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Autore: MissDiggory    15/05/2011    1 recensioni
Dora POV Un uomo dagli occhi ambrati con un sorriso triste mi porge la mano affabile; ha cicatrici sul viso e i capelli sono striati di grigio, anche se sembra più vecchio so che ha l’età di Sirius, ma sono quelle cicatrici ad incuriosirmi di più, chissà come se le è procurate. Rem POV Una ragazza con esuberanti capelli rosa accesi ricambia la mia stretta, ha un nome strano, ma le sembra calzare a pennello, gli occhi accesi di una luce che ormai non mi appartiene più, fissa incuriosita il mio viso, evidentemente non sa cosa sono, mi lascio scappare un lieve sorriso
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Nuova generazione
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Capitolo 3: Ehi, Dad? 

Sono distrutta, non voglio fare altro che rigirarmi scomodamente nel letto, desidererei da morire un bicchiere colmo di pastiglie per il mal di testa e un goccio d’acqua, ma la gravidanza me lo impedisce e questo coso, di cui ho scelto di non sapere il sesso, è così ingombrante che non riesco nemmeno a dormire supina, come vorrei, ma anche dormire mi sembra impossibile, non con così tanti pensieri in testa, mio padre è morto, e moltissimi altri nostri amici sono fuggitivi o morti anche loro. Cerco la mano di Remus ma non la trovo, alzo la testa e apro gli occhi, ma Remus non c’è, mi rigetto a peso morto sul letto e il piccolo tira un poderoso calcio che mi fa sobbalzare, ma da chi ha preso tutta questa forza?

 

Dora inizia a passare quasi tutto il giorno a letto ed è apatica in maniera impressionante, ok, posso anche immaginare come possa essersi sentita lei quando io ero così.. però questa situazione è diversa.. se continua a deprimersi potrebbe fare del male al bimbo, cerco di passare la maggior parte del tempo con loro, essermi abituato a parlare al plurale quando parlo di Dora mi piace da morire, e nonostante le difficoltà con Dora inizio a rendermi conto che in fondo sono scontento di diventare padre, sospiro mentre abbraccio da dietro Dora a letto, come la prima volta, e lei si lascia scappare un singhiozzo, so che consolarla è inutile, ma sono veramente preoccupato, e nonostante io le parli, cercando di farla sorridere, la cosa dura per un giorno, massimo una notte, e poi torna lentamente in apatia. Fino a quando non la reggo più.

 

 

Ok, non sta succedendo veramente, no? Remus non mi sta davvero facendo una scenata come quelle che gli facevo io, la testa mi sta scoppiando e Remus continua a cercare di convincermi a reagire, per lui o almeno per il piccolo, annuisco e mi copro la testa col cuscino, Remus sbuffa, e si siede sul letto vicino a me, toccando leggermente la pancia, e dice le prime cose sensate che avesse potuto dire per calmarmi: per la prima volta mi dice che mi ama, oltre a quando è messo alle strette dalla luna piena, e poi per la prima volta ci interroghiamo sul nome che dovrebbe avere il piccolo.. se è maschio lo avremmo chiamato Ted, come mio padre.. e se fosse femmina? Non esiste un femminile del nome ‘Ted’.. come la chiamiamo se è una femmina? E la risposta è semplice.. Isadora, come la madre di Remus, morta molti anni fa, così avrebbe anche un pezzo del mio nome. Voglio Harry come padrino..

 

Ah, grazie a Merlino, è tornata se stessa.. il problema ora è un altro.. ha le contrazioni! Quando me lo dice sono rimasto penso dieci minuti a fissarla sconcertato, poi urla di andare a chiamare sua madre, e in mezzo qualche vario epiteto sulla quale sorvolerei.. quando arriva sua madre, assieme ad altre donne di fiducia, si chiudono nella nostra camera da letto, e non mi permettono nemmeno di avvicinarmi, e mi tocca restare quasi tutta la sera e la notte a scavare un solco nel salotto di casa, sobbalzando ad ogni grido di Dora, fino a quel acuto e incessante pianto, e allora al diavolo Andromeda, entro: Dora è sfinita sul letto, pallida e sudata, mi avvicino a lei, che mi sorride e guarda oltre la mia spalla, mi volto, eccitato e allungo il collo per vedere cosa c’è sotto quel fagottino urlante. Alzo le braccia e lo prendo in mano: benvenuto piccolo Teddy Remus Lupin..

 

 

Per i primi tempi stiamo da mia madre, perché vuole aiutarmi col piccolo, io e Remus siamo stati più che felice di accettare, anche perché ad entrambi spaventava non poco l’idea di un bimbo urlante in giro per la casa e non sapere come gestirlo; da quando è nato Teddy, mamma ha notato subito dai pochi capelli che aveva in testa che era esattamente come me, un metamorphomagus, varia colore dei capelli a seconda della persona che ha davanti, questo piccolo è un balsamo per noi tutti, una vita che nasce nel mezzo di una guerra dà un briciolo di speranza, un motivo in più per combattere, e chissà per sopravvivere.. Remus non si allontana mai molto da me, e ogni volta che guarda il piccolo sembra che si scambino lo stesso sguardo innocente e curioso, sono sicura che quando crescerà sarà intelligente come il suo papà e pazzo come la sua mamma..

