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Autore: Unsub    19/05/2011    1 recensioni
Missing-moment, raccolta di one-shot sul rapporto controverso di queste due tipine tutto pepe. Amiche-nemiche, ma che si adorano a vicenda (ma non se lo diranno mai in faccia XD)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sarah Collins '
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promise AUTORE: Unsub
TITOLO: Promise
RATING: Verde
GENERE: sentimentale, introspettivo.
AVVERTIMENTI: One-shot
PERSONAGGI: Sarah Collins, Cameron Leane, Aaron Hotchner.
DISCLAIMER: I personaggi non mi appartengono(tranne quelli da me inventati), sono di Jeff Davis. Criminal minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro. Cameron Leane appartiene alla sua creatrice, Robin89.
NOTE: Piccolo missing-moment che si colloca alla fine di Salvation di Robin89. L’ultima parte su Ronnie è opera di Robin.

-    Mi spieghi perché la difendi tanto? – Hotch scrutava Collins accigliato.
Aveva smosso mari e monti per farla tornare all’unità dopo il casino che aveva combinato a Los Angeles. Sembrava che Cameron si divertisse a mettersi nei guai ad ogni caso. Era impulsiva ed imprevedibile, per non parlare del fatto che aveva rischiato la vita e quando erano tornati aveva dato le dimissioni.
Eppure Sarah aveva armato una specie di crociata per riportarla all’ovile. Aveva mandato Morgan a parlarle e, visti gli scarsi risultati, era andata personalmente a prenderla a calci. Alla fine aveva ottenuto quello che voleva, Leane era tornata nella squadra e lei personalmente le aveva ridato le credenziali.
Si chiese cosa nascondeva la sua ex-subordinata, ora professoressa all’Accademia. Possibile che si fosse cosi intestardita con quella ragazza problematica? Perché la difendeva persino dalla Strauss?
Aaron la scrutava cercando una risposta a quelle domande. Era seduta composta, con le braccia incrociate e osservava l’openspace dalla finestra interna dell’ufficio. Improvvisamente il suo sguardo di ghiaccio si aprì in un sorriso dolcissimo, mentre seguiva i movimenti del resto della squadra. Hotch si trovò a pensare che avrebbe ucciso perché quel sorriso fosse rivolto a lui.
Scosse la testa, dicendosi che non era il momento di perdersi nelle sue fantasie su quella ragazza. Cercava di ricordare a se stesso che ora era una donna sposata e madre di famiglia, per di più lei aveva scelto Reid uno dei suoi sottoposti. Quella sua ossessione non avrebbe mai portato nulla di buono, si rimproverò ancora una volta per non riuscire a tener fede all’impegno preso con se stesso di dimenticarla una volta per tutte.
-    Guardala. Non ti ricorda nessuno? – la dolcezza del suo sguardo si estendeva al tono pacato della sua voce.
-    Non mi sembra… non somiglia a nessuno che conosco.
-    Non parlo dell’aspetto fisico. Dura, testarda, determinata e sola. Possibile che non ti venga in mente?
-    Non pensarci neanche! – sbatté le palpebre più volte, incredulo davanti alla rivelazione di lei – Tu sei completamente diversa.
-    Dici? – gli regalò uno dei suoi sorrisi enigmatici – Piuttosto, dovresti andare dagli altri. Ti stai perdendo la festa.
Hotch si alzò controvoglia. Non riusciva mai a finire quella conversazione con Sarah: quando non erano interrotti, era lei che si alzava e poneva fini al discorso Cameron Leane.
Osservò il resto del team radunato intorno alla scrivania di quella bomba ad orologeria che Collins era riuscita a fare entrare nel team, nonostante le rimostranze sue e della Strauss. Scosse ancora la testa e recuperò il solito contegno.
Era il compleanno di Ronnie e le avevano organizzato una festicciola. Come capo dell’unità doveva partecipare. Si girò ancora una volta verso Sarah.
-    Tu non vieni?
-    Devo tornare giù all’Accademia. Inoltre, non credo che a lei farebbe piacere avermi intorno.
-    Possibile che siete nemiche? Sei l’unica che la difende sempre.
-    E’ un rapporto controverso – tagliò corto lei, alzandosi a sua volta.

