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Autore: aiwa    08/05/2011    3 recensioni
E' l'inizio del sesto anno e Draco Malfoy torna ad Hogwarts cambiato. Durante l'estate ha sviluppato un'insana passione per la lettura, talmente forte che non puo' fare a meno di avvicinare l'unica studentessa in grado di soddisfare la sua sete di libri: Hermione Granger.
Anche Harry e' cambiato molto nell'ultimo anno, e si accorge presto di essere un po' troppo geloso delle amicizie della sua migliore amica.
Hermione scopre emozioni nuove e allo stesso tempo un potere nuovo, qualcosa che potrebbe aiutarla a proteggere le persone che ama dalla minaccia che incombe su Hogwarts.
(Canon fino al quinto libro)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Disclaimer:

Non possiedo nessun personaggio di Harry Potter


 

Avvertenze:

Ho iniziato a scrivere questa fanfiction molto tempo fa, ero molto giovane, quindi abbiate pazienza.

Sto scrivendo al momento su una tastiera giapponese, quindi non ho le lettere accentate. L'unico modo in cui posso mettere l'accento e' mettere gli apostrofi al posto degli accenti, anche questa e' una cosa per cui dovete portare pazienza.

Non ho una beta reader al momento, quindi se vedete degli strafalcioni, fatemeli notare nei commenti, cosi' li correggo.

Se poi qualcuno vuole proporsi come Beta, mi farebbe piacere ^^

 


 

 

CAPITOLO 1

 

"Cosa?" sbotto' una ragazzina del secondo anno.

 

Poco lontano da loro, la testa di Hermione si alzò dubbiosa. Era rimasta assorta nella lettura per molto, ma per qualche strano motivo quel gemito aveva scalfito la sua concentrazione e ora non riusciva a smettere di ascoltare la conversazione tra le ragazze.

Forse era uno strano sesto senso.

 

"Non lo sapevi?” chiese l’altra.

 

"Ovviamente no. Mi sembra impossibile!”

 

"Beh, posso capirti… ho reagito così anch’io quando l’ho scoperto.”

 

"Incredibile.”

 

Strinse le labbra, non riusciva ad afferrare di cosa stessero parlando.

 

"Povero Harry.”

Ah ecco.

Era la stessa ragazzina a parlare, aveva i capelli lunghi e neri, e guardandola meglio le parve di riconoscere Gracy Smides.

 

Hermione non pote' fare a meno di sporgersi un po' verso il gruppo, come se cio' potesse aiutarla a sentire meglio.

Era incuriosita adesso.

Che fosse qualche novita' riguardo Cho?

 

"Beh… è il suo destino no? Dal giorno che ha ricevuto quella cicatrice... e' colui che alla fine salverà tutti.”

 

Hermione aggrottò le sopracciglia, iniziava a non piacergli piu' l'argomento.

 

"Anche questo è vero.”

 

"La leggenda dice proprio così.”

 

Leggenda? Ma cosa si stavano inventando?

 

"Harry deve morire per far sì che colui-che-non-deve-essere-nominato lasci finalmente questo mondo.”

 

Spalancò gli occhi.

 

"Povero Harry, in più che è solo fin dalla nascita.. deve anche morire per far sì che il resto del mondo abbia una vita normale.”

 

"Incredibile. E pensare che è cosi' popolare...”

 

Sembravano parlare di un animale da fiera, non di un loro compagno.

 

"Sì, ma porta solo guai, ogni anno ce n'e' una... e piu' si sta lontano da lui meglio e'... hai visto cosa e' successo a Cedric... e ancora non ci vogliono dire cos'e' successo alla fine dell'anno scorso...”

 

"Harry sembra una persona diversa da quando e' tornato per l'inizio dell'anno...”

 

"Esatto! E anche le piccole cose... cosa mi dici dell’occhio nero che si è beccato Ron qualche giorno fa?”

 

"Che vuol dire? Pensavo fosse stato un incidente a quidditch?”

