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Autore: Goddess of Blasphemy    08/05/2011    1 recensioni
Amore. Amore in tutti i sensi, dall'amore che si rifiuta all'amore miele e sussurri. Dall'amore superficiale all'amore carnale e passionale. Dall'amore tradito all'amore sperato. Dall'amore deluso all'amore ritrovato. Dall'amore in una coppia all'amore in una famiglia. Dall'amore, al suo opposto. Tre ragazze, e la colonna sonora che le segue nelle loro vite.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Dieci anni dopo

*Clover
-Didi! Scendi da quel tavolo-
-papà ha detto che posso-
Guardo Mika, un sorriso innamorato stampato sul volto mentre osserva la figlia.
-si fa del male se cade-
-ha 7 anni, sa prendersi le sue responsabilità. Io a sette anni ero già un espatriato-
-solo perché la tua infanzia è stata difficile dobbiamo rovinare la sua con un trauma cranico? Vieni qua, Didi- dico prendendo in braccio mia figlia e sedendomi sul divano.
-cosa ti è successo quando avevi 7 anni, papà? Cosa vuol dire epsitriato?
-niente, tesoro. Te lo racconteremo un'altra volta-
Mika ride.
-cos'hai detto, scusa?
-che glielo racconterai un'altra volta-
-no, prima-
-niente-
-dopo il niente?
-non lo so, cos'ho detto di tanto strano?
-l'hai chiamata tesoro. Ti dice niente?
Gli occhi vivaci di Afrodite saettano da me a lui seguendo la conversazione.
-mamma, cos'è che ti dice?
-quando ho conosciuto tuo papà odiavo essere chiamata tesoro-
Didi ride. -com'è che l'hai conosciuto?
Guardo negli occhi quello che legalmente è solo il mio ragazzo. Non è il caso di dire a nostra figlia che volevo solo scoparmi occasionalmente suo padre.
-tuo papà era famoso da pochi anni, e mi piaceva tantissimo, e ci siamo conosciuti dopo un suo concerto-
-e cos'avete fatto?
Mika trattiene una risata. I bambini sanno sempre fare le domande giuste.
-niente, quello che fanno due ragazzi che si piacciono-
-vi siete tenuti per mano?
-mm...si, la mamma le mani le usava molto bene-
Tiro uno schiaffo amichevole a Mika, ridendo.
-e vi davate i baci?
-certo-
-come quelli che vi date ora?
-così, e anche in altri posti-
-smettila- gli ringhio tra i denti.
-e dove?
Mika ride e temo le stia per rispondere seriamente, quando un urlo assonnato ci interrompe.
-MAMMAAAAAA-
Mi alzo dal divano avviandomi verso la camera da letto.
-il principino si è svegliato- dico accendendo la luce.
-NON ACCENDERE LA LUCEEEE-
Ridendo, la spengo ed accendo quella del corridoio.
-hai dormito bene?- dico stampandogli un bacio sulla guancia.
-si...ma non baciarmi!
-arriverà un giorno in cui vorrai solo quello- commento sorridendo. -dai, vieni di là che siamo tutti in piedi da ore-
Il biondino si alza mugolando e si veste lentamente. Quando arriviamo in salotto Mika sta facendo il solletico a Didi, che vedendo il fratello si libera dalla stretta del padre.
-JOOOOOO- urla andando incontro al fratello e abbracciandolo.
-non capisco come fa- commenta Mika. -le mie sorelle non mi hanno mai trattato così-
-forse l'essere nati a 20 minuti di distanza li rende più uniti del normale-
I due si lanciano insieme sul divano.
-a proposito- dicono quasi in coro.
-cosa c'è?
-perché non ci dite chi di noi è nato per primo?
-perché così sarete sempre uguali e nessuno sarà mai più adulto dell'altro-
-ma non vale-
-si che vale. Decidiamo noi le regole-
Loro sospirano, e mentre preparo la colazione i due confabulano tra loro. Mentre mangiamo in salotto, con lo stereo a un volume ben udibile anche da un sordomuto, siamo ben distanti dalla perfetta famiglia ideale che vive nell'ordine e nella pace. Joel e Didi sembrano improvvisamente imbarazzati.
-ehi, gemellini, che succede?
-posso fare una domanda?- dice Joel, più coraggioso di Didi.