Scesero nell’openspace, osservati dal resto della squadra. Ronnie indossava un buffo cappello a forma di tornata con tanto di candeline posticce sopra, posata sul ripiano della scrivania una torta al cioccolato di dimensioni ragguardevoli. Le due donne si lanciarono uno sguardo freddo e diffidente.
Oltrepassò i ragazzi, senza degnare nessuno di uno sguardo. Fredda e determinata raggiunse l’atrio e si diresse verso l’ascensore. Era meglio che Ronnie continuasse a vederla come “la regina delle nevi” o, come la chiamava lei, “emotivamente stitica”.

-    Dai, apri i regali – Garcia cercava di riportare in carreggiata la festa, dopo quello sguardo di fuoco che si erano scambiate Ronnie e Sarah.
Cameron annuì e cominciò a scartare i pacchi. Tutti regali azzeccati per lei: una giacca di pelle, anfibi nuovi, occhiali da sole da motociclista… lasciò per ultimo l’unico che non aveva il biglietto. Si chiese di chi potesse essere quel pacco. Per un momento si chiese se la sua insegnante non le avesse fatto un regalo e si ritrovò a reprimere una risata. Se la Collins le avesse fatto un regalo, sarebbe stato probabilmente un ordigno esplosivo.
Rimase sorpresa, di tutti i regali quello era sicuramente il più indicato per lei. Un set per la pulizia della pistola. Chiunque glielo avesse regalato la conosceva bene.
Chi poteva essere stato?

Sarah osservò ancora i ragazzi attraverso i vetri della porta. Ronnie aveva aperto il suo regalo e era rimasta piacevolmente sorpresa. Stava chiedendo chi glielo avesse dato, ma tutti scuotevano la testa. Sembrava un regalo piovuto dal cielo.
Collins sorrise soddisfatta, era meglio che Cameron non sapesse chi era il suo angelo custode. Sicuramente era il primo compleanno che non passava da sola e questo la riportò con la mente al suo ultimo natale prima di entrare nella squadra.
Ricordava come si era sentita sola e come si era addormentata piangendo, convinta che la vita non gli offrisse niente oltre il suo lavoro. Poi i ragazzi erano entrati prepotentemente nella sua vita e lei aveva scoperto quel senso di calore che solo una famiglia può dare.
“Ti prometto una cosa, bambina. Non sarai mai più sola, noi veglieremo sempre su di te”.

Ronnie girò il viso, quasi di nascosto, verso l’ascensore guardando le porte che chiudevano la figura di Sarah lasciandole un sorriso amaro sulla bocca.
Ripose poi il regalo sulla scrivania con aria felicemente sorpresa, preferì non chiedersi troppe volte se fosse vero quello che pensava restando in un’impaurita ipotesi, rimase incantata a guardare quel regalo tanto perfetto e sentì gli sguardi dei colleghi pesare sul suo viso chiedendosi da che parte stessero andando i suoi pensieri.
I ricordi di Ronnie volarono nel tempo fino a 10 anni prima, al suo quindicesimo compleanno quando pensava che quello fosse il più bello della sua vita, passato in una casa abbandonata a farsi di cocaina con i suoi 4 amici sperduti che considerava la sua famiglia e con una torta sul tavolo.
Ora si guardava intorno e tutto ciò che vedeva aveva un sapore diverso da quello che aveva sempre creduto di avere, sollevò gli occhi su di loro e le scappò un sorriso pensando a come ognuno fosse entrato nel suo cuore di pietra, l’avevano scalfito lentamente e vi si erano tuffati regalandole una gioia diversa che non aveva mai conosciuto, decise che ci sarebbero rimasti per sempre e che quello fosse il compleanno più bello della sua vita.

   
 
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