 

"No… cioè… non proprio… il punto e' che quella e' la versione ufficiale...”

 

"Non dirmi che e' stato Harry?”

 

"Non proprio... ma forse non c'e' molta differenza... insomma, e' sempre in giro a ficcarsi nei guai e come se non bastasse ci porta anche i suoi amici! E sono sempre in pericolo!”

 

Okay, qui si stava davvero esagerando, Hermione non riusciva piu' a stare ferma, strinse i pugni con rabbia e decise di avvicinarsi.

 

"Non ci avevo pensato.”

 

"Non lo capisco… nonostante sappia quali sono i pericoli che gli gravitano attorno si porta sempre in giro Ron ed Hermione… non mi stupirei se morissero anche prima di lui.”

 

Era ormai sopra di loro. Tossicchiò lentamente.

 

"Ah!” urlarono le ragazzine notandola improvvisamente, i loro visi improvvisamente pallidi

 

"Stupide.” disse sibilante, per un attimo era l'unica cosa che riusci' a dire, era troppo arrabbiata.

 

"Preferisco morire per Harry Potter che essere stupida come voi.”

 

Loro deglutirono a fatica. Non un commento che fosse udibile.

 

"Che succede?” La voce di Harry la zitti', non poteva continuare, nonostante tutte le cose che avrebbe voluto dire.

 

Alzo' lo sguardo verso i suoi amici, appena entrati in sala studio, i loro sguardi su di lei e sorrise sicura.

 

"Niente.” disse in fretta.

 

"Andiamo a cena?” chiese Harry dubbioso, guardando le ragazzine che lo osservarono impaurite.

 

"Sì, ho una fame.- continuo' a sorridere Hermione, ignorando le due ragazzine. Come se non fossero mai esistite.

 

Si allontanò verso l’uscita, non c'era motivo di avvelenarsi lo stomaco per dei pettegolezzi, per quanto maligni fossero, ne' c'era motivo di far partecipe Harry, o Ron.

Per quanto cercasse di non pensarci pero', una parte di lei voleva trovare un modo di far smettere queste speculazioni.

 

"Quindi, siete riusciti a cavarvela?” domandò, scuotendo la testa e sforzandosi di pensare ad altro, come per esempio il motivo per cui i suoi due amici erano arrivati solo ora.

 

"Mmhmm..” Ron si stava lamentando.

 

"Venti punti…” borbottò Harry.

 

"Ciascuno?” domandò, sgranando gli occhi.

 

Annuirono.

 

"Beh, c’era da aspettarselo. E pensare che siamo solo al primo giorno…”

 

"Non sei arrabbiata?” chiese Ron sorpreso.

 

Sogghignò. "Certo Ron, con te sempre.”

 

Harry rise divertito.

 

"Non vale… senza contare che appunto, siamo solo al primo giorno!”

 

"E chi lo dice? Non per essere cattivi, ma riesci sempre a cacciarti nei guai…”

 

Si ritrovarono dietro Parvati nel corridoio.

 

"Ciao Parv!” disse Ron, dimenticando il precedente discorso.

 

"Hey… non sapete l’ultima, immagino!”

 

Loro scossero la testa, non proprio sicuri di dover essere dispiaciuti della cosa.

 

"Beh, avete visto Malfoy da quando siete arrivati col treno?”

 

Realizzarono insieme la cosa.

 

"Non è venuto a disturbarci.” borbottò Ron.

 

"Non è venuto a insultarci come al solito.” ammise Harry.

 

"E non c’era a Pozioni.” continuò Hermione.

 

"Solo tu puoi aver notato le assenze!” commento' Ron, alzando gli occhi al cielo.

 

Hermione scosse le spalle. "Scusa se noto le cose.”

 

"Cosa gli è successo?” Continuo' Harry, guardando male i suoi due amici.

 

"Ha saltato pozioni.”

 

"Perché?”