-ci riempite di domande ogni giorno, non vedo perché no-
-come siamo nati noi?
Mika mi indica. -eravate lì dentro, e siete usciti da qui-
-no, si, è che...papà, quello che Joel vuole sapere è co...
-tu lo vuoi sapere!
-ma eri tu!
-ok, quello che voi volevate sapere era...- noi due sorridiamo, già immaginando la domanda.
-come abbiamo fatto a finire lì dentro?
Sorrido a Mika lasciandogli l'onore di spiegare.
-in sostanza, c'è un liquido che tutti i maschi dopo una certa età hanno in corpo, e in determinate situazioni esce. In questo liquido ci sono delle cose che, se vanno al posto giusto dentro al corpo della mamma, fanno nascere dei mostriciattoli come voi-
Dio, le spiegazioni che quest'uomo sa dare fanno irrimediabilmente schifo.
-e quando esce questo liquido?
-e dove deve andare nel corpo della mamma? Ma si può bere? E cos'è che ci fa diventare noi?
Mika scoppia a ridere.
-vostro papà non sa spiegarsi. La parte noiosa e scientifica che porta a far nascere un bambino la imparerete a scuola. Nella vostra vita, imparerete quella concreta- concludo, finendo il mio caffè.
Due paia di occhi verdi saettano dal padre alla madre.
-cosa vuol dire concreta?
-in questo caso, vuol dire divertente-
-è divertente fare un bambino?
-sì, Joel, sì, non puoi immaginare quant'è divertente- dice Mika ridendo.
-ci mostri come si fa?
-Didi, amore, dovrebbe giocare anche la mamma-
-mammaaaaa-
Scuoto la testa. -questo gioco non si fa con i bambini-
-daaaai, mamma!
-Jo, no, non mi convincerai-
-papà papà papà! Convinci la mamma!
Mika sorride malizioso e mi bacia sulle labbra, passandomi una mano sotto alla maglietta.
-io e te giochiamo stasera- sussurra mentre mi morde il collo.
-mamma mamma mamma mamma! È quel gioco che fate quando siete in camera e noi andiamo a letto e tu urli tanto e poi ridi?
Mika scoppia a ridere, se possibile più divertito di prima, e io lo seguo.
-si, è quel gioco-
-e perché lo fate? Volete far nascere un altro bambino?
-no, è che vedi, Didi...quel gioco si può fare anche senza far nascere un bambino-
-oh...ma perché lo fate senza vestiti?
-e voi come lo sapete?
I due si guardano, complici. -facile, abbiamo guardato dal buco della chiave-
Scoppiamo a ridere.
-perché senza vestiti è più divertente-
-e si può fare con i vestiti?
-mm...no, dipende quali-
-e perché non ce...- la frase di Joel viene interrotta dalla mano del padre sulla sua bocca mentre lo solleva.
-e ora Jo va a farsi la doccia e Didi lo segue!
-ma un giorno possiamo giocare anche noi?
-si, ma succederà tra molto tempo- dico ridendo. -dai, vestiti mentre tuo fratello è in bagno, quando esce ci vai tu-
-ma mamma, è domenica, che fretta c'è?
-è domenica, e andiamo dallo zio-
-zio Fortuné?
-no, zio Jimmy-
-ANDIAMO A TROVARE GAS E NITA! JOEL JOEL JOEL JOEL JOEL ESCI DAL BAGNO VELOCE ANDIAMO A TROVARE GAS E NITA! JOEEEEEEL!- esclama, picchiando furiosamente alla porta in preda ad uno spasmo di entusiasmo.
-Didi, calma-
-MAMMA MA ANDIAMO DA GAS E NITA!
-amore, lo so da chi andiamo. Dai, vestiti, prima sei pronta prima si parte-
Probabilmente l'idea di fare in fretta c'era, ma davanti al suo piccolo armadio è indecisa sul come vestirsi.
-Didi, non mi sono mai preoccupata dei vestiti, ma un ragazzo l'ho trovato lo stesso-
-non mi preoccupo dei vestiti per un ragazzo!
-ah no?- la provoco sorridendo mentre le metto sul letto dei vestiti che potrebbero andarle bene. -quindi...non ti piace Gas?
Lei arrossisce, guardando il pavimento.
-no-
-oh, sarà stata una mia impressione. Comunque, vestiti e andiamo-
Joel esce dal bagno mentre suo padre si sta ancora rasando, e finisce di prepararsi anche lui con lo stesso entusiasmo della sorella.