 

Teddy è un miracolo, un vero miracolo per me, la paura iniziale per ciò che sarebbe potuto essere.. invece è un piccolo normalissimo bimbo vispo.. oddio normalissimo.. per quanto possa essere normale per un bimbo cambiare colore di capelli e di occhi a seconda della persona che vede.. Dora è stressata e timorosa, ha sempre paura di farlo cadere, di fargli del male, io cerco di aiutarla il più possibile, ma nel profondo, anche se so che è una mamma stupenda – basta vedere come lo guarda una volta che riesce a prenderlo in braccio – un po’ di timore che, per una distrazione cada o chissà cos’altro, ma è la stessa paura che ho anche io quando lo prendo tra le braccia. I ruoli si sono praticamente invertiti: prima era lei che cercava continuamente di farmi reagire, ora sono io che non la mollo un momento.

 

 

Quando arrivano i messaggi dagli Auror prendo istintivamente tra le braccia Teddy, stringendolo forte, mentre Remus mi fissa: sappiamo entrambi cosa significa: l’ultima battaglia, ad Hogwarts, per Hogwarts, per tutto il mondo magico, dicono che perfino Voldemort ci stia andando e anche tutta la resistenza vi si sta riversando. Passo Teddy a mia madre ed estraggo la bacchetta, ma Remus mi ferma, resti qui con Teddy, non mi permetterebbe di rischiare la vita, così. Vane le mie proteste, perfino mia madre è dalla parte di Remus, e mi costringono a restare a casa, mi da un lungo bacio e quando si allontana per smaterializzarsi so che cosa pensa: è arrivato il suo momento, morirà per costruire un mondo nuovo, un mondo per Teddy, ma non lo accetto, non posso accettare che lui muoia per questo, devo trovare un modo per raggiungere Hogwarts.. devo solo aspettare abbastanza a lungo che nessuno controlli chi entra e chi esce dal castello.

 

Non riesco nemmeno a riconoscere il castello in cui ho passato sette anni della mia vita, non che abbia molto tempo per notarlo, tra le luci delle maledizioni che zampillano ovunque, io riesco a malapena ad orientarmi per capire contro chi combatto, ho combattuto anche Grayback, e ottenuto la mia vendetta, per conto dei miei genitori, lui combatteva solo con i suoi denti e la bacchetta a mala pena sa tenerla in mano, questo era uno dei motivo per cui, mentre stavo con i miei simili, venivo guardato con diffidenza.. però.. curioso come nel bel mezzo di una battaglia abbia il tempo di fare certe considerazioni, forse è per questo che non ho visto quel bagliore verde.

 

 

Mi chiamo Ted – Teddy - Remus Lupin e ho ventidue anni, non ho mai conosciuto i miei genitori, ma sono abbastanza popolari, sono tra i caduti della battaglia per Hogwarts, la battaglia in cui Harry Potter, il mio padrino, ha sconfitto Voldemort. Sono cresciuto con mia nonna Andromeda, è una donna stupenda, anche se è iperprotettiva nei miei confronti, - e un po’ la capisco - e con Harry. Loro dicono sempre che assomiglio a mia madre perché sono un metamorphomagus e che mamma aveva sempre i capelli rosa.. io preferisco l’azzurro.. e anche perché sono estroverso ed espansivo, ma che assomiglio a mio padre nell’essere attento e reattivo, a scuola sono stato smistato nei Grifondoro, come mio padre, ah e preferisco di gran lunga la carne al sangue. Quando mi parlano di loro sono molto orgoglioso, ma mi sento spesso molto triste, da piccolo mi sono mancati molto, però adesso ho un lavoro come Ricercatore presso il San Mungo, cerco una cura per il morso di Licantropo, ho una moglie, Victoire Weasley, e tra pochi minuti diventerò padre, mi passo una mano tra i capelli che, noto solo ora, sono castano dorato, osservo il mio riflesso sul vetro di una finestra, assomiglio a mio padre quando aveva la mia età, è una cosa che ho sempre fatto istintivamente, quando mi sento triste o ho bisogno di conforto assumo automaticamente le sembianze di mio padre o tratti più femminili come quelli di mia madre.. fisso per un po’ il vetro con aria assente, poi accenno un lieve sorriso e con una mano lo sfioro, mentre le urla di un bambino rompono il silenzio “hey papà, senti..? sei appena diventato nonno!”

________________

Ciao  a tutti!

questo è - finalmente direte voi - l'ultimo capitolo xD

allora, immagino che oltre a ringraziarvi infinitamente per aver letto questa storia, abbiate bisogno di qualche spiegazione:

bè, il titolo è "i figli dei licantropi" perchè come avete letto alla fine i protagonisti sono diventati Teddy e Vicotire,

entrambi figli di un licantropo e di un mezzo licantropo, e credo che questo fattore li abbia uniti moltissimo

e per la mrote di Remus e Dora.. io ho sempre immaginato che entrambi morissero senza sapere che l'altro era morto,

ed è una cosa che mi fa sembrare la loro morte meno dolorosa..

be', spero che vi sia piaciuta la mia storia...

grazie a tutti, Bacioniii

MissD

  
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