 

"Non si sa… ma sembra sia molto cambiato… a parte il fatto che è tornato più bello che mai…” E dicendo cio' fece un occhiolino verso Hermione, che la guardo' strano. "Ma poi… stranamente… sembra più tranquillo… Neville gli è andato addosso ieri a cena… e potete crederci o no… l’ho visto con i miei occhi, non gli ha detto nulla, si è solo alzato e se n’è andato con neanche una parola.”

 

"Wow.”

 

"Possibile che…”

 

"…stia crescendo?”

 

Parvati scosse le spalle e iniziò a parlare di un milione di altre cose, a quanto pare il suo interesse principale era trasmettere informazioni, non discuterne, e quando lungo le scale si aggiunse a loro una giovane Corvonero, si allontano' con lei dopo un saluto veloce.

 

"Potete crederci?” chiese Ron.

 

Harry non rispose, stavano entrando nella sala comune e il suo sguardo era diretto al tavolo dei Serpeverde, cercava Malfoy, in un certo senso questo strano cambiamento lo incuriosiva.

Che ci fosse qualcosa dietro?

 

"Devo andare a dirlo a Ginny.” esplose poi il ragazzo dai capelli rossi, mettendosi subito dopo a correre fino al posto dov’era seduta la sorella.

 

Hermione rimase un attimo indietro, guardando le spalle di Harry, le parole di quelle ragazzine le ritornarono in mente.

 

In effetti, le cose erano cambiate ultimamente… quando Harry si muoveva, tutti lo guardavano di sottecchi, nessuno gli voleva veramente parlare, o almeno non a lungo, sfuggivano tutti. Non era sempre stato così, Harry era il loro eroe, ma qualcosa era diverso.

 

Come potevano voltargli le spalle adesso?

 

Avevano tutti paura di quello che Harry portava con se, e adesso che era cresciuto nessuno poteva negare il fatto che nei suoi occhi ci fosse una scintilla scura, il dolore di quegli anni e di tutte quelle perdite.

 

Scosse le spalle.

Un sentimento triste le strisciava silenzioso nel petto, ma era più preoccupata per Harry che altro.

 

Sperava che non si fosse mai accorto di quegli sguardi… sperava innocentemente che fosse cieco all’allontanarsi delle persone attorno a lui.

 

Avevano tutti paura, e la paura era il pregiudizio maggiore.

 

Si sedette di fianco a lui.

 

"Allora che dici?” chiese.

 

"Cosa?”

 

"Ti piace l’idea di un Malfoy cambiato?” domandò rivolgendo un’occhiata al tavolo dei Serpeverde.

 

Draco Malfoy sedeva tranquillamente immerso nella lettura.

 

Sgranò gli occhi.

Che cosa-?

 

Ma poi vide avvicinarsi Crabbe e Goyle e lui chiudere il libro e chiacchierare con altrettanta non-chalance.

 

Sarebbe stato davvero troppo vedere l’erede del mangiamorte Lucius Malfory leggere isolato da tutto e da tutti.

 

Harry aveva visto tutto.

 

"Non saprei… fa un po’ strano…”

 

"Magari si è innamorato di una babbana… eheh… certo quello avrebbe il potere di fargli meditare il suicido.”

 

"Concordo. Romantico... di certo. Tragico pero'.”

 

"Non so… è strano… magari sta davvero solo crescendo.”

 

"Beh, di sicuro più carino lo è diventato.” disse la ragazza, sorridendo maliziosa.

 

"Herm!” disse Harry arrossendo.

 

"Eheh… bisogna essere oggettivi a volte…”

 

Scosse la testa.

 

"Cos’è? Devo essere preoccupato adesso? C’è qualcosa tra te e Malfoy?”

 

"Ehuh… il pensiero mi fa venire il voltastomaco… a cosa mi fai pensare??? Ho solo detto che e' carino. Di aspetto. Un commento oggettivo. Come dire che tu e Ron siete carini! Ecco!”