Andare a casa di Jimmy è un'esperienza che può risultare quantomeno strana. Dal suo matrimonio con Cat è nato Gas, che ora ha 8 anni, ma dal suo rapporto con Michelle è nata Anita, di 5 anni. Michelle vive da sola con la figlia, ma abbastanza vicino a casa di Jimmy in modo da far crescere la bimba con entrambi i genitori. Cat, stranamente, non ha avuto niente in contrario al pargolo ma non è esattamente felice di vedere la mia amica in casa, anche se tratta Anita quasi come una figlia. Il risultato è che Anita e Gas sono come normalissimi fratelli, solo che Anita ha due madri. Però oggi Cat non c'è, quindi Michelle è a casa di Jimmy. Joel e Afrodite sono amici dei due Sims da quando sanno parlare, ed averli insieme li rende splendidi ed ingestibili allo stesso tempo.
Quando entriamo in casa di Jimmy, però, sentiamo troppe voci, che non possono essere originate da solo due bambini. Infatti ad accoglierci sulla soglia c'è anche Irene con Fortuné.
-ci hanno invitato mezz'ora fa e abbiamo detto, perché no?
Se Anita, Joel e Afrodite possono essere stati degli scivoloni, delle sorprese inaspettate, la prole del più giovane dei Penniman è stata voluta. Sono così venuti al mondo Helena, Jason e Ginevra. Afrodite, Anita e Ginevra sono inseparabili, mentre Helena preferisce stare con i maschi, anche se c'è un rapporto unico e bilaterale tra Joel e Gas.

Dopo un pranzo passato in allegria, con le risate di sette euforici bambini, andiamo a casa e i gemelli si addormentano sul loro enorme letto non appena ci si stendono. Io e Mika andiamo in camera, e progetto di leggere un libro, ma l'uomo al mio fianco me lo impedisce.
-giochiamo?
Rido. -dai, stasera. Non ho voglia ora-
Lui sfila la mano dalla mia maglia e poso la testa sulla sua spalla.
-che poi, perché l'abbiamo chiamato Joel?
-perché se non ci fosse stato quel Joel io non avrei mai avuto la certezza che tu mi amassi-
Lui scuote la testa, accarezzandomi i capelli. La nostra relazione sembra, e sempre sembrerà, da ventenni, la relazione che a quell'età non abbiamo avuto.
-sai una cosa?- dico, alzando lo sguardo e trovandomi le sue labbra sul mio viso.
-cosa?
-non sono mai andata a letto con Joel, quella volta-
Lui sbarra gli occhi. -cosa?
-già-
-e non me l'hai mai detto?
-te lo sto dicendo-
-io...tu...dio- balbetta, senza parole. -tu mi hai davvero...?
-già-
-le tue amiche lo sapevano?
-macché.
Lui sorride, guardandomi. -non ci posso credere-



Dieci anni dopo (quindi 20 anni rispetto all'inizio della storia)

