbiamo andare via da qui.»

 

Indosso cappello e occhiali e passando per altre stradine mi riporta alla stazione.

Cerco un treno per Firenze e leggo che è in partenza tra dieci minuti, vorrei dirle di venire con me, vorrei conoscerla ancora di più. Stare in sua compagnia mi ha fatto bene, ma come al solito la mia fama rovina tutto. Ogni bel momento , ogni tranquillità è rotta da urla. Sono stufo di questa vita.

 

«Anna..thank you so much… this is my personal number. Call me… »

«Oh…wow…»

«My Italian trip… should ended… but chiamami!»

Le brillano gli occhi. Scommetto che sta pensando se sia solo un sogno, che non può essere la realtà.

Mi accompagna al binario, il treno è già arrivato, dovrei salire ma non voglio.

Dovrei tornare a Los Angeles ma non voglio.

C’è ancora una cosa che devo fare qui in Italia e che mi impedisce di tornare a casa.

Mi avvicino ad Anna e la abbraccio, le sue mani sono lunghe vicino al suo corpo, appena c’è il contatto si irrigidisce, avvicino il mio viso al suo e lascio un piccolo bacio sulla sua guancia.

Sposto le labbra e la sento cedere, le sue gambe stanno cedendo.

Sta svenendo tra le mie braccia.

La tiro su di forza e la chiamo, è sveglia, non è svenuta ma non sembra molto vigile.

La chiamo ma niente, sul suo viso solo un sorriso, che compare anche sul mio, è felice e finalmente lo sono anche io.

Ancora tra le mie braccia Anna ritorna in se e con non so quale spirito masochista mi regala anche lei un bacio. Un bacio che ha qualcosa di speciale.

Un bacio che deve avere assolutamente un seguito.

La prendo per la mano e la faccio salire sul treno,ci sediamo nei primi due posti disponibili, non ho ancora mollato la sua mano, la sto accarezzando, gioco con le sue dita.

L’altra mano, quella libera dalla presa, si sposta e raggiunge il mio viso, mi accarezza, non le da fastidio la barba incolta che segna il mio viso.

Continua ad accarezzarmi e vorrei farlo anche io, siamo pazzi, io sono Robert Pattinson, ma non mi interessa affatto. La prendo tra le mie braccia e le mie labbra trovano immediatamente le sue. Le labbra si aprono e si chiudono, certo che la storia delle italiane allora è vera.

Il bacio è incredibile, perfetto, le mani accompagnano tutto, non si fermano continuano a muoversi, e sul viso della mia piccola italiana scorre una lacrima, una lacrima di gioia, sta piangendo per quello che sta succedendo.

Certo se il mio idolo Jack Nicholson mi stesse baciando piangerei anche io. Ma quella è un’altra storia.

Per altri cinque, dieci minuti restiamo immobili, lei non mi chiede niente, io non le dico niente.

Le faccio solo notare che non abbiamo nemmeno fatto una foto insieme, e fa una lei con il suo cellulare e una io con la mia macchina fotografica, come due bambini ridiamo riguardandole.

Ma il treno viene annunciato e a malincuore devo salutarla, vorrei restare ancora, ma sarebbe un problema più per lei che per me. Rovinerei la vita a una splendida ragazza.

Le rinnovo l’invito a chiamarmi quando vuole, mi lascia il suo numero e scende dal treno.

Il mio cuore è leggero, sono felice.

La osservo ancora dal finestrino mentre il treno sta per partire, sorride, sono doppiamente felice.

 

-An, I come back in Italy. I come back for you. Love Rob.-

 

 

 

   
 
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