 

Harry arrossì.

 

"Sei ancora così timido? Credevo che gli anni dell‘adolescenza e le battaglie con Voldemort ti avrebbero fatto più spigliato…”

 

Lui fece una smorfia. Chiaro che il suo scherzare non gli piaceva.

 

Lei fece un sorriso storto. "Scusami.” disse sinceramente, e mise una mano su quella di lui.

 

"Mm…”

 

"Perdono!!!!” chiese unendo le mani in preghiera.

 

Lui la guardò. Rise. Era troppo divertente vederla così preoccupata.

 

"Hey!” protestò lei.

 

"Ti perdono dai… per questa volta..”

 

Il cibo apparve nei piatti proprio in quel momento e Ron apparve in una frazione di secondo con un sorriso enorme… decisamente non da lui mancare anche un solo minuto della cena.

 

"Cosa mi sono perso?” domandò sedendosi con un tonfo dall’altro lato di Harry.

 

La ragazza scosse la testa. La delicatezza di un elefante.

 

"Niente di che… solo meditando sul cambiamento di Malfoy.” spiegò poi.

 

"Mm, certo potremmo provare a stuzzicarlo per vedere che fa..”

 

Lei sorrise maliziosa. "Uno direbbe non svegliare il can che dorme... ma allo stesso tempo... potrebbe essere divertente!”

 

Harry e Ron si girarono verso di lei, sorpresi.

 

Lei sorrise. "Che c’è? Non posso essere contenta all’idea di stuzzicare il nostro simpatico Draco?”

 

Ron scosse la testa.

 

"Sembri diabolica. E i tuoi doveri di prefetto?” commentò l’altro.

 

Rise. "Beh, dopo l’anno scorso si può dire che non mi faccia piacere averlo attorno. E poi i miei doveri di prefetto sono verso i più giovani.” continuò più seriamente.

 

"Credo che a nessuno piaccia averlo attorno.” esclamò Harry.

 

Ron batté un pugno sul tavolo. "Ecco! Ho capito!”

 

"Cosa?”

 

"Era così insopportabile che anche suo padre l’ha cacciato via di casa… per quello è così.”

 

Hermione scosse la testa, seguita dall’altro ragazzo. "Non credo proprio… sono fatti della stessa pasta quei due.”

 

*

 

Hermione non ebbe bisogno di desiderare una seconda volta d’incontrare il nuovo Malfoy. Girando l’angolo mentre si dirigeva a Pozioni, quello stesso pomeriggio, si ritrovò davanti una scena a cui era ormai abituata, ma non per questo l’odiava di meno.

 

Crabbe e Goyle stavano torturando un ragazzino che frequentava forse il secondo anno. Un Tassorosso.

 

Li guardò con odio.

 

"La volete smettere con questo stupido ed inutile spettacolo… sappiamo tutti benissimo che siete dei mostri crudeli, non c’è bisogno di ricordarcelo!” urlò mettendo una mano sopra il braccio che Goyle aveva messo sulla spalla del malcapitato.

 

Soltanto allora notò che poco lontano, appoggiato ad uno stipite Draco Malfoy stava osservando silenzioso.

 

I suoi occhi scintillarono alla sua entrata.

 

Hermione sentì di non essere proprio nel posto giusto al momento giusto… per di più sola.

 

"Lasciatelo!” insistette comunque con i due orchi.

 

Loro si volsero verso Malfoy in attesa.

Cos’è? Non sanno neanche decidere da soli?

 

"Oh, la nostra principessa è scesa dal suo piedistallo per diventare la salvatrice del popolo…” disse avvicinandosi sprezzante.

 

Cambiato? Mm… non proprio, ne?

 

"Principessa? Mm… Malfoy… forse hai letto un po’ troppo durante queste vacanze estive, e ti sei perso in qualche storia fantasy… sai… siamo nella realtà qui… hai presente? Hogwarts? Studenti? Tutti uguali? L’unica cosa forse è che c’è gente piena di se stessa fino a sopra i capelli ingellati…”

 

Lui sorrise con un che di diabolico.