Mi stacco sorridendo dal ragazzo, il fiato corto. Lo guardo negli occhi, azzurri come quelli di entrambi i genitori.
-Gas Sims, io ti amo-
Lui sorride, guardando, imbarazzato, l'albero in fiore di fianco alla panchina dove siamo seduti. Poi mi guarda negli occhi.
-anche io ti amo-
Il nostro primo ti amo ovviamente deve essere interrotto da una mia stronzata dettata dall'ansia del momento.
-vorrei sposarti, ma dobbiamo aspettare i 18 anni, legalmente-
Lui sorride. -io ho già 18 anni. E un matrimonio tra noi non sarebbe mai legale in gran bretagna, Joel-
Poso la testa sulla sua spalla.
-già-
-sai, mia mamma l'ha sempre negato, ma penso fosse una groupie-
-mio padre non ne ha mai fatto mistero, Michelle si considera tutt'ora una groupie, per quello mia madre non si è più fidata a lasciarlo da solo dopo un concerto-
Rido. -vieni da me? Guardiamo un film, mangiamo qualcosa...-
-i tuoi sono a casa?
-forse si, ma li mando via-
Tenendoci per mano, arriviamo fino a casa mia. Gas si butta sul divano, perfettamente a suo agio. Dopo casa sua e casa di Michelle, questo potrebbe essere il suo terzo domicilio.
-cosa vuoi da bere?
-hai una cioccolata calda?
-certo-
-sai, è afrodisiaca-
-dì eccitante. Non voglio associare il pensiero mia sorella mentre penso a te nudo-
Lui sorride malizioso.
-appena restiamo da soli te lo mostro, come sono da nudo. Lo sai che hai la memoria corta-
Preparo rapidamente quest'eccitante cioccolata e in pochi minuti mi siedo al suo fianco con due tazze in mano. Lui afferra una tazze e beve.
-aspetta, ti sei sporcato- dico baciandolo per togliere la cioccolata che è rimasta sulle sue labbra.
-Joel, io esco e raggiungo papà, Afrodite è in camera con Ginny-
Faccio un cenno a mia madre, che sta scendendo le scale, per dirle che ho capito. Presi dal bacio, non ci accorgiamo che si è avvicinata a noi stampando un bacio sulla guancia ciascuno, e che si è allontanata chiudendosi la porta alle spalle.
Le labbra di Gas sono ciò che più mi piace di lui. No, forse è la barba. No, i capelli biondi. Dio, non lo so, lo amo. Delle voci femminili giungono alle nostre orecchie ma non ci interrompono.
-ehi Jo- dice mia sorella, tirandomi un cuscino in testa. -Gas-
-ciao, ragazzi- dice la voce dolce e sicuramente più calma di Ginevra.
Provocatoriamente non ci stacchiamo, e il biondo alza un braccio sopra la mia testa per difendermi da eventuali ulteriori attacchi.
-va bè, fidanzatini, noi usciamo, e non provate a scoparvi in camera mia come l'ultima volta-
Sorrido ripensandoci, mentre mia sorella e Ginevra escono. Ora Didi è tranquilla, ma ci ha messo più o meno un anno e mezzo ad arrendersi al fatto che il suo storico grande amore, nonché amico d'infanzia, fosse insieme a suo fratello, ma non me ne ha mai fatto una colpa. Afrodite, senza dubbio, è l'unica ragazza che amo.
Finiamo la cioccolata e, lasciando le tazze sul portariviste di fronte al divano, saliamo le scale che portano alla zona notte.
-dai, in camera di mia sorella, ti prego-
Gas ride scuotendo i capelli biondi, mentre comincia lentamente a sbottonarsi la camicia. Mi avvicino a lui, che mi circonda la schiena con un braccio e mi porta verso la mia stanza. Sbuffo.
-sei troppo buono con mia sorella-
-si, sono troppo buono. E non mi ricordo nemmeno se il neo ce l'avevi sul capezzolo destro o sinistro-
Rido mentre lui mi sfila la maglia, avvicinando le labbra al mio corpo.
-oh, ma guarda un po'- dice, dopo avermi a lungo leccato il torace facendomi eccitare. Sa tenermi sulle spine in un modo incredibile, e sappiamo entrambi che non resisterò per molto. -è su quello destro-









Like a hurricane in the heart of the devastation
She's a natural disaster
She's the last of the American Girls


 

≈ Eccoci alla fine.
Così, puff, 9 settimane sono passate in un attimo, se uso come termine di paragone il postare questi capitoli.
Per la cronaca, Clover non ha un nome. Per chi lo avesse pensato, Clover non è un nome, significa trifoglio, al massimo un hippie si può far chiamare così. Ma Clover, in realtà, ha un'identità, è solo che non so chi sia. Se qualcuno sta leggendo queste parole, e pensa di essere lei, mi avvisi. Ma per quanto ne so, Clover potrebbe essere un uomo e ho frainteso tutto. Ma è Clover che immagino quando penso alla canzone che ha dato il titolo a questa storia. Io, personalmente, non mi riconosco in lei. Non solo perché non mi sono accaduti i suddetti fatti (e mi pare anche ovvio) ma perché, riportando i suoi pensieri, ho sposato cause non mie. Ho raccontato azioni che io mai farei, ho fatto soffrire Mika, insomma, facciamoci delle domande. Ma lei è il genere di persona che affascina tutti -o per lo meno me-, e sotto sotto si vorrebbe assomigliarle, ma magari poi non ci piacerebbe essere lei.
Irene e Michelle, grazie per esservi prestate alla storia senza aver rotto (della serie "cambia nome, non voglio esserci") e sottolineo che a Michelle la storia dell'amante legale è piaciuta fin troppo.
L'addetta al suono non si è manco accorta che il titolo di questa fan fiction era una canzone, ed è per questo che in conclusione ho riportato un'altra strofa. Ah, tale addetta mi aveva proposto una canzone che mi aveva fatto pensare "questa la metto alla fine" ma non me la ricordo più. Peccato.
Ah, chi mi conosce si sarà chiesto perché questa storia abbia un rating giallo e non rosso, o come minimo arancione. È perché questa storia è dedicata a Irene, nata per lei e grazie a lei, e in suo onore non ci sono scene che lei non vuole leggere -o che non leggerebbe.
Ma da domenica prossima arriveranno 5 missing moments, di cui uno o due a rating rosso, per la gioia di Irene.

Grazie mille.
Goddess

  
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