Sono
distrutta,
non voglio fare altro che rigirarmi scomodamente nel letto, desidererei
da
morire un bicchiere colmo di pastiglie per il mal di testa e un goccio
d’acqua,
ma la gravidanza me lo impedisce e questo coso, di cui ho scelto di non
sapere
il sesso, è così ingombrante che non riesco
nemmeno a dormire supina, come
vorrei, ma anche dormire mi sembra impossibile, non con così
tanti pensieri in
testa, mio padre è morto, e moltissimi altri nostri amici
sono fuggitivi o
morti anche loro. Cerco la mano di Remus ma non la trovo, alzo la testa
e apro
gli occhi, ma Remus non c’è, mi rigetto a peso
morto sul letto e il piccolo
tira un poderoso calcio che mi fa sobbalzare, ma da chi ha preso tutta
questa
forza?
Dora
inizia a
passare quasi tutto il giorno a letto ed è apatica in
maniera impressionante,
ok, posso anche immaginare come possa essersi sentita lei quando io ero
così..
però questa situazione è diversa.. se continua a
deprimersi potrebbe fare del
male al bimbo, cerco di passare la maggior parte del tempo con loro,
essermi
abituato a parlare al plurale quando parlo di Dora mi piace da morire,
e
nonostante le difficoltà con Dora inizio a rendermi conto
che in fondo sono
scontento di diventare padre, sospiro mentre abbraccio da dietro Dora a
letto,
come la prima volta, e lei si lascia scappare un singhiozzo, so che
consolarla
è inutile, ma sono veramente preoccupato, e nonostante io le
parli, cercando di
farla sorridere, la cosa dura per un giorno, massimo una notte, e poi
torna
lentamente in apatia. Fino a quando non la reggo più.
Ok,
non sta
succedendo veramente, no? Remus non mi sta davvero facendo una scenata
come
quelle che gli facevo io, la testa mi sta scoppiando e Remus continua a
cercare
di convincermi a reagire, per lui o almeno per il piccolo, annuisco e
mi copro
la testa col cuscino, Remus sbuffa, e si siede sul letto vicino a me,
toccando
leggermente la pancia, e dice le prime cose sensate che avesse potuto
dire per
calmarmi: per la prima volta mi dice che mi ama, oltre a quando
è messo alle
strette dalla luna piena, e poi per la prima volta ci interroghiamo sul
nome
che dovrebbe avere il piccolo.. se è maschio lo avremmo
chiamato Ted, come mio
padre.. e se fosse femmina? Non esiste un femminile del nome
‘Ted’.. come la
chiamiamo se è una femmina? E la risposta è
semplice.. Isadora, come la madre
di Remus, morta molti anni fa, così avrebbe anche un pezzo
del mio nome. Voglio
Harry come padrino..
Ah,
grazie a
Merlino, è tornata se stessa.. il problema ora è
un altro.. ha le contrazioni!
Quando me lo dice sono rimasto penso dieci minuti a fissarla
sconcertato, poi
urla di andare a chiamare sua madre, e in mezzo qualche vario epiteto
sulla
quale sorvolerei.. quando arriva sua madre, assieme ad altre donne di
fiducia,
si chiudono nella nostra camera da letto, e non mi permettono nemmeno
di
avvicinarmi, e mi tocca restare quasi tutta la sera e la notte a
scavare un
solco nel salotto di casa, sobbalzando ad ogni grido di Dora, fino a
quel acuto
e incessante pianto, e allora al diavolo Andromeda, entro: Dora
è sfinita sul
letto, pallida e sudata, mi avvicino a lei, che mi sorride e guarda
oltre la
mia spalla, mi volto, eccitato e allungo il collo per vedere cosa
c’è sotto
quel fagottino urlante. Alzo le braccia e lo prendo in mano: benvenuto
piccolo
Teddy Remus Lupin..
Per
i primi tempi
stiamo da mia madre, perché vuole aiutarmi col piccolo, io e
Remus siamo stati
più che felice di accettare, anche perché ad
entrambi spaventava non poco
l’idea di un bimbo urlante in giro per la casa e non sapere
come gestirlo; da
quando è nato Teddy, mamma ha notato subito dai pochi
capelli che aveva in
testa che era esattamente come me, un metamorphomagus, varia colore dei
capelli
a seconda della persona che ha davanti, questo piccolo è un
balsamo per noi
tutti, una vita che nasce nel mezzo di una guerra dà un
briciolo di speranza,
un motivo in più per combattere, e chissà per
sopravvivere.. Remus non si
allontana mai molto da me, e ogni volta che guarda il piccolo sembra
che si
scambino lo stesso sguardo innocente e curioso, sono sicura che quando
crescerà
sarà intelligente come il suo papà e pazzo come
la sua mamma..