 

"Mi eri mancata stupida Mezzosangue.. sai non ho nessuno da insultare a casa mia.. e con lo stress… è sempre utile avere qualcuno come te su cui sfogarsi. Dovresti essere contenta di essere addirittura così utile ad un Malfoy…”

 

Si era avvicinato, ormai a neanche un metro di distanza, il suo sguardo gelido la osservava con scherno.

 

Due occhi che sembravano avere davvero il colore del ghiaccio.

 

Lei aggrottò le sopracciglia… ci fu del silenzio.

 

E poi non riuscì a far altro che scoppiare a ridere.

 

"Mi avevano detto che eri cambiato Malfoy… ma sembra che non sia successo niente del genere… ancora così orgoglioso nel pensare che la tua famiglia sia tanto grande… ma sai una cosa? Sei solo ignorante, non hai idea di quello che ti sta accadendo attorno, non riesci a crescere, a capire che qua ad Hogwarts siamo ben lontani dalla realtà, per quanto tu ti impegni a spaventare i ragazzini appena arrivati… siamo parte di un mondo molto più grande… e tu vali pressappoco niente.”

 

Per un attimo arrossì vivamente, rabbioso, cercò di riprendersi con fatica.

 

Notai in quel momento che Harry era dietro di lui, fermo, ci osservava curioso.

 

"Stupida Granger, come ti permetti?”

 

"Non mi permetto, si chiama essere realisti.” rispose alzando le spalle indifferente.

 

Lui tremava di rabbia, sembrava voler dire qualcosa, ma troppo preso dai suoi pensieri per riuscire a farlo.

 

Beh, quello era di certo un atteggiamento diverso. Quello che faceva di solito era semplicemente mettersi a sparare insulti, senza darsi troppo contegno.

 

Harry scelse quel momento per avvicinarsi. "Ciao.- disse tranquillamente, mettendosi al mio fianco.

 

"Dovremmo muoverci… o arriveremo in ritardo da Piton.” continuò tranquillamente, come se stesse parlando del tempo.

 

Hermione si girò verso il corridoio, per poi camminare lontano da un Malfoy ammutolito.

 

Appena girato l’angolo però iniziò a sogghignare. "Eheh… l’ho proprio stecchito stavolta… e non c’è neanche stato bisogno di usare la magia.”

 

Harry sorrise. "Devi averlo impressionato parecchio… dovevi vederlo come stringeva i pugni. Era tesissimo.”

 

"Eheh… tu ti sei guardato tutto senza intervenire eh? Hai fatto fare tutto a me.”

 

"Beh, volevo vedere come te la cavavi.”

 

"Sì sì… avevi paura del nuovo Malfoy, eh?”

 

"Hey, come ti permetti!” commentò, subito dopo scattando verso di lei e dandole un pizzicotto sul fianco.

 

Lei saltò sul posto con una risata nervosa, non riusciva a trattenersi.

 

Ron li raggiunse in quel momento.

 

"Hey!!!! Attacco ad Hermione!” esclamò con vigore, unendosi al suo amico.

 

Lei li guardò dubbiosa. Cercò di mostrarsi spaventata. "No, vi prego… no… vi prego…” iniziò, facendo un passo indietro.

 

Ma la sua preghiera non fu ascoltata e al via di un Ron sogghignante l’attacco continuò.

 

Si fermarono solo quando lei cadde a terra, non riuscendo più a controllarsi.

 

Il risultato fu un Hermione spettinata, distrutta, che entrava in classe di Pozioni con dei crampi allo stomaco e un male fastidioso alla mascella per il troppo riso.

 

"Che meschini!” commentò buttandosi nell’ultimo banco in fondo.

 

Loro si sedettero di fianco.

 

"A proposito… chi è il nostro nuovo professore di difesa contro le Arti Oscure?” chiese Ron.