Teddy
è un
miracolo, un vero miracolo per me, la paura iniziale per ciò
che sarebbe potuto
essere.. invece è un piccolo normalissimo bimbo vispo..
oddio normalissimo..
per quanto possa essere normale per un bimbo cambiare colore di capelli
e di
occhi a seconda della persona che vede.. Dora è stressata e
timorosa, ha sempre
paura di farlo cadere, di fargli del male, io cerco di aiutarla il
più
possibile, ma nel profondo, anche se so che è una mamma
stupenda – basta vedere
come lo guarda una volta che riesce a prenderlo in braccio –
un po’ di timore
che, per una distrazione cada o chissà cos’altro,
ma è la stessa paura che ho
anche io quando lo prendo tra le braccia. I ruoli si sono praticamente
invertiti: prima era lei che cercava continuamente di farmi reagire,
ora sono
io che non la mollo un momento.
Quando
arrivano i
messaggi dagli Auror prendo istintivamente tra le braccia Teddy,
stringendolo
forte, mentre Remus mi fissa: sappiamo entrambi cosa significa:
l’ultima
battaglia, ad Hogwarts, per Hogwarts, per tutto il mondo magico, dicono
che
perfino Voldemort ci stia andando e anche tutta la resistenza vi si sta
riversando. Passo Teddy a mia madre ed estraggo la bacchetta, ma Remus
mi
ferma, resti qui con Teddy, non mi permetterebbe di rischiare la vita,
così.
Vane le mie proteste, perfino mia madre è dalla parte di
Remus, e mi
costringono a restare a casa, mi da un lungo bacio e quando si
allontana per
smaterializzarsi so che cosa pensa: è arrivato il suo
momento, morirà per
costruire un mondo nuovo, un mondo per Teddy, ma non lo accetto, non
posso
accettare che lui muoia per questo, devo trovare un modo per
raggiungere
Hogwarts.. devo solo aspettare abbastanza a lungo che nessuno controlli
chi
entra e chi esce dal castello.
Non
riesco nemmeno
a riconoscere il castello in cui ho passato sette anni della mia vita,
non che
abbia molto tempo per notarlo, tra le luci delle maledizioni che
zampillano
ovunque, io riesco a malapena ad orientarmi per capire contro chi
combatto, ho
combattuto anche Grayback, e ottenuto la mia vendetta, per conto dei
miei
genitori, lui combatteva solo con i suoi denti e la bacchetta a mala
pena sa
tenerla in mano, questo era uno dei motivo per cui, mentre stavo con i
miei
simili, venivo guardato con diffidenza.. però.. curioso come
nel bel mezzo di
una battaglia abbia il tempo di fare certe considerazioni, forse
è per questo
che non ho visto quel bagliore verde.
Mi chiamo Ted – Teddy - Remus Lupin e ho ventidue anni, non ho mai conosciuto i miei genitori, ma sono abbastanza popolari, sono tra i caduti della battaglia per Hogwarts, la battaglia in cui Harry Potter, il mio padrino, ha sconfitto Voldemort. Sono cresciuto con mia nonna Andromeda, è una donna stupenda, anche se è iperprotettiva nei miei confronti, - e un po’ la capisco - e con Harry. Loro dicono sempre che assomiglio a mia madre perché sono un metamorphomagus e che mamma aveva sempre i capelli rosa.. io preferisco l’azzurro.. e anche perché sono estroverso ed espansivo, ma che assomiglio a mio padre nell’essere attento e reattivo, a scuola sono stato smistato nei Grifondoro, come mio padre, ah e preferisco di gran lunga la carne al sangue. Quando mi parlano di loro sono molto orgoglioso, ma mi sento spesso molto triste, da piccolo mi sono mancati molto, però adesso ho un lavoro come Ricercatore presso il San Mungo, cerco una cura per il morso di Licantropo, ho una moglie, Victoire Weasley, e tra pochi minuti diventerò padre, mi passo una mano tra i capelli che, noto solo ora, sono castano dorato, osservo il mio riflesso sul vetro di una finestra, assomiglio a mio padre quando aveva la mia età, è una cosa che ho sempre fatto istintivamente, quando mi sento triste o ho bisogno di conforto assumo automaticamente le sembianze di mio padre o tratti più femminili come quelli di mia madre.. fisso per un po’ il vetro con aria assente, poi accenno un lieve sorriso e con una mano lo sfioro, mentre le urla di un bambino rompono il silenzio “hey papà, senti..? sei appena diventato nonno!”
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Ciao a tutti!
questo è - finalmente direte voi - l'ultimo capitolo xD
allora, immagino che oltre a ringraziarvi infinitamente per aver letto questa storia, abbiate bisogno di qualche spiegazione:
bè, il titolo è "i figli dei licantropi" perchè come avete letto alla fine i protagonisti sono diventati Teddy e Vicotire,
entrambi figli di un licantropo e di un mezzo licantropo, e credo che questo fattore li abbia uniti moltissimo
e per la mrote di Remus e Dora.. io ho sempre immaginato che entrambi morissero senza sapere che l'altro era morto,
ed è una cosa che mi fa sembrare la loro morte meno dolorosa..
be', spero che vi sia piaciuta la mia storia...
grazie a tutti, Bacioniii
MissD