 

"A proposito? Il nesso lo trovi solo tu Ron.” commentò Harry e la ragazza annuì come ad indicare che bisognava dar ragione ai pazzi.

 

"Ieri non c’era a cena… chissà… quand’è che dovremmo averlo?” continuò ignorando il commentò, ma sfoggiando una bella linguaccia.

 

I due ragazzi si voltarono verso Hermione all’unisono, come aspettandosi qualcosa.

 

"Hey, non vi aspetterete, vero, che io abbia già imparato l’orario???” fece lei interdetta.

 

Loro scossero la testa in segno di rimprovero. "Oh, ci deludi signorina Granger, pensavamo tutti lei fosse una studentessa modello.” commentò Ron imitando perfettamente la voce della professoressa McGrannit.

 

Hermione rimase sconvolta, per poi scoppiare a ridere insieme a Harry.

 

"Oi, dove tenevi nascosta questa tua dote nell’impersonarla?” domandò, cercando di smettere di ridere. Ormai il dolore alla mascella diventava quasi insopportabile.

 

"Io? Sempre stato un genio.” commentò pomposo.

 

Hermione rise ancora.

 

"Insensibile!” disse lui.

 

Quando furono seduti, i due ragazzi iniziarono un discorso infinito sul campionato di Quidditch che si sarebbe tenuto quest’anno. Le loro squadre preferite, i loro equipaggiamenti.

 

Lei li guardò annoiata.

Si sentiva sempre un po’ tagliata fuori quando erano loro tre… aveva la strana sensazione che loro due valutassero di più gli interessi che avevano in comune tra di loro che altro. Era inevitabile, ma l’amicizia che c’era tra Harry e Ron non era paragonale con quella che lei stringeva con entrambi. Forse perché erano entrambi maschi… o forse solo perché non le davano molta attenzione, lei era sempre stata tranquilla al loro fianco senza fiatare, ora che ci pensava, mai si era interessata ad altro.

 

"Non riesco a capire come voi possiate parlare ininterrottamente per un ora e mezza.” fece Hermione, sbadigliando alla fine della lezione.

 

"..per di più di un solo argomento.”

 

Loro alzarono lo sguardo, come se lei fosse apparsa improvvisamente dal nulla.

Benvenuti sulla terra

 

"Beh, sai…” iniziò Ron.

 

"Il Quidditch è il Quidditch.” commentò Harry, prima di lui.

 

"Concordo.” concluse l’altro.

 

"Mm… dovrò provarlo prima o poi… così magari smettete di ignorarmi per intere lezioni.” disse semplicemente, forse sarebbe stata una buona idea per distrarsi un po'.

 

Loro badarono solo alla prima parte della sua frase e sorrisero.

 

"Eheh, non ti ci vedo per niente.” commentò uno.

 

"Già, non fa per te.” concluse l’altro.

 

Lei li guardò stupita. Con che coraggio?

 

"Oh? Cos’è un gioco per soli maschi? Mi sembrava ci fossero molte femmine nelle squadre della scuola.”

 

Loro alzarono gli occhi al cielo. Era incredibile come reagissero allo stesso modo in quel momento.

 

"Andiamo… ma tu sei tu.” fece Harry.

 

"Già.” gli diede corda Ron, come se cio' spiegasse tutto.

 

Lei lo guardò interdetta. "Io sono io? Beh, per vostra informazione non vuol dire che esista solo un lato del mio carattere, si da il caso che a me piaccia imparare cose nuove.”

 

"Questo si sa… ma… il Quidditch?” fece Ron incredulo.

 

Questo era troppo, e seccata girò i tacchi e si allontano' per andare alla lezione successiva.

Dentro di se, nonostante non avesse voluto fare una grossa scena, era furiosa. Come osano pensare che io non sia adatta per qualcosa? Questo andava contro ogni suo concetto.

 

Se voleva, poteva tutto.

 

Lo credeva veramente. 